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FdI come il Pd. Lollobrigida: "Quest'anno lavoreremo per far entrare 500mila migranti" (video) | Rec News dir. Zaira Bartucca FdI come il Pd. Lollobrigida: "Quest'anno lavoreremo per far entrare 500mila migranti" (video) | Rec News dir. Zaira Bartucca

POLITICA

FdI come il Pd. Lollobrigida: “Quest’anno lavoreremo per far entrare 500mila migranti” (video)

Con una nota di commento

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“Solo quest’anno lavoreremo per fare entrare legalmente quasi 500mila immigrati legali. Questo può essere determinato anche attraverso un ragionamento bilaterale o multilaterale che permetta l’organizzazione dei flussi nei prossimi anni, che garantisca questa formula: l’immigrazione legale. Quella illegale è il primo nemico dell’immigrazione legale”. Parole e opere del cognato di Giorgia Meloni, alias il ministro dell’Agricoltura (che a quanto pare sogna il ministero dell’Interno), alias Francesco Lollobrigida.

Dai drammi di Crotone in poi, il cognato di Giorgia Meloni ha avuto più di un’uscita pubblica in tema di immigrazione, manco si sentisse il titolare del Viminale. Dopo l’annuncio del lavorìo per far entrare mezzo milione di migranti – proprio ad opera di un partito che sui proclami sui respingimenti ci ha fatto la sua fortuna politica – il dietrofront, con l’idea di un nuovo punto stampa dove il congiunto della premier nega tutto e afferma di aver parlato di “richieste”, non di ingressi. Le sue parole iniziali, però, sono state immortalate da diverse agenzie e tv. Una, Alanews, ha postato il video (che riproponiamo in alto) su Youtube, mentre molti altri hanno tentato di ripulire il tutto.

Lollobrigida, come anticipato qui, ha fatto di più, e intervistato dall’Agenzia Nova ha parlato di “500mila posti disponibili per i migranti”. Queste le sue parole: “In Italia il lavoro c’è, in tanti settori: agricoltura, ma anche edilizia, trasporti, turismo e non solo. C’è una richiesta di forza lavoro che non riusciamo a colmare sul mercato interno, anche a causa del reddito di cittadinanza che ha aumentato la carenza di persone disponibili a fare determinate attività. Oggi abbiamo tra i 300 e i 500 mila posti di lavoro disponibili. Siamo qui a Bruxelles, dove i nostri nonni sono venuti a scavare nelle miniere attraverso una migrazione legale. E questa può essere usata anche nelle interlocuzioni con alcune nazioni del Nordafrica, dalle quali provengono oggi molti immigrati clandestini, tipo la Tunisia”.

Qualche nota di commento

Rimane da capire quale guerra ci sia nella ricca, turistica e avanzata Tunisia, e perché la middle class tunisina debba contendersi i posti di lavoro disponibili – sempre se esistono – con centinaia di migliaia di precari e di neo-laureati italiani e stranieri formati nelle Università italiane nei settori menzionati dal ministro. Per non parlare di chi l’Italia la lascia – e spesso si tratta delle menti migliori – proprio perché qui non trova prospettive degne di questo nome. Eppure quello che si legge tra le righe delle dichiarazioni del cognato della Meloni – assimilabili a quelle di un piddino qualunque – è che gli italiani non vogliono lavorare, e che qualcuno debba venire da fuori per poter colmare tutta questa domanda interna. Niente di più dell’accusa che si sente spesso da parte di chi scomoda il Reddito di cittadinanza – misura che pure ha avuto vistosi limiti – per nascondere l’incapacità di tutti i governi di creare nuove opportunità di lavoro, di aprire nuove aziende nazionali e di rendere l’Italia finalmente produttiva.

Ma dalle parole di Lollobrigida si desume che solo il ricambio etnico sempre e comunque, qualunque esecutivo sia in carica, possa permetterci di dotarci di quelle famose “risorse” di boldriniana memoria che ci raccoglieranno le verdure, costruiranno le nostre case, ci pagheranno la pensione e permetteranno a un Paese fatto di anziani di sopravvivere. Il corollario dell’elettore medio di Elly Schlein, c’è tutto.

Il tutto – quello che il ministro non dice – mentre un esercito sempre più fitto di disoccupati e clochard tricolori bussa con sempre più insistenza alle mense della Caritars, di Pane Quotidiano e dell’opera di San Francesco, lasciando non presidiati quei 500mila posti di lavoro che farebbero tanto comodo a chi, a quanto pare, preferisce vivere di stenti anziché di comodità. Le file di tende di accampati nella Capitale e nelle stazioni di tutta Italia sono solo un (tragico) esempio pratico di quello che vede ogni giorno chi vive tra la gente e non trincerato nei palazzi. E’, dunque, per dedicarsi ad insulti alla logica e all’intelligenza degli italiani che Fratelli d’Italia – o Fratelli di Flussi, che dir si voglia – è stato votato e portato al governo?

E perché un ministro dell’Agricoltura può travalicare le sue competenze – forse forte dei suoi legami familiari – e fare esternazioni su decisioni e piani che non sono suoi, dove l’ultima parola spetta al titolare del Viminale? Un’idea che a Lollobrigida è costata anche una strigliata in commissione Migranti, dove si è dovuto precisare che “questo non è il ministero dell’Agricoltura”. Tutte cose che fanno pensare che, più che Piantedosi, l’unico a dover pensare alle dimissioni sia proprio il ministro dell’Agricoltura, anche perché non è dato ancora sapere perché un politico di professione, che dal 1996 a oggi ha visto più commissioni e assessorati che realtà produttive, sia stato preferito ad altri per ricoprire il ruolo strategico di ministro dell’Agricoltura e della dimenticata sovranità alimentare.

Meloni, Lollobrigida e Giancarlo Righini in un’immagine di repertorio

La favola dell’immigrazione legale “nemica” di quella illegale

E’ chiaro inoltre che, dopo anni di proclami fatti all’opposizione, il partito di Giorgia Meloni giunto al governo si è accomodato su posizioni che ha creduto di dover accettare per forza per poter stare dov’è, condannandosi così a fare – nel lungo termine – la fine di quei partiti passati dal 35 al 9%. I migranti devono venire in Italia e devono essere pure tanti, e per far digerire all’elettore medio di Fratelli d’Italia il cambio di passo, si parla in continuazione di “migrazione legale”. Ma in che modo i corridoi umanitari e i flussi ordinati bloccheranno gli arrivi sui barconi, se già il decreto Piantedosi che doveva dettare regole per le Ong ha mostrato la sua inefficacia? In questo senso, i decreti flussi e i corridoi umanitari non sono affatto un “nemico dell’immigrazione illegale”, ma solo occasioni aggiuntive di migrazione per un Paese che non produce, è afflitto dal fenomeno del “lavoro” non pagato o sottopagato ed ha poco o nulla da offrire a chi già c’è.

La frase “L’Unione europea faccia la sua parte” è stata messa…da parte

Giunto al governo, inoltre, Fratelli d’Italia ha messo da parte ogni critica all’Unione europea, e perfino quel “L’Unione europea faccia la sua parte” che doveva richiamare Bruxelles ai suoi doveri di accoglienza. L’Italia continua ad essere considerato “Paese di primo approdo” ed essere obbligato all’accoglienza (anche se chi arriva ha passato 4-5 Paesi) con il suo tasso di disoccupazione e di inattivi scoraggiati, mentre Paesi come la Germania si godono la quasi raggiunta piena occupazione, come rilevato dal Federal Labour Office.

POLITICA

DDL Semplificazioni e farmacia dei servizi, “risolvere le criticità”

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DDL Semplificazioni e farmacia dei servizi, "risolvere le criticità" | Rec News dir. Zaira Bartucca
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“In relazione al DDL Semplificazioni, recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri e non ancora formalizzato in Parlamento, la FNO TSRM e PSTRP desidera esprimere con spirito propositivo alcune considerazioni in merito agli annunciati contenuti dell’articolato atto a promuovere l’erogazione dei sevizi presso le farmacie”.

“In premessa, va sottolineato come siano del tutto condivisibili le finalità che il legislatore intende perseguire. Soprattutto nei piccoli centri abitati la possibilità per i cittadini di poter usufruire di tutta una serie di servizi, dalla telemedicina alla possibilità di effettuare la scelta del medico di famiglia o di eseguire test diagnostici per il contrasto all’antibiotico resistenza, sono alcuni degli aspetti certamente positivi della norma”.

“Di contro vanno evidenziate alcune possibili criticità nell’implementazione delle analisi in farmacia, rispetto ai laboratori clinici. In particolare nella fase pre-analitica dell’effettuazione del prelievo, che risulta essere fondamentale per garantire l’affidabilità e la sicurezza dei risultati, è necessario il rispetto degli standard universalmente riconosciuti, come del resto nella successiva fase analitica solo la conoscenza dei processi e la corretta gestione dei controlli di qualità da parte dei professionisti di laboratorio può garantire affidabilità e precisione dei dati acquisiti”.

“Da non sottovalutare neppure la fase di refertazione dei risultati dove è necessario garantire al cittadino una chiara e corretta comunicazione soprattutto nei casi in cui siano emersi valori critici”.

“L’articolo del DDL Semplificazioni circolato a mezzo stampa, sembra invece voler trasformare le farmacie in spazi multifunzionali del tipo “diagnostica di base in una casa di comunità” e autorizza la farmacia, a differenza di un laboratorio analisi. La consegna degli esami attraverso uno scontrino senza firma del clinico, saltando la fase di validazione tecnica che è la sintesi di competenze analitiche, conoscenze biochimiche, biologiche e di capacità comunicative (ISO 15189:2023) proprie del professionista Tecnico sanitario di laboratorio medico (TSLB) al quale spetta anche la verifica dell’attendibilità dei risultati oltre all’assunzione di responsabilità nei confronti della persona che riceve i risultati e o referto”.

“Allo stato attuale i test eseguiti nelle farmacie sono paragonabili agli esami eseguiti in autotest. Per ogni esame sarà invece necessario utilizzare specifica strumentazione nel rispetto degli standard e delle metodiche in grado di garantire la qualità del parametro analizzato. L’uso dei sistemi Point of care testing (PoCt) risulta infatti adeguato nella fase di autocontrollo e monitoraggio della malattia, mentre è inadeguato nella fase di diagnosi. Per questo motivo è necessaria la corretta gestione di questi dispositivi anche per evitare le potenziali conseguenze derivanti dall’uso di risultati non attendibili degli esami”.

“È necessario approfondire infine la portata della previsione, certamente innovativa, che consente l’erogazione di questa tipologia di analisi su prescrizione medica e rimborsate alla farmacia dal SSN anziché decisa e pagata “out of pocket” dal cittadino. Non va trascurato il tema dell’accreditamento della farmacia dei servizi in qualità di struttura convenzionata con il SSN, al pari di un laboratorio privato convenzionato, implicando specifici requisiti nei confronti dell’accreditamento istituzionale, ossia dal punto di vista dei locali e delle attrezzature, sia dal punto di vista delle competenze certificate che devono essere possedute dal personale che esegue i test analitici”.

“L’auspicio è che nel corso dell’iter parlamentare del DDL le succitate criticità possano essere spunto per un’attenta riflessione e contribuiscano a migliorare i contenuti della norma nell’esclusivo interesse della popolazione e a tutela della loro salute”. Così la Federazione nazionale degli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.

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Presentata alla Farnesina la Commissione Economica Mista Italia-Cina (CEM)

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Carenze energetiche, governo al lavoro, ma per l'Africa | Rec News dir. Zaira Bartucca
Comunicato stampa

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Si è tenuta oggi presso la Sala Aldo Moro della Farnesina la conferenza stampa di presentazione della Commissione Economica Mista Italia-Cina (CEM) e del Business and Dialogue Forum bilaterale che si terrà a Verona l’11 e il 12 aprile. All’evento oltre al ministro agli Affari Esteri Antonio Tajani ha preso parte il Ministro del Commercio cinese Wang Wentao.

La Commissione Economica Mista Italia-Cina (CEM) è uno strumento di cooperazione con la Cina in materia economica e commerciale ed è inclusa tra i meccanismi di dialogo del Partenariato Strategico Globale istituito nel 2004. Dal 2019, la CEM è coordinata ed organizzata per parte italiana dalla Farnesina e si svolge a livello di Ministri.

Il Business and Dialogue Forum Italia-Cina si propone di offrire un foro di dialogo e di promozione della cooperazione economica in settori individuati come prioritari, oggetto anche dell’agenda dei lavori della CEM (agritech, e-commerce, investimenti, farmaceutico e biomedicale). Oltre al Ministro Tajani ed al Ministro Wentao sono intervenuti rappresentanti di ICE, Confindustria e delle relative controparti cinesi membri della Segreteria tecnica del Business Forum, oltre che esponenti del polo per l’internazionalizzazione (SACE, SIMEST, CDP) e una selezione di aziende italiane e cinesi.

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Alemanno (Indipendenza): “L’Europa va azzerata e ricostruita”

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Alemanno (Indipendenza): "L'Europa va azzerata e ricostruita" | Rec News dir. Zaira Bartucca

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“L’idea di Movimento Indipendenza è che l’Italia sia più indipendente rispetto ai vincoli dell’Unione Europea e rispetto alle guerre che facciamo grazie alla NATO e per una sudditanza nei confronti degli Stati Uniti da cui ci dobbiamo liberare. Allo stesso tempo, l’UE ci impone dei vincoli economici che ci impediscono di crescere e difendere i nostri diritti sociali e anche da questi vincoli bisogna liberarsi, questo significa indipendenza”.

A parlare è Gianni Alemanno, fondatore di Indipendenza, ospite a Radio Cusano Campus nel corso del programma ‘L’Italia s’è desta’ condotto dal direttore del giornale radio Gianluca Fabi e Roberta Feliziani.

“Siamo sovranisti – precisa l’ex sindaco di Roma – però siccome sovranismo è una parola che può creare confusione parliamo di indipendenza dell’Italia, un principio statuito nella Costituzione ma che purtroppo i nostri governanti hanno completamente tradito.  La globalizzazione è finita con la guerra in Ucraina e con il conflitto tra l’unipolarismo americano e i BRICS, l’alleanza fra Russia, Cina, India, Brasile, Iran, Sud Africa che, sostanzialmente, si sono uniti perché vogliono un mondo multipolare, in cui ogni popolo abbia la propria sovranità e possa esprimere il proprio orientamento. Ma non sarò eletto – precisa Alemanno – non sarò eletto perché un decreto voluto da Fratelli d’Italia, approvato anche dal Presidente della Repubblica, impedisce a noi movimenti di derogare alla raccolta di firme. Questa decisione è stata presa a un mese dal termine della raccolta delle firme, quindi in un tempo in cui non ci è consentito recuperare”.

Alemanno a tal proposito si appella alla Costituzione Italiana dicendo: “È assolutamente incostituzionale, lo abbiamo anche scritto al Presidente della Repubblica che ci ha ignorato. Detto questo, in Europa il passo fondamentale è quello di riuscire a recuperare un’autonomia rispetto a quelli che sono i parametri rigoristi di Bruxelles”. E guardando al nostro Paese, “Il problema più grave è il patto di stabilità firmato da Giorgetti che obbligherà l’Italia nei prossimi 10 anni a fare manovre correttive di 14miliardi di euro l’anno senza quindi poter crescere”.

Riguardo invece all’Unione Europea: “Continuiamo a dire che vogliamo cambiare l’Europa , peccato che la Germania e i paesi del nord non abbiano nessuna voglia di cambiare l’Europa. Questa Europa va azzerata e ricostruita da capo, perché così non si va da nessuna parte”, ha sottolineato l’esponente di Indipendenza. E continuando sui recenti conflitti internazionali, Alemanno ha poi aggiunto: “Manca percezione della realtà, continuiamo a dire che l’Ucraina può vincere contro la Russia quando in realtà tutti gli analisti militari dicono che questo è assolutamente impossibile. Continuiamo a dire che Netanyahu sta sbagliando, che nella striscia di Gaza è in atto un eccidio, ma non si fa nulla per fermare Israele. La storia ci insegna che tutti i conflitti mondiali sono nati in base alla mancanza di percezione della realtà”, ha detto ancora Alemanno.

Riguardo invece all’accordo saltato con Cateno De Luca: “Da un certo momento in poi De Luca ha voluto imporre una propria leadership molto netta su questa aggregazione, praticamente andando ad aggregare tutto il contrario di tutto, ma non si può andare alle elezioni a tutti i costi e rischiare di confondere il proprio messaggio”.

Infine Alemanno ha voluto spiegare le differenze tra la sua concezione di destra e quella di Giorgia Meloni. “Quella della Meloni è la classica destra liberista e neoconservatrice di stampo americano, mentre la mia è una destra sociale, una destra critica nei confronti dell’americanismo. Sostanzialmente c’è una critica antiamericana che ha origini dalla seconda guerra mondiale ai giorni nostri. Ma il fatto che esistano due destre così diverse, torna quello che ho detto prima, forse i vecchi schemi di destra e sinistra sono un po’ superati”, ha concluso. 

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L’altra versione su Ilaria Salis

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L'altra versione su Ilaria Salis

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Ilaria Salis è il nuovo mito di quella parte di sinistra che si identifica con Mimmo Lucano e Soumahoro, tanto che (al pari di altri personaggi idolatrati dall’universo progressista) si è tentato di farle ottenere l’immunità facendola candidare nelle fila del Pd – dove sennò – per le prossime europee. Ipotesi scongiurata dalla stessa Elly Schlein, che in queste ore ha rispedito al mittente le velleità politiche dell’insegnante attualmente sotto processo in Ungheria.

Salis è accusata di due aggressioni fisiche – che motiverebbero le misure di contenzione di cui è stata oggetto – e stando a quanto scrive Panorama si sarebbe già dovuta misurare con 4 condanne e 29 denunce.

Sull’argomento è intervenuto il fondatore di Indipendenza Gianni Alemanno che, intervistato da Radio Cusano ha detto: “La Salis è accusata di un’aggressione che ha quasi portato alla morte di due persone, aldilà che fossero neonazisti o meno. Il reato viene giudicato dalla giustizia ungherese che ha una sua autonomia, quindi la possibilità dell’Italia di interferire su questo procedimento è molto discutibile. Da questo punto di vista credo che prevalga inevitabilmente la sovranità ungherese”.

“Detto questo – ha proseguito Alemanno – credo che una pressione forte da parte dell’Italia nei confronti dell’Ungheria vada fatta, perché le immagini della Salis al guinzaglio e questa durezza sicuramente feriscono e colpiscono”. E più precisamente: “rispetto per la sovranità dell’Ungheria e smettiamo di demonizzare la legge ungherese, ma dal punto di vista delle relazioni diplomatiche e del rapporto che c’è di amicizia fra Giorgia Meloni e Orbán, una soluzione si dovrebbe trovare. La sovranità non deve essere estranea all’equilibrio e al buon senso”.

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