
L’Autorità di controllo sui farmaci britannica: “Niente vaccino per chi è allergico”
L’autorità sanitaria dopo due casi di reazioni avverse frena sull’assunzione del preparato per chi ha allergie. In Italia intanto si parla di somministrazione di massa senza tenere a mente che 15 milioni di italiani soffrono del disturbo
Il vaccino “anti-covid” che in questi giorni viene distribuito in Gran Bretagna non deve essere somministrato a chi soffre di reazioni allergiche. E’ quanto ha deciso e reso noto l’Autorità nazionale britannica di controllo sui farmaci (MHRA). L’indicazione è arrivata dopo che due delle centinaia di persone a cui è stato somministrato il vaccino Pfizer/Biontech hanno avuto reazioni avverse a seguito della puntura. E’ stata la stessa Mhra che l’8 di questo mese aveva dato il via libera, a frenare per evitare danni salutari alle persone.
Allergici 15 milioni di italiani, uno su quattro
Un fatto che in un’Italia fortemente caratterizzata dalla presenza di soggetti allergici (si parla di circa quindici milioni) non può che allarmare cittadini, istituzioni, gli stessi medici. Eppure si continua a parlare di distribuzione di massa. Ma che succederebbe se le reazioni avverse registrate in Gran Bretagna su chi presenta allergie si replicassero su larga scala? I timori sono legati a possibili reazioni negli organismi interessati, già si per sé – come è noto – soggetti a possibili shock anafilattici in caso di assunzioni di componenti impattanti, che possono portare a un blocco del respiro e anche alla morte. I pochi mesi di sperimentazione a seguito di cui in tutto il mondo sono stati sfornati i vaccini, del resto, non rincuorano.
SPECIALI
A settembre la Giornata per ricordare le persone decedute e rese disabili dai vaccini
Gli eventi promossi da Condav Odv. A Palazzo Santa Chiara a Roma cerimonia in memoria dei morti da vaccino, poi convegno e dibattito

Si terrà sabato 10 settembre dalle 12.30 alle 17.30 la XIX Giornata per ricordare le persone decedute o rese disabili dai vaccini promossa da Condav Odv. Gli eventi si svolgeranno presso Palazzo Santa Chiara (Piazza di Santa Chiara n.14) a Roma.
Per le 12.30 è previsto il saluto del presidente Condav Nadia Gatti, per le 13.00 la lettura della preghiera in ricordo dei morti a seguito di somministrazione vaccinale.
Dalle 13.20 il Convegno “Covid e vaccini fra ricatti e imposizioni: il sottile confine fra verità e inganno”. Alle 16.45, in conclusione, il dibattito con il pubblico presente.
Rec News dir. Zaira Bartucca – recnews.it
VACCINI
Schiaffo alla memoria del sottufficiale Paternò: deceduto “a causa del vaccino”, la Procura archivia. Ma i dubbi rimangono
Il militare aveva contratto il covid. Non aveva sintomi, ma si era prestato alla vaccinazione in seguito alle disposizioni del ministero della Salute e del Cts, che stabilivano che le Forze dell’Ordine fossero classe prioritaria da vaccinare. Avrebbe potuto contare sugli anticorpi naturali? Se non avesse aderito alla campagna vaccinale, oggi Paternò sarebbe ancora vivo?

Stefano Paternò, sottufficiale della Marina, è uno dei tanti militari che si sono prestati alla somministrazione del siero sperimentale “anti-covid” in forza alle disposizioni del ministero della Salute e del Cts. Uno dei tanti che dopo l’iniezione ha iniziato un breve e fulmineo calvario, che lo ha portato nel giro di poco al decesso. La moglie, Caterina Arena, lo scorso anno ha iniziato una battaglia legale per chiedere giustizia e per individuare responsabilità precise per quello che è accaduto al marito. Giovane, sano, aveva contratto una forma di covid che non gli provocava sintomi (“soggetto positivo asintomatico” lo ha definito il procuratore Sabrina Gambino), e forse avrebbe potuto contare sugli anticorpi naturali.
Ma il vaccino ha stravolto nel giro di poco la sua esistenza e quella della sua famiglia. Per Caterina Arena in questi giorni è arrivata la doccia fredda: secondo la Procura di Siracusa, pur essendoci correlazione, non ci sono responsabili perché – in soldoni – Paternò si è fatto vaccinare tenendo conto “delle prescrizioni delle massime autorità nazionali”. Se, insomma, ci è cascato – sembra di leggere in controluce al provvedimento di archiviazione – è un suo problema. Certo non di Speranza, dei virologi che invitavano alla vaccinazione di massa in nome di un virus che si poteva curare anche con l’aspirina: oggi, quando è ormai tardi, lo ammette anche il virologo Bassetti.
Ma i punti sono due: Paternò avrebbe potuto essere ancora vivo se non si fosse prestato alla somministrazione del vaccino? E in cosa è realmente consistito l’accordo intercorso tra il governo Conte, AstraZeneca e l’amministratore delegato dell’azienda Lorenzo Wattum, scagionato da ogni responsabilità? Esisteva l’obbligo di piazzare un certo numero di dosi in forza di accordi commerciali che poi si sarebbero ripercossi su chi, come Paternò, è corso all’Hub non in quanto soggetto fragile, ma per rispondere ai moniti martellanti delle istituzioni e per scongiurare il rischio annunciato di perdere il posto di lavoro? Domande che non sembrano aver sfiorato gli inquirenti, che hanno deciso di liquidare la morte del sottufficiale con un’archiviazione che non può che sollevare domande sulle reali responsabilità insite alla campagna vaccinale.
Rec News dir. Zaira Bartucca – recnews.it
VACCINI
I “vaccini” a mRNA saranno (finalmente) analizzati
La decisione del Tribunale di Pesaro, che potrebbe aprire un nuovo capitolo per i danneggiati che tentano invano di rivalersi per le lesioni e per i danni subiti in seguito alla somministrazione e dopo la sperimentazione umana promossa dai governi Conte e Draghi

Il Tribunale di Pesaro ha disposto l’analisi dei cosiddetti “vaccini anti-covid” a mRNA. La decisione è scaturita dalla vicenda di un libero professionista che, contratto il virus, si era rifiutato di farsi iniettare il siero genico. Dall’esercizio della libertà di scelta era però scaturita una illegittima limitazione della libertà di circolazione e, perfino, una sanzione, di fronte a cui il 50enne ha deciso di fare ricorso davanti al giudice civile.
Da qui, l’accoglimento da parte del Tribunale dell’istanza ricevuta: i periti dovranno ora accertare da cosa sono realmente composti i vaccini a mRNA. Da lì in poi si potrebbe aprire un nuovo capitolo per i danneggiati che tentano invano di rivalersi per le lesioni e i danni subiti in seguito alla somministrazione e dopo la sperimentazione umana promossa dai governi Conte e Draghi.
“Volevamo capire – ha detto il legale del denunciante al Messaggero – se il consenso informato alla cui firma sarebbe obbligato sia compatibile con l’obbligatorietà, se siano presenti eccipienti ad uso non umano o dannosi per la salute o enzimi già ritrovati in analisi recentemente pubblicate”. Casi analoghi a quello di Pesaro stanno proliferando un po’ ovunque in Italia.
Rec News dir. Zaira Bartucca – recnews.it
VACCINI
“Il vaccino può alterare il codice genetico”, sentenzia il giudice. Le Regioni intanto riaprono gli hub
“Talmente invasivi da insinuarsi nel Dna, alterandolo in modo che potrebbe risultare irreversibile”. Sono lapidarie le parole del giudice civile Susanna Zanda, che ha emesso un provvedimento d’urgenza per il reintegro di una psicologa sospesa dal lavoro per aver esercitato il suo diritto alla libertà di scelta

I vaccini “sperimentali” sono “talmente invasivi da insinuarsi nel Dna, alterandolo in modo che potrebbe risultare irreversibile, con effetti ad oggi non prevedibili per la vita e la salute”. Sono lapidarie le parole del giudice civile Susanna Zanda, che ha emesso un provvedimento d’urgenza per il reintegro di una psicologa sospesa dal lavoro per il rifiuto di farsi inoculare il siero cosiddetto anti-covid.
Una provvedimento che dovrebbe come minimo indurre a una riflessione e permettere l’avvio di un serio dibattito sul tema, mentre quel che resta del governo è proiettato verso un nuovo round della campagna vaccinale e le Regioni riaprono gli hub per l’avvio di una nuova somministrazione di massa.

Rec News dir. Zaira Bartucca – recnews.it