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Il PNRR, l’Ucraina, l’energia. Le fonti rinnovabili, la gestione dell’emergenza, la riforma della Giustizia, l’europeismo e il “transatlantismo”. Mario Draghi nel corso del suo discorso al Senato di questa mattina ha rivendicato tutta la sua azione di governo, rinvigorito dagli appelli (spontanei? organizzati?) che in questi giorni sono andati moltiplicandosi. Un altro passo avanti verso il Bis, un nuovo “patto di fiducia”. Uno è stato senz’altro stretto con i leghisti: Salvini doveva essere l’ago della bilancia e per mandare giù un nuovo capitolo della saga del banchiere centrale senza cuore avrà messo sul tavolo quell’autonomia differenziata cui Draghi si è (a sorpresa) appellato nel corso del suo discorso.

Un dialogo a senso unico attraversato da applausi e dalle mani sul tavolo di Di Maio e Guerini, alfieri posti al capo di un gruppo di ministri apparsi stretti su Draghi, spalla a spalla, quasi a voler mimare quell’unità che in questi giorni i partiti hanno finto mancasse. Non sono mancati nemmeno gli incitamenti da stadio: “Siete pronti?”, la domanda del presidente del Consiglio. “Siete pronti?”, ripetuto due volte. Pronti a cosa? Draghi lo ha svelato agli italiani ridotti letteralmente alla canna del gas: al moltiplicarsi delle cartelle esattoriali, in nome della Riforma sulla riscossione con cui Draghi vorrebbe ripianare i buchi causati da politiche economicamente miopi: “1100 miliardi non riscossi, pari a oltre il 60% del prodotto interno lordo nazionale. Una cifra impressionante”. Recuperali ora, l’idea geniale del banchiere della Troika – quando 8 milioni di italiani faticano a mettere insieme il pranzo con la cena, a fare la spesa con il caro vita e a far fronte all’aumento dei consumi.

“Siete pronti?” Alla mannaia che calerebbe sul diritto a partecipare alle manifestazioni, che per questo esecutivo si chiamano “proteste non autorizzate e contro la maggioranza di governo”. Pronti? Al “contesto di emergenza” che si stacca dalle contingenze e diventa normalità. Sono questi i connotati dell’Italia, “un Paese libero e democratico” , aivoglia, non come quelli dove abita chi “prova a sedurci con il suo modello autoritario”. Nel corso del lungo intervento autocelebrativo non sono mancati neppure momenti di propaganda e strumentalizzazione, a un giorno dal trentennale dalla strage di Via d’Amelio: “Dobbiamo tenere la mafia lontana dal PNRR – la frase, come se le parole potessero più delle azioni – perché è il modo migliore per onorare la memoria di Falcone e Borsellino”.

Partono gli applausi che si fanno scroscianti nei partiti che le Procure vogliono si siano affidati alla criminalità per la raccolta di voti, per la gestione degli appalti, per aumentare la propria influenza sul territorio. Solo uno dei tanti cortocircuiti di un esecutivo che si tenta di scrivere il suo secondo capitolo, come è stato per il Conte bis. La storia si ripete e i copioni, ormai, non si cambiano neppure.

Rec News dir. Zaira Bartucca – recnews.it

Rec News dir. Zaira Bartucca

OPINIONI

Quello di Mollicone in realtà è un assist ai sostenitori dell’utero in affitto. Se non peggio

La frase del presidente della commissione Cultura della Camera ed esponente di FdI ha scatenato aspre polemiche sia tra i sostenitori della mercificazione del corpo della donna e sia, di contro, in chi ci vede un qualcosa di assolutamente ambiguo e fuori luogo

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Quello di Mollicone è un assist ai sostenitori dell'utero in affitto. Se non peggio | Rec News dir. Zaira Bartucca

“L’utero in affitto è un reato più grave della pedofilia”. Lo ha detto questa mattina il presidente della commissione Cultura della Camera ed esponente di FdI Federico Mollicone, ospite di Omnibus di La7. La frase ha scatenato aspre polemiche sia tra i sostenitori della mercificazione del corpo della donna e sia, di contro, in chi ci vede un qualcosa di assolutamente ambiguo e fuori luogo. Per quanto infatti Mollicone si sia affrettato a chiarire che lo sfruttamento di minori indifesi sia “un reato gravissimo”, rimane il mistero dell’utilità del paragone utilizzato.

Si può scomodare un reato che continua a mietere un sacco di vittime – con la compiacenza di tutti i governi che si succedono, compreso quello di Giorgia Meloni – e, in qualche modo, sdoganarlo e quasi scusarlo nell’ottica che ci sia qualcosa di “più grave”? Non sarebbe invece il caso che Fratelli d’Italia, oltre alla lecita battaglia sull’utero in affitto, cominciasse a dissociarsi da uscite assolutamente fuori luogo come quella di Mollicone e Nordio e iniziasse a rispondere a quella parte (tanta) dell’elettorato che anziché dichiarazioni ambigue chiede la punizione immediata di tutti i colpevoli di reati ai danni di bambini e minorenni? Perché fare una cosa non esclude l’altra, e bisognerebbe informare il presidente della Commissione Cultura che non ci sono reati migliori di altri.

Che poi dire una frase come quella pronunciata da Mollicone è come fare un clamoroso autogol, o meglio come dare un assist – cosa che in effetti ha fatto – ai sostenitori della pratica dell’utero in affitto. Messa così, l’ascoltatore medio chiamato a decidere quale reato sia più grave, è quasi tentato a provare più simpatia per la maternità surrogata se dall’altro lato della bilancia ci sono le violenze a danno di malcapitati minori. Insomma secondo gli ideatori di dichiarazioni di questo tipo – ovviamente riprese da tutta la stampa mainstream – il risultato in un modo o nell’altro è sempre garantito, se con risultato si intende il tentativo di normalizzare delle pratiche abominevoli e disumane, oltre che illegali.

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POLITICA

Edilizia scolastica, stanziati 936 milioni per 399 istituti. Gli interventi regione per regione

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Edilizia scolastica, stanziati 936 milioni per 399 istituti. Gli interventi regione per regione | Rec News dir. Zaira Bartucca
Comunicato Stampa

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato l’elenco di 399 interventi di edilizia scolastica indicati dalle Regioni a seguito dello stanziamento di risorse aggiuntive avvenuto con decreto del Ministro del 7 dicembre 2022 e finanziati con circa 936 mln di risorse nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, immediatamente attuativi.

Gli interventi sono dedicati a messa in sicurezza degli istituti, alla riqualificazione, all’adeguamento sismico e antincendio, all’eliminazione delle barriere architettoniche e sono stati individuati nei Piani presentati dalle Regioni entro lo scorso 17 febbraio. I Comuni e le Province possono avviare subito la definizione delle progettazioni e le procedure per l’appalto dei lavori. Con successivo decreto verranno autorizzati alcuni ulteriori interventi, utilizzando i residui della programmazione (scorri in basso per vedere la tabella con gli interventi, regione per regione).

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ESTERI

Cooperazione russo-cinese, annunciata la firma di documenti bilaterali

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Cooperazione russo-cinese, annunciata la firma di documenti bilaterali | Rec News dir. Zaira Bartucca

Il 20 marzo 2023 il presidente cinese Xi Jinping si recherà in visita di Stato in Russia. Durante i colloqui verranno discusse questioni inerenti lo sviluppo del partenariato globale e della cooperazione strategica tra Russia e Cina. In agenda anche la cooperazione russo-cinese sulla scena internazionale. Da parte del Cremlino l’annuncio della firma di “importanti documenti bilaterali”.

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POLITICA

Un’altra incongruenza della Riforma Cartabia

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Un'altra incongruenza della Riforma Cartabia | Rec News dir. Zaira Bartucca

Si tratta di una materia tecnica e articolata, ma ha un effetto diretto su centinaia di migliaia di famiglie italiane, quelle cioè che hanno un’esecuzione immobiliare in corso. Una casa in asta, insomma. Solo nel 2022 sono state pubblicate sul Portale di Vendite Pubbliche oltre 191.000 aste, da sommare alle centinaia di migliaia di lotti pubblicati negli anni precedenti e non assorbiti dal mercato. E con il D. Lgs n. 149/2022, attuativo della Riforma Cartabia, cambiano molte cose. Il 30 giugno entrerà in vigore, tra l’altro, una novità che ha un impatto diretto sulle esecuzioni immobiliari. Peccato che ci sia un’incongruenza che potrebbe rendere del tutto nulla la novità. Lo spiega Lucjiana Lozancic, amministratore delegato di Case Italia e Rendimento Etico, società di servizi immobiliari specializzati nella risoluzione del debito.

“Con la riforma Cartabia, il legislatore introduce la “vendita diretta” dei beni esecutati in alternativa alla vendita all’asta “ordinaria”. In parole semplici, chi si è visto pignorare la casa avrà la possibilità di venderla ad acquirenti privati. Lo scopo è coinvolgere l’esecutato nella vendita del bene pignorato. Perché dovrebbe farlo? Semplice: per evitare che, in caso di asta deserta, la casa sia rimessa in vendita a un prezzo inferiore”. Infatti, spiega l’esperta, “la vendita in asta di una casa spesso non risolve i problemi di debito dei proprietari”. I meccanismi delle aste portano spesso alla svalutazione dell’immobile, con il risultato che nella maggior parte di casi la vendita non soddisfa i diritti dei creditori.

“Riteniamo che la vendita diretta potrebbe rappresentare un’alternativa interessante per la persona con la casa in asta. Inoltre, la riforma vorrebbe tutelare i creditori dalla svalutazione del bene. Peccato che la vendita diretta al momento risulti “monca”. Infatti, chiunque voglia presentarsi a un’asta, sa che vi è la possibilità di offrire fino al 25% in meno rispetto al prezzo base d’asta, partecipando con un’offerta minima. Se l’acquirente acquista direttamente dall’esecutato, stando alle interpretazioni attuali della riforma, deve corrispondere il prezzo base. Insomma: non gli conviene”.

“E questo dettaglio – prosegue Lozancic – fa la differenza: potrebbe rappresentare un passo indietro per la risoluzione definitiva del debito. Riteniamo che per la risoluzione del debito l’attività dei professionisti in grado di trattare direttamente con i creditori, continuerà ad essere indispensabile anche dopo l’attuazione della riforma, anche perché cercare una soluzione professionale PRIMA che la casa vada all’asta è sempre preferibile e spesso anche possibile”.

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