
Morte Camilla Canepa, il personale sanitario nascose la vaccinazione
E’ quanto emerge dalle audizioni dei pubblici ministeri della Procura di Genova Francesca Rombolà e Stefano Puppo e dal procuratore Francesco Pinto
Il personale sanitario dell’ospedale di Lavagna, in Liguria, omise dalla cartella clinica la vaccinazione di Camilla Canepa, la giovane morta a seguito della somministrazione del vaccino anti-covid. E’ quanto emerge dalle audizioni dei pubblici ministeri della Procura di Genova Francesca Rombolà e Stefano Puppo e dal procuratore Francesco Pinto. Lo scorso ottobre i periti avevano già chiarito che la ragazza non assumeva farmaci e non aveva patologie pregresse – come aveva tentato di far passare la stampa mainstream a seguito del decesso – ma anzi godeva di ottima salute. A seguito dei rilievi autoptici, la scoperta: il decesso era da attribuire esclusivamente alla somministrazione del vaccino.
Ma perché questa non è comparsa nelle cartelle cliniche? La sua presenza poteva incidere sulla qualità del soccorso, visto che la comunità scientifica era già sufficientemente informata del rischio di contrarre trombosi – le stesse di cui è morta la povera Camilla – a seguito di vaccinazione? E di chi sono le responsabilità dirette della morte della giovane che ha partecipato all’Open Day promosso dalla Regione Liguria? Se lo domandano le autorità giudiziarie, che procedono per omicidio colposo. Non solo: Camilla poteva essere salvata se il 3 giugno fosse soccorsa in maniera adeguata e se non fosse stata rispedita a casa dopo il primo contatto con gli ospedali, quando accusava solo una cefalea e problemi alla vista. Ma a frenare gli interventi sarebbe stato anche il clima omertoso che si era creato in quel periodo attorno ai danni da vaccino. E’ quanto sostengono i legali della famiglia: “Al primo ricovero – scrivevano negli scorsi mesi – era già in atto la reazione al vaccino e poteva essere interpretata come tale, ma in quel contesto e in quella fase storica ancora se ne parlava poco”.
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Telemedicina, l’impegno per un “uso responsabile”

Un “uso responsabile” e “un’introduzione appropriata” della Telemedicina, contro – si spera – le derive transumaniste e gli eccessi sulle sperimentazioni degli ultimi anni. E’ l’impegno assunto dalla Federazione Nazionale degli Ordini delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, che ieri presso la Sala Conferenze Stampa della Camera dei Deputati ha fatto il punto su quanto bolle in pentola in ambito sanitario. Hanno preso parte ai lavori Teresa Calandra (presidente della federazione), Diego Catania (vicepresidente) e Marta Schifone (componente della XII Commissione Affari sociali alla Camera dei Deputati).
Dalla sanità di prossimità ai percorsi di accesso alla professione e alla formazione, dall’evoluzione dei profili professionali ai fragili, è in corso una revisione complessa e articolata che, hanno promesso i relatori della conferenza, sarà in grado di ridare centralità e dignità al paziente, che a volte suo malgrado si trova a essere “protagonista di fatti di cronaca” che possono riguardare i casi di malasanità oppure la sicurezza delle cure.
La sintesi si tenterà di trovarla il 29 e 30 settembre a Rimini, quando si terrà il terzo Congresso Nazionale della Federazione nazionale degli ordini sanitari (FNO TSRM e PSTRP) istituiti dalla Legge 3/2018. Tema di discussione sarà anche il tavolo tecnico concernente i DM 70 e 77.
PRIMO PIANO
Minori sottratti, indagata curatrice per omissione d’atti d’ufficio

Secondo la famiglia di una minore negli scorsi anni al centro di un caso di sottrazione ingiustificata, avrebbe nascosto delle relazioni e dei documenti che attestavano l’idoneità di uno dei genitori ad esercitare la patria potestà. Adesso B.B., curatrice dei minori, è indagata per omissione d’atti d’ufficio (Art. 328 c.p.). L’udienza in camera di consiglio è fissata per il 31 gennaio del 2024, il giudice designato è la dottoressa Giulia Costantino.
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Caso Caroccia, la prova che dimostra che il tracciato ECG non è mai giunto in Centrale Operativa
Giunto “verosimilmente” all’UTIC di Paola

Il tracciato ECG di Antonio Caroccia – il 72 enne di Guardia Piemontese deceduto a seguito di un caso di malasanità documentato da Rec News – non è mai giunto in Centrale Operativa per “problema linea dati”. Non è arrivato, dunque, a tutte le destinazioni utili ad ottenere una corretta diagnosi. Lo testimonia la Relazione dell’Asp di Cosenza che abbiamo pubblicato in esclusiva e di cui riproponiamo uno stralcio (in basso). Stando a quanto rilevato dal direttore della Centrale Operativa Riccardo Borselli, inoltre, lo stesso tracciato ECG è giunto “verosimilmente” (il che significa probabilmente) presso l’UTIC di Paola.

Il caso Caroccia è giunto fino al ministero della Salute (che dopo la pubblicazione dell’inchiesta ha inviato una risposta alla famiglia) e sulla scrivania del governatore Roberto Occhiuto. Sono inoltre stati aperti dei procedimenti presso alcune Procure. Grazie alla partnership con l’emittente Radio Roma, l’inchiesta di Rec News approda adesso anche in TV sul canale 222 della TV nazionale e sul canale 14 per la regione Lazio.
L’appuntamento è per questa sera alle 22 quando, nel corso della trasmissione “A viso scoperto”, il direttore di Rec News Zaira Bartucca racconterà i tratti salienti della vicenda (con tanto di riferimenti documentali) spiegando perché si tratta di un caso assolutamente emblematico. Presente in video-collegamento anche la figlia di Antonio Caroccia, Valentina, che racconterà il dramma vissuto dalla famiglia e gli sviluppi della vicenda.
PRIMO PIANO
Se l’alimentazione diventa terreno di sperimentazione

Modificare le abitudini alimentari comuni in nome di una fantomatica “sostenibilità”. Costringere i bambini ad assumere preparati a base di insetti come Vexo e sostenere che lo si fa in nome del benessere animale e del Pianeta. La libertà oggi si nega in più settori, e in ultima analisi anche nel piatto. Questa sera “A viso aperto” – programma di Radio Roma Television condotto da Matteo Demicheli – approfondirà questi e altri temi a partire dalle 22. Nella prima parte ospite in video-collegamento ci sarà il direttore di Rec News Zaira Bartucca, che commenterà alcune nostre inchieste.

Nella seconda parte si torna invece a parlare di Giustizia per Valeria Fioravanti con i suoi genitori Tiziana Santoro e Stefano Fioravanti. La trasmissione è visibile sul canale 222 (Smart Tv), per il Lazio sul canale 14 e in streaming sul sito di Radio Roma.
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Accusa di omicidio colposo? E’ il solito tentativo di fingere di fare giustizia, e risolvere il tutto con la minima punizione, classico delle giustizia italiana. Questo è omicidio volontario, si sapeva già la pericolosità ed in più c’è il dolo della vaccinazione nascosta, la solita vergogna di un paese irriformabile.