
Becky Moses: le minacce, l’incendio “doloso” e la salma dimenticata
La verità scioccante che emerge dai documenti inviati dall’Asp di Reggio al Comune di Riace. La fine della 26enne nigeriana morta nella tendopoli di San Ferdinando e la testimonianza dell’amica: “Cacciata dall’accoglienza e mandata a morire”
Becky Moses, la povera ragazza nigeriana morta nel rogo di San Ferdinando lo scorso gennaio, è rimasta per almeno quattro mesi in una delle celle frigo della sala Morgue dell’ospedale di Polistena. Dimenticata o fatta dimenticare. Il tempo a volte passa e a volte chiarisce. A volte, invece, cancella le tracce. Deceduta il 27 gennaio di quest’anno e trasportata dai carabinieri su disposizione dell’autorità giudiziaria, il corpo carbonizzato è rimasto fermo per più di centoventi giorni.
Lo testimoniano due documenti inviati dall’Asp al Comune di Riace, nella persona dell’allora sindaco Domenico Lucano. Il primo è del 13 aprile, il secondo del 14 maggio. Entrambi sono firmati dalla direttrice sanitaria Francesca Cosentino. La dirigente ricorda “gli accordi telefonici” intercorsi con l’ente che sono rimasti lettera morta, e l’impossibilità del presidio ospedaliero di trattenere oltre – e per ovvie ragioni – il corpo carbonizzato della giovane. L’allora sindaco Domenico Lucano, tuttavia, continua senza motivazione a rimandare il trasferimento, tanto che quasi un mese esatto dopo la dirigente invia un sollecito in cui intima la predisposizione del trasferimento della salma.

Aspetti che diventano ancora più inquietanti a dare per buona la testimonianza di una sua amica, anch’essa straniera. Frequentatrice del giro di Lemlem e Abeba, rispettivamente la compagna di Lucano e l’amica fidata indagate assieme all’ex sindaco nell’ambito dell’operazione Xenia. Un giro che si è dissolto dopo il trasferimento da Riace disposto dalla Procura di Locri della potente Tesfahun, che attualmente abita nella vicina Roccella Jonica e si è felicemente lasciata alle spalle tutti i guai giudiziari.
“Voleva entrare nei progetti – è quanto ci ha raccontato la ragazza – ma l’hanno mandata via perché non andava d’accordo con Lemlem. Chi non era suo amico veniva cacciato. Chi voleva lei stava anni interi qua, chi non voleva come amici se ne sono andati via tutti. Becky non voleva andare, però non aveva dove stare”.
Che hanno fatto? L’hanno cacciata?
“Le hanno detto che i progetti non ci sono e le hanno detto di andare dov’è morta. Gli hanno detto di trasferisci là e lei è andata via. Aveva paura e diceva che non sopportava più a Lemlem perché era troppo cattiva con lei e la trattava troppo male. Andava da lei per chiederle i soldi, lei rispondeva ma non te ne vai via? Vattene via che non ho soldi oggi, vieni domani. Ogni giorno così. Gli dava cento o duecento euro di tasca sua e poi non glieli dava più. E’ morta subito dopo che è andata a San Ferdinando come le avevano detto di fare, nemmeno un giorno dopo. Per me è tutto organizzato”.
Messa in moto la macchina mediatica, probabilmente la stessa che cura la facciata di Lucano, la vicenda di Becky è caduta nel dimenticatoio. Una morte che è sembrata casuale e che, forse con troppa fretta, è stata liquidata e attribuita a un cortocircuito.
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Istat, a picco i consumi delle famiglie italiane

Forte calo della spesa delle famiglie. Lo registra Istat nella nota sull’andamento dell’economia italiana di febbraio appena pubblicata. “Lo scenario internazionale – rileva l’Istituto Nazionale di Statistica – resta caratterizzato da un elevato grado di incertezza e da rischi al ribasso. Si inizia a profilare un percorso di rientro dell’inflazione più lungo di quanto inizialmente previsto. Il Pil italiano, nel quarto trimestre 2022, ha segnato una lieve variazione congiunturale negativa a sintesi del contributo positivo della domanda estera netta e di quello negativo della domanda interna al netto delle scorte”. In basso il report integrale
DOC
TSO a una 54enne, ci scrive il sindaco di San Giuliano Milanese

Negli scorsi giorni abbiamo pubblicato una segnalazione da San Donato Milanese da parte di una signora – Anna M. – che riferiva di “quattro TSO ingiusti” a cui sarebbe stata sottoposta la sorella. In quel contesto ci siamo appellati ai colleghi giornalisti e alle associazioni di settore che avessero voluto occuparsi del caso, registrando la totale assenza da parte degli uni e degli altri. Ci è però giunta una risposta dal sindaco di San Giuliano Milanese, che pubblichiamo per completezza di informazione.
“La funzione svolta dal sindaco in materia di TSO e ASO, si riconduce al ruolo svolto quale autorità sanitaria locale, come previsto dalle norme vigenti (Legge n.180 e Legge n.833 del 1978). Il Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) e l’Accertamento Sanitario Obbligatorio (ASO), rappresentano atti di carattere eccezionale rispetto alla generalità dei trattamenti sanitari volontari. Infatti il superamento dell’obbligo del consenso cosciente ed informato, avviene per tutelare la salute del paziente in quanto bene ed interesse della collettività, oltre che del soggetto stesso. Per tali ragioni i suddetti trattamenti sono due strumenti cautelari che richiedono una proposta da parte di medici competenti, condizione necessaria per la predisposizione dell’ordinanza da parte del sindaco quale autorità sanitaria locale. Cordiali Saluti”.
DOC
Cosa svela l’ultima circolare di Schillaci: il turnover al ministero della Salute in realtà non c’è mai stato
Qualcuno si sarà sentito sollevato all’idea che il cambio di governo significasse anche l’allontanamento di Roberto Speranza. Peccato che, pur cambiando il titolare del dicastero più importante in tempi di pandemie, non cambino…

Qualcuno si sarà sentito sollevato all’idea che il cambio di governo significasse anche l’allontanamento di Roberto Speranza dal ministero della Salute. Peccato che, pur cambiando il titolare del dicastero più importante in tempi di pandemie, non cambino i funzionari. I divieti imposti dal bersaniano di Potenza sono ormai acqua passata, è vero, ma lo stesso non si può dire dello stuolo di funzionari che continuano a popolare il ministero della Salute. Stesso discorso per altri dicasteri chiave: alla Farnesina per esempio non c’è più Di Maio, ma il team di africanisti che in questi giorni organizza tavoli diplomatici per “appianare le divergenze” tra Unione Africana e Unione Europea e per comprendere “cosa gli africani si aspettano dall’Italia” è piuttosto attivo. Tajani o non Tajani. Governo Meloni o no.
E’ così che il mandato di Orazio Schillaci – medico già rettore dell’Università di Tor Vergata – si annuncia come un copia-incolla di quello di Speranza. Lo racconta una circolare in grado di trasportare idealmente ai governi Draghi e Conte. Non solo per il contenuto, ma perché è stata firmata dall’inamovibile direttorissimo Gianni Rezza. Dirigente dell’Istituto Superiore di Sanità, tutti lo ricorderanno per le conferenze stampa fiume a fianco di Locatelli e per essere stato un componente del Comitato Tecnico Scientifico. Organismo che ufficialmente è stato dismesso con la cessazione dello stato di emergenza, per quanto molti dei suoi componenti continuano a rivestire – come si vede – ruoli chiave anche all’interno del governo Meloni. Non c’è da stupirsi se – a queste condizioni – una nuova pandemia possa essere sempre dietro l’angolo.
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Approvata la Legge di Bilancio, l’ok anche in Senato. Il testo

Approvata definitivamente la legge di Bilancio. I sì sono stati 109, 76 i contrari e un astenuto. Con la fiducia del Senato e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale la legge di bilancio diventa legge. Di seguito il testo
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