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Il ministero degli Esteri di Luigi Di Maio ci ricasca. E dopo il tentativo di smentita sui 50 milioni dati alla Tunisia (in realtà un’ammissione in piena regola) ora rischia anche l’incidente diplomatico con la Russia assieme al ministero della Difesa. Oggi, dopo settimane di silenzio assordante, il dicastero di Di Maio è inciampato negli aiuti dalla Russia. Lo ha fatto a settimane di distanza dalla consegna degli aiuti e a giorni da un articolo della stampa commerciale, in cui la Russia veniva accusata di secondo fini.

L’antecedente

Il 22 marzo scorso, nel silenzio della Protezione civile, dei telegiornali, dei programmi che pure parlano di coronavirus a ciclo continuo, di molti quotidiani e siti e della stessa Farnesina, giungeva all’aeroporto di Pratica di Mare una delegazione russa di medici e infermieri militari ed esperti di decontaminazione da antrace ed ebola, tra le altre. Il contingente tuttora presente sul territorio nazionale, è formato da oltre 100 unità specializzate, ma non è l’unico pezzo di Russia che giunge in Italia. Dal 22 marzo ai giorni successivi, giungono 15 aerei militari ad ampia capienza che trasportano un intero laboratorio di analisi, tre complessi per la sanificazione di ambienti e mezzi, tre stazioni atte a sanificare ampie superfici, due macchine per le analisi dei tamponi rapidi. Ancora: 150 ventilatori polmonari, 10.000 tamponi rapidi, 100.000 tamponi normali, un migliaio di tute protettive. Una bella differenza con gli “angeli” cinesi – i padri della pandemia che hanno donato 300mila “mascherine” ultra-slim – e con gli albanesi che “salveranno l’Italia”, che hanno portato loro stessi e che pure manteniamo in forma di “risarcimenti” continui dalla Seconda guerra mondiale a oggi. Senza contare l’oceano che intercorre tra la Federazione Russa, i “cugini” francesi, i detrattori tedeschi e l’arcigna Unione europea di Ursula Von der Leyen: più furbescamente, da marzo a oggi hanno donato solo parole, tonnellate di astratte parole.

La telefonata

Non solo. L’iniziativa giunge, sí, a seguito di un colloquio telefonico tra Giuseppe Conte e Vladimir Putin, ma su input ma del presidente della Federazione Russa. Tale aspetto, reso noto dalla Presidenza russa, non è mai stato smentito dal premier italiano. Sono le stesse tempistiche a dire che l’iniziativa è stata prettamente russa: la telefonata è del 21 marzo, la consegna dei primi aiuti, del 22. Un solo giorno di distanza. Prova evidente che i russi lavorassero da giorni se non da settimane per mettere insieme aiuti per cui, dunque, non c’è da ringraziare l’intercessione di Giuseppi.

L’incapacità di dire “grazie”

Si diceva, pur nell’evidente dislivello degli aiuti prestati, che i cinesi nella pilotata narrazione mainstream sono diventati “gli angeli”, gli albanesi i salvatori della Patria e i “fratelli degli italiani”. I medici e infermieri cubani hanno esportato la loro “sanità d’eccellenza” e si sono pure infilati, in 52, in Italia senza essere sottoposti a selezioni pubbliche, come invece è accaduto agli italiani che hanno avuto appena 24 ore di tempo per aderire al bando a orologeria. E i russi? Sono diventati quelli che hanno occultato “personale di Intelligence tra i medici”. Per qualche sbiadito figuro della stampa commerciale che poi si è dovuto scusare, non hanno donato niente di che, e quel poco è giunto “per secondi fini”. Lo stesso Angelo Borrelli della Prociv, che ogni giorno si è prodotto in una sequela di ringraziamenti-spot, il 22 e 23 marzo ha dribblato la questione “Aiuti-Russia”. Lo stesso ha fatto la Farnesina che, ora, per non ringraziare la Federazione, ringrazia tutti: “In questa fase di difficoltà l’Italia sta ricevendo aiuto e supporto da molti Paesi, ed è evidente il meccanismo di solidarietà scattato da parte della comunità internazionale. Il nostro Paese, oggetto di tale solidarietà, non può che esserne riconoscente. Materiali e capacità giunte dalla Russia (anche a seguito di un contatto tra il Presidente Conte e il Presidente Putin), così come i contributi inviati da tutti gli altri Paesi amici, sono stati ampiamente descritti e documentati con la consueta trasparenza da parte delle Istituzioni”. Ma quando le Istituzioni italiane avrebbero ringraziato la Russia? Il mistero rimane.

Il lavoro del contingente russo

La squadra di personale specializzato russo, è in queste settimane impegnato in un’opera di bonifica straordinaria che sta riguardando in questi giorni la Lombardia e Bergamo in particolare. È vero che – al contrario di quanto sostengono Palazzo Chigi e la Farnesina, che vorrebbero far passare come risolutiva la telefonata in cui Putin ha semplicemente annunciato l’arrivo degli aiuti – dalla regione del nord settimane prima era partita una richiesta di alcune associazioni presenti sul territorio. Il contingente è inoltre al lavoro per la bonifica straordinaria delle case di “cura” per anziani e disabili, le stesse abbandonate da volontari e personale dove grazie ai decreti Conte i familiari dei degenti non possono mettere piede. Le stesse dove sono stati falciati migliaia di anziani, con la benedizione e il totale disinteresse del “premier” Conte. Il personale russo sta inoltre lavorando con l’Esercito Italiano, si sta coordinando con Regione e Asl Lombardia e presto sarà inoltre in parte dislocato presso l’ospedale da campo dell’ANA.

Per la Farnesina, il Cremlino non avrebbe dovuto rettificare le fake news piovute sul suo conto

Dal ministero degli Esteri è, inoltre, giunto un rimprovero verso il ministero della Difesa russo, che secondo i dicasteri presieduti da Di Maio e Lorenzo Guerini, non avrebbe dovuto rettificare un articolo di un quotidiano che fa parte del solito Gruppo Gedi. “Non si puó – scrivono i due ministeri – non biasimare il tono inopportuno di certe espressioni utilizzate dal portavoce del Ministero della Difesa russo nei confronti di alcuni articoli della stampa italiana. La libertà di espressione e il diritto di critica sono valori fondamentali del nostro Paese, così come il diritto di replica, mantenendosi entrambi dentro canoni di correttezza formali e sostanziali. In questo momento di emergenza globale il compito di controllo e di analisi della libera stampa rimane più che mai essenziale“. In Italia, intanto, c’è talmente tanta libertà di stampa che Palazzo Chigi, ministero dell’Editoria e Odg hanno istituito una task-force in stile Minculpop. Ma almeno da oggi sappiamo che la Farnesina si schiererà sempre a favore della libertà dei giornalisti, qualunque cosa scrivano – scomoda o no che sia – e chiunque essi siano, in nome dei “valori fondamentali del nostro Paese”.

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Verso il reintegro dei sanitari non vaccinati

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Verso il reintegro dei sanitari non vaccinati | Rec News dir. Zaira Bartucca

“Il Ministro della Salute Orazio Schillaci, a sei mesi dalla sospensione dello stato d’emergenza e in considerazione dell’andamento del contagio da Covid-19, ritiene opportuno avviare un progressivo ritorno alla normalità nelle attività e nei comportamenti, ispirati a criteri di responsabilità e rispetto delle norme vigenti”. E’ quanto si legge in un comunicato stampa del ministero della salute.

“Pertanto anche in base alle indicazioni prevalenti in ambito medico e scientifico, si procederà alla sospensione della pubblicazione giornaliera del bollettino dei dati relativi alla diffusione dell’epidemia, ai ricoveri e ai decessi, che sarà ora reso noto con cadenza settimanale, fatta salva la possibilità per le autorità competenti di acquisire in qualsiasi momento le informazioni necessarie al controllo della situazione e all’adozione dei provvedimenti del caso”.

Verso il reintegro dei sanitari non vaccinati | Rec News dir. Zaira Bartucca
Il ministro della Salute Orazio Schillaci

“Per quanto riguarda il personale sanitario soggetto a procedimenti di sospensione per inadempienza all’obbligo vaccinale e l’annullamento delle multe previste dal dl 44/21 – fa sapere ancora il ministero della Salute – in vista della scadenza al prossimo 31 dicembre delle disposizioni in vigore e della preoccupante carenza di personale medico e sanitario segnalata dai responsabili delle strutture sanitarie e territoriali è in via di definizione un provvedimento che consentirà il reintegro in servizio del suddetto personale prima del termine di scadenza della sospensione”.

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Ed è subito farsa. Il governo pensa di dare la presidenza della Commissione d’inchiesta sul covid all’opposizione

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Ed è subito farsa. Il governo pensa di dare la presidenza della Commissione d'inchiesta sul covid all'opposizione | Rec News dir. Zaira Bartucca
Ciriani sulla Commissione d’inchiesta covid

La presidenza della Commissione d’inchiesta sul covid all’opposizione. Il governo Meloni ci sta pensando, e anzi sull’argomento si è espresso questa mattina il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. “E’ una cosa che possiamo prendere in considerazione. Questa commissione sarebbe dovuta nascere la scorsa legislatura Renzi l’aveva annunciata ma poi non se ne è fatto nulla con la campagna elettorale. Io penso che una commissione di indagine possa nascere, potrebbe anche essere che la guidi un esponente dell’opposizione, ma che la guidi un esponente dell’opposizione o maggioranza, io credo che vada fatta luce sulla gestione di fondi pubblici in maniera molto molto opaca, se c’è la commissione che indaga su questo per me è la benvenuta”.

Silenzio da parte del governo sulla campagna di vaccinazione di massa e sulle e misure liberticide

Ciriani, come già la Meloni nel corso del discorso per chiedere la Fiducia alla Camera, parla inoltre di “gestione dei fondi pubblici”. Eppure la conduzione della pandemia da parte dei governi Conte II e Draghi non è certo stata caratterizzata solo da questo, né tutto si è esaurito con la cresta sulle mascherine o con il ruolo del commissario Arcuri. Ci sono la campagna di vaccinazione di massa, i contratti con le multinazionali farmaceutiche, l’imposizione del Green Pass negli uffici pubblici (su cui FdI non ha interesse a indagare, essendo stato partito promotore del certificato verde), il lockdown quasi totale per un virus che oggi Bassetti ammette si poteva curare con l’aspirina, la caccia ai non mascherati, la discriminazione sistematica dei non vaccinati, la cancellazione del diritto al lavoro, l’utilizzo improprio delle auto-certificazioni, le chiusure evitabili delle attività commerciali. Non da ultimo, i danneggiati dai vaccini (anche in maniera permanente) e i deceduti. Su tutto questo dovrebbe fare luce una Commissione d’inchiesta parlamentare degna di questo nome, ma gli esordi – con l’idea di consegnarne la presidenza a un componente dell’opposizione o a qualche duttile renziano – non sembrano essere dei migliori.

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Se ne accorgono solo ora: il covid si cura anche con dei banali anti-infiammatori

Chi, come noi, lo diceva due anni fa era un “complottista” che pubblica “fake news”. Adesso, con appena 24 mesi di ritardo, l’Istituto Mario Negri ha svelato l’arcano: il covid si cura e tanto possono fare – per approcciarsi al virus – dei banali anti-infiammatori

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Se ne accorgono solo ora: il covid si cura anche con dei banali anti-infiammatori | Rec News dir. Zaira Bartucca

Chi, come noi, lo diceva due anni fa era un “complottista” che pubblica “fake news”. Adesso, con appena 24 mesi di ritardo, l’Istituto Mario Negri ha svelato l’arcano: il covid si cura e tanto possono fare – per approcciarsi al virus – dei banali anti-infiammatori. Rec News ha iniziato a parlare di cure già all’inizio del 2020, quando pubblicava i documenti di studi resi noti all’estero e intervistava medici autorevoli che purtroppo non sono stati ascoltati da chi ricopriva ruoli decisionali.

Oggi gli scienziati e i virostar come Remuzzi, che ha preso parte allo studio del Mario Negri, giungono a questa conclusione dopo decine di migliaia di persone morte senza essere state curate al manifestarsi dei sintomi, dopo che soggetti con altre malattie sono stati lasciati fuori dagli ospedali e dopo che altri sono stati abbandonati a loro stessi anche quando dovevano sottoporsi a operazioni chirurgiche.

Se ne accorgono ora: il covid si cura anche con dei banali anti-infiammatori | Rec News dir. Zaira Bartucca

Senza contare i vaccinati, danneggiati o morti per colpa di un siero sperimentale cui si sono affidati senza remore, nella convinzione che non esistesse alternativa: questo hanno fatto credere i governi Conte e Draghi, questo ha fatto passare la stampa mainstream.

Scrive ora Ansa:

La terapia a base di antinfiammatori (in particolare non steroidei, i Fans), avviata all’inizio dei sintomi, riduce il rischio di ospedalizzazione per Covid dell’85-90% Dopo due anni e mezzo di pandemia la comunità scientifica concorda su un punto: a uccidere i malati è l’infiammazione (o flogosi), non il virus.

Ricapitolando: due anni di privazioni, mascherine, isteria, ipocondria, allarmismi ingiustificati, corse all’hub vaccinale, bambini usati come cavie e anziani immolati per un virus che, se il sistema immunitario non fa il suo lavoro, si può curare con delle bustine di anti-infiammatorio?

Possibile che nessuno si sia accorto prima – a virus, come si sostiene, “isolato” – che principi attivi conosciuti, in genere ben tollerati e presenti in tutte le case avrebbero potuto fare in modo che si evitasse la campagna di vaccinazione di massa, cioè la sperimentazione umana di un siero di cui si saprà di più solo nel 2023? Nessuno, dunque, che risponda per la baracca emergenziale messa in piedi, che non ha avuto eguali in Europa e forse nel mondo e che – ci dicono oggi gli scienziati tra le righe – si poteva evitare?

“Covid, gli antinfiammatori riducono le ospedalizzazioni del 90%” in Corriere della Sera del 26/08/22
“Covid: con antinfiammatori riduzione del 90% dei ricoveri” – in Ansa del 26/08/22

Rec News dir. Zaira Bartucca – recnews.it

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Covid, fioccano denunce e querele per Draghi e per Figliuolo

Il generale accusato di omicidio colposo, crimini contro l’Umanità, abuso di autorità, violenza privata, procurato allarme e diffusione di notizie false. Premier e governo denunciati a Messina, a Biella e nel Varesotto per sequestro di persona e per la discriminazione dei non vaccinati. La querela di ALI – Avvocati Liberi per i “delitti commessi contro la personalità dello Stato”

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Covid, fioccano denunce e querele per Draghi e per Figliuolo | Rec News dir. Zaira Bartucca

Fioccano denunce e querele per il presidente del Consiglio Mario Draghi e per il commissario all’Emergenza sanitaria Francesco Paolo Figliuolo. Provengono da tutta Italia e sembra si moltiplichino a ogni passo (falso), a ogni acuirsi delle restrizioni e a ogni protrarsi di provvedimenti anticostituzionali. Una bella gatta da pelare per i due, tanto che all’ex “generalissimo” prontamente è stato tolto il comando della Logistica dell’Esercito in salsa emergenziale. Il potentino che voleva “vaccinare chiunque passa“, tuttavia, continua a conservare l’incarico istituzionale all’interno del Comando Operativo di Vertice Interforze, senza rossore alcuno per il ministero della Difesa. Passando a Draghi, secondo gli osservatori mainstream dopo l’uscita di scena di Berlusconi (che avevamo anticipato e che non abbiamo mai considerato come opzione), si prospetterebbe la corsa al Colle, ma anche qui potrebbe trattarsi del solito bluff per spianare la strada al vero candidato che metterebbe tutti d’accordo. Insomma, messa da parte la politica, a restare sul tavolo sono le migliaia di pagine presentate all’attenzione delle Procure di tutta Italia, che comunque potrebbero avere ovvie ripercussioni anche sulle scelte di partiti che non intendono rimanere imbrigliati in affari giudiziari.

Il generale accusato di omicidio colposo, crimini contro l’Umanità, abuso di autorità, violenza privata, procurato allarme e diffusione di notizie false

Per quanto riguarda Figliuolo, sono pesantissime le accuse formulate dall’ingegnere Giuseppe Reda, il ricercatore dell’Unical che ha denunciato l’operato del militare alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia. Sotto la lente degli inquirenti finirà il papello di riferimenti alle misure controverse che secondo Reda ha reso colpevole Figliuolo dei reati di abuso di autorità, violenza privata, diffusione di notizie false atte a turbare l’ordine pubblico, procurato allarme, omicidio colposo, crimini contro l’umanità, violazione della Costituzione Italiana agli art. 2, 32, 54, 76, 78. Di più: Figliuolo ha ammesso candidamente di essere stato al servizio della sperimentazione umana in Italia dei preparati cosiddetti anti-covid: “Mai nella storia dell’uomo – sono le dichiarazioni gravi fatte dal militare in Piemonte alla presenza di Alberto Cirio – si è iniettato in pochissimo tempo decine di milioni di dosi di vaccini, senza saperne esattamente l’esito. Se non quello sperimentale che ha portato all’approvazione da parte della comunità scientifica”.

In fila per denunciare Draghi

A Biella, addirittura, pur di denunciare Mario Draghi e il suo operato ci si mette in fila. Nel mirino, la gestione della pandemia alla Conte, con un Dpcm dietro l’altro con il fine di introdurre una sorta di obbligo vaccinale di fatto e di estorcere la vaccinazione anche in chi – in realtà – non avrebbe voluto sottoporvisi. Una condotta che per i denuncianti avrebbe comportato la violazione dell’articolo 610 del codice penale, che recita che chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a quattro anni”. E non è vero, come riporta La Stampa, che si tratta di istanze senza futuro, perché “dal 20 non si potrà più agire in giudizio per la propria tutela personale, in quanto per potervi accedere bisognerà esibire l’infame tessera verde”: perfino il decreto del 7 gennaio – nei fatti – specifica che denuncianti, testimoni e accusati sono esentati dalla presentazione del Green Pass. A Messina, Draghi e il governo sono stati denunciati per sequestro di persona e violenza privata, per aver impedito ai siciliani – perfino a chi doveva spostarsi per necessità chirurgiche – di raggiungere la Penisola in forza dei blocchi imposti all’imbarco dei traghetti tramite l’introduzione del Green Pass. A Varese, ancora, pioggia di denunce per le discriminazioni compiute dall’esecutivo e dal premier ai danni di chi non si è voluto o potuto vaccinare, ma la lista sembra essere più lunga e alimentarsi di ora in ora.

La querela di ALI contro Draghi, Conte Speranza per i delitti commessi contro la personalità dello Stato, tra cui eversione dell’ordine democratico, cospirazione, attentato contro la Costituzione e gli organi costituzionali

C’è poi – per ultima ma non da ultima – l’azione promossa dal team di legali che si sono uniti sotto la sigla ALI – Avvocati Liberi – che ha querelato il presidente del Consiglio Mario Draghi, il suo predecessore Giuseppe Conte e il ministro della Salute Roberto Speranza per diversi e gravi delitti “contro la personalità dello Stato”. Gli avvocati hanno presentato una querela di oltre 30 pagine, in cui si fa riferimento al reato di associazione con finalità di eversione dell’ordine democratico (articolo 270 bis c.p.), cospirazione politica mediante accordo (Art. 304 c.p.), Attentato contro la Costituzione dello Stato (Art. 283 c.p.), Attentato e atti violenti contro gli organi costituzionali e contro le Assemblee Regionali (Art. 289 c.p.), Attentato per finalità terroristiche o di eversione (Art. 280 c.p.), pubblica estorsione.

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