
Assange “trattato come un terrorista”. Fissata per il 7 settembre la prossima udienza
Il luogo è ancora da determinare. Intanto nell’ultima apparizione pubblica alla Woolwich Crown Court, il fondatore di Wikileaks era rinchiuso in una gabbia di vetro antiproiettile. E’ il trattamento che nell’ala di massima sicurezza viene riservato “ai peggiori criminali”
Trattato “come un terrorista”, giudicato colpevole a prescindere, nascosto dietro una gabbia antiproiettile posizionata nell’ala di massima sicurezza della Woolwich Crown Court di Belmarsh, lontano dai suoni di un processo che lo riguardano, impossibilitato a sedersi vicino ai suoi avvocati o di incrociare lo sguardo con i sedici presenti. E’ la fotografia inquietante dell’ultima udienza che riguarda Julian Assange, il fondatore di Wikileaks detenuto nel carcere di Belmarsh da aprile dello scorso anno. L’ha diramata in un articolo che merita una lettura integrale il giornalista Craig Murray, uno dei pochi osservatori oculari di quanto è accaduto lo scorso 20 febbraio.
Mentre i criminali escono dalle carceri con la scusa del coronavirus, non c’è pietà per Assange. E’ “colpevole” di aver detto la verità
Neppure le scarcerazioni di massa che stanno avvenendo in tutte le parti del mondo con la scusa del coronavirus fanno pensare ad Assange, giornalista (non criminale) colpevole di aver detto la verità. Di aver raccontato al mondo quello molti volevano rimanesse nascosto, crimini di guerra e contro l’umanità compresi. Non c’è pietà per lui, per le sue condizioni di salute sempre peggiori, perfino per il rischio suicidio a cui è esposto, delineato dai rapporti di tre psichiatri diversi che hanno verbalizzato come l’uomo si trovi in un forte stato depressivo causato dall’ingiusta detenzione. Non ha pietà il giudice – Vanessa Baraitser – e nemmeno il magistrato Arbuthnot, che Murray descrive come colluse con il sistema che vede in Assange un nemico da zittire a da “umiliare”.
Assange è l’esempio vivente delle angherie del potere, ma attorno a lui si è coalizzato un esercito pacifico e risoluto
Assange è, in qualche modo, il testimone vivente delle angherie del potere. Un potere risoluto a dirci, in Italia come altrove, “questo è quello che ti può capitare se parli”. Da noi piacciono i TSO, in Gran Bretagna la detenzione che precede il processo. Puoi anche avere ragione, essere innocente, ma nel frattempo è il caso che tu stia rinchiuso in una stamberga di massima sicurezza, così la prossima volta ci pensi bene. Peccato che il problema più grave di chi vorrebbe l’instaurazione dei totalitarismi, rimanga quello di contenere la spontaneità, le spinte reattive e la voglia di rivalsa di chi – nonostante tutto – crede ancora nella Giustizia. Attorno ad Assange si è unito il comitato di giornalisti Speak up for Assange. Un esercito pacifico di firme investigative, indipendenti, pochi e sparuti appartenenti al mainstream.
Tinari, Hager e Zgaga: “Udienza spaventosa”
Ad oggi, gli esperti internazionali che hanno aderito sono 1471, provenienti da 99 Paesi. C’è anche la responsabile di Rec News. Speak Up for Assange ha reso noto oggi un comunicato con alcune informazioni sull’ultima apparizione pubblica di Assange. “L’udienza – scrivono i colleghi Serena Tinari, Nicky Hager e Blaž Zgaga – è stata spaventosa. Solo pochi giornalisti sono stati in grado di partecipare e anche loro non potevano sentire gran parte del procedimento. Il signor Assange era rinchiuso in una gabbia di vetro con accesso limitato. Nonostante il Covid-19 e la fragile salute del Signor Assange, il giudice Vanessa Baraitser ha rifiutato la cauzione e il rilascio compassionevole. Assange ha avuto poche opportunità di incontrare i suoi avvocati o la sua famiglia (l’uomo ha anche due figli, nda). Fortunatamente, con la principale udienza di estradizione che si avvicina rapidamente, il giudice ha ceduto e spostato indietro la data dell’udienza al 7 settembre 2020. Il luogo deve ancora essere determinato”.
ATTUALITA'
Miele adulterato, “bloccare le frodi, più controlli sulle importazioni”

“L’apicoltura è un’attività fondamentale non solo per il ruolo che riveste nel mercato agroalimentare europeo, ma soprattutto per la funzione vitale che esercita a difesa della biodiversità. Per questo, è necessario potenziare i controlli sulle importazioni e aggiornare subito l’elenco dei metodi di laboratorio per individuare e bloccare le frodi”. È quanto dichiara l’europarlamentare Francesca Peppucci a seguito della sottoscrizione dell’atto con cui il Parlamento europeo interroga la Commissione sulle azioni da intraprendere contro il miele adulterato.
“I più recenti risultati dell’azione coordinata dell’UE mostrano, infatti, che il 46% dei campioni di miele importati sembra essere adulterato e non conforme alle disposizioni della direttiva sul miele 2001/110/CE e che tale adulterazione sembra avvenire attraverso l’aggiunta di sciroppi di zucchero, additivi e coloranti, con l’obiettivo di ridurre il prezzo e di mascherare la vera origine geografica del nettare, falsificando le informazioni sulla tracciabilità”, dice ancora l’interessata.
“Una pratica di concorrenza sleale che mette a rischio il settore apistico europeo, italiano e umbro, compromettendo il lavoro prezioso di tanti apicoltori. Sono convinta che il nome dell’Italia o di qualsiasi altro Stato membro, debba essere presente per legge sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale, specificando in etichetta ‘miscela di mieli originari della Ue’ nel caso in cui il prodotto provenga da più Paesi dell’Unione”, conclude Peppucci.
ATTUALITA'
Tribunale unico dei Brevetti, la sede distaccata in una città italiana
L’organismo si occuperà di soluzione delle controversie in materia di brevetti europei

Una sezione distaccata della Divisione centrale del Tribunale Unificato dei Brevetti (TUB) è stata istituita a Milano. L’organismo si occuperà di soluzione delle controversie in materia di brevetti europei. L’intesa, negoziata per l’Italia dai ministeri degli Esteri e della Giustizia, sarà sottoposta a formalizzazione nel corso della prossima riunione del Comitato Amministrativo. La sezione milanese giudicherà su contenziosi che riguardano brevetti unitari provenienti da tutti i Paesi europei che fanno parte del TUB.
A seguito dell’uscita del Regno Unito dalla UE e dall’Accordo che istituisce l’organismo, è emersa la questione se si dovesse ricollocare ad altra sede quella prevista a Londra, che si affiancava alla sede centrale di Parigi e quella distaccata a Monaco di Baviera. In queste settimane il governo sta completando le procedure giuridiche e operative perché la sede sia operativa in un anno, riferiscono fonti istituzionali.
ATTUALITA'
La Germania dice addio al nucleare: “Pericoloso”. L’Italia invece ci si butta dentro

Il 15 aprile per la Germania è stata la data dell’addio al nucleare. Lo Stato europeo, simbolicamente entro la mezzanotte scoccata, ha chiuso Isar 2, Emsland e Neckarwestheim 2, ormai spettri industriali di un qualcosa che è ritenuto pericoloso per l’uomo e per l’ambiente. Dopo il noto disastro di Fukushima del 2011, l’allora cancelliere Angela Merkel – forse facendo la scelta più lungimirante della sua lunga e criticata carriera politica – ha deciso di avviare l’iter che porta oggi a mettere un paletto importante per la Germania, che ha deciso di puntare tutto sull’energia pulita e sull’eolico in particolare.
“I rischi associati all’energia nucleare sono decisamente incontrollabili”, ha dichiarato a questo proposito il ministro dell’Ambiente, Steffi Lemke. Non la pensa così il governo Meloni, che di recente ha offerto sostegno al governo Macron per l’inserimento del nucleare tra le “energie pulite”. Una presa in giro di tenore europeista che spiana la strada a un ambientalismo decisamente ipocrita e pericoloso: le scorie radioattive necessitano di essere smaltite e non esiste un nucleare che non le produca. Possono volerci anche migliaia di anni, mentre assieme alla produzione di energia cresce l’incidenza di patologie dovute a fattori ambientali.
ATTUALITA'
Educare alla pace e al dialogo. Il contest
L’iniziativa destinata agli studenti delle scuole primarie e secondarie

La Fondazione Fratelli tutti di concerto con il ministero dell’Istruzione promuove il “Contest della Fraternità” destinato alle scuole primarie e secondarie. Agli istituti che quest’anno hanno aderito è stato proposto di realizzare percorsi di approfondimento e studio, fatti di incontri, letture, visioni di film e documentari e dibattiti in classe dedicati al tema della fraternità. Gli studenti sono stati invitati a realizzare elaborati di vario tipo per rappresentare il tema della fraternità: creazioni grafiche, video, disegni, testi in prosa o poetici, ricerche, considerazioni, manufatti, ecc.
Una giuria composta da rappresentanti del MIM e dell’organizzazione del meeting sceglierà dai 20 ai 30 lavori. I rappresentanti delle scuole selezionate si riuniranno la mattina dell’evento a Roma e voteranno l’opera più rappresentativa. Lo studente vincitore sarà invitato a presentare il proprio elaborato nel corso della manifestazione, in Piazza San Pietro.