
Aiutare l’Africa? Con l’accordo “Afcfta” il suo pil lieviterà a 3000 miliardi
Secondo il FMI il pil dell’Italia nel 2018 si è fermato a 2083 miliardi. Il documento sottoscritto da 52 Paesi permetterà inoltre un incremento del commercio intrafricano del 53 per cento
(askanews)
“Pietra miliare storica. L’accordo Area africana di libero scambio continentale (Afcfta) è entrato in vigore oggi”: queste le parole del Commissario per il Commercio e l’Industria della Commissione africana, Albert Muchanga, per l’avvio di un’intesa capace di creare un mercato unico africano di oltre 1,2 miliardo di consumatori con un Pil complessivo di oltre 3.000 miliardi di dollari. Sottoscritto il 21 marzo 2018 da 49 Paesi, oggi diventati 52 (solo Eritrea, Nigeria e Benin non hanno aderito finora), l’accordo è entrato in vigore dopo aver superato la soglia della 22esima ratifica.
L’accordo incrementerà il commercio intrafricano del 53 per cento
“Festeggiamo il trionfo dell’impegno audace, pragmatico e a favore di tutto il continente per l’integrazione economica – ha scritto su Twitter Muchanga – lanceremo il mercato il 7 luglio 2019 e inizieremo un cammino di trasformazione per una prosperità certa e inclusiva”. Gli esperti Ua e i ministri del Commercio africani si riuniranno infatti il mese prossimo a Kampala, in Uganda, per definire gli strumenti di sostegno necessari per il lancio della fase operativa dell’Afcfta, in occasione del vertice straordinario dei capi di Stato e di governo in programma il 7 luglio a Niamey, in Niger (qui la nostra inchiesta che riguarda i finanziamenti regalati al Niger e ad altri stati africani dal Pd) Secondo la Commissione economica Onu per l’Africa, l’accordo potrebbe incrementare del 53% il commercio intrafricano.
ECONOMIA
PNNR e PMI, stanziati 4 miliardi con il Fondo 394
Cosa prevede, le condizioni di finanziamento e chi può accedere

Quattro miliardi alle imprese italiane, con un’attenzione per quelle piccole e medie che desiderano espandersi all’estero. E’ la dotazione del Fondo Simest 394 che è stato presentato questa mattina alla Farnesina alla presenza del vicepremier e ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani. Nel corso dei lavori la firma del protocollo d’avvio da parte del presidente dell’Agenzia ICE Matteo Zoppas.

Cosa prevede il Fondo 394
Il fondo sostiene solo le filiere che si occupano di export e che sposano i programmi inerenti la transizione ecologica e digitale. Previste “condizioni dedicate” per le imprese che hanno interessi in aree quali i Balcani occidentali e nei territori alluvionati dell’Emilia Romagna. Nel dettaglio, il fondo 394 prevede finanziamenti a tassi agevolati fino allo 0,464% (tasso luglio 2023), a cui si aggiunge una quota di cofinanziamento a fondo perduto fino al 10%. Sei le linee di intervento: transizione digitale o ecologica, inserimento mercati, certificazioni e consulenze, fiere ed eventi, e-commerce e temporary manager.
ECONOMIA
“L’Euro digitale dovrebbe affiancare il contante, non abolirlo”

“Mentre i pagamenti stanno diventando sempre più digitali, per molte persone il contante rimane il re. L’euro digitale dovrebbe integrare il contante, ma non sostituirlo. Sono lieto di constatare che la Commissione sta pensando a come trattenere il contante come mezzo di pagamento.” Così l’eurodeputato Markus Ferber, portavoce del gruppo PPE nella Commissione affari economici e monetari del Parlamento europeo. Il commento è arrivato contestualmente alla presentazione in Commissione del pacchetto sulla moneta unica, che include un “quadro giuridico” sulla moneta digitale.
“Gli attuali elementi di progettazione suggeriscono che l’euro digitale sarà essenzialmente utilizzato solo per i pagamenti al dettaglio. I maggiori vantaggi, tuttavia, di una valuta digitale sarebbero nel mondo degli affari. Dobbiamo almeno mantenere aperta la possibilità di futuri aggiornamenti. Se introduciamo una versione digitale della moneta unica, deve essere pronta a cogliere le opportunità del mondo digitale”, ha concluso Ferber.
ECONOMIA
Istat: le famiglie italiane hanno sempre meno potere d’acquisto

Crolla, nel quarto trimestre del 2022, il potere d’acquisto delle famiglie italiane. Lo sottolinea l’Istat, secondo cui la crescita del reddito disponibile, accompagnata da un aumento dei prezzi al consumo particolarmente forte, ha comportato una significativa diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie, pari a -3,7%. fsc/gtr
DOC
Istat, a picco i consumi delle famiglie italiane

Forte calo della spesa delle famiglie. Lo registra Istat nella nota sull’andamento dell’economia italiana di febbraio appena pubblicata. “Lo scenario internazionale – rileva l’Istituto Nazionale di Statistica – resta caratterizzato da un elevato grado di incertezza e da rischi al ribasso. Si inizia a profilare un percorso di rientro dell’inflazione più lungo di quanto inizialmente previsto. Il Pil italiano, nel quarto trimestre 2022, ha segnato una lieve variazione congiunturale negativa a sintesi del contributo positivo della domanda estera netta e di quello negativo della domanda interna al netto delle scorte”. In basso il report integrale