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Sono cinque i casi di scabbia accertati da personale medico tra i passeggeri della Mare Jonio, il natante della Mediterranea Saving Humans da cui l’altro ieri sono sbarcati 31 migranti. La malattia cutanea molto diffusa in diverse zone dell’Africa, prende sempre più piede in Italia per gli arrivi di massa non controllati. Sconosciuta o dimenticata fino a qualche tempo fa in Italia se non per quanto riguarda i casi manifestati in alcune specie animali, il ministero della Salute la dà ormai come frequente nei luoghi in cui sostano molte persone: “Nell’ultimo decennio – scrive l’organismo sulla scorta di dati Ipasvi – in Italia si è riscontrato un aumento dei casi probabilmente a causa della crescente diffusione dei viaggi in Paesi (quindi anche “da” Paesi, nda) ove la malattia è più diffusa. I fattori che ne favoriscono la diffusione sono la scarsa igiene e la vita in comunità, per esempio sono stati osservati casi di scabbia nelle case di riposo, nei dormitori e nelle scuole materne”.

Il colpevole è un parassita che depone le uova nella pelle

E’ sempre il ministero della Salute a descriverne le caratteristiche: “La scabbia – scrivono gli esperti – è un’infestazione dovuta a un acaro parassita, lo Sarcoptes scabiei var. homini. Il suo ciclo evolutivo si compie interamente nell’uomo: dopo l’accoppiamento il maschio adulto rimane sulla cute mentre la femmina depone le uova sotto la superficie cutanea, dove vive in genere trenta giorni. Le larve attive emergono dopo 3-4 giorni e invadono la cute circostante, che appare arrossata e rilevata. Il sintomo più comune è il prurito intenso”.

Il contagio tramite contatto, saliva e per via sessuale

E’ il dottor Gaetano Scanni, dermatologo ed esperto di parassitosi cutanea, a delineare le caratteristiche della scabbia per quanto riguarda i frequenti casi di contagio. “Il contagio – afferma l’esperto – avviene principalmente attraverso contatti diretti pelle a-pelle ripetuti e/o prolungati. Una minoranza dei casi attraverso lenzuola o vestiti già contaminati. La via sessuale invece è la modalità più importante negli adulti sessualmente attivi. La scabbia non sa distinguere tra le persone pulite e quelle “sporche”.  Il luogo comune, secondo cui lavandosi spesso si riescono ad evitare infestazioni non è corretto. Anzi l’igiene troppo spinta attenua, in questo caso, le tracce dell’acaro portando i medici fuori strada con un notevole ritardo nella diagnosi e terapia. Il tempo d’incubazione asintomatico può durare fino a 1 mese durante il quale l’acaro colonizza parti sempre più estese della pelle senza suscitare alcun fastidio. Il prurito viene considerato il risultato della reazione immunitaria allergico-simile ai prodotti dell’acaro (saliva, feci e altre sostanze). Infatti in caso di seconda infestazione il prurito compare molto rapidamente in meno di 48 ore”.

Il protocollo di profilassi e le raccomandazioni del ministero

“Per prevenire un’epidemia – scrive il ministero della Salute – si raccomanda di evitare il contatto diretto con le persone infestate. Inoltre è opportuno trattare tutti i familiari, chi abita nello stesso locale e il partner sessuale, anche se apparentemente queste persone non manifestano i sintomi della malattia. Inoltre andrebbero trattate le persone a stretto contatto con il nucleo familiare infestato, amici molto stretti, collaboratrici domestiche o compagni di classe dei figli, se frequentano la casa. La circolare n.4 del 13 marzo 1998: “Misure di profilassi per esigenze di sanità pubblica. Provvedimenti da adottare nei confronti di soggetti affetti da alcune malattie infettive e nei confronti di loro conviventi o contatti.”, in caso di infestazione da acaro della scabbia, prevede l’adozione di:

  • Provvedimenti nei confronti del malato – Allontanamento della persona da scuola o dal lavoro fino al giorno successivo a quello di inizio della cura specifica. Non sono giustificati interventi straordinari, quali la chiusura dell’edificio o la disinfestazione. Per le persone ospedalizzate o istituzionalizzate, è previsto l’isolamento da contatto per 24 ore dall’inizio del trattamento.
  • Provvedimenti nei confronti di conviventi e di contatti – Sorveglianza clinica per la ricerca di altri casi di infestazione; per i familiari e per i soggetti che abbiano avuto contatti cutanei prolungati con il caso è indicato il trattamento profilattico simultaneo.
    In caso di epidemie è indicato il trattamento profilattico dei contatti.
    Il rischio di diffusione tramite indumenti, biancheria da letto e asciugamani è basso, ma può aumentare in caso di scabbia crostosa. Si raccomanda, quindi, di lenzuola, coperte e vestiti vanno lavati a macchina con acqua a 
    temperatura maggiore di 60 °C; i vestiti non lavabili con acqua calda vanno tenuti da parte per una settimana, per evitare reinfestazioni. Locali, tappeti e mobili imbottiti utilizzati dalla persona affetta da scabbia devono essere puliti e aspirati dopo l’uso e il sacchetto dell’aspirapolvere immediatamente gettato. Materassi e ambienti domestici vanno disinfettati con strumenti a getto di vapore. Gli oggetti che non possono essere lavati ma che sono utilizzati dalla persona infestata devono essere tenuti chiusi in un sacchetto di plastica per un paio di giorni.

Ma, nel caso dei migranti sbarcati, le linee guida del ministero vengono sempre rispettate oppure è frequente che vengano ignorate viste le visite lampo e la successiva degenza nelle strutture d’accoglienza, dove vengono esposti a possibili malattie sia gli altri ospiti che il personale sanitario che spesso patisce la carenza di mezzi e strumenti?

Si tende a minimizzare, ma il problema esiste

Istituzioni, organismi, ovviamente Ong e associazioni di (spesso presunto) volontariato, tendono a minimizzare. I migranti, affermano, arrivano in salute e si ammalano per le condizioni delle strutture in cui vengono collocati. La realtà è ben diversa, e basterebbero i soli casi di scabbia della Mare Jonio a dimostrarlo. A questo va aggiunto che i migranti nel caso dei soli sbarchi controllati (tanti sono quelli che avvengono nel silenzio generale e che riguardano i cosiddetti “barchini”) sono sottoposti a controlli sommari a causa della celerità con cui vanno eseguite le operazioni. Controlli sommari che non permettono di riscontrare virus (per l’ebola, l’Oms continua inspiegabilmente a rifiutare misure di contenimento) e simili. Si può comunque stare tranquilli? La diffusione sempre più massiccia di morbi in luoghi come “dormitori o scuole materne” raccontato dal ministero della Salute, non lascia ben sperare.

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Prove scritte concorso insegnanti, i primi dati del ministero

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Prove scritte concorso insegnanti, i primi dati del ministero | Rec News dir. Zaira Bartucca
Comunicato stampa

Si sono concluse le prove scritte del concorso per la Scuola dell’Infanzia e per la Primaria e stanno procedendo quelle per la Secondaria. I posti messi a bando complessivamente sono 44.654. Si sono svolti lunedì 11 (sessione mattutina e pomeridiana) e martedì 12 marzo (sessione mattutina) i tre turni di prove scritte del concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di 15.340 docenti, su posti comuni e di sostegno, nella Scuola dell’infanzia e nella Scuola primaria.

Mercoledì 13 e giovedì 14 marzo si sono svolte le prime quattro delle dieci sessioni di prove scritte del concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di 29.314 docenti, su posti comuni e di sostegno, nella Scuola secondaria di I e II grado. I candidati presenti alle tre sessioni per la Scuola dell’infanzia e per la Primaria sono stati 55.676, dei quali 44.615 sono stati ammessi alla prova orale. I candidati presenti ai primi quattro turni per la Secondaria di I e II grado sono stati 130.252, dei quali 113.543 sono stati ammessi alla prova orale.

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Bimbo nato morto a Palermo, la Procura apre un’inchiesta per presunte negligenze

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Bimbo nato morto a Palermo, la Procura apre un'inchiesta per presunte negligenze

È stata aperta un’inchiesta sulla tragedia avvenuta la notte del 5 novembre all’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo, dove un bimbo è nato morto. I genitori hanno presentato una denuncia ai Carabinieri e la Procura indaga sull’accaduto. Sulla vicenda è intervenuta l’associazione Codici, che ha deciso di presentare un esposto.

“Di fronte al dramma che si è consumato è doveroso fare chiarezza”, afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici. “Stando alla denuncia della famiglia, ci sarebbero state delle gravi lacune negli ultimi controlli. Come associazione siamo impegnati da anni in battaglie legali contro la malasanità. Non possiamo dire se quanto accaduto a Palermo sia l’ennesimo caso, di sicuro bisogna fare chiarezza e giustizia, nel caso dovessero emergere mancanze o errori”.

“Dalle ricostruzioni fornite dai parenti – prosegue la nota inviata dall’associazione – emerge, in particolare, il comportamento di un’ostetrica, che avrebbe deciso di non effettuare il tracciato la notte della tragedia, somministrando soltanto una medicina prescritta nei giorni precedenti. Un farmaco che sarebbe stato indicato pochi giorni prima al momento del ricovero in ospedale, dove la donna si era recata per una visita di controllo e dove sarebbe stato deciso di indurre il parto data l’alterazione della pressione sanguigna ed essendo alla 38esima settimana”.

“La sera del 5 novembre, stando sempre a quanto denunciato dalla famiglia, il tracciato era regolare e la donna sarebbe stata invitata dall’ostetrica smontante a presentarsi in sala travaglio per un nuovo tracciato e la somministrazione del farmaco. Come detto, la nuova ostetrica di turno non avrebbe effettuato il tracciato, ritenendo che non ce ne fosse bisogno. Nel giro di poche ore, però, la situazione sarebbe precipitata, fino al taglio cesareo d’emergenza intorno alle 23.30 ed il bimbo che è nato morto. Una gravidanza normale finita in tragedia. Alla magistratura il compito di fare chiarezza”, concludono dall’associazione.

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Assicurazioni RC Auto e clausole vessatorie, Codici: “Rispettare norme in vigore”

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Assicurazioni RC Auto e clausole vessatorie, Codici: "Rispettare norme in vigore" | Rec News dir. Zaira Bartucca

Nei contratti Rc Auto sarebbero presenti clausole vessatorie che violano le norme sulla concorrenza. È il motivo dell’azione legale congiunta promossa dalle associazioni dei consumatori, a cui partecipa anche Codici, che ha portato alla presentazione di numerosi esposti all’Antitrust per segnalare il comportamento ritenuto scorretto di diverse compagnie di assicurazioni.

“Alcune importanti società – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – applicano ai clienti clausole vessatorie in merito alla riparazione danni dei veicoli. Il tutto in piena violazione delle norme vigenti, che vietano alle compagnie di imporre agli assicurati gli operatori a cui rivolgersi per gli interventi sulle auto. Questa vicenda, a nostro avviso, è emblematica del potere delle lobbies. Hanno un’influenza enorme, che purtroppo esercitano in maniera negativa.

Le lobbies danneggiano l’interesse pubblico e gli interessi dei cittadini. È una realtà che non può più essere ignorata, ma che anzi deve essere presa in considerazione ed affrontata. Tornando alla vicenda delle assicurazioni e delle clausole vessatorie, la legge sulla Concorrenza del 2017 all’articolo 1 comma 9 prevede ‘per l’assicurato la facoltà di ottenere l’integrale risarcimento per la riparazione a regola d’arte del veicolo danneggiato avvalendosi di imprese di riparazione di propria fiducia’. Le compagnie assicurative, tuttavia, anche attraverso le reti agenziali e peritali, richiamando clausole contrattuali illegittime, condizionano pesantemente i danneggiati nella scelta del riparatore, indicando le carrozzerie presso cui eseguire obbligatoriamente gli interventi e limitando così la libertà del consumatore ed il suo diritto ad ottenere una riparazione a regola d’arte.

Una prassi vessatoria, contraria al quadro normativo comunitario in tema di concorrenza (articolo 101 TFUE), ed in piena violazione sia dell’articolo 16 della Carta Diritti Fondamentali UE sulla libertà d’impresa, sia dell’articolo 41 della Costituzione che tutela il diritto alla libera iniziativa privata. Dicevamo prima del potere delle lobbies. Ebbene, proprio in questi giorni alcuni emendamenti bipartisan al Ddl Concorrenza hanno tentato di bloccare tale pratica illegale, ma la lobby delle assicurazioni è riuscita ad ottenerne lo stop in sede parlamentare. Il tutto, è evidente, ai danni dei consumatori. Non è più possibile subire situazioni del genere. Per questo, oltre agli esposti all’Antitrust, siamo intenzionati anche a presentare al Governo ed al Parlamento una proposta condivisa affinché nel Ddl Concorrenza sia rafforzata la protezione dei diritti degli assicurati sancita nel 2017”.

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Diplomifici, parte l’indagine ispettiva del MIM. Reclutati 146 ispettori

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Diplomifici, parte l'indagine ispettiva del MIM. Reclutati 146 ispettori | Rec News dir. Zaira Bartucca
Comunicato stampa

In merito all’indagine di Tuttoscuola sul fenomeno dei “diplomifici” dal titolo «Maturità: boom dei diplomi facili», il Ministero dell’Istruzione e del Merito avvierà una indagine ispettiva. Nel frattempo, sarà bandito a breve un concorso per il reclutamento di 146 ispettori che porterà a saturare l’organico attuale (190 Posti). “Sotto il profilo normativo – fa sapere il MIM – verranno valutati alcuni correttivi che diano più strumenti in sede ispettiva per verificare la sussistenza dei requisiti per la parità. Si sta anche lavorando per inserire nella legge di Bilancio risorse idonee per incrementare ulteriormente l’organico dei dirigenti tecnici”.

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