
Uso di linee cellulari provenienti da feti abortiti, secco no di Pro Vita
L’impiego prevalente avviene nel settore farmaceutico, soprattutto per la produzione di vaccini, ma anche nel settore alimentare e in quello della cosmesi. Un problema etico per alcuni, anche salutare per altri
L’uso di linee cellulari provenienti da feti abortiti non è – purtroppo – materia per complottisti e cospirazionisti, ma il riflesso di un business che ha nel commercio dei nascituri il momento più cruento e umanamente inaccettabile. Una realtà verso cui continuano ad essere refrattarie diverse associazioni che dicono di battersi per i diritti umani, che negli ultimi anni hanno ignorato scandali come quello che ha travolto Planned Parenthood, l’organizzazione abortista accusata di commercio e vivisezione di parti umane. Un orrore che foraggia diversi settori: quello della ricerca scientifica – considerato il più accettabile – ma anche il settore alimentare degli aromi chimici e il settore cosmetico. Com’è ormai noto, anche molti vaccini sono sviluppati utilizzando questo tipo di linee cellulari.
Un problema semplicemente etico per alcuni, anche salutare per altri: sui pericoli legati a questo tipo di impieghi da parte delle case farmaceutiche ha recentemente messo in guardia il dottor Mariano Amici, nel corso di un’intervista rilasciata a Rec News. Adesso a chiedere alle autorità preposte uno stop definitivo del discutibile utilizzo di linee cellulari da feti abortiti, è l’associazione Pro Vita e Famiglia.
“I vaccini contro il Covid-19 attualmente in distribuzione nell’Unione Europea sono sviluppati, prodotti e/o testati con linee cellulari che provengono da un bambino abortito, anche se diversi anni addietro. A prescindere dalla questione sulla liceità, in determinate circostanze, della somministrazione e dell’uso di vaccini (anche anti-Covid-19) collegati a “materiale biologico” derivante da feti abortiti, è necessario condannare fermamente un sistema che sfrutta tali linee cellulari nella ricerca, produzione o sperimentazione. Inoltre, l’uso di queste linee cellulari rischia, almeno nel lungo periodo, di incentivare ulteriori aborti o il ricorso a nuove cellule di feti abortiti, e costituisce uno scandalo in quanto tende a normalizzare l’idea che l’embrione umano sia un oggetto sacrificabile e disponibile. E’ inaccettabile che quasi nessuno lo denunci: per questo abbiamo lanciato una petizione alle autorità sanitarie”, ha dichiarato Toni Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus.
“La produzione e distribuzione di vaccini (o di altri prodotti farmaceutici, cosmetici, alimentari ecc.) collegati, anche remotamente, con l’aborto sono molto problematiche dal punto di vista morale, a prescindere dalla possibilità dell’uso degli stessi come extrema ratio in alcune gravi circostanze. Per questo difendiamo in linea di principio il diritto all’obiezione di coscienza contro questi prodotti. Inoltre, è sorprendente il fatto che, su circa 50 vaccini in fase di produzione, siano al momento distribuiti nell’Unione Europea soltanto alcuni di quelli collegati a linee cellulari derivanti da feti abortiti”, ha continuato Brandi.
“Sollecitiamo le case farmaceutiche e chi – in generale – si dedica alla sperimentazione e alla ricerca a cercare mezzi alternativi e a cessare lo sfruttamento di “materiale biologico” di origine immorale. Chiediamo ai produttori di segnalare chiaramente l’uso di questo tipo di cellule, e al legislatore di obbligare i produttori e distributori a fornire informazioni pubblicamente accessibili in merito. Chiediamo al legislatore di incentivare l’uso di cellule di origine lecita e la produzione di vaccini “etici”, nonché di vietare l’uso e la sperimentazione su cellule provenienti da aborti procurati” ha concluso il vicepresidente della onlus, Jacopo Coghe.
ATTUALITA'
Miele adulterato, “bloccare le frodi, più controlli sulle importazioni”

“L’apicoltura è un’attività fondamentale non solo per il ruolo che riveste nel mercato agroalimentare europeo, ma soprattutto per la funzione vitale che esercita a difesa della biodiversità. Per questo, è necessario potenziare i controlli sulle importazioni e aggiornare subito l’elenco dei metodi di laboratorio per individuare e bloccare le frodi”. È quanto dichiara l’europarlamentare Francesca Peppucci a seguito della sottoscrizione dell’atto con cui il Parlamento europeo interroga la Commissione sulle azioni da intraprendere contro il miele adulterato.
“I più recenti risultati dell’azione coordinata dell’UE mostrano, infatti, che il 46% dei campioni di miele importati sembra essere adulterato e non conforme alle disposizioni della direttiva sul miele 2001/110/CE e che tale adulterazione sembra avvenire attraverso l’aggiunta di sciroppi di zucchero, additivi e coloranti, con l’obiettivo di ridurre il prezzo e di mascherare la vera origine geografica del nettare, falsificando le informazioni sulla tracciabilità”, dice ancora l’interessata.
“Una pratica di concorrenza sleale che mette a rischio il settore apistico europeo, italiano e umbro, compromettendo il lavoro prezioso di tanti apicoltori. Sono convinta che il nome dell’Italia o di qualsiasi altro Stato membro, debba essere presente per legge sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale, specificando in etichetta ‘miscela di mieli originari della Ue’ nel caso in cui il prodotto provenga da più Paesi dell’Unione”, conclude Peppucci.
ATTUALITA'
Tribunale unico dei Brevetti, la sede distaccata in una città italiana
L’organismo si occuperà di soluzione delle controversie in materia di brevetti europei

Una sezione distaccata della Divisione centrale del Tribunale Unificato dei Brevetti (TUB) è stata istituita a Milano. L’organismo si occuperà di soluzione delle controversie in materia di brevetti europei. L’intesa, negoziata per l’Italia dai ministeri degli Esteri e della Giustizia, sarà sottoposta a formalizzazione nel corso della prossima riunione del Comitato Amministrativo. La sezione milanese giudicherà su contenziosi che riguardano brevetti unitari provenienti da tutti i Paesi europei che fanno parte del TUB.
A seguito dell’uscita del Regno Unito dalla UE e dall’Accordo che istituisce l’organismo, è emersa la questione se si dovesse ricollocare ad altra sede quella prevista a Londra, che si affiancava alla sede centrale di Parigi e quella distaccata a Monaco di Baviera. In queste settimane il governo sta completando le procedure giuridiche e operative perché la sede sia operativa in un anno, riferiscono fonti istituzionali.
ATTUALITA'
La Germania dice addio al nucleare: “Pericoloso”. L’Italia invece ci si butta dentro

Il 15 aprile per la Germania è stata la data dell’addio al nucleare. Lo Stato europeo, simbolicamente entro la mezzanotte scoccata, ha chiuso Isar 2, Emsland e Neckarwestheim 2, ormai spettri industriali di un qualcosa che è ritenuto pericoloso per l’uomo e per l’ambiente. Dopo il noto disastro di Fukushima del 2011, l’allora cancelliere Angela Merkel – forse facendo la scelta più lungimirante della sua lunga e criticata carriera politica – ha deciso di avviare l’iter che porta oggi a mettere un paletto importante per la Germania, che ha deciso di puntare tutto sull’energia pulita e sull’eolico in particolare.
“I rischi associati all’energia nucleare sono decisamente incontrollabili”, ha dichiarato a questo proposito il ministro dell’Ambiente, Steffi Lemke. Non la pensa così il governo Meloni, che di recente ha offerto sostegno al governo Macron per l’inserimento del nucleare tra le “energie pulite”. Una presa in giro di tenore europeista che spiana la strada a un ambientalismo decisamente ipocrita e pericoloso: le scorie radioattive necessitano di essere smaltite e non esiste un nucleare che non le produca. Possono volerci anche migliaia di anni, mentre assieme alla produzione di energia cresce l’incidenza di patologie dovute a fattori ambientali.
ATTUALITA'
Educare alla pace e al dialogo. Il contest
L’iniziativa destinata agli studenti delle scuole primarie e secondarie

La Fondazione Fratelli tutti di concerto con il ministero dell’Istruzione promuove il “Contest della Fraternità” destinato alle scuole primarie e secondarie. Agli istituti che quest’anno hanno aderito è stato proposto di realizzare percorsi di approfondimento e studio, fatti di incontri, letture, visioni di film e documentari e dibattiti in classe dedicati al tema della fraternità. Gli studenti sono stati invitati a realizzare elaborati di vario tipo per rappresentare il tema della fraternità: creazioni grafiche, video, disegni, testi in prosa o poetici, ricerche, considerazioni, manufatti, ecc.
Una giuria composta da rappresentanti del MIM e dell’organizzazione del meeting sceglierà dai 20 ai 30 lavori. I rappresentanti delle scuole selezionate si riuniranno la mattina dell’evento a Roma e voteranno l’opera più rappresentativa. Lo studente vincitore sarà invitato a presentare il proprio elaborato nel corso della manifestazione, in Piazza San Pietro.