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Il ministero degli Esteri guidato da Luigi Di Maio ha tentato la smentita a seguito di un articolo di Libero dal titolo “Quando buonismo fa rima con masochismo. L’Italia dà a Tunisia, Somalia e Bolivia milioni per combattere l’epidemia”. La Farnesina sostiene che la ricostruzione non trovi alcun riscontro nei fatti, ma in realtà da anni il dicastero si fa vanto della “solidarietà” verso altri Paesi, mettendo a disposizione della stampa le cifre che costituiscono aiuto e non, come si sostiene ora, prestito. Noi, per esempio, abbiamo parlato dei frantoi regalati all’Afghanistan mentre la Puglia era affossata dalla Xylella, e del regalo di dieci ambulanze all’Africa e di altro equipaggiamento sanitario giunto dalla terra della sanità allo stremo. Episodi analoghi hanno riguardato la formazione di poliziotte irachene (mentre qui le Forze dell’Ordine sono sottopagate e private degli equipaggiamenti) e quella di pizzaiole africane.

Il governo della “emergenza coronavirus” conferma un credito da 50 milioni e uno da 21: ma i soldi in Italia ci sono o no?

“La Farnesina – si legge in un comunicato reso noto in queste ore – ha già chiarito che è falso che l’Italia abbia donato 50 milioni di euro alla Tunisia”. Il riferimento è a un altro dispaccio, dove il ministero dell’Interno sosteneva che la cifra fosse in realtà un prestito. A querelle nata, per fugare ogni dubbio basterebbe rendere noto ogni dato economico relativo al ministero dell’ultimo triennio. E poi: lo Stato italiano ha soldi da prestare? Se sí, ne ha altrettanti da investire e, per esempio, per acquistare farmaci per la cura del coronavirus. Anche per provvedere agli onerosi rimborsi per i dirigenti “volontari” della Protezione civile, che in questi giorni chiedono soldi agli italiani che non possono lavorare. Su uno dei prestiti, ancora, la Farnesina si giustifica: “l’Italia ha donato 21 milioni di euro alla Bolivia per far fronte all’emergenza Covid-19. I 21 milioni cui si fa riferimento sono un credito, non ancora erogato, deciso in base a un accordo intergovernativo firmato il 15 maggio 2014 ed entrato in vigore il 14 maggio 2018”. 

“Il regalo da 200mila euro alla Somalia è iniziativa umanitaria”. Ma quando l’Italia aiuterà se stessa?

“I 200mila euro dati, invece al settore sanitario somalo – afferma ancora il dicastero – sono parte di un’iniziativa umanitaria del 2019 svolta di concerto con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Nell’ambito di questa iniziativa tali specifici fondi sono stati ridestinati solo successivamente alla dotazione di apparecchi per la diagnosi della pandemia in corso”. Tradotto: il governo che lamenta la carenza di mascherine e strumenti diagnostici e sanitari vari, ha confermato in tempo di estrema crisi sanitaria ed economica un regalo da 200mila euro alla Bolivia che, a differenza dell’Italia, non si dichiara in emergenza. 

La donazione “interessata”: “È per non far rientrare contagiati”

Nel tentativo di spiegare, la Farnesina è incorsa in un’altra gaffe. Pur nella consapevolezza che, stando a quanto deciso da Speranza e Lamorgese, c’è possibilità per tutti di entrare in Italia anche in questo momento, dal ministero hanno affermato che “nel frangente attuale, aiutare i paesi a rafforzare i loro sistemi sanitari è nell’interesse di tutti.  Quando, nei prossimi mesi, come ci auguriamo, l’Italia sarà uscita dall’emergenza, dobbiamo evitare che l’epidemia ritorni attraverso i normali flussi di persone anche attraverso i nostri cittadini che viaggeranno verso paesi extra UE e che da questi paesi ritorneranno in Italia”. Come se, tra l’altro, la minaccia reale fosse costituita dai “normali flussi di nostri cittadini”. Ma allora perché fare regali alla Somalia anziché dare incentivi agli italiani all’estero?

“Sempre solidali”…verso gli altri

In ultimo, mentre gli anziani muoiono nelle case di riposo abbandonati dai familiari costretti in casa, i senzatetto non hanno un pasto caldo da settimane perché il volontariato non è considerato “attività essenziale”, la Farnesina si sente “solidale”. E spiega: “Non possiamo dimenticare, in questi giorni in particolare, che la solidarietà è sempre stato un cardine della politica estera italiana. Le grandi iniziative di amicizia e vicinanza che stiamo vedendo in questi giorni lo dimostrano. Siamo un grande Paese e siamo fieri di questo”. Resta solo da capire la “grandezza” a beneficio di chi sia impiegata.

POLITICA

Alluvione Emilia e PNRR, De Raho: “Al lavoro per capire se le Istituzioni hanno appoggiato la criminalità organizzata”

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Alluvione Emilia Romagna e PNRR, De Raho: "Al lavoro per capire se le Istituzioni offerto appoggio alla criminalità" | Rec News dir. Zaira Bartucca

“La carica di presidente della Commissione è espressione della maggioranza, così come nella scorsa legislatura, e la presidente Colosimo è espressione di questa maggioranza. Non c’è dubbio che ciascuno poi scelga la persona più adeguata secondo le proprie valutazioni”. Così è intervenuto il vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Federico Cafiero De Raho, ai microfoni del programma radiofonico di Radio Cusano Campus “Base Luna chiama Terra” condotto da Lorenzo Capezzuoli Ranchi, per discutere dell’elezione di Chiara Colosimo, esponente di Fratelli d’Italia, alla presidenza della Commissione e delle criticità legate alla criminalità organizzata a seguito dell’alluvione in Emilia-Romagna.

Durante l’intervista ha anche risposto alle critiche in merito alla sua elezione a vicepresidente come un tentativo di accontentare le opposizioni sostenendo: “E’ evidente che nell’ambito dei vice uno è espressione della maggioranza, l’altro delle opposizioni che hanno individuato in me il parlamentare che poteva rappresentare. È una lettura che non solo personalmente non colgo, visto che mi occupo di mafia dal 1979, ma riconosce il mio impegno in 43 anni di magistratura in cui mi sono occupato di tutte le mafie: camorra, ‘ndrangheta, cosa nostra”. E ha proseguito “il mio lavoro sarà quello di cercare alleanze, condivisioni e comprendere se vi sono state parti delle istituzioni malate che hanno offerto il loro appoggio e perché lo hanno fatto. Ma ciò che oggi innanzitutto bisogna capire è in che termini il PNRR potrebbe essere inquinato dalle presenze mafiose“.

De Raho ha poi sottolineato l’importanza di “un monitoraggio elevato delle situazioni di emergenza, come nel caso delle recenti alluvioni, al fine di tracciare il denaro e i mezzi coinvolti, contrastando così la possibile infiltrazione della criminalità organizzata. In merito a questo ha citato l’esempio del ponte di Genova, dove “il tracciamento ha contribuito a limitare l’interferenza della criminalità organizzata”.

“Bisognerà fare in modo – ha continuato De Raho – che tutto sia effettivamente rilevato, trasparente e chiaro, e soggetto a controlli da parte dei nuclei utilizzati dalla Prefettura, dell’Anac, delle Forze dell’Ordine e da parte di tutti coloro che sono tenuti a monitorare lo sviluppo dei lavori. Questo il compito che si ha in Emilia ma anche per i 200 miliardi di contratti pubblici che dovranno essere affidati” conclude il vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia.

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ATTUALITA'

Tribunale unico dei Brevetti, la sede distaccata in una città italiana

L’organismo si occuperà di soluzione delle controversie in materia di brevetti europei

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Tribunale unico dei Brevetti, la sede distaccata in una città italiana | Rec News dir. Zaira Bartucca

Una sezione distaccata della Divisione centrale del Tribunale Unificato dei Brevetti (TUB) è stata istituita a Milano. L’organismo si occuperà di soluzione delle controversie in materia di brevetti europei. L’intesa, negoziata per l’Italia dai ministeri degli Esteri e della Giustizia, sarà sottoposta a formalizzazione nel corso della prossima riunione del Comitato Amministrativo. La sezione milanese giudicherà su contenziosi che riguardano brevetti unitari provenienti da tutti i Paesi europei che fanno parte del TUB.

A seguito dell’uscita del Regno Unito dalla UE e dall’Accordo che istituisce l’organismo, è emersa la questione se si dovesse ricollocare ad altra sede quella prevista a Londra, che si affiancava alla sede centrale di Parigi e quella distaccata a Monaco di Baviera. In queste settimane il governo sta completando le procedure giuridiche e operative perché la sede sia operativa in un anno, riferiscono fonti istituzionali.

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POLITICA

Roccella: “Ridare valore sociale alla maternità”

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Roccella: "Ridare valore sociale alla maternità" | Rec News dir. Zaira Bartucca
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“Noi non siamo dei registi, quindi non vogliamo l’obbligo come in altre nazioni. Certamente il congedo deve essere sempre paritario, devono poterlo prendere sia i papà sia le mamme, però quello che vogliamo è rendere attrattivo il lavoro di cura, valorizzare la maternità e valorizzare il lavoro di cura. Questo perché oggi se io dico di essere una mamma, non ho alcun prestigio sociale, se invece dico di essere una donna in carriera sì. Bisogna tornare al valore sociale della maternità, cioè ricordare che una donna che fa un figlio, fa qualcosa per la comunità”. Lo ha detto Eugenia Roccella, ministra delle Pari Opportunità e della famiglia, intervenendo a 24 Mattino su Radio 24.

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POLITICA

Stati generali della natalità, “Ora riforma fiscale che metta al centro la famiglia”

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Stati generali della natalità, "Ora riforma fiscale che metta al centro la famiglia" | Rec News dir. Zaira Bartucca
Comunicato stampa

Gli Stati generali della natalità sono stati un’occasione importante per portare il tema della natalità al centro dell’agenda di governo, cercando di intervenire in quello che potremmo definire l’inverno della natalità. – Commenta Antonio Affinita, Direttore Generale del MOIGE – Dalla Presidente del consiglio Giorgia Meloni, intervenuta ieri, abbiamo ricevuto parole importanti di impegno concretoAuspichiamo quanto prima l’introduzione di una riforma fiscale che metta al centro la detrazione fiscale dei costi per la crescita e l’educazione dei nostri ragazzi, che ammontano per ogni figlio a 10/15mila euro annui. Non ha senso continuare a parlare di bassa natalità, se non mettiamo i genitori nelle condizioni di poter provvedere al mantenimento dei propri figli”.

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