
Processo Xenia, il teste chiave conferma: “Ingenti somme di denaro, ma non per l’accoglienza”
Nell’aula del Tribunale di Locri il pm Michele Permunian ha sentito il colonnello della GdF Nicola Sportelli. Sotto la lente degli inquirenti sono finiti anche il frantoio e le case
Terminata la presunta emergenza, riprende il processo a carico di Mimmo Lucano e degli altri 25 imputati del sistema Riace. L’ex sindaco del borgo reggino nell’ambito del processo Xenia è imputato per i reati di associazione a delinquere, truffa, falso, concorso in corruzione, abuso d’ufficio e malversazione. Nell’aula del Tribunale di Locri ha deposto in qualità di teste chiave il colonnello Nicola Sportelli della Guardia di Finanza, una delle colonne portanti dell’accurata indagine durata 18 mesi.
Il militare ha rilevato che “dalle indagini è emersa una distrazione di ingenti somme di denaro per fini diversi dall’accoglienza“, che tra gli altri hanno riguardato anche Lucano, la compagna Lemlem Tesfahun e il presidente di Città Futura Fernando Antonio Capone. Sotto la lente del pubblico ministero Michele Permunian è finita anche casa Lamberti, l’abitazione donata nel 2013 dai familiari di un giudice deceduto che avrebbe dovuto accogliere gli indigenti, ma che invece era stata regalata alla compagna di Lucano “non per le finalità del progetto”, rileva il colonnello Sportelli.
Il lavoro degli investigatori è inoltre concentrato sul frantoio di oltre 300mila euro di valore che Città Futura ha acquistato dal marito di Chiara Sasso (Recosol, Il Fatto Quotidiano) e sulle case in teoria indirizzate ai migranti ma in realtà utilizzate per fini personali da giornalisti (strenuamente impegnati in campagne difensive) volti noti dello spettacolo, amici di Lucano, attivisti. Tutte cose che abbiamo ampiamente documentato. Il processo riprenderà, salvo cambi di programma, il 6 luglio.
PRIMO PIANO
Gestione della pandemia, archiviazione per i componenti del governo Conte
Cestinate le denunce delle associazioni dei familiari delle vittime, di consumatori e sindacati

Il Tribunale dei Ministri di Roma ha archiviato la posizione dell’ex premier Giuseppe Conte e degli ex Ministri Roberto Speranza, Luciana Lamorgese, Lorenzo Guerini, Luigi Di Maio, Roberto Gualtieri e Alfonso Bonafede indagati in seguito alle denunce da parte di associazioni dei familiari delle vittime, di consumatori e di alcuni sindacati relativamente alla gestione della pandemia. Lo rende noto l’Ansa.
POLITICA
Lollobrigida fa ammenda: “Piantedosi non si tocca”

“Piantedosi non si tocca”. Francesco Lollobrigida, cognato della Meloni, lo dice oggi dalle colonne del Tempo dopo la fuga di notizie dai palazzi che davano per buono un tentativo di sostituzione a opera della stessa premier. Uno spoiler che è costato una retromarcia immediata, e che ha costretto il ministro dell’Agricoltura a precisare la “fiducia” che ci sarebbe verso il ministro dell’Interno. “Il al suo posto? Lo escludo”, il suo commento.
POLITICA
Covid. Conte, Speranza e Co. indagati per omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti di ufficio

Avrebbero dovuto fare di più il governo Conte, il Cts e la Regione Lombardia – da dove è partito il primo focolaio italiano di covid – per contrastare la “pandemia”. Questo sostengono i pm che hanno concluso le indagini su alcuni dei fatti di Bergamo. Stando a quanto è stato possibile appurare, al centro dell’attività di indagine ci sarebbe il mancato contenimento dei “contagi” che sarebbe stato promosso nel corso della cosiddetta “prima ondata”. Tutto il resto, gli anziani abbandonati nelle RSA, i malati che venivano lasciati fuori dai pronto soccorso e le vaccinazioni obbligatorie – avrebbe potuto non esistere se solo non ci fossero state negligenze e se solo, evidenzia il procuratore aggiunto Maria Cristina Rota, “si fossero messe in campo misure di prevenzione e di contenimento tra gennaio e febbraio 2020”.
I reati contestati sono, dunque, quelli di “epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti di ufficio”. Venti gli indagati. Tra questi figurano l’ex premier Giuseppe Conte, l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, l’allora presidente del Cts Agostino Miozzo (ora consulente del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto), l’allora capo della protezione civile Angelo Borrelli, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e il suo assessore Giulio Gallera, il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro e il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli. E ancora l’ex capo della prevenzione del ministero della Salute Claudio D’Amario, l’ex segretario generale Giuseppe Ruocco e l’attuale responsabile delle malattie infettive Francesco Maraglino. (continua a leggere in basso).
Esiste poi un secondo filone di inchieste romano che riguarda il mancato aggiornamento del piano pandemico per il quale sono indagati per “omissione di atti di ufficio” oltre ai dirigenti ministeriali Ruocco e Maraglino anche l’ex dirigente Oms Ranieri Guerra, che a Bergamo è anche indagato per “false informazioni ai pm”. Gli ex ministri della Salute Giulia Grillo e Beatrice Lorenzin (assieme a Roberto Speranza) sono indagati per “l’omessa istituzione o rinnovo del comitato nazionale per la pandemia”.
POLITICA
Meloni incensa la neo-segretaria del Pd Elly Schlein: “Può aiutare la sinistra”

Neanche il tempo di salutare l’amico di sempre Enrico Letta, che Giorgia Meloni è già pronta a tessere relazioni politiche anche con la neo-segretaria del Pd, Elly Schlein. Il (finto) nuovo che avanza, visto che Schlein pur essendo giovane – coetanea dell’estinto Luigi Di Maio – è praticamente cresciuta all’ombra della vecchia politica. Lettiana, Prodiana, perfino Obamiana (per l’ex presidente americano fa la volontaria, promuovendone la campagna elettorale) è quasi una Renzi al femminile per le abilità che oggi, dopo lunghe preparazioni dietro le quinte, la portano ad assumere la guida di un partito che molti reputano ai titoli di coda. Fortuna che a risollevarlo ci pensa il centrodestra stesso.
Neanche il tempo di insediarsi che per la neo-segretaria dem è arrivato uno dei primissimi endorsement: non dall’universo lgbt, che Schlein dice di incarnare, né dalla sinistra. A farle uno dei primi complimenti è stata la premier: “Congratulazioni a Elly Schlein e complimenti al Pd per la mobilitazione dei suoi elettori nel congresso. Spero che l’elezione di una giovane donna alla guida di via del Nazareno – le parole di Meloni – possa aiutare la sinistra a guardare avanti e non indietro”. La premier in collegamento con “Cinque Minuti”, nuovo programma di Bruno Vespa, ha inoltre parlato di una telefonata intercorsa con Schlein. “Ho chiamato Elly Schlein – le sue parole – per farle anche personalmente i miei auguri. Ovviamente mi aspetto una opposizione durissima, io ho fatto una opposizione durissima“.