
Cari politici, le vittime di questa guerra cruda e inutile non sono solo israeliane
Verrebbe da dirlo a Letta, Salvini, Toti, Boschi, Raggi, Tajani e agli altri che ieri a Roma hanno manifestato sotto un’unica bandiera. Quella israeliana, appunto. Il fatto รจ…
Le vittime di una guerra cruda e inutile che si sta consumando a Gerusalemme Est – tra droni intelligenti, bombardamenti e razzi – non solo solo israeliane. Verrebbe da dirlo a Letta, Salvini, Toti, Boschi, Raggi, Tajani e agli altri che ieri a Roma hanno solidaristicamente manifestato sotto un’unica bandiera. Quella israeliana, appunto. Il fatto รจ che la guerra in sรฉ con i suoi caduti, spesso c’entra davvero poco. Per alcuni sono piรน importanti le consorterie, le fonti di finanziamento, i grandi disegni costruiti sotto determinati vessilli. Altrimenti anche di fronte agli 83 morti palestinesi attuali (quelli israeliani sono 7) ci sarebbe qualche reazione.
OPINIONI
Tanto valeva tenersi Draghi. O Conte. O Letta

Tanto valeva tenersi Draghi, o Conte o Letta. Il Draghi bis in quei rocamboleschi mesi estivi che hanno portato alla formazione dell’attuale esecutivo era tutto nell’aria, e in effetti c’รจ stato: รจ il governo Meloni. Qual รจ la differenza tra la prima premier donna italiana e il “banchiere centrale senza cuore” (cit.)? Non la sudditanza verso l’Ue, non l’adesione al regime di controllo sovranazionale e non l’approccio a eventuali future – Dio ce ne scansi – emergenze sanitarie costruite a tavolino. Non la corsa agli armamenti e nemmeno la gestione dei migranti. Con i quali, al di lร delle bagarre di facciata, le assonanze sono tutte verso il Pd di Letta e Schlein. Tanto che in queste ore il cognato di Giorgia Meloni, il ministro Francesco Lollobrigida, ha annunciato un “Piano” per far arrivare mezzo milione di migranti regolari.
Tanto aveva affermato a margine di un punto stampa prima che la segreteria di partito gli facesse notare che troppa sinceritร in politica non va bene, e a quel punto le 500mila “regolarizzazioni” si sono trasformate in 500mila “richieste”. Lollobrigida ha fatto di piรน, affermando che la marea umana in Italia “dovrร trovare lavoro”, ne ha diritto, per caritร , ma quello che continua a sfuggire รจ quel “dove” a cui nemmeno il governo Meloni ha saputo dare risposta. E’ di oggi la notizia delle proteste degli operai di Portovesme, fabbrica sarda di zinco e materiali non ferrosi che rischia di chiudere i battenti, lasciando a casa 1300 maestranze.
Si tratta di una delle ultime fabbriche italiane – se non l’ultima – che si dedica a questo tipo di produzione. E allora, al di lร degli annunci, cosa รจ stato fatto per elevare i livelli occupazionali? Cosa si farร per frenare gli arrivi, visto che togliere il telecomando alle Ong per darlo al governo non basta a rendere il Paese vivibile per tutti quelli che ci sono e per quelli che arriveranno? Dove sono finite le battaglie per le famiglie e che fine hanno fatto quei minori abbandonati dalle Istituzioni di cui Meloni aveva parlato in fase di insediamento? Tra le pieghe delle larghissime intese, forse, tra una telefonata di incoraggiamento a Schlein e un’apparizione in prima serata di Bruno Vespa, manco fossimo tornati alle telefonate in diretta di Berlusconi. Tanto valeva…

Si puรฒ rendere onore solo a chi compie il proprio dovere, come quando si rende una cambiale a chi l’ha onorata perchรฉ ha fatto fronte agli impegni assunti. Mantenere una promessa, come pure agire secondo coscienza, significa compiere il proprio dovere senza che lโetica umana e la parola data vengano disattese. Il termine “onorevole”, riferito a un eletto, peraltro, non รจ mai stato istituito, dunque non esiste, รจ solo una cattiva abitudine che prese il via l’11 maggio del 1848, quando alla Camera subalpina fu letta una comunicazione del deputato Tola che iniziava con “Onorevoli deputati”. Forse allora si mantenevano le promesse elettorali.
Ed รจ proprio cosรฌ. Assolutamente. Perchรฉ se tu prometti, per fare un esempio, che una volta eletto abolirai la caccia e poi non lo fai, avrai tradito il mio voto di animalista, non avrai compiuto il tuo dovere perchรฉ disonori la promessa, e avrai pure disatteso la coscienza, cioรจ lโetica, quella parte divina che รจ dentro di noi. Poco importa se non manterrai la parola data in maniera premeditata o meno, perchรฉ, per dirla nei modi di alcuni aulici ambienti sociali e filosofici, รจ prescritto: โSventurato colui che accetta un incarico che non saprร portare a termineโ.
Il termine Onorevole, oltretutto, รจ oggi fuorviante, ubriacante, perchรฉ chi รจ cosรฌ appellato, perde di vista la realtร , รจ propenso a riempirsi di sรฉ, e si convince di essere superiore agli altri cittadini a cui invece deve rendereย devotoย un servizio, sia perchรฉ lo hanno eletto, sia perchรฉ lo retribuiscono. ร un problema di educazione che riguarda il progressivo scadimento valoriale della parola โonorevoleโ.
E il segreto dellโeducazione รจ nella personalitร dellโeducatore, cioรจ dello Stato; ovverosia il segreto dipende dalla volontร degli uomini, che purtroppo sono stati emarginati in un quietismo politico, costretti come sono a decidere se mangiare o pagare le bollette.
OPINIONI
Il monologo di Chiara Francini รจ una brutta e tetra parodia del capolavoro di Oriana Fallaci

Nel 1975 la grande giornalista Oriana Fallaci scriveva un libro che ormai รจ un classico della contemporaneitร . “Lettera a un bambino mai nato” รจ un libro diventato negli anni la pietra miliare dell’analisi introspettiva sulle donne che non sono madri, sul dramma dell’aborto, sulla famiglia e sui legami sentimentali. Un diario vero, convincente, doloroso e genuino che ha contribuito a dare spessore alla figura della nota editorialista e inviata di guerra.
Oggi, nel 2023, cosa avrebbe pensato la grande Oriana del monologo di Chiara Franchini presentato a Sanremo? Come avrebbe commentato – lei che ha sondato il tema per necessitร e non per committenza politica – un soliloquio in cui si sente la forzatura di doversi appellare per forza all’universo lgbt (“Se sarai maschio io so e, quasi spero, che sarai gay”) arrivando a discriminare gli eterosessuali e perfino a insultare la vita appena nata con un discutibile “neonati mostruosi”?
Oriana che un figlio non lo ha mai avuto ma – dopo l’esperienza drammatica dell’aborto – lo ha desiderato piรน di prima, non si รจ mai sentita “una fallita” per non aver potuto generare altra Vita (forse perchรฉ aveva fatto tante altre cose importanti), nรฉ ha mai scritto parole di odio e di invidia verso chi questa fortuna l’ha avuta, e non per questo deve essere messo alla berlina in prima serata.
Ma tanto Sanremo ormai รจ solo questo, e dopo l’uscita infelice di Paola Egonu รจ anche il luogo dove si tenta di ridicolizzare le famiglie italiane: “Un esercito – per dirla alla Francini – di donne coi capelli corti e di maschi stempiati con la panza”, colpevole di volersi bene, di stare insieme felicemente e di aver voluto perpetuare un legame sentimentale con una nascita, che รจ la gioia piรน grande che puรฒ essere concessa a un uomo e a una donna che si amano.
Ma in quel di Sanremo non c’รจ spazio per valori come questi, per caritร . Anzi. “Odia, odia, odia ciรฒ che si deve odiare”, rimarca una Francini che appare, oltre che teatrale, tetra, “perchรฉ – continua l’attrice – รจ con quellโodio che si fanno le cose. Non รจ vero che si fa con lโamore. Sรฌ, con lโamore si fanno delle cose, ma il grosso si fa con quellโodio lรฌ. Profondo, viscerale, instancabile”.
Parole che Oriana Fallaci – pur nota per il suo carattere burbero e a volte solitario – non avrebbe di sicuro mai detto nรฉ scritto. Anzi, forse avrebbe fatto perfino una delle sue strigliate di testa epocali a certi ipocriti che un giorno lottano contro i discorsi d’odio e il bullismo, e il giorno dopo invitano ad odiare, come se l’essere disumani fosse ormai la cosa piรน naturale del mondo.
“Lettera a un bambino mai nato” – assieme a tutta l’esistenza della Fallaci – รจ stato invece un inno all’Amore e alla Vita, non una tirata a favore dell’abbruttimento morale e della denatalitร . Un inno alla lotta per determinati valori che, in fondo, non รจ altro che una lotta per la gente, per persone che ci circondano e che – proprio come chi deve nascere – non conosciamo ancora, eppure siamo legati a a loro, in perfetto equilibrio, attraverso dinamiche insondabili.
OPINIONI
Se l’Italia fosse un Paese razzista, il personaggio di Egonu non esisterebbe

In un’Italia “razzista”, popolata da razzisti, la signora Enogu non avrebbe mai potuto fare la carriera sportiva che tutti le riconoscono. Semplicemente, se l’Italia fosse stata il Paese che lei dice, sarebbe rimasta una raccattapalle e non sarebbe diventata certo una campionessa di fama mondiale. Non parliamo poi della maglia Azzurra, quella della Nazionale, che in questo Paese di sovranisti, xenofobi e suprematisti (perchรฉ non aggiungerlo, visto che รจ il sottotesto?) le รจ stata concessa senza problemi, senza neppure chiederle due parole di riconoscenza in cambio.
L’Italia รจ un Paese che accoglie ed รจ fin troppo tollerante, se persone come Egonu possono offenderlo dal podio di una trasmissione che da piรน di un decennio piรน che canzoni fa politica. Molti italiani (non tutti, ma solo perchรฉ ognuno ha i suoi beniamini) seguono questa giovane donna, la apprezzano, la sostengono per quello che รจ e anche per quello che rappresenta: ha senso seppellire il loro affetto per la pubblicitร di una giornata o per un punto di share in piรน? E’ giusto – per dirla molto piรน semplicemente – sputare nel piatto in cui si mangia? Che poi, a questo punto, gli italiani “razzisti” ma intelligenti Sanremo non lo guarderebbero neppure, perchรฉ non avrebbe senso contribuire all’aumento dei ricchi cachรฉ di chi si sforza di costruire un’immagine distorta di un Paese che non sente suo.
Evidentemente, l’Italia non appartiene a Egonu ed Egonu non appartiene all’Italia, perchรฉ questo Paese – fragile e meraviglioso al contempo – non รจ solo un luogo fisico e ideale, ma un vero e proprio stato d’animo. Sull’Italia รจ stato detto e scritto davvero di tutto, e ormai รจ quasi uno sport internazionale vilipenderla, offenderla, ridicolizzarla. Semplicemente perchรฉ, dopo millenni di storia fulgida, continua a suscitare l’invidia di chi non si reputa alla sua altezza. Di chi si sente sempre come un corpo estraneo e potrebbe, quindi, farsi il regalo di lasciarla andare.