Ancor prima di insediarsi ufficialmente, l’ex presidente della BCE si è reso protagonista di almeno due procedure inconsuete: anzitutto…
Ancor prima di insediarsi ufficialmente, l’ex presidente della BCE si è reso protagonista di almeno due procedure inconsuete: anzitutto si è recato prima dal presidente della Camera Roberto Fico (invece che dal presidente del Senato) e soprattutto è corso a consultarsi con il premier dimissionario Giuseppe Conte. E’ il segno di una continuità di governo che permetterà di stravolgere apparentemente tutto, per non far cambiare in realtà niente. Di sicuro c’è l’uscita di scena (o quantomeno dal ministero dell’Istruzione) di Lucia Azzolina, la grillina scomoda che voleva a tutti i costi far tornare gli studenti a scuola.
Si parla poi di un possibile ministero a Ilaria Capua e di uno a Marta Cartabia. La prima sarebbe quotata per la delega alla Salute, la seconda per quella alla Giustizia. Nessun cambio di rotta, anzi la volontà di portare a tutti i costi i diktat che provengono dall’Ue e dalle Agende. Anche Draghi, del resto, è figlio di quel Nuovo Umanesimo che piace tanto a Conte. Non li lega, inoltre, solo la vicinanza a determinati contesti illuminati, ma anche la formazione da gesuita. Una visita tra colleghi, dunque, non solo per quanto riguarda l’incarico da premier. Lo ha detto lo stesso Renzi: è tempo di “costruttori” e con il termine, purtroppo, l’élite non designa necessariamente chi costruisce per il bene del Paese.
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