
Legge di Bilancio, le novità per la Scuola
La Camera dei deputati ha approvato in via definitiva la Legge di bilancio, che per il 2022 prevede uno stanziamento di oltre 900 milioni per il settore dell’Istruzione. Ecco come verranno impiegati
La Camera dei deputati ha approvato in via definitiva la Legge di bilancio, che per il 2022 prevede uno stanziamento di oltre 900 milioni per il settore dell’Istruzione. La legge stanzia 300 milioni per il 2022 (a regime per i prossimi anni) per la “valorizzazione del lavoro dei docenti”, con particolare riferimento alle funzioni in più svolte dagli insegnanti. Altri 400 milioni sono stati stanziati per fare in modo che le scuole continuino ad utilizzare il personale aggiuntivo assunto a settembre per la cosiddetta emergenza sanitaria. La misura riguarda sia i docenti che gli ATA (Ausiliari, Tecnici e Amministrativi). Sono poi previste risorse specifiche ripartite nei vari anni per il Fondo unico per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici: 28,23 milioni per il 2022, 45 milioni per il 2023 e 20 milioni a regime dal 2024.
Oltre 40 milioni sono stati stanziati a supporto delle scuole per il dimensionamento scolastico: anche per gli anni scolastici 2022/2023 e 2023/2024 il numero minimo di 600 studenti che le scuole devono raggiungere per avere un proprio dirigente scolastico e un direttore dei servizi generali e amministrativi, resta abbassato a 500 studenti (300 in isole e comuni montani), così come era accaduto per il 2021/2022. Tre milioni all’anno, a regime, andranno a beneficio delle scuole situate su piccole isole. Un contributo aggiuntivo di 20 milioni di euro nel 2022 va alle scuole dell’infanzia paritarie. Il fondo per il miglioramento dell’offerta formativa delle scuole è incrementato di 89,4 milioni annui a decorrere dal 2022 per il personale docente.
Sono inoltre previsti 20 milioni, per il 2022, per il supporto psicologico agli studenti, anche “in risposta – fa sapere il Miur – a quanto vissuto durante l’emergenza Covid”. E certo le campagne martellanti e allarmistiche dei media non hanno giovato al benessere dei più giovani. Due milioni vengono stanziati per il 2022 per il contrasto e la prevenzione del cyberbullismo. La legge prevede anche l’introduzione dell’educazione motoria alla scuola primaria che sarà affidata, d’ora in avanti, “a docenti appositamente formati”. Sarà coinvolto il biennio finale e si partirà, nel 2022/2023, con le classi quinte, nel 2023/2024 si proseguirà con le quarte. La legge prevede il potere di ordinanza sugli Esami di Stato, sentite le Commissioni parlamentari, per il Ministro dell’Istruzione, “in ragione dell’emergenza sanitaria”.
La Legge di bilancio si connette poi direttamente anche con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): è previsto uno stanziamento a regime per le spese di funzionamento delle scuole dell’infanzia e dei nidi che saranno attivati con i fondi del Piano concordato con l’Europa. Infine, il Fondo per l’edilizia scolastica è rifinanziato per un importo di 2 miliardi di euro nell’arco temporale che va dal 2024 al 2036.
DOC
Istat, a picco i consumi delle famiglie italiane

Forte calo della spesa delle famiglie. Lo registra Istat nella nota sull’andamento dell’economia italiana di febbraio appena pubblicata. “Lo scenario internazionale – rileva l’Istituto Nazionale di Statistica – resta caratterizzato da un elevato grado di incertezza e da rischi al ribasso. Si inizia a profilare un percorso di rientro dell’inflazione più lungo di quanto inizialmente previsto. Il Pil italiano, nel quarto trimestre 2022, ha segnato una lieve variazione congiunturale negativa a sintesi del contributo positivo della domanda estera netta e di quello negativo della domanda interna al netto delle scorte”. In basso il report integrale
ECONOMIA
BTP Italia, il bilancio del MEF

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato i dettagli relativi alla Seconda Fase della diciannovesima emissione del BTP Italia, il titolo indicizzato all’inflazione italiana (Indice FOI, senza tabacchi – Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi) con scadenza a 5 anni. La Seconda Fase, dedicata agli investitori istituzionali, che si è svolta il 9 marzo nell’arco di 2 ore, ha registrato 178 contratti per un controvalore complessivo domandato interamente accolto, pari a 1.353,653 milioni di euro. Questo dato, insieme a quello della Prima Fase di collocamento che ha visto un ammontare di 8.563,209 milioni di euro acquistati da piccoli risparmiatori, ha determinato una raccolta complessiva finale di quasi 10 miliardi di euro.
Sempre con riferimento alla Seconda Fase di collocamento, le informazioni raccolte dai Dealer eCo-Dealer permettono di ottenere delle statistiche quasi totalmente rappresentative dell’ammontare complessivamente allocato. In particolare, il 43 per cento dell’ammontare emesso nella Seconda Fase è stato collocato presso le banche mentre il 33,9 per cento presso asset manager. Gli investitori con un orizzonte di investimento di lungo periodo hanno acquistato il 23,1 per cento dell’emissione (in particolare il 5,6 per cento è andato ad assicurazioni, mentre il 17,5 per cento è stato allocato a istituzioni governative).
Il collocamento del titolo nella Seconda Fase ha visto una predominante presenza di investitori domestici, che ne hanno sottoscritto l’84,7 per cento. Il restante 15,3 per cento dell’emissione è stato sottoscritto da investitori europei, in particolare residenti in Svizzera (5,7 per cento), in Francia (4,7 per cento), in Germania (2,7 per cento), nel Regno Unito (1,3 per cento) e presso altri paesi europei (0,9 per cento).
ECONOMIA
Le alternative al Superbonus 110%

Il superbonus 110% è una misura introdotta dal governo precedente per tentare di incentivare la riqualificazione energetica degli edifici. Questa misura fiscale, come è noto, consente di detrarre dall’Irpef il 110% delle spese sostenute per la riqualificazione energetica degli immobili. Tuttavia, la sua introduzione ha avuto delle ricadute che hanno riguardato la cessione dei crediti, senza contare che diversi soggetti ne hanno approfittato per ottenerne vantaggi impropri. Esistono comunque alcune alternative al superbonus 110 che possono essere considerate.
- Bonus Ristrutturazioni. Il Bonus Ristrutturazioni è una misura che consente di detrarre dal pagamento delle tasse una percentuale delle spese sostenute per la ristrutturazione degli edifici. Questo bonus consente di detrarre dal pagamento delle tasse fino al 50% delle spese sostenute per la ristrutturazione.
- Ecobonus. L’Ecobonus è una misura che consente di detrarre dal pagamento delle tasse una percentuale delle spese sostenute per la riqualificazione energetica degli edifici. Questo bonus consente di detrarre dal pagamento delle tasse dal 50% all’85% delle spese sostenute per la riqualificazione energetica.
- Sisma Bonus. Il Sisma Bonus è una misura che consente di detrarre dal pagamento delle tasse una percentuale delle spese sostenute per la messa in sicurezza degli edifici, ma solo in zone sismiche. Questo bonus consente di detrarre dal pagamento delle tasse fino al 80% delle spese sostenute per la messa in sicurezza.
- Superbonus 90. Il Superbonus 90 è una misura che consente di detrarre dal pagamento delle tasse una percentuale delle spese sostenute per la riqualificazione energetica degli edifici. Questo bonus consente di detrarre dal pagamento delle tasse il 90% delle spese sostenute per la riqualificazione energetica.
- Credito d’imposta. Il Credito d’imposta è una misura che consente di ottenere un credito d’imposta da utilizzare in compensazione fiscale. Questo credito d’imposta può essere ottenuto per le spese sostenute per la riqualificazione energetica degli edifici, e consente di ottenere una percentuale delle spese sostenute.
ECONOMIA
L’Ue vuole ottenere il phase down delle fossili alla Cop28 di Dubai

L’obiettivo dell’Ue alla Cop28? Includere il phase down delle fossili nelle conclusioni del vertice sul clima. Tutte le fossili: anche il petrolio e il gas. È questo uno dei punti più importanti della posizione comune che le diplomazie dei Ventisette stanno definendo in vista del summit che si terrà a dicembre a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.
“Sebbene il gas naturale abbia un ruolo nella transizione, il passaggio a un’economia neutrale dal punto di vista climatico richiede che il consumo ininterrotto di combustibili fossili raggiunga il picco già nel breve termine. L’Ue promuoverà sistematicamente un passaggio globale verso sistemi energetici privi di combustibili fossili non abbattuti ben prima del 2050”, si legge in una bozza del documento che stila la posizione Ue, visto da Reuters.
Se confermato, questo punto darebbe all’Europa il mandato per trovare sponde e alleati nei prossimi 10 mesi e presentarsi all’appuntamento emiratino con un consenso più ampio sul phase down delle fossili. Entro febbraio i ministri degli Esteri dei Ventisette dovranno dare l’ok. Che rimanga così com’è non è scontato: alcuni paesi stanno chiedendo un linguaggio più forte, ritornando al phase out (eliminazione) invece del semplice phase down (riduzione); altri paesi invece frenano.
Secondo l’Ipcc, tutti gli scenari emissivi che rispettano gli 1,5 gradi con uno sforamento (overshoot) limitato prevedono il picco di emissioni tra il 2020 e il 2025. Per raggiungerlo è indispensabile ridurre il consumo di combustibili fossili, data la poca diffusione odierna delle tecnologie per abbattere le emissioni.
A passo lento verso il phase down delle fossili
In ogni caso, far passare il phase down delle fossili nel comunicato finale non sarà impresa semplice. Non solo perché la presidenza della Cop28 è di tutt’altro parere, con Sultan al-Jaber che è stato al contempo inviato per il clima degli Emirati e ad dell’Adnoc, la compagnia petrolifera di bandiera. Soprattutto perché dopo l’occasione mancata alla Cop26 e l’intreccio di crisi energetica e guerra in Ucraina la strada è in salita.
A Glasgow, nel 2021, l’obiettivo era il phase out del carbone. Ma all’ultimo minuto, nella plenaria conclusiva, l’India si era opposta. Inventando la formula che poi è stata ripresa da tutti (segno che di voglia di dire addio alle fossili non ce n’è poi molta): phase down, appunto. L’anno scorso in Egitto è andata peggio. Alla cop27 si è cercato di allargare il phase down a tutte le fossili, ma la presidenza egiziana non ha nemmeno voluto inserire il punto in una delle bozze di conclusioni. Nonostante ci fossero 80 paesi – quelli europei in testa – che lo chiedevano. (Rinnovabili.it)