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Come ampiamente annunciato, dopo le dimissioni di Draghi congelate fino a dopodomani e la decisione di Mattarella di rinviare tutto alle Camere si è alzato il coro delle “responsabilità”. Era chiaro che la prevedibilissima mossa di una politica ormai a corto di argomenti fosse questa, ma certo non era facile immaginarsi che i partiti fossero talmente tanto con l’acqua alla gola da convincere sindaci, rettori e associazioni a fare da “uomo sandwich” all’ex presidente della Bce.

Non è comunque dagli appelli tutt’altro che spontanei della società civile che passa il destino politico del premier: i giochi sono già stati fatti, ma questa – ovviamente – è la fase in cui si tengono le carte coperte. Qualche scenario comunque trapela, non è chiaro se sia in senso di anticipazione o nel tentativo di sviare la stampa: se non dovesse essere confermata la permanenza di Draghi, sostengono i centristi, sarebbe già pronto un governo Amato popolato da figure di spicco del Sud, tra ministri riconfermati, sottosegretari, ex governatori, ex sindaci, assessori e consiglieri regionali, con una buona componente calabrese.

Un possibile esecutivo che riuscirebbe senza sforzo a far rimpiangere il “banchiere centrale senza cuore” (auto-cit.) visto che Amato è l’uomo dell’unico prelievo forzoso della storia italiana, avvenuto nella notte tra il 9 e il 10 luglio del 1992. Dalla padella alla brace, dunque: tolto di mezzo l’uomo della Troika, resterebbe quello che fece cassa mettendo le mani nei conti correnti degli italiani con la scusa dell’economia barcollante, in realtà per far fronte al crollo della lira ordito da Soros e dal suo fondo “Quantum”.

Quel che appare abbastanza certo, in ogni caso, è che si tratti di Draghi o di un altro si dovrebbe trattare di un governo provvisorio in grado di trascinare la baracca fino alle prossime elezioni: negli scorsi giorni abbiamo anche anticipato che fino al 24 settembre non si voterà, perché ai deputati urge prima di tutto raggiungere la tanta agognata pensione, che verrebbe meno in caso di una fine anticipata della legislatura. In loro supporto (hanno calcolato anche questo), viene inoltre l’articolo 61 della Costituzione, che prevede che dallo scioglimento delle Camere ci siano 70 giorni per le elezioni.

A quel punto, tuttavia, gli attuali assetti sarebbero talmente contorti e sbilanciati (anche per effetto del Taglio ai parlamentari) da fare in modo dall’appuntamento con le urne si uscisse senza vincitori e senza vinti. Tanto dicono le percentuali e le conte matematiche. E’ qui che ben si piazza lo spoiler del senatore Matteo Renzi, che nella mattinata di oggi ha parlato di possibili nuovi assetti politici, e in particolare di una “lista unica tra Salvini e Berlusconi” che lascerebbe – è il sottotesto – fuori Fratelli d’Italia. Fermenti a quel punto giungerebbero anche dal Pd, che direbbe “basta” al segretario Letta, in odore di larghissime intese con Meloni. Secondo Renzi novità ci sarebbero anche in casa M5S, dove Giuseppe Conte si vedrebbe insidiare la leadership da Raggi o Di Battista.

Rec News dir. Zaira Bartucca – recnews.it

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POLITICA

Alluvione Emilia e PNRR, De Raho: “Al lavoro per capire se le Istituzioni hanno appoggiato la criminalità organizzata”

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Alluvione Emilia Romagna e PNRR, De Raho: "Al lavoro per capire se le Istituzioni offerto appoggio alla criminalità" | Rec News dir. Zaira Bartucca

“La carica di presidente della Commissione è espressione della maggioranza, così come nella scorsa legislatura, e la presidente Colosimo è espressione di questa maggioranza. Non c’è dubbio che ciascuno poi scelga la persona più adeguata secondo le proprie valutazioni”. Così è intervenuto il vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Federico Cafiero De Raho, ai microfoni del programma radiofonico di Radio Cusano Campus “Base Luna chiama Terra” condotto da Lorenzo Capezzuoli Ranchi, per discutere dell’elezione di Chiara Colosimo, esponente di Fratelli d’Italia, alla presidenza della Commissione e delle criticità legate alla criminalità organizzata a seguito dell’alluvione in Emilia-Romagna.

Durante l’intervista ha anche risposto alle critiche in merito alla sua elezione a vicepresidente come un tentativo di accontentare le opposizioni sostenendo: “E’ evidente che nell’ambito dei vice uno è espressione della maggioranza, l’altro delle opposizioni che hanno individuato in me il parlamentare che poteva rappresentare. È una lettura che non solo personalmente non colgo, visto che mi occupo di mafia dal 1979, ma riconosce il mio impegno in 43 anni di magistratura in cui mi sono occupato di tutte le mafie: camorra, ‘ndrangheta, cosa nostra”. E ha proseguito “il mio lavoro sarà quello di cercare alleanze, condivisioni e comprendere se vi sono state parti delle istituzioni malate che hanno offerto il loro appoggio e perché lo hanno fatto. Ma ciò che oggi innanzitutto bisogna capire è in che termini il PNRR potrebbe essere inquinato dalle presenze mafiose“.

De Raho ha poi sottolineato l’importanza di “un monitoraggio elevato delle situazioni di emergenza, come nel caso delle recenti alluvioni, al fine di tracciare il denaro e i mezzi coinvolti, contrastando così la possibile infiltrazione della criminalità organizzata. In merito a questo ha citato l’esempio del ponte di Genova, dove “il tracciamento ha contribuito a limitare l’interferenza della criminalità organizzata”.

“Bisognerà fare in modo – ha continuato De Raho – che tutto sia effettivamente rilevato, trasparente e chiaro, e soggetto a controlli da parte dei nuclei utilizzati dalla Prefettura, dell’Anac, delle Forze dell’Ordine e da parte di tutti coloro che sono tenuti a monitorare lo sviluppo dei lavori. Questo il compito che si ha in Emilia ma anche per i 200 miliardi di contratti pubblici che dovranno essere affidati” conclude il vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia.

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ATTUALITA'

Tribunale unico dei Brevetti, la sede distaccata in una città italiana

L’organismo si occuperà di soluzione delle controversie in materia di brevetti europei

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Tribunale unico dei Brevetti, la sede distaccata in una città italiana | Rec News dir. Zaira Bartucca

Una sezione distaccata della Divisione centrale del Tribunale Unificato dei Brevetti (TUB) è stata istituita a Milano. L’organismo si occuperà di soluzione delle controversie in materia di brevetti europei. L’intesa, negoziata per l’Italia dai ministeri degli Esteri e della Giustizia, sarà sottoposta a formalizzazione nel corso della prossima riunione del Comitato Amministrativo. La sezione milanese giudicherà su contenziosi che riguardano brevetti unitari provenienti da tutti i Paesi europei che fanno parte del TUB.

A seguito dell’uscita del Regno Unito dalla UE e dall’Accordo che istituisce l’organismo, è emersa la questione se si dovesse ricollocare ad altra sede quella prevista a Londra, che si affiancava alla sede centrale di Parigi e quella distaccata a Monaco di Baviera. In queste settimane il governo sta completando le procedure giuridiche e operative perché la sede sia operativa in un anno, riferiscono fonti istituzionali.

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POLITICA

Roccella: “Ridare valore sociale alla maternità”

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Roccella: "Ridare valore sociale alla maternità" | Rec News dir. Zaira Bartucca
(Ascolta) –

“Noi non siamo dei registi, quindi non vogliamo l’obbligo come in altre nazioni. Certamente il congedo deve essere sempre paritario, devono poterlo prendere sia i papà sia le mamme, però quello che vogliamo è rendere attrattivo il lavoro di cura, valorizzare la maternità e valorizzare il lavoro di cura. Questo perché oggi se io dico di essere una mamma, non ho alcun prestigio sociale, se invece dico di essere una donna in carriera sì. Bisogna tornare al valore sociale della maternità, cioè ricordare che una donna che fa un figlio, fa qualcosa per la comunità”. Lo ha detto Eugenia Roccella, ministra delle Pari Opportunità e della famiglia, intervenendo a 24 Mattino su Radio 24.

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POLITICA

Stati generali della natalità, “Ora riforma fiscale che metta al centro la famiglia”

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Stati generali della natalità, "Ora riforma fiscale che metta al centro la famiglia" | Rec News dir. Zaira Bartucca
Comunicato stampa

Gli Stati generali della natalità sono stati un’occasione importante per portare il tema della natalità al centro dell’agenda di governo, cercando di intervenire in quello che potremmo definire l’inverno della natalità. – Commenta Antonio Affinita, Direttore Generale del MOIGE – Dalla Presidente del consiglio Giorgia Meloni, intervenuta ieri, abbiamo ricevuto parole importanti di impegno concretoAuspichiamo quanto prima l’introduzione di una riforma fiscale che metta al centro la detrazione fiscale dei costi per la crescita e l’educazione dei nostri ragazzi, che ammontano per ogni figlio a 10/15mila euro annui. Non ha senso continuare a parlare di bassa natalità, se non mettiamo i genitori nelle condizioni di poter provvedere al mantenimento dei propri figli”.

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