“Il nuovo Mao”, Xi Jinping, “regna come un monarca” per un Dragone risoluto a comandare su tutto e tutti. Non solo sull’Africa, dove spadroneggia per investimenti e prestiti strategici, ma anche nell’Europa che ora gli si apre tutta grazie alla Via della Seta e al 5G, i Cavalli di Troia della contemporaneità
Il partito comunista cinese, da Mao in poi, non era mai stato così totalitario. Ma in tempi di crisi, tutto sembra essere concesso ai rappresentanti di ogni colore politico. Anche abusare delle proprie funzioni, spesso a discapito di cittadini costretti ad obbedire, anche con la forza. La coercizione è, del resto, il modo in cui Xi Jinping, ex funzionario maoista, ha deciso di gestire l’ampio potere che gli è capitato tra le mani, e che oggi ne fa l’undicesimo presidente della Repubblica popolare cinese (dagli anni ’50 ad oggi, hanno fatto tutti capo al PCC) più discusso. L’imposizione della propria visione Pechino-centrina all’estero funziona bene almeno quanto i manganelli, la video-sorveglianza e le guardie di regime h24, solo che c’è chi ci casca (come il governo Conte) e chi, bontà sua, si rifiuta categoricamente. Come Trump.

La Cina, dalla cosiddetta Via della Seta all’affaire coronavirus, è densa di contraddizioni che toccano anche il suo vertice. Le ha percorse bene, mettendo una serie di punti fermi, Gennario Sangiuliano ne Il nuovo Mao – Xi Jinping e l’ascesa al potere nella Cina di oggi. E’ l’uomo, si legge nelle pagine edite da Mondadori, che è riuscito ad accentrare nelle proprie mani tutti gli incarichi che contano, e che ora “regna come un monarca” nella Cina risoluta a comandare su tutto e su tutti. Non solo sull’Africa, dove il Dragone spadroneggia con investimenti e prestiti strategici, ma anche nell’Europa che ora gli si apre tutta grazie alla strada spianata dalla Belt and Road e dagli accordi tra governi e colossi tecnologici cinesi, che faranno del 5G il Cavallo di Troia della contemporaneità.
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