Una persona gentile, legata alla famiglia e alla scuola. Così la raccontano i familiari addolorati. Un temperamento allegro e solare, stroncato da una morte inattesa avvenuta a ridosso dell’inoculazione del farmaco sperimentale
Le parole di ricordo su Annamaria Mantile, la professoressa 62enne di Napoli deceduta negli scorsi giorni, raccontano di una persona gentile, legata alla famiglia e alla scuola. Un temperamento allegro e solare, stroncato da una morte inattesa avvenuta a ridosso dell’inoculazione del vaccino anti-covid. Il 27 febbraio la somministrazione in tarda mattinata alla Mostra d’Oltremare. Qualche ora dopo – nel pomeriggio – problemi respiratori, vomito, tachicardia, dolori addominali, spossatezza, una sete ricorrente e spropositata. Lo racconta la famiglia in un’intervista rilasciata a Il Mattino.
Quattro lunghi giorni di calvario inframmezzati da visite mediche: “Annamaria è gelida”, dice la madre anziana al termine del quarto, ha gli occhi sbarrati e il battito che vola via. L’ambulanza non fa in tempo a recarsi nell’abitazione sul Vomero che la prof. buona del Sabatino Minicucci lascia per sempre la famiglia a cui si era dedicata con dedizione. Una famiglia che ora è risoluta a fare chiarezza e a conoscere la verità sulle cause del decesso sospetto e sulla possibile correlazione con la somministrazione del vaccino anti-covid, che da quanto riferito ha provocato le violente reazioni avverse fino all’atto finale. I familiari hanno sporto denuncia presso i carabinieri di Napoli ed è stata aperta un’inchiesta. E’ stato disposto il sequestro della salma, su cui verrà effettuato l’esame autoptico.
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