L’obiettivo dichiarato è creare opportunità di occupazione altrove, oltre a formare – sempre all’estero – venti funzionari pubblici. Li Jong: “Grazie all’Italia per il continuo sostegno economico”
L’Italia finanzierà la creazione di altri quattro parchi agro-industriali in Africa. Lo fa sapere l’ambasciatore Alessandro Cortese (Rappresentante Permanente presso le Organizzazioni Internazionali a Vienna) assieme al direttore generale dell’UNIDO, il cinese Li Jong. Nessun dettaglio è stato per il momento fornito sulla cifra spesa. “Il progetto in Etiopia ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo socio-economico africano”, spiega la Farnesina: piove sul bagnato, visto che l’Africa si prepara a superare la Cina in quanto a sviluppo e concorrenza sleale nel Mediterraneo dopo l’introduzione dell’Afcfta, l’accordo sul libero mercato che riguarda ormai la totalità dei Paesi dell’UA.
“Il programma di formazione sulle politiche industriali a sostegno dell’economia circolare – scrive ancora la Farnesina in un comunicato – mira a rafforzare le competenze di 20 funzionari pubblici e rappresentanti del settore privato provenienti da Libano, Marocco e Tunisia, in collaborazione con le Università di Ferrara e Roma Tre. Il programma congiunto UNIDO/FAO in Africa intende creare opportunità di occupazione nel settore agro-industriale, in favore delle fasce più giovani della popolazione africana, attraverso interventi di formazione e sviluppo delle capacità d’impresa”. L’Italia può aspettare.
“In occasione dell’approvazione del finanziamento, l’Ambasciatore Cortese ha evidenziato come le iniziative realizzate dall’UNIDO coniughino priorità tematiche e geografiche della Cooperazione Italiana – sviluppo agro-industriale, economia circolare e opportunità di occupazione in Africa e nel Mediterraneo e Medio Oriente – e promuovano importanti partenariati e sinergie con il nostro settore privato e i nostri centri di ricerca. Il Direttore Generale LI Yong, ha ringraziato l’Italia per il continuo sostegno politico e finanziario assicurato all’Organizzazione, sottolineando il contributo dello sviluppo industriale inclusivo e sostenibile alla ripresa socio-economica e all’attuazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite“.
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