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Quando – un anno esatto fa – abbiamo deciso di dare vita a un progetto di informazione che avvertivamo come necessario, lontano dai canoni standardizzati, non sapevamo come sarebbe andata. Il consumatore medio di “notizie”? Difficile da intercettare, soprattutto quando è abituato a credere a tutto quello che sente e legge. La concorrenza web? Decisamente sleale, foraggiata da big politici o legati all’imprenditoria, con tante risorse da impiegare a fronte di scarsissimi servizi divulgativi offerti al lettore. I comunicatori “liberi”? Da contare sulle dita di una mano, e anzi l’anno trascorso ci è servito per capire dall’interno che anche le voci apparentemente libere sono in realtà permeate da interessi e gruppi di pressione. Ma oggi, a un anno esatto dall’uscita di Rec News, possiamo dire che la risposta è stata al di sopra delle aspettative.

Un lavoro caratterizzato da una ricerca costante

Ci siamo dichiarati “lontani dal mainstream” e abbiamo portato avanti il nostro proposito. Privilegiando un’informazione fatta di studio e ricerca costanti, nella convinzione che sia meglio qualche giorno di silenzio che uscire a tutti i costi con delle bugie o con articoli che non sono abbastanza verificati. Questi 365 giorni appena trascorsi ci hanno dato ragione: dalla fucina di un sito inizialmente senza pretese ma via via trasformato, sono uscite fino a questo momento 28 esclusive e diverse inchieste. Tanto è stato ripreso dalla stessa stampa commerciale, messa all’angolo da chi non si è voluto prestare al gioco delle tre scimmiette. E così Davide in qualche situazione ha sconfitto Golia che, vergognandosi del silenzio, ha dovuto parlare.

Più che festeggiare, vogliamo dire grazie a chi ha il coraggio di credere a un progetto libero

Dal filone di inchieste che nel vecchio sito avevamo denominato “Vaticash” ai numerosi pezzi del sistema Riace da cui è scaturito un libro, dai segreti sulla salma di Becky Moses all’altro magnate (sconosciuto in Italia) della propaganda dem, dal “Renzi attore“, all’Africa reale per approdare alle inquietanti prospettive e applicazioni del bio-haching, è stato un anno produttivo. Ci sono scappate anche occasioni di divulgazione insperate come l’intervista a Gunter Pauli, l’ideatore della nota Blue economy. Abbiamo potuto lavorare sempre meglio grazie a chi ha agevolato le nostre inchieste aiutandoci e inoltrando segnalazioni. Siamo stati rinfrancati dal sostegno che ci è arrivato dai colleghi più liberi, da amici e conoscenti, dai social e via mail. Così, oggi più che festeggiare il nostro compleanno, vorremmo anzitutto dire grazie a tutte queste persone.

E grazie anche a chi si mette in gioco in prima persona per un’Italia migliore

Non solo a chi con Rec News ha avuto un contatto diretto ma anche a chi, in un momento politicamente buio – con lo spettro dell’Ue di Agende orwelliane – si mette in gioco in prima persona per un’Italia migliore. E’ un esercito pacifico e leale che non ha bisogno di sventolare simboli politici e arcobaleni, e che è unito nell’idea di preservare un Paese splendido, i suoi nuclei familiari, i bambini, l’economia che altri vorrebbero depressa o annullata. Si tratta di migliaia di persone che scrivono, parlano, manifestano apoliticamente, avviano petizioni, progetti, dicono la loro. Rec News sarà sempre la loro casa e la casa di chi è animato dalla prospettiva di un Paese migliore e libero da condizionamenti esterni.

Zaira Bartucca – Direttore
Denys Shevchenko – Co-fondatore

ARTE & CULTURA

Bandire i forestierismi. “Ricorda il fascismo, lasciare libertà di espressione”

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Idiomi e Cancel culture, Belpoliti: "Ricorda il fascismo, bisogna lasciare libertà di espressione" | Rec News dir. Zaira Bartucca

“Sono rimasto sorpreso dalla scelta di questo tema nell’era del simultaneo”, ha affermato durante il programma radiofonico “Base Luna chiama Terra” su Radio Cusano Campus il professor Marco Belpoliti, autore della traccia selezionata per la prima prova scritta della Maturità 2023, scrittore, italianista e docente di Critica Letteraria e Letterature Comparate all’Università di Bergamo.

“C’è stata la pandemia che ci ha messo in attesa, come nelle telefonate: ‘La preghiamo di attendere’. Tutto ora è ricominciato accelerando, ma l’attesa è ancora lì e resta in attesa”. L’attesa, secondo Belpoliti, è ancora “una questione rilevante nelle nostre vite nonostante la velocità che ci circonda” ha sostenuto durante l’intervista.

Parlando dell’influenza della tecnologia sulla comunicazione, Belpoliti ha poi sottolineato che il senso dominante è diventato quello visivo. “C’è sempre stata più gente che guardava piuttosto che gente che leggeva. Parlare, parlano tutti, c’è il costante desiderio di parlare. Una volta un uomo nel corso della sua vita vedeva un centinaio di immagini. Ora ne vediamo migliaia ogni giorno, anche solo sui social”, ha proseguito Belpoliti.

Riguardo alla trasformazione delle modalità espressive, il professore ha poi evidenziato “il ritorno a un regime del flusso nella scrittura, simile alle scritture pubbliche dell’epoca romana che non conoscevano la punteggiatura. Ora usiamo i puntini sospensivi” ha ribadito. “L’emoticon crea l’elemento espressivo, disegnando le emozioni che non possono essere contenute nella scrittura, che dal canto suo non ha dei modi per dichiarare il tono con cui viene pronunciata una frase. C’è qualcosa di antico e contemporaneo allo stesso tempo. Qualcosa che è in evoluzione. Questa comunicazione non cancella l’altra. Una si sovrappone all’altra. Una predomina, l’altra regredisce” .

E sull’uso dei forestierismi nella lingua italiana, Belpoliti ha concluso l’intervista dicendo “Non sono spaventato dalla presenza di parole inglesi. Cancellare le parole inglesi, ricorda il fascismo. La pulizia linguistica mi ricorda un altro tipo di pulizia meno nobile. Bisogna lasciare anche una libertà all’espressione”.

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FREE SPEECH

La paghetta per i giornalisti che daranno “priorità alle questioni legate al clima”

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La paghetta per i giornalisti che daranno "priorità alle questioni legate al clima" | Rec News dir. Zaira Bartucca

Dopo i colpi inferti dal governo e dalla riforma Nordio alla Libertà di Espressione, un altro mal costume continua a minacciare l’autonomia di giornalisti e comunicatori. C’è chi tenta di silenziare quelli che fanno il loro lavoro a suon di querele temerarie e di campagne diffamatorie e chi, invece, vorrebbe ridurre i più manipolabili a meri burattini che ripetono a pappagallo gli slogan del politicamente corrotto in fatto di Sanità, di migranti, di Europa, di rapporti sociali. E di clima, ovviamente.

Su quest’ultimo terreno – squisitamente agendista – si concentrano ora le ansie del Centro europeo di Giornalismo, che periodicamente eroga delle paghette, sotto forma di premi, ai giornalisti che “si distinguono” in un determinato settore. Abbiamo già scritto dei finanziamenti da 7500 dollari da parte dello stesso ECJ e della fondazione Bill & Melinda Gates destinati a quei comunicatori che influenzano l’opinione pubblica in tema di Sanità.

Questa volta, invece, il premio – da 2000 euro ed erogato sempre dal Centro europeo di Giornalismo – è per coloro i quali daranno “priorità alla segnalazione di questioni legate al clima” in articoli o reportage pubblicati dal 14 al 17 giugno. Cosa significhi dare priorità non è dato saperlo, ma quel che è certo è che a dare man forte alle narrazioni costruite ci sarà anche Google News, il servizio della Big Tech già multata per propaganda e favoritismi, anche in Italia. In che modo e con quali toni, poi, i giornalisti parleranno e scriveranno di siccità, alluvioni e di “emergenze” climatiche (sapendo che ad attenderli ci sarà una ricompensa), c’è solo da immaginarselo.

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Concorsi pubblici, Pallotta (OdG): “Giuridicamente scorretto escludere i pubblicisti”

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Concorsi pubblici, Pallotta (OdG): "Giuridicamente scorretto escludere i pubblicisti" | Rec News dir. Zaira Bartucca

“Riservare ai soli giornalisti professionisti con l’esclusione dei giornalisti pubblicisti la partecipazione al concorso per l’assunzione di personale nel settore della comunicazione bandito dal Gran Sasso Scienze Insitute, è immotivato e giuridicamente non corretto”. E’ quanto afferma il Presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta, che ha inviato una lettera al direttore generale dell’Istituto, Mario Picasso, per chiedere la modifica del bando ai sensi della legge 150 del 2000.

“Si fa notare – si puntualizza nella lettera – che non esiste un albo dei giornalisti professionisti, ma che l’Ordine dei giornalisti comprende due elenchi, professionisti e pubblicisti e che in materia di concorsi nella Pubblica amministrazione, relativamente all’Ufficio stampa e comunicazione, la legge 150 del 2000 non fa alcuna distinzione tra i due elenchi limitandosi a richiedere l’iscrizione all’Ordine dei giornalisti”, conclude il presidente Pallotta.

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Abuso di spyware, in arrivo la relazione della Commissione d’inchiesta del Parlamento europeo

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Abuso di spyware, in arrivo la relazione della Commissione d'inchiesta del Parlamento europeo | Rec News dir. Zaira Bartucca

In arrivo la relazione finale della Commissione d’inchiesta del Parlamento europeo sugli usi e gli abusi che riguardano gli spyware. L’organismo dopo un anno di indagini pubblicherà una serie di raccomandazioni. “Spiare oppositori politici, giornalisti o avvocati è illegale e contro i valori fondamentali dell’UE. Quando le forze di sicurezza utilizzano spyware, deve essere all’interno di confini chiaramente definiti. Gli abusi sono state flagranti violazioni dello stato di diritto”. E’ quanto fanno sapere i popolari.

“La Commissione d’inchiesta ha fatto luce sui casi di uso illegale di spyware contro giudici, avvocati, giornalisti e persino l’opposizione democratica. Questo abuso di spyware costituisce una flagrante violazione dello stato di diritto, dei valori dell’UE e dei principi democratici più elementari di elezioni libere ed eque”, ha dichiarato Juan Ignacio Zoido, portavoce del gruppo PPE nella Commissione d’inchiesta.

“Il Gruppo PPE sottolinea la necessità di sostenere coloro che sono stati presi di mira illegalmente con spyware. Ciò dovrebbe includere l’accesso a un ricorso giurisdizionale effettivo basato su norme definite dalla Corte europea dei diritti dell’uomo”, ha detto l’eurodeputato Vladimír Bilčík, che ha negoziato la relazione finale. “Lo spyware non deve essere usato come arma politica contro le istituzioni democratiche, i politici o i giornalisti”, ha sottolineato ancora Bilčík.

“Le nostre forze di sicurezza hanno bisogno di strumenti tecnologici avanzati per affrontare minacce come il terrorismo, la criminalità organizzata o gli attacchi contro l’ordine costituzionale. Tuttavia, dobbiamo assicurarci che questi strumenti spyware vengano utilizzati nel rispetto dei diritti fondamentali e in conformità con i principi dello stato di diritto”, ha fatto eco – concludendo – Zoido.

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