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Si è tenuta oggi a Doha l’inaugurazione di Project Qatar. Formalmente una fiera – specializzata nei settori delle infrastrutture, della progettazione e delle costruzioni – con tanto di aziende espositrici, che comprendono anche le italiane Ceramiche D’Arte Batignani, Mezzaluna by La Favorita – Deruta Italy, Margraf, srl Pietra Dolomia, Ellevi srl, Fratelli Pozzi srl, GDA marmo e graniti srl, IMVA, Ipervood srl, Kronn srl, Magma srl, Metalife srl, Porfidi srls, Renner Italia spa, Robor srl, Smartrade International LLC, Tre Emme srl, Vetro ventilato srl, WOODCO s.c., nonché Trentino Sviluppo e Italian Trade Agency. Nei fatti, un programma molto più ampio e ambizioso, che si inserisce nel quadro di sviluppo 2018-2030 del ricchissimo fazzoletto di terra del Nord Africa, anche in vista dei mondiali del 2022.

“L’Italia – ha detto la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati che ha partecipato all’inaugurazione – è la prima presenza europea della fiera. In tutte le parti del mondo – ha proseguito – si confermano l’eccellenza e il talento dei nostri imprenditori, quello che definisce il marchio Italia”. Marchio Italia che, ancora una volta, guarderà allo sviluppo degli altri. E’ notizia recente, del resto, che l’Associazione bancaria italiana (Abi) abbia deciso di elargire ben 9 miliardi a chi vuole investire negli Emirati e in città come Abu Dhabi o Dubai.

La crisi italiana sembra essere circoscritta esclusivamente alle venti regioni: all’estero l’Italia è in grado di mostrare un’altra faccia, quella delle risorse (anche pubbliche) stanziate per veder crescere il territorio degli altri. Che coincide, ancora una volta, con il ricco continente africano (sotto, nel video). Lo stesso che al suo interno cova evidenti divari economici e sacche di povertà, incentivate da migrazioni forzate e aiuti che vanno a vantaggio della classe media africana, come abbiamo scritto varie volte (sotto, altri consigli di lettura). Un’ipocrisia tricolore che si aggiunge al fatto che il contributo italiano a Project Qatar, pur godendo di appoggio istituzionale, non è stato pubblicizzato più di tanto nel Paese distratto da contentini come il Reddito, la pace fiscale o la Flat tax.

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Istat: le famiglie italiane hanno sempre meno potere d’acquisto

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Istat: le famiglie italiane hanno sempre meno potere d'acquisto | Rec News dir. Zaira Bartucca

Crolla, nel quarto trimestre del 2022, il potere d’acquisto delle famiglie italiane. Lo sottolinea l’Istat, secondo cui la crescita del reddito disponibile, accompagnata da un aumento dei prezzi al consumo particolarmente forte, ha comportato una significativa diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie, pari a -3,7%. fsc/gtr

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Istat, a picco i consumi delle famiglie italiane

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Istat, a picco i consumi delle famiglie italiane | Rec News dir. Zaira Bartucca

Forte calo della spesa delle famiglie. Lo registra Istat nella nota sull’andamento dell’economia italiana di febbraio appena pubblicata. “Lo scenario internazionale – rileva l’Istituto Nazionale di Statistica – resta caratterizzato da un elevato grado di incertezza e da rischi al ribasso. Si inizia a profilare un percorso di rientro dell’inflazione più lungo di quanto inizialmente previsto. Il Pil italiano, nel quarto trimestre 2022, ha segnato una lieve variazione congiunturale negativa a sintesi del contributo positivo della domanda estera netta e di quello negativo della domanda interna al netto delle scorte”. In basso il report integrale

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ECONOMIA

BTP Italia, il bilancio del MEF

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BTP Italia, il bilancio del MEF | Rec News dir. Zaira Bartucca

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato i dettagli relativi alla Seconda Fase della diciannovesima emissione del BTP Italia, il titolo indicizzato all’inflazione italiana (Indice FOI, senza tabacchi – Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi) con scadenza a 5 anni. La Seconda Fase, dedicata agli investitori istituzionali, che si è svolta il 9 marzo nell’arco di 2 ore, ha registrato 178 contratti per un controvalore complessivo domandato interamente accolto, pari a 1.353,653 milioni di euro. Questo dato, insieme a quello della Prima Fase di collocamento che ha visto un ammontare di 8.563,209 milioni di euro acquistati da piccoli risparmiatori, ha determinato una raccolta complessiva finale di quasi 10 miliardi di euro.

Sempre con riferimento alla Seconda Fase di collocamento, le informazioni raccolte dai Dealer eCo-Dealer permettono di ottenere delle statistiche quasi totalmente rappresentative dell’ammontare complessivamente allocato. In particolare, il 43 per cento dell’ammontare emesso nella Seconda Fase è stato collocato presso le banche mentre il 33,9 per cento presso asset manager. Gli investitori con un orizzonte di investimento di lungo periodo hanno acquistato il 23,1 per cento dell’emissione (in particolare il 5,6 per cento è andato ad assicurazioni, mentre il 17,5 per cento è stato allocato a istituzioni governative).

Il collocamento del titolo nella Seconda Fase ha visto una predominante presenza di investitori domestici, che ne hanno sottoscritto l’84,7 per cento. Il restante 15,3 per cento dell’emissione è stato sottoscritto da investitori europei, in particolare residenti in Svizzera (5,7 per cento), in Francia (4,7 per cento), in Germania (2,7 per cento), nel Regno Unito (1,3 per cento) e presso altri paesi europei (0,9 per cento).

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ECONOMIA

Le alternative al Superbonus 110%

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Le alternative al Superbonus 110% | Rec News dir. Zaira Bartucca

Il superbonus 110% è una misura introdotta dal governo precedente per tentare di incentivare la riqualificazione energetica degli edifici. Questa misura fiscale, come è noto, consente di detrarre dall’Irpef il 110% delle spese sostenute per la riqualificazione energetica degli immobili. Tuttavia, la sua introduzione ha avuto delle ricadute che hanno riguardato la cessione dei crediti, senza contare che diversi soggetti ne hanno approfittato per ottenerne vantaggi impropri. Esistono comunque alcune alternative al superbonus 110 che possono essere considerate.

  1. Bonus Ristrutturazioni. Il Bonus Ristrutturazioni è una misura che consente di detrarre dal pagamento delle tasse una percentuale delle spese sostenute per la ristrutturazione degli edifici. Questo bonus consente di detrarre dal pagamento delle tasse fino al 50% delle spese sostenute per la ristrutturazione.
  2. Ecobonus. L’Ecobonus è una misura che consente di detrarre dal pagamento delle tasse una percentuale delle spese sostenute per la riqualificazione energetica degli edifici. Questo bonus consente di detrarre dal pagamento delle tasse dal 50% all’85% delle spese sostenute per la riqualificazione energetica.
  3. Sisma Bonus. Il Sisma Bonus è una misura che consente di detrarre dal pagamento delle tasse una percentuale delle spese sostenute per la messa in sicurezza degli edifici, ma solo in zone sismiche. Questo bonus consente di detrarre dal pagamento delle tasse fino al 80% delle spese sostenute per la messa in sicurezza.
  4. Superbonus 90. Il Superbonus 90 è una misura che consente di detrarre dal pagamento delle tasse una percentuale delle spese sostenute per la riqualificazione energetica degli edifici. Questo bonus consente di detrarre dal pagamento delle tasse il 90% delle spese sostenute per la riqualificazione energetica.
  5. Credito d’imposta. Il Credito d’imposta è una misura che consente di ottenere un credito d’imposta da utilizzare in compensazione fiscale. Questo credito d’imposta può essere ottenuto per le spese sostenute per la riqualificazione energetica degli edifici, e consente di ottenere una percentuale delle spese sostenute.
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