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Covid, una lettera alle Istituzioni rimarca l'importanza dell'immunità naturale | Rec News dir. Zaira Bartucca Covid, una lettera alle Istituzioni rimarca l'importanza dell'immunità naturale | Rec News dir. Zaira Bartucca

POLITICA

Covid, una lettera alle Istituzioni rimarca l’importanza dell’immunità naturale

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Una lettera congiunta per rimarcare l’importanza dell’immunità naturale in fatto di contrasto al covid e per chiedere di non estendere le vaccinazioni a chi ha contratto il virus ed è guarito senza bisogno di interventi farmacologici. L’ha redatta il Coordinamento Comitati Guariti Covid e l’hanno sottoscritta diverse associazioni – Condav ODV, Comitato Ascoltami, ACU Marche, Immuni per sempre, Comilva, Noi Avvocati per la Libertà, Associazione Jenner, Coscienze Critiche, Associazione Thomas International, Diritti Umani e Salute, La Genesi, Arbitrium, IDU, Reaction 19, Eunomis – oltre che decine tra avvocati e medici. La missiva è stata inviata alle massime istituzioni. In essa si legge:

Preg.ma Presidente del Consiglio, Onorevoli Ministri, Onorevoli Parlamentari, formuliamo la presente nell’interesse del Coordinamento Comitati Guariti da Covid 19 e di tutte le Associazioni e Comitati che lo costituiscono, composto da avvocati, medici e professionisti per la salvaguardia e gli interessi dei GUARITI da Covid 19 e a tutela della discriminazione che gli stessi hanno subito dal punto di vista umano, scientifico e lavorativo negli ultimi due anni. La scienza medica, da sempre, riconosce la validità e l’efficacia dell’immunità naturale a seguito di infezione, assioma inspiegabilmente dimenticato nella pandemia causata dal virus Sars Cov-2, nonostante le conferme degli studi scientifici susseguitisi in questi ultimi due anni e mezzo.

Evidenze che, oltre a confermare, come detto, l’assoluta validità ed efficacia dell’immunità naturale a seguito di pregressa infezione, hanno evidenziato, invero, che vaccinare un soggetto guarito non apporta beneficio né alla comunità né al soggetto stesso, ma lo espone al 60% in più di potenziali effetti avversi e a un rischio maggiore del 50% di miocardite grave, rispetto a un soggetto covid-naive! Il Coordinamento di Comitati dei Guariti da Covid, unitamente ad altre importanti Associazioni nazionali, ha cercato sin da subito ma inutilmente, di richiamare l’attenzione del Ministero della Salute e delle varie Autorità competenti in merito a queste evidenze, come risulta dalle comunicazioni in allegato.

In relazione al silenzio delle Autorità adite, confidiamo che si voglia fare chiarezza, tenuto conto che sul punto guarigione e immunità naturale sono state disattese le risultanze di centinaia di pubblicazioni medico-scientifiche internazionali degli ultimi due anni a sostegno delle basi dell’immunologia e della fisiologia, senza giustificazione alcuna e sulla base di sparuti studi in contro tendenza (ampiamente discussi nella documentazione da noi inviata già dal mese di aprile u.s).

E ciò, peraltro, in palese violazione dell’art. 7 del Regolamento Europeo 2021/953, art. 3 lett. c, e dell’art. 7 comma 4, che, in ossequio al predetto principio di immunità naturale, autorizza espressamente il test anticorpale, compreso un test sierologico per la ricerca degli anticorpi contro il SARS COV 2, o qualsiasi altro metodo convalidato dalla comunità scientifica per l’ottenimento del Green Pass. Tutt’ora, infatti, per l’accesso ad alcune strutture sanitarie viene richiesta tale certificazione, per il cui ottenimento la circostanza della guarigione rileva, inspiegabilmente, solo per un lasso temporale limitato.

Non possiamo dimenticare che in spregio al predetto Regolamento Europeo, che consente ai Guariti di essere esonerati dalla vaccinazione anche tramite esecuzione di esame postumo e successivo all’infezione, in Italia non solo è stata imposta la vaccinazione ma sono stati ordinati richiami vaccinali con tempistiche sempre più ridotte per lo svolgimento di attività lavorative e sociali; le circolari sul richiamo vaccinale ai Guariti si sono trasformate da mera raccomandazione a imposizione vaccinale attraverso il c.d. richiamo “booster” con una lasso temporale sempre più stringente, ovverosia da un anno a 3 mesi, in assenza di qualsivoglia dato di evidenza scientifica.

Nonostante lo scrivente Coordinamento abbia attenzionato la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero della Salute, il Cts, l’Iss e le altre Autorità, citando la più accreditata scienza medica, nessun provvedimento è stato preso a salvaguardia dei Guariti. A suggello di quanto da sempre esplicitato nelle nostre diffide e comunicazioni, si ricordi il recentissimo e ampio studio italiano dell’Istituto Altamedica, presentato dal Prof. Giorlandino al congresso della Società Italiana di Genetica Umana (Margiotti et al., 2022) che, assieme alla recente revisione narrativa sul ruolo dell’immunità naturale (Diani et al., 2022), nonché al recentissimo articolo apparso pochi giorni fa su Biomedicines (Ferraresi e Isidoro, 2022), ha confermato tutte le precedenti conoscenze sulla valenza dell’immunità naturale. Inoltre, il rapporto appena pubblicato dall’ISS, dal titolo: “Impatto della vaccinazione e della pregressa diagnosi sul rischio di infezione e di malattia severa associata a SARS-CoV- 2: un’analisi dei casi diagnosticati nel mese di ottobre 2022”, indica chiaramente che non vi sono differenze sostanziali tra immunuità naturale (acquisita tramite pregressa infezione da 90 a oltre 180 giorni) e immunità ibrida (infezione naturale preceduta o seguita da ciclo vaccinale con ultima dose somministrata entro o oltre i 180 giorni), anzi con un piccolo vantaggio a favore dell’immunità naturale, nella protezione nei confronti di Sars-Cov-2 per infezioni, Covid grave e ricovero in terapia intensiva.

Nel periodo considerato, infatti (Cfr. Tabelle 3, 4, 5 e 6), i casi di reinfezione rilevati nei soggetti guariti non vaccinati sono stati lo 0,85% della relativa popolazione suscettibile, contro lo 0,91% dei soggetti con immunità ibrida; i casi ospedalizzati sono stati lo 0,0046313% dei guariti non vaccinati, contro lo 0,0077545% dei soggetti con immunità ibrida; i casi ricoverati in TI sono stati lo 0,0001535% dei guariti non vaccinati, contro lo 0,0002713% dei soggetti con immunità ibrida. I decessi risultano lo 0,0003326% nei guariti non vaccinati, contro lo 0,0009905% nei soggetti con immunità ibrida.

Peraltro, a conferma della protezione esercitata dall’immunità naturale acquisita tramite infezione, indipendentemente se associata o meno a vaccinazione, il dato delle reinfezioni risulta attestato al 2,2%.

Ancora una volta, quindi, viene confermato che:
❖ ai primi studi che dimostravano (Wajnberg et al., 2020) come l’immunità umorale permanesse per almeno i cinque mesi successivi all’infezione, si sono susseguite le evidenze che dimostrano come l’immunità naturale umorale, derivante dall’aver contratto l’infezione, perduri per almeno 20 mesi (Alejo et al., 2022; Yang et al., 2022) e che nei guariti è rilevabile una immunità cellulare di memoria permanente (Wang et al., 2021; Ng et al., 2016; Rodda et al., 2021; Cohen et al., 2021; Ansari et al., 2021; Bilich et al., 2021; Turner et al., 2021; Gao et al., 2022; Jeffery-Smith et al., 2021; Le Bert et al., 2021; Winklemeier et al., 2022; Martner et al., 2022);

In base alle analogie osservate con altri coronavirus umani e animali (dalla cui infezione è derivata una immunità eccezionalmente duratura e sicuramente rilevabile fino a 18 anni (Ng et al., 2016; Le Bert et al., 2020; Kojima et al., 2021), si può ragionevolmente affermare che l’immunità acquisita con l’infezione da Sars-Cov-2 permanga stabilmente nel tempo;

la pregressa infezione produce un’immunità protettiva di maggior efficacia e di lunga durata anche nei confronti delle nuove VOC che, qualora si verifichi il raro evento della reinfezione, è efficacemente protettiva anche da malattia grave, ospedalizzazione e morte (Chemaitelly et al., 2022; Altarawneh et al., 2022; Flacco et al., 2022; Nyberg et al., 2022; Wolter et al., 2022; Pilz et al., 2022; Gazit et al., 2022; Goldberg et al., 2022; Azzi et al., 2021; Reddy et al., 2021; Neidleman et al., 2021; Sheikh-Mohamed et al. 2022);

la carica virale dei soggetti guariti e poi reinfettati è bassa (e comunque di molto inferiore a quella dei soggetti vaccinati anche con booster), e quindi con esigua potenzialità di diffusione virale (Kuhlmann et al., 2022; Abu-Raddad et al., 2022; Letizia et al., 2021; Pilz et al., 2022; McGonagle, 2022);

la vaccinazione nei guariti produce un beneficio insignificante (Nordström et al., 2022; Shenai et al. 2021; Medic et al., 2022; Gazit et al., 2021) mentre espone i soggetti a una percentuale di effetti avversi superiore fino al 60% rispetto ai soggetti covid-naive (d’Arminio Monforte et al., 2021; Mathioudakis et al., 2021; Menni et al., 2021; Raw et al. 2022; Debes et al., 2021; Zappa et al., 2021; Joob et al., 2021; Angeli et al., 2022; Krammer et al., 2021; Kings College London COVID Symptom Study, 2021, Tré-Hardy et al., 2021, Buonfrate et al., 2021; Barda et al., 2021) con rischio doppio di miocardite grave, rispetto ai soggetti vaccinati senza infezione (Patone et al., 2022), senza differenze significative per sesso;

una recente pubblicazione su Science cita il fenomeno dello “smorzamento immunitario ibrido”, descrivendo come la combinazione di infezione e successiva vaccinazione (c.d. immunità ibrida) determinerebbe un impatto negativo sulla successiva immunità protettiva nei confronti della Voc Omicron e dei suoi sottolignaggi (Reynols et al. 2022);

non vi è differenza alcuna tra immunità naturale e immunità ibrida nel prevenire i rischi correlati a una successiva reinfezione o infezione post vaccinale (Al-Aly et al., 2022); anzi, nella fascia di età dai 5 agli 11 anni, l’immunità ibrida per Omicron raggiunge efficacia negativa dopo soli quattro mesi (Lin et al., 2022);

gli attuali vaccini non hanno attività sterilizzante (come peraltro recentemente dichiarato dalla Dr.ssa Janine Small, responsabile per i mercati internazionali della casa farmaceutica Pfizer BionThec che, nel corso dell’audizione al Parlamento Europeo del 12 ottobre scorso) e il loro effetto immunizzante degrada rapidamente nel tempo fino a raggiungere addirittura efficacia negativa, finanche sui decessi (Nordstrom et al., 2022; Tseng et al., 2022; Chemiatelly et al., 2022; Andrews et al., 2022; cfr. anche Emani et al., 2022, preprint), per cui gli obblighi previsti ex-lege al fine di prevenire il contagio, non potevano essere assolti utilizzandoli;

come peraltro accertato dai consulenti tecnici della Procura della Repubblica di Siracusa nel “caso Paternò”, esiste correlazione eziologica tra la presenza di IgG per Sars-CoV-2 (che indicano una pregressa infezione) e la morte per disregolazione immunitaria (ADE) avvenuta a seguito di successiva vaccinazione antiCovid.

Considerato inoltre che:

non esistono dati sperimentali relativi a vaccinazione di soggetti guariti, dal momento che gli stessi sono stati esclusi aprioristicamente da tutti i trials pre-marketing condotti dalle case farmaceutiche produttrici dei vaccini;

la prescrizione degli interventi sanitari deve fondarsi sulle evidenze scientifiche disponibili, sull’uso ottimale delle risorse e sul rispetto dei principi di efficacia clinica, di sicurezza e di appropriatezza, valutando l’applicabilità al caso specifico delle linee guida diagnostico terapeutiche, non intraprendendo né insistendo in interventi terapeutici clinicamente inappropriati ed eticamente non proporzionati, dai quali non ci si possa fondatamente attendere un effettivo beneficio per la salute e/o un miglioramento della qualità della vita (cfr. Codice di Deontologia Medica);

Il Dr. Giovanni Rezza, già Direttore della Direzione Generale della Prevenzione Sanità del Ministero della Salute con riguardo ai guariti da Covid ha affermato testualmente che: “siccome ci sono delle novità rispetto a uno o due anni fa, sicuramente questo è un punto che è sotto revisione”. Invero, la Circolare 43189 del 17 ottobre scorso del Ministero della Salute continua a non distinguere affatto tra soggetti con pregressa infezione e soggetti Covid-naive e le raccomandazioni che l’ISS e il Ministero continuano a emanare non tengono in alcun conto la circostanza della pregressa guarigione.

le numerose evidenze scientifiche che si sono susseguite sulla vaccinazione ai guariti hanno dimostrato e stanno dimostrando, che richiedere una vaccinazione per i soggetti con pregressa infezione sottopone gli stessi a gravissimo rischio, esponendoli a fenomeni patologici da disregolazione immunitaria (fenomeni trombotici, autoimmunitari, iperinfiammatori, fino a potenziale exitus), a fronte di un beneficio pressoché nullo per sé stessi e per la comunità;

la richiesta, o addirittura l’obbligo vaccinale per il GUARITO, oltre a contrastare con i principi basilari della medicina, fa disperdere preziose risorse pubbliche ed espone la collettività e i singoli (si pensi ai sanitari guariti sospesi dall’attività professionale fino al 1 novembre u.s. o ai guariti con esiti conseguenti a vaccinazione) a ulteriori ricadute economiche, sia sotto un punto di vista sanitario che sociale; riteniamo sia, invero, assolutamente necessario, di norma, NON RACCOMANDARE una successiva vaccinazione ai soggetti guariti.

Pertanto, chiediamo formalmente, anche alla luce delle notizie allarmistiche che giungono dalla Cina e della possibilità che venga attuata una nuova campagna vaccinale anti Covid.19, che il Governo e il Parlamento Italiani vogliano prendere finalmente atto delle inconfutabili evidenze scientifiche che riguardano i soggetti guariti, per l’adozione delle azioni e soluzioni più corrette, così da porre rimedio all’assurdità antiscientifica e antietica di raccomandare loro una successiva vaccinazione.

POLITICA

DDL Semplificazioni e farmacia dei servizi, “risolvere le criticità”

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DDL Semplificazioni e farmacia dei servizi, "risolvere le criticità" | Rec News dir. Zaira Bartucca
Comunicato stampa

“In relazione al DDL Semplificazioni, recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri e non ancora formalizzato in Parlamento, la FNO TSRM e PSTRP desidera esprimere con spirito propositivo alcune considerazioni in merito agli annunciati contenuti dell’articolato atto a promuovere l’erogazione dei sevizi presso le farmacie”.

“In premessa, va sottolineato come siano del tutto condivisibili le finalità che il legislatore intende perseguire. Soprattutto nei piccoli centri abitati la possibilità per i cittadini di poter usufruire di tutta una serie di servizi, dalla telemedicina alla possibilità di effettuare la scelta del medico di famiglia o di eseguire test diagnostici per il contrasto all’antibiotico resistenza, sono alcuni degli aspetti certamente positivi della norma”.

“Di contro vanno evidenziate alcune possibili criticità nell’implementazione delle analisi in farmacia, rispetto ai laboratori clinici. In particolare nella fase pre-analitica dell’effettuazione del prelievo, che risulta essere fondamentale per garantire l’affidabilità e la sicurezza dei risultati, è necessario il rispetto degli standard universalmente riconosciuti, come del resto nella successiva fase analitica solo la conoscenza dei processi e la corretta gestione dei controlli di qualità da parte dei professionisti di laboratorio può garantire affidabilità e precisione dei dati acquisiti”.

“Da non sottovalutare neppure la fase di refertazione dei risultati dove è necessario garantire al cittadino una chiara e corretta comunicazione soprattutto nei casi in cui siano emersi valori critici”.

“L’articolo del DDL Semplificazioni circolato a mezzo stampa, sembra invece voler trasformare le farmacie in spazi multifunzionali del tipo “diagnostica di base in una casa di comunità” e autorizza la farmacia, a differenza di un laboratorio analisi. La consegna degli esami attraverso uno scontrino senza firma del clinico, saltando la fase di validazione tecnica che è la sintesi di competenze analitiche, conoscenze biochimiche, biologiche e di capacità comunicative (ISO 15189:2023) proprie del professionista Tecnico sanitario di laboratorio medico (TSLB) al quale spetta anche la verifica dell’attendibilità dei risultati oltre all’assunzione di responsabilità nei confronti della persona che riceve i risultati e o referto”.

“Allo stato attuale i test eseguiti nelle farmacie sono paragonabili agli esami eseguiti in autotest. Per ogni esame sarà invece necessario utilizzare specifica strumentazione nel rispetto degli standard e delle metodiche in grado di garantire la qualità del parametro analizzato. L’uso dei sistemi Point of care testing (PoCt) risulta infatti adeguato nella fase di autocontrollo e monitoraggio della malattia, mentre è inadeguato nella fase di diagnosi. Per questo motivo è necessaria la corretta gestione di questi dispositivi anche per evitare le potenziali conseguenze derivanti dall’uso di risultati non attendibili degli esami”.

“È necessario approfondire infine la portata della previsione, certamente innovativa, che consente l’erogazione di questa tipologia di analisi su prescrizione medica e rimborsate alla farmacia dal SSN anziché decisa e pagata “out of pocket” dal cittadino. Non va trascurato il tema dell’accreditamento della farmacia dei servizi in qualità di struttura convenzionata con il SSN, al pari di un laboratorio privato convenzionato, implicando specifici requisiti nei confronti dell’accreditamento istituzionale, ossia dal punto di vista dei locali e delle attrezzature, sia dal punto di vista delle competenze certificate che devono essere possedute dal personale che esegue i test analitici”.

“L’auspicio è che nel corso dell’iter parlamentare del DDL le succitate criticità possano essere spunto per un’attenta riflessione e contribuiscano a migliorare i contenuti della norma nell’esclusivo interesse della popolazione e a tutela della loro salute”. Così la Federazione nazionale degli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.

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Presentata alla Farnesina la Commissione Economica Mista Italia-Cina (CEM)

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Carenze energetiche, governo al lavoro, ma per l'Africa | Rec News dir. Zaira Bartucca
Comunicato stampa

Si è tenuta oggi presso la Sala Aldo Moro della Farnesina la conferenza stampa di presentazione della Commissione Economica Mista Italia-Cina (CEM) e del Business and Dialogue Forum bilaterale che si terrà a Verona l’11 e il 12 aprile. All’evento oltre al ministro agli Affari Esteri Antonio Tajani ha preso parte il Ministro del Commercio cinese Wang Wentao.

La Commissione Economica Mista Italia-Cina (CEM) è uno strumento di cooperazione con la Cina in materia economica e commerciale ed è inclusa tra i meccanismi di dialogo del Partenariato Strategico Globale istituito nel 2004. Dal 2019, la CEM è coordinata ed organizzata per parte italiana dalla Farnesina e si svolge a livello di Ministri.

Il Business and Dialogue Forum Italia-Cina si propone di offrire un foro di dialogo e di promozione della cooperazione economica in settori individuati come prioritari, oggetto anche dell’agenda dei lavori della CEM (agritech, e-commerce, investimenti, farmaceutico e biomedicale). Oltre al Ministro Tajani ed al Ministro Wentao sono intervenuti rappresentanti di ICE, Confindustria e delle relative controparti cinesi membri della Segreteria tecnica del Business Forum, oltre che esponenti del polo per l’internazionalizzazione (SACE, SIMEST, CDP) e una selezione di aziende italiane e cinesi.

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Alemanno (Indipendenza): “L’Europa va azzerata e ricostruita”

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Alemanno (Indipendenza): "L'Europa va azzerata e ricostruita" | Rec News dir. Zaira Bartucca

“L’idea di Movimento Indipendenza è che l’Italia sia più indipendente rispetto ai vincoli dell’Unione Europea e rispetto alle guerre che facciamo grazie alla NATO e per una sudditanza nei confronti degli Stati Uniti da cui ci dobbiamo liberare. Allo stesso tempo, l’UE ci impone dei vincoli economici che ci impediscono di crescere e difendere i nostri diritti sociali e anche da questi vincoli bisogna liberarsi, questo significa indipendenza”.

A parlare è Gianni Alemanno, fondatore di Indipendenza, ospite a Radio Cusano Campus nel corso del programma ‘L’Italia s’è desta’ condotto dal direttore del giornale radio Gianluca Fabi e Roberta Feliziani.

“Siamo sovranisti – precisa l’ex sindaco di Roma – però siccome sovranismo è una parola che può creare confusione parliamo di indipendenza dell’Italia, un principio statuito nella Costituzione ma che purtroppo i nostri governanti hanno completamente tradito.  La globalizzazione è finita con la guerra in Ucraina e con il conflitto tra l’unipolarismo americano e i BRICS, l’alleanza fra Russia, Cina, India, Brasile, Iran, Sud Africa che, sostanzialmente, si sono uniti perché vogliono un mondo multipolare, in cui ogni popolo abbia la propria sovranità e possa esprimere il proprio orientamento. Ma non sarò eletto – precisa Alemanno – non sarò eletto perché un decreto voluto da Fratelli d’Italia, approvato anche dal Presidente della Repubblica, impedisce a noi movimenti di derogare alla raccolta di firme. Questa decisione è stata presa a un mese dal termine della raccolta delle firme, quindi in un tempo in cui non ci è consentito recuperare”.

Alemanno a tal proposito si appella alla Costituzione Italiana dicendo: “È assolutamente incostituzionale, lo abbiamo anche scritto al Presidente della Repubblica che ci ha ignorato. Detto questo, in Europa il passo fondamentale è quello di riuscire a recuperare un’autonomia rispetto a quelli che sono i parametri rigoristi di Bruxelles”. E guardando al nostro Paese, “Il problema più grave è il patto di stabilità firmato da Giorgetti che obbligherà l’Italia nei prossimi 10 anni a fare manovre correttive di 14miliardi di euro l’anno senza quindi poter crescere”.

Riguardo invece all’Unione Europea: “Continuiamo a dire che vogliamo cambiare l’Europa , peccato che la Germania e i paesi del nord non abbiano nessuna voglia di cambiare l’Europa. Questa Europa va azzerata e ricostruita da capo, perché così non si va da nessuna parte”, ha sottolineato l’esponente di Indipendenza. E continuando sui recenti conflitti internazionali, Alemanno ha poi aggiunto: “Manca percezione della realtà, continuiamo a dire che l’Ucraina può vincere contro la Russia quando in realtà tutti gli analisti militari dicono che questo è assolutamente impossibile. Continuiamo a dire che Netanyahu sta sbagliando, che nella striscia di Gaza è in atto un eccidio, ma non si fa nulla per fermare Israele. La storia ci insegna che tutti i conflitti mondiali sono nati in base alla mancanza di percezione della realtà”, ha detto ancora Alemanno.

Riguardo invece all’accordo saltato con Cateno De Luca: “Da un certo momento in poi De Luca ha voluto imporre una propria leadership molto netta su questa aggregazione, praticamente andando ad aggregare tutto il contrario di tutto, ma non si può andare alle elezioni a tutti i costi e rischiare di confondere il proprio messaggio”.

Infine Alemanno ha voluto spiegare le differenze tra la sua concezione di destra e quella di Giorgia Meloni. “Quella della Meloni è la classica destra liberista e neoconservatrice di stampo americano, mentre la mia è una destra sociale, una destra critica nei confronti dell’americanismo. Sostanzialmente c’è una critica antiamericana che ha origini dalla seconda guerra mondiale ai giorni nostri. Ma il fatto che esistano due destre così diverse, torna quello che ho detto prima, forse i vecchi schemi di destra e sinistra sono un po’ superati”, ha concluso. 

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L’altra versione su Ilaria Salis

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L'altra versione su Ilaria Salis

Ilaria Salis è il nuovo mito di quella parte di sinistra che si identifica con Mimmo Lucano e Soumahoro, tanto che (al pari di altri personaggi idolatrati dall’universo progressista) si è tentato di farle ottenere l’immunità facendola candidare nelle fila del Pd – dove sennò – per le prossime europee. Ipotesi scongiurata dalla stessa Elly Schlein, che in queste ore ha rispedito al mittente le velleità politiche dell’insegnante attualmente sotto processo in Ungheria.

Salis è accusata di due aggressioni fisiche – che motiverebbero le misure di contenzione di cui è stata oggetto – e stando a quanto scrive Panorama si sarebbe già dovuta misurare con 4 condanne e 29 denunce.

Sull’argomento è intervenuto il fondatore di Indipendenza Gianni Alemanno che, intervistato da Radio Cusano ha detto: “La Salis è accusata di un’aggressione che ha quasi portato alla morte di due persone, aldilà che fossero neonazisti o meno. Il reato viene giudicato dalla giustizia ungherese che ha una sua autonomia, quindi la possibilità dell’Italia di interferire su questo procedimento è molto discutibile. Da questo punto di vista credo che prevalga inevitabilmente la sovranità ungherese”.

“Detto questo – ha proseguito Alemanno – credo che una pressione forte da parte dell’Italia nei confronti dell’Ungheria vada fatta, perché le immagini della Salis al guinzaglio e questa durezza sicuramente feriscono e colpiscono”. E più precisamente: “rispetto per la sovranità dell’Ungheria e smettiamo di demonizzare la legge ungherese, ma dal punto di vista delle relazioni diplomatiche e del rapporto che c’è di amicizia fra Giorgia Meloni e Orbán, una soluzione si dovrebbe trovare. La sovranità non deve essere estranea all’equilibrio e al buon senso”.

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