
La dichiarazione sibillina del presidente dell’Istat: saremo la metà
Blangiardo non ha usato mezzi termini per definire il tracollo demografico che spetta all’Italia
Saremo la metà. Il presidente Blangiardo non ha usato mezzi termini per definire il tracollo demografico che spetta all’Italia tra decessi, poche nascite e invecchiamento generale della popolazione. C’è da dire che dal trend in discesa avevano messo in guardia numerosi istituti, osservatori e lo stesso Senato, che si è speso in diverse attività di divulgazione che abbiamo riportato. Però fino a questo momento le previsioni non erano mai state così cupe. Non più qualche milione in meno, ma addirittura la metà.
Gli italiani – nonostante l’immigrazione massiva che genera di anno in anno nuovi nazionalizzati – rischiano quasi di scomparire. Un allarme sociale, storico ed economico repentinamente aggravato nell’ultimo periodo, le cui cause precise però non sono state ancora specificate e rese note. Blangiardo – pur lanciando l’allarme dalle colonne del Sole 24 Ore – resta vago e in parte si rifà alla “pandemia”, i cui numeri sono tuttavia molto più confortanti.
“Con il passare del tempo – ha detto il presidente dell’INPS – la popolazione perde la sua fisionomia iniziale: stante l’aspettativa di vita alla nascita di circa 80 anni, 400mila nascite sono compatibili con una popolazione che nel lungo periodo si ferma a poco più di 30 milioni, non di 59 come è adesso. Il sistema politico e quello economico devono muoversi per tempo, altrimenti la prospettiva per l’Italia non è solo l’invecchiamento generale della popolazione, di cui si parla tantissimo ma alla fine sembra che non sia una vera emergenza, ma anche un serio rischio per la nostra economia”.
PRIMO PIANO
Minori sottratti e affidi illeciti, udienza per un assessore e un’assistente sociale

Si è tenuta il 16 marzo a Mantova l’udienza in Camera di Consiglio che ha riguardato un assessore del Comune e un’assistente sociale. Entrambi sono accusati di aver avuto un ruolo in una vicenda di sottrazione di una minore. Iscritta nel registro degli indagati anche una terza figura, quella di una curatrice del minore. Dopo il trasferimento del giudice di ottobre di cui abbiamo dato conto, l’udienza slitta ora di altri sette mesi: è prevista per il 5 ottobre.
PRIMO PIANO
Gestione della pandemia, archiviazione per i componenti del governo Conte
Cestinate le denunce delle associazioni dei familiari delle vittime, di consumatori e sindacati

Il Tribunale dei Ministri di Roma ha archiviato la posizione dell’ex premier Giuseppe Conte e degli ex Ministri Roberto Speranza, Luciana Lamorgese, Lorenzo Guerini, Luigi Di Maio, Roberto Gualtieri e Alfonso Bonafede indagati in seguito alle denunce da parte di associazioni dei familiari delle vittime, di consumatori e di alcuni sindacati relativamente alla gestione della pandemia. Lo rende noto l’Ansa.
POLITICA
Lollobrigida fa ammenda: “Piantedosi non si tocca”

“Piantedosi non si tocca”. Francesco Lollobrigida, cognato della Meloni, lo dice oggi dalle colonne del Tempo dopo la fuga di notizie dai palazzi che davano per buono un tentativo di sostituzione a opera della stessa premier. Uno spoiler che è costato una retromarcia immediata, e che ha costretto il ministro dell’Agricoltura a precisare la “fiducia” che ci sarebbe verso il ministro dell’Interno. “Il al suo posto? Lo escludo”, il suo commento.
POLITICA
Covid. Conte, Speranza e Co. indagati per omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti di ufficio

Avrebbero dovuto fare di più il governo Conte, il Cts e la Regione Lombardia – da dove è partito il primo focolaio italiano di covid – per contrastare la “pandemia”. Questo sostengono i pm che hanno concluso le indagini su alcuni dei fatti di Bergamo. Stando a quanto è stato possibile appurare, al centro dell’attività di indagine ci sarebbe il mancato contenimento dei “contagi” che sarebbe stato promosso nel corso della cosiddetta “prima ondata”. Tutto il resto, gli anziani abbandonati nelle RSA, i malati che venivano lasciati fuori dai pronto soccorso e le vaccinazioni obbligatorie – avrebbe potuto non esistere se solo non ci fossero state negligenze e se solo, evidenzia il procuratore aggiunto Maria Cristina Rota, “si fossero messe in campo misure di prevenzione e di contenimento tra gennaio e febbraio 2020”.
I reati contestati sono, dunque, quelli di “epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti di ufficio”. Venti gli indagati. Tra questi figurano l’ex premier Giuseppe Conte, l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, l’allora presidente del Cts Agostino Miozzo (ora consulente del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto), l’allora capo della protezione civile Angelo Borrelli, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e il suo assessore Giulio Gallera, il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro e il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli. E ancora l’ex capo della prevenzione del ministero della Salute Claudio D’Amario, l’ex segretario generale Giuseppe Ruocco e l’attuale responsabile delle malattie infettive Francesco Maraglino. (continua a leggere in basso).
Esiste poi un secondo filone di inchieste romano che riguarda il mancato aggiornamento del piano pandemico per il quale sono indagati per “omissione di atti di ufficio” oltre ai dirigenti ministeriali Ruocco e Maraglino anche l’ex dirigente Oms Ranieri Guerra, che a Bergamo è anche indagato per “false informazioni ai pm”. Gli ex ministri della Salute Giulia Grillo e Beatrice Lorenzin (assieme a Roberto Speranza) sono indagati per “l’omessa istituzione o rinnovo del comitato nazionale per la pandemia”.
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