Numeri spropositati, attività che chiudono e l’economia che collassa. Un’altra regione si confronta con i numeri del contagio ipoteticamente gonfiati
Numeri spropositati, attività che chiudono e l’economia che collassa. Anche la Valle d’Aosta si confronta ora con il problema dei falsi positivi, che abbiamo provato a raccontare a marzo proponendo uno studio pubblicato dal National Center for Biotechnology Information di Bethesda (USA). L’Italia non è nuova al fenomeno dei falsi positivi e dei numeri sovrastimati: basta guardare al caso del Veneto e ai numeri forniti da Azienda Zero e dalla stessa Regione. Ora è il turno della Valle d’Aosta e di una “denuncia a tutela della collettività”. L’ha depositata negli scorsi giorni presso la Procura di Aosta l’avvocato Orlando Navarra. Il legale, nel dettaglio, ipotizza tra gli altri il reato di “turbata libertà dell’industria o del commercio”.
Sarebbero state sedici le persone impropriamente trasferite in un reparto Covid
Lo stop delle attività promosso dagli enti e dalle istituzioni interessate, nel pratico, sarebbe stato illegittimo, perché fondato su dati sproporzionati e non veritieri. Secondo i dati dell’Usl, tra i 61 ricoverati presso l’ospedale Parini di Aosta, 16 sarebbero stati dei falsi positivi impropriamente trasferiti nei reparti Covid nell’ultima settimana di dicembre. “I falsi positivi – scrive l’avvocato Navarra – hanno sicuramente influito sul numero dei contagiati e ricoverati”.

“Danni irreparabili all’industria e al commercio”
“Dall’errore o dal difetto di funzionamento – scrive l’avvocato Navarra – dipendono sia la salute che la libertà dei cittadini intesa quest’ultima sia come diritto ad esercitare le proprie attività economiche sia come diritto di godere delle libertà costituzionali senza impedimenti”. Secondo il legale “quanto esposto potrebbe comportare il rischio per i valdostani, a causa dell’errore di funzionamento del sistema, di vedere restare più a lungo la Valle d’Aosta in zona rossa o zona arancione, con l’ulteriore conseguenza di irreparabili danni all’industria ed al commercio”.
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