Sul nuovo possibile governo si sa ancora poco, ma due cose sono certe
Sul nuovo possibile governo si sa ancora poco, ma due cose sono certe: seguirà il solco di quello che lo ha preceduto e toglierà la delega all’Istruzione al ministro che voleva il ritorno in presenza per gli studenti. Se Lucia Azzolina – giovane ma determinata – non avrà avuto lo spessore dello statista navigato, bisogna darle atto del fatto di essersi saputa destreggiare tra le pressioni dei partiti (anche del suo) dei sindacati e perfino dello stesso universo scolastico più piegato.
La scuola è nodo crociale per il ritorno alla normalità. Scarcerati i giovani – per loro natura meno inclini a divieti illogici, inutili e illegali – l’establishment teme che ci sia un liberi tutti in grado di far dimenticare le insensatezze della presunta pandemia. Ecco perché lo stesso centrodestra ha fatto la guerra all’Azzolina e non a un Gualtieri devastante in termine di provvedimenti economici o allo stesso Speranza.
La didattica a distanza che ha iniziato a delinearsi negli accordi intercorsi tra Tim, Rai, Miur e altri già ai tempi della veloce parentesi Fioramonti (altro silurato) si deve fare: non deve quindi stupire la posizione di partiti come la Lega, formalmente schierata a favore delle aperture e allo stesso tempo sostenitrice del mancato ritorno sui banchi.
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