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“L’Italia dedica un’attenzione strategica all’Africa e perciò i temi dell’accesso all’energia e della transizione energetica nel Continente sono per noi essenziali”. E’ quanto ha detto il viceministro degli Esteri Marina Sereni all’evento promosso dalla fondazione RES4Africa, che si è svolto a ridosso dei festeggiamenti promossi dal governo per la Giornata dell’Africa.

Le dichiarazioni del viceministro in quota Pd arrivano arrivano in un momento in cui il nostro Paese si proietta verso una crisi energetica estrema. Ma quello che conta, per Sereni, è l’Africa. Come sempre. “La crescita demografica – ha detto la vice di Di Maio – aumenterà enormemente la domanda di energia nel Continente: entro il 2030 la metà degli africani vivrà nelle città, mentre entro il 2100 13 delle più grandi megalopoli del mondo si troveranno in Africa. Oggi, circa 600 milioni di africani non hanno accesso all’elettricità e la domanda chiave sarà come le energie rinnovabili possano aiutare a migliorare i loro mezzi di sussistenza e il loro benessere sociale”.

Gli italiani? Non pervenuti, perché com’è noto la Farnesina anziché stringere rapporti internazionali a vantaggio dell’Italia porta avanti una politica africanista tout-court, dove l’UA viene perfino prima dell’UE. Insomma, il passaggio di consegne da Emanuela Del Re (che oggi, non a caso, ricopre la carica di rappresentante per il Sahel) a Sereni, non ha cambiato nulla. Il continente africano è al centro anche dell’agenda di Draghi e dei partiti di governo, Lega compresa.

Senza che nessuno consideri che l’Africa a differenza dell’Italia non ha bisogno di spinte, perché l’Afcfta l’ha trasformata in una delle zone più produttive e all’avanguardia del pianeta. Nel lungo termine questo provocherà certamente una diminuzione dei flussi migratori e darà al suo territorio il giusto riscatto che merita, ma nel frattempo economie concorrenti come quella italiana soccomberanno sotto il peso del mercato unico africano e sotto l’impossibilità di competere con prodotti (agricoli, soprattutto) che hanno un prezzo nettamente inferiore.

Non importa, perché l’Italia è vista anche dal governo Draghi come uno strumento dello sviluppo altrui, a discapito del proprio. Nell’Africa, secondo il sistema, è racchiuso il futuro demografico del pianeta, mentre gli italiani devono accettare di scomparire nel giro di cinquanta anni, se non meno. Le politiche a sostegno dell’incremento demografico e produttivo, al netto dei proclami e delle promesse, continuano dunque a essere assenti.

“L’Italia – ha proseguito Sereni – può divenire un ponte energetico per una transizione sostenibile dell’Africa, grazie alla grande presenza del nostro settore privato e al nostro impegno, a livello regionale come globale, sul tema essenziale dell’accesso all’energia. L’Africa sta pagando un prezzo molto alto per l’aggressione russa in Ucraina, con gravi conseguenze a livello energetico sui consumatori, sui produttori e su gran parte della popolazione che dipende dall’energia per la propria sopravvivenza. Nel Continente, i crescenti prezzi di carburante e gas avranno un impatto fortemente negativo sui trasporti, il commercio e soprattutto l’agricoltura”. Come se per l’Italia non fosse lo stesso.

“Per raggiungere gli obiettivi – ha proseguito Sereni – è fondamentale che Italia e Ue confermino il loro pieno impegno per l’Africa, trasformando in realtà le promesse fatte in questi anni. A questo proposito, la Global Gateway Initiative, lanciata al vertice UE/UA di Bruxelles lo scorso febbraio, dovrà diventare operativa quanto prima, per contribuire a promuovere l’elettrificazione e la transizione energetica, rilanciando così lo sviluppo complessivo del continente africano”. Gli italiani, come sempre, aspetteranno.

ECONOMIA

PNNR e PMI, stanziati 4 miliardi con il Fondo 394

Cosa prevede, le condizioni di finanziamento e chi può accedere

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PNNR e PMI, stanziati 4 miliardi con il Fondo Simest 394 | Rec News dir. Zaira Bartucca
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Quattro miliardi alle imprese italiane, con un’attenzione per quelle piccole e medie che desiderano espandersi all’estero. E’ la dotazione del Fondo Simest 394 che è stato presentato questa mattina alla Farnesina alla presenza del vicepremier e ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani. Nel corso dei lavori la firma del protocollo d’avvio da parte del presidente dell’Agenzia ICE Matteo Zoppas.

Cosa prevede il Fondo 394

Il fondo sostiene solo le filiere che si occupano di export e che sposano i programmi inerenti la transizione ecologica e digitale. Previste “condizioni dedicate” per le imprese che hanno interessi in aree quali i Balcani occidentali e nei territori alluvionati dell’Emilia Romagna. Nel dettaglio, il fondo 394 prevede finanziamenti a tassi agevolati fino allo 0,464% (tasso luglio 2023), a cui si aggiunge una quota di cofinanziamento a fondo perduto fino al 10%. Sei le linee di intervento: transizione digitale o ecologica, inserimento mercati, certificazioni e consulenze, fiere ed eventi, e-commerce e temporary manager.

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ECONOMIA

“L’Euro digitale dovrebbe affiancare il contante, non abolirlo”

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"L'Euro digitale dovrebbe affiancare il contante, non abolirlo" | Rec News dir. Zaira Bartucca

“Mentre i pagamenti stanno diventando sempre più digitali, per molte persone il contante rimane il re. L’euro digitale dovrebbe integrare il contante, ma non sostituirlo. Sono lieto di constatare che la Commissione sta pensando a come trattenere il contante come mezzo di pagamento.” Così l’eurodeputato Markus Ferber, portavoce del gruppo PPE nella Commissione affari economici e monetari del Parlamento europeo. Il commento è arrivato contestualmente alla presentazione in Commissione del pacchetto sulla moneta unica, che include un “quadro giuridico” sulla moneta digitale.

“Gli attuali elementi di progettazione suggeriscono che l’euro digitale sarà essenzialmente utilizzato solo per i pagamenti al dettaglio. I maggiori vantaggi, tuttavia, di una valuta digitale sarebbero nel mondo degli affari. Dobbiamo almeno mantenere aperta la possibilità di futuri aggiornamenti. Se introduciamo una versione digitale della moneta unica, deve essere pronta a cogliere le opportunità del mondo digitale”, ha concluso Ferber.

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ECONOMIA

Istat: le famiglie italiane hanno sempre meno potere d’acquisto

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Istat: le famiglie italiane hanno sempre meno potere d'acquisto | Rec News dir. Zaira Bartucca

Crolla, nel quarto trimestre del 2022, il potere d’acquisto delle famiglie italiane. Lo sottolinea l’Istat, secondo cui la crescita del reddito disponibile, accompagnata da un aumento dei prezzi al consumo particolarmente forte, ha comportato una significativa diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie, pari a -3,7%. fsc/gtr

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Istat, a picco i consumi delle famiglie italiane

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Istat, a picco i consumi delle famiglie italiane | Rec News dir. Zaira Bartucca

Forte calo della spesa delle famiglie. Lo registra Istat nella nota sull’andamento dell’economia italiana di febbraio appena pubblicata. “Lo scenario internazionale – rileva l’Istituto Nazionale di Statistica – resta caratterizzato da un elevato grado di incertezza e da rischi al ribasso. Si inizia a profilare un percorso di rientro dell’inflazione più lungo di quanto inizialmente previsto. Il Pil italiano, nel quarto trimestre 2022, ha segnato una lieve variazione congiunturale negativa a sintesi del contributo positivo della domanda estera netta e di quello negativo della domanda interna al netto delle scorte”. In basso il report integrale

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