

Se Siracusa è il museo della civiltà greca in Sicilia, Palermo, oltre che capitale dell’isola, è il museo della civiltà normanna. A cominciare dalla conquista araba, Palermo ha assunto una posizione dominante che ha conservato nei secoli. La storia della Sicilia negli ultimi mille anni è, innanzi tutto, la storia di Palermo. È una grande e moderna città di oltre 600 mila abitanti; di origine antichissima (una delle prime colonie fenicie), deve il suo nome all’ampiezza del porto (il nome, infatti, che deriva dal greco, significa “tutto porto”).
Per ricchezza di memorie storiche, di monumenti e giardini; per posizione geografica, mitezza di clima e fertilità del territorio in cui sorge (la famosa “pianura” dal significativo nome di Conca d’oro) è una delle più belle e importanti città d’Italia e del Mediterraneo. Per Palermo, soprattutto per Palermo, non è possibile dare qui un’illustrazione neppure sommaria, tale e tanta è la varietà e ricchezza delle cose mirabili che possiede. Dalla stupenda Cattedrale, opera normanna del 1109, dove vennero incoronati i re di Sicilia e dove si trovano le semplici, ma insieme maestose e severe tombe di Ruggero II e di Federico II; ecco poi il Palazzo dei Normanni, antica reggia e oggi sede del Parlamento della Regione, con la meravigliosa Cappella Palatina, sintesi artistica di tre civiltà (la bizantina, l’araba e la normanna).
Ecco la chiesa di San Giovanni degli Eremiti di stile arabo-normanno, con le sue cinque cupolette rosse, il bel campanile e il suo raccolto e armonioso minuscolo chiostro, fatta costruire da Ruggero II nel 1132; ecco la Chiesa della Martorana, anch’essa normanna, col suo elegante campanile; ed ancora le chiese della Casa Professa (1574-1636) e di San Giuseppe dei Teatini (1612); ecco il Convento della Gancia, che ricorda la fallita insurrezione del 1860 di Francesco Riso e dei suoi eroici compagni; ecco i palazzi Abatellis, Sclafani, Chiaramonte; ecco la piazza Pretoria con la sua bella fontana rinascimentale e il suo storico Palazzo Municipale, da cui Garibaldi proclamò la decadenza dei Borboni.
Ecco, ancora, i lussureggianti giardini (Giardino Inglese, Villa Giulia e Villa Igea) e il grande Parco della Favorita;ecco il Teatro Massimo e il Politeama, il Foro Italico e il Museo archeologico regionale Antonino Salinas;ecco il bellissimo Monte Pellegrino, su cui si trova il Santuario di Santa Rosalia e l’elegante Spiaggia di Mondello, e tante e tante altre cose belle e interessanti. Ma chi va a Palermo si ricordi di questo proverbio per nulla animalista:
«Chi va a Palermo e non vede Monreale,
Asino va e ritorna animale».
Monreale è una cittadina attaccata a Palermo, posta sulle pendici del Monte Caputo e dominante la Conca d’oro. Deve la sua celebrità al Duomo, fatto costruire da Guglielmo II nel 1174 e costituente l’opera più pregevole dell’arte normanna. I suoi meravigliosi mosaici a fondo d’oro, culminanti nell’abside con la grandiosa figura del Cristo Benedicente occupano una superficie di oltre 4.000 mq. Annesso al Duomo è il famoso Chiostro Benedettino, una delle opere più celebri del mondo, una festa di armoniche colonnine e di colori.
ARTE & CULTURA
Menzione al Premio Nazionale del Paesaggio per SMACH 2023

Oggi in occasione della Giornata Nazionale del Paesaggio, durante la Cerimonia di Consegna del Premio Nazionale del Paesaggio (IV edizione) 2022-2023 (che si è tenuta nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura a Roma alla presenza del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano), il progetto SMACH è insignito di una menzione. Questa la motivazione: “Per l’esemplarità e la capacità di progettare un evento artistico a cadenza biennale in cui le opere d’arte dialogano con la natura e la storia in un luogo fisico di incontro recuperato da uno stato di abbandono, manifestando la volontà della comunità locale di proporre una diversa immagine della valle, non più legata solo alle strutture turistiche, ma a una rinnovata visione in cui conoscenza e definizione del territorio sono basate sulla promozione del patrimonio storico, linguistico e paesaggistico, in cui inserire nuove installazioni ambientali ed iniziative culturali.”.
La Menzione riguarda entrambe le attività dell’associazione culturale SMACH, e cioè sia la Biennale Internazionale delle Dolomiti che il Parco di Arte Pubblica Val dl’Ert, dislocati entrambi tra i territori di San Martino in Badia e in quelli dei Parchi Naturali della Val Badia.
Il progetto SMACH – San Martin Art, Culture and History – è stato selezionato tra oltre 70 candidature in base a criteri di esemplarità, sviluppo territoriale, partecipazione e sensibilizzazione. Le candidature al premio nazionale riguardano progetti, programmi o politiche volte alla valorizzazione del paesaggio, attraverso operazioni di salvaguardia, gestione e/o pianificazione. I progetti devono essere stati intrapresi da almeno tre anni, e devono mettere in atto strategie di sviluppo sostenibile condivise con le popolazioni locali.
Nel 2016 il MiC (allora Mibact) ha istituito il Premio Nazionale del Paesaggio per individuare il progetto che rappresenti l’Italia al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa. Oltre alla proclamazione di un vincitore per l’edizione 2022-2023, sono state assegnate sette menzioni speciali e dieci menzioni semplici. Il “Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa”, nato a seguito della sottoscrizione della Convenzione Europea del Paesaggio da parte di 39 Stati membri, tra cui l’Italia, ha cadenza biennale ed è stato organizzato per la prima volta nel 2008. Esso mira a premiare iniziative concrete ed esemplari per il raggiungimento degli obiettivi di qualità paesaggistica nel territorio.
ARTE & CULTURA
Sentimenti e tensione emotiva nel nuovo singolo di SindroMe

Il 10 marzo è uscito Ciao, il nuovo singolo di SindroMe scritto da Davide Napoleone, Michele Pecora, Viviana Colombo, Jacopo Federici, arrangiamenti e realizzazione blesss e Michele Pecora, registrato presso gli studi Diesis Chiaravalle da Matteo Pecora e studi blesss, etichetta Starpoint Corporation.“Ho interpretato e indossato con piacere un brano nel quale mi sento a casa”, le parole di Sara Paniccià, in arte SindroMe. “Un brano che credo sia universale: un incontro casuale con le paranoie buone di quando si è attratti da qualcuno che non si conosce ancora bene. L’adrenalina che sentiamo quando si capisce che è scattato qualcosa, senza avere ancora cognizione di quello che sarà, con un ritmo che rende l’idea della tensione emotiva”.
L’incontro, avvenuto alcuni anni fa al Premio Ravera tra Sara Paniccià e il cantautore e musicista Michele Pecora, ha dato il via ad una amicizia e un sodalizio artistico importante che ha dato i suoi frutti e dopo In tempo da te e Meraviglioso disordine, con Ciao trova diverse conferme. Dichiara Michele Pecora: “Un brano attualissimo che è nelle sue corde, con cui Sara dimostra una maturità artistica importante. Un percorso di studio e di ricerca che ha affrontato con molta umiltà, passione e desiderio di trovare la propria direzione, con determinazione e pazienza”. Il video (in alto) è nato dall’idea e con la direzione artistica di Melissa Di Matteo, la regia di Vito Montesano e la produzione di Orazio Cerino.
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I cocci, le rose e il deserto. Il mondo di Luca Cassano

“Due note soltanto” è una delle dieci canzoni che compongono “Cocci sparsi”, viaggio dal piccolo, personale e domestico al grande e universale. Si guarda alla vita partendo, per forza di cose, da quella che si conosce meglio, la propria, per allargare gradualmente l’inquadratura canzone dopo canzone. Il disco è un viaggio fra i generi e le sonorità, nato dall’incontro/scontro fra i mondi musicali di Luca Cassano (voce, penna e anima de Le rose e il deserto) e Martino Cuman (Non voglio che Clara) che ha prodotto il disco, oltre a suonare il basso e cantare i cori su tutti i brani. Il disco è ispirato dalle sonorità acustiche e dall’elettronica rarefatta delle ultime produzioni di Niccolò Fabi e Piercortese, mantenendo al tempo stesso la profondissima impronta cantautorale di dieci canzoni nate sul taccuino e sulla chitarra.

Le rose e il deserto è il progetto artistico di Luca Cassano, che si definisce “un po’ calabrese e un po’ pisano, attualmente milanese”. Il testo è al centro della ricerca del cantautore cosentino: l’interesse è verso il potere evocativo di suoni, immagini e parole. “Le rose e il deserto – ha fatto sapere l’artista – è un progetto con due anime. Da un lato l’esigenza di esternare le proprie inquietudini, le paure e le passioni, la malinconia. Dall’altro la voglia di gridare contro le ingiustizie che quotidianamente osserviamo”. Nato a Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza, nel 1985, studia sin da ragazzino chitarra e pianoforte. Il suo periodo milanese è quello dei Citofonare Colombo. Dopo lo scioglimento del duo, lavora al progetto live propedeutico al lancio de Le rose e il deserto, che lo porterà a suonare nelle realtà indipendenti di tutta Italia.
ARTE & CULTURA
A Jakarta l’esposizione che celebra il Design italiano

Nell’ambito delle iniziative in programma per l’Italian Design Day 2023, l’Ambasciata d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura di Jakarta presentano la mostra “Created in Italy. An Aptitude for the Impossible. Stories of Italian Manufacturers” (Creato in Italia. Attitudine all’impossibile. Storie di produttori italiani), viaggio nella moderna industria italiana. L’esposizione – aperta al pubblico dal 9 marzo al 6 aprile 2023 – racconta l’affascinante storia del saper fare e delle qualità produttive insite nel DNA italiano. Qualità che includono l’incessante ricerca della perfezione e la capacità di inventare italiana, universalmente riconosciuta.