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Dal 24 febbraio – riferiscono fonti sul posto – molti ucraini si trovano di fronte all’impossibilità oggettiva di acquistare derrate alimentari, compresi beni di prima necessità. Il panico indotto dal governo, l’imposizione del coprifuoco e l’intermittenza delle fornitura dell’energia elettrica, hanno provocato la corsa ai distributori di carburante e ai supermercati. In molti di questi ultimi scarseggiano già i cibi freschi e perfino l’acqua. Molte città sono inoltre isolate: il brillamento di molti ponti di collegamento disposto dalle autorità ucraine per “ragioni di sicurezza”, impedisce ora il collegamento con molti territori dell’entroterra, di conseguenza impedendo anche forniture commerciali e l’arrivo di generi di prima necessità. La solidarietà selettiva europea si è mossa, ma a esclusivo vantaggio di chi è fuggito verso Polonia, Moldavia e Romania. Chi è rimasto per preservare la casa, il posto di lavoro e laddove possibile la propria normalità, si trova di fronte al problema di dover garantire i generi di prima necessità a sé e alla famiglia.

La popolazione ucraina sconta l’isolamento indotto, e di questo passo si proietta verso la carestia, mentre paradossalmente l’unione europea e il governo o Draghi pensano a rifornire di armi la popolazione, nella speranza che i cittadini si diano a quella guerra civile tra popoli fratelli che fa gola agli Stati Uniti di Biden, alla NATO e alla stessa Ue. L’esercito regolare ucraino, intanto, si guarda bene dallo schierarsi, mentre si chiede ai civili e agli uomini dai 18 ai 60 anni di fare da scudo umano e di staccarsi dai propri nuclei familiari. Che si stanno facendo carico, oltre che delle ristrettezze estreme, dell’assenza di entrate, dei prezzi schizzati alle stelle, della disoccupazione che si è fatta insostenibile nel giro di una settimana e delle chiusure imposte: è il lockdown ucraino, quello che è stato rifiutato per motivi sanitari e che ora avviene a causa di quello che per il momento è un meta-conflitto.

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marco

La nato si sa, è un’organizzazione per la pace. Non è un’associazione di criminali mafiosi genocidi psicopatici

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Telemedicina, l’impegno per un “uso responsabile”

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Telemedicina, l'impegno per un "uso responsabile" | Rec News dir. Zaira Bartucca

Un “uso responsabile” e “un’introduzione appropriata” della Telemedicina, contro – si spera – le derive transumaniste e gli eccessi sulle sperimentazioni degli ultimi anni. E’ l’impegno assunto dalla Federazione Nazionale degli Ordini delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, che ieri presso la Sala Conferenze Stampa della Camera dei Deputati ha fatto il punto su quanto bolle in pentola in ambito sanitario. Hanno preso parte ai lavori Teresa Calandra (presidente della federazione), Diego Catania (vicepresidente) e Marta Schifone (componente della XII Commissione Affari sociali alla Camera dei Deputati).

Dalla sanità di prossimità ai percorsi di accesso alla professione e alla formazione, dall’evoluzione dei profili professionali ai fragili, è in corso una revisione complessa e articolata che, hanno promesso i relatori della conferenza, sarà in grado di ridare centralità e dignità al paziente, che a volte suo malgrado si trova a essere “protagonista di fatti di cronaca” che possono riguardare i casi di malasanità oppure la sicurezza delle cure.

La sintesi si tenterà di trovarla il 29 e 30 settembre a Rimini, quando si terrà il terzo Congresso Nazionale della Federazione nazionale degli ordini sanitari (FNO TSRM e PSTRP) istituiti dalla Legge 3/2018. Tema di discussione sarà anche il tavolo tecnico concernente i DM 70 e 77.

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Minori sottratti, indagata curatrice per omissione d’atti d’ufficio

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Minori sottratti, indagata curatrice per omissione d'atti d'ufficio

Secondo la famiglia di una minore negli scorsi anni al centro di un caso di sottrazione ingiustificata, avrebbe nascosto delle relazioni e dei documenti che attestavano l’idoneità di uno dei genitori ad esercitare la patria potestà. Adesso B.B., curatrice dei minori, è indagata per omissione d’atti d’ufficio (Art. 328 c.p.). L’udienza in camera di consiglio è fissata per il 31 gennaio del 2024, il giudice designato è la dottoressa Giulia Costantino.

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Caso Caroccia, la prova che dimostra che il tracciato ECG non è mai giunto in Centrale Operativa

Giunto “verosimilmente” all’UTIC di Paola

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Caso Caroccia, la prova che dimostra che il tracciato ECG non è mai giunto in Centrale Operativa | Rec News dir. Zaira Bartucca

Il tracciato ECG di Antonio Caroccia – il 72 enne di Guardia Piemontese deceduto a seguito di un caso di malasanità documentato da Rec News – non è mai giunto in Centrale Operativa per “problema linea dati”. Non è arrivato, dunque, a tutte le destinazioni utili ad ottenere una corretta diagnosi. Lo testimonia la Relazione dell’Asp di Cosenza che abbiamo pubblicato in esclusiva e di cui riproponiamo uno stralcio (in basso). Stando a quanto rilevato dal direttore della Centrale Operativa Riccardo Borselli, inoltre, lo stesso tracciato ECG è giunto “verosimilmente” (il che significa probabilmente) presso l’UTIC di Paola.

Il caso Caroccia è giunto fino al ministero della Salute (che dopo la pubblicazione dell’inchiesta ha inviato una risposta alla famiglia) e sulla scrivania del governatore Roberto Occhiuto. Sono inoltre stati aperti dei procedimenti presso alcune Procure. Grazie alla partnership con l’emittente Radio Roma, l’inchiesta di Rec News approda adesso anche in TV sul canale 222 della TV nazionale e sul canale 14 per la regione Lazio.

L’appuntamento è per questa sera alle 22 quando, nel corso della trasmissione “A viso scoperto”, il direttore di Rec News Zaira Bartucca racconterà i tratti salienti della vicenda (con tanto di riferimenti documentali) spiegando perché si tratta di un caso assolutamente emblematico. Presente in video-collegamento anche la figlia di Antonio Caroccia, Valentina, che racconterà il dramma vissuto dalla famiglia e gli sviluppi della vicenda.

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Se l’alimentazione diventa terreno di sperimentazione

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Se l'alimentazione diventa terreno di sperimentazione | Rec News dir. Zaira Bartucca

Modificare le abitudini alimentari comuni in nome di una fantomatica “sostenibilità”. Costringere i bambini ad assumere preparati a base di insetti come Vexo e sostenere che lo si fa in nome del benessere animale e del Pianeta. La libertà oggi si nega in più settori, e in ultima analisi anche nel piatto. Questa sera “A viso aperto” – programma di Radio Roma Television condotto da Matteo Demicheli – approfondirà questi e altri temi a partire dalle 22. Nella prima parte ospite in video-collegamento ci sarà il direttore di Rec News Zaira Bartucca, che commenterà alcune nostre inchieste.

Nella seconda parte si torna invece a parlare di Giustizia per Valeria Fioravanti con i suoi genitori Tiziana Santoro e Stefano Fioravanti. La trasmissione è visibile sul canale 222 (Smart Tv), per il Lazio sul canale 14 e in streaming sul sito di Radio Roma.

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