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In Europa dopo il vociare sulla “positività” di otto calciatori della Nazionale Ucraina i riflettori si sono spenti sulla partita che avrebbe dovuto disputarsi a partire dal 17 novembre. Più a est no, anzi, a epilogo vicenda, le polemiche sono più aspre che mai. Perché Svizzera-Ucraina alla fine non solo non è stata giocata, ma i giochi dei palazzi sportivi e quelli di una Uefa (guarda caso) di stanza a Nyon hanno deciso per una sconfitta tecnica che ha favorito apertamente gli elvetici. Così, quelli che in settimane di partite hanno accumulato pessime figure e sconfitte più che punti, si sono trovati in corsa per la Divisione A. Gli ucraini di Shevchenko che erano in piena corsa, invece, hanno dovuto accettare un 3-0 deciso a tavolino e – di fatto – un ingiusto declassamento verso la Divisione B. Un pareggio avrebbe salvato capre e cavoli ma, evidentemente, non era questo l’intento.

I malumori sono tanti, ma la Uefa resta in silenzio. Sheva, intanto, mastica amaro: “Esiste il fairplay – ha detto – ma la partita va decisa in campo. Non discuto sulla correttezza o meno della decisione, ma io come ex giocatore e allenatore della nazionale credo che le partite debbano essere decise sul campo. La nazionale ucraina era pronta per questo. Siamo arrivati ​​con la rosa che ci serviva e i test erano favorevoli. Ce n’era abbastanza per giocare la partita”.

Come se non bastasse, la nazionale ucraina mentre aspettava la decisione dell’organismo si è trovata in una situazione alquanto singolare. Appese le maglie al chiodo e “posati i palloni”, la squadra ha vissuto una surreale esperienza bucolica. L’ha raccontata il centrocampista dei gialloblu Oleksadr Zinchenko. “Abbiamo seguito tutte le regole dettate dalla Uefa, ma poi ci siamo trovati nostro malgrado in una situazione divertente. Perché non diciamo quale campo ci ha regalato la Svizzera per l’allenamento mattutino? Non abbiamo potuto prendere nemmeno i palloni. Il campo era un vero orto. Ho visto tanta mancanza di rispetto. Non credo che fosse impossibile trovare un campo in tutta la Svizzera per allenanare una Nazionale. C’era solo sporcizia”. Critico anche Shevchenko: “Ricorderemo l’atteggiamento avuto nei nostri confronti”. Intanto la Federcalcio ucraina annuncia un ricorso contro la dcisione della UEFA di assegnare la sconfitta tecnica presso il Tribunale arbitrale dello sport di Losanna.

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FUN

Chi è Sarafine, la quota alternativa che ha alzato il livello di X Factor

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Chi è Sarafine, la quota alternativa che ha alzato il livello di X Factor | Rec News dir. Zaira Bartucca

Diciamocelo subito: in un programma cento per cento commerciale che ha come unico guizzo le esternazioni di Morgan, ascoltare Sarafine – al secolo Sara Sorrenti – è abbastanza spiazzante. C’è chi l’ha definita la “quota stile” di questa edizione di X Factor, ma rappresenta, in realtà, forse quella quota alternativa di cui c’era assoluta necessità. Calabrese di Vibo Valentia, producer, cantante di tutto rispetto e 34enne: Sarafine fino a questo momento ha catturato il pubblico con una rivisitazione di un’aria della Carmen di Bizet, con un gradevole stravolgimento di “Get up stand up” di Bob Marley per la serata dedicata alle canzoni ribelli e con un arrangiamento geniale di “Eleanor Rigby” dei Beatles (in basso).

Un’esplosione di energia, qualità e creatività che ha ancora più valore se si fa qualche paragone. Perché ne corre di differenza tra lei e l’umore plumbeo di Gaetano De Caro – eliminato nell’ultima puntata – tra la sua volontà di dare nuova vita anche a canzoni trite e ritrite e gli acuti tutt’altro che piacevoli degli Stunt Pilots e, ovviamente, tra la sua voce e i miagolii sconnessi di Settembre.

Non è esagerato dire che Sarafine dopo il mancato recupero di Anna Castiglia (che aveva acceso le speranze di chi non vuole sentire solo roba commerciale) è riuscita ad alzare il livello medio di X Factor. Certo, ci sono ancora in gara gli Astromare, Il Solito Dandy e il lanciatissimo Matteo Alieno che in fatto di ascolti mensili ha surclassato – a sorpresa – tutti, ma i motivi per scommettere sulla vittoria di questo giovane talento meridionale ci sono tutti.

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ARTE & CULTURA

Al via la quarta edizione del Festival del cinema russo

Si parte sabato 4 settembre nell’incantevole cornice di Villa Olmo, sul lago di Como e si chiude il 16 in Piazza Duomo, nell’AriAnteo di Palazzo Reale. Tutti gli appuntamenti

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Al via la quarta edizione del Festival del cinema russo | Rec News dir. Zaira Bartucca

A Milano torna per la sua IV° edizione il Premio Felix 2021 – Festival del Cinema Russo. Un’edizione di ripartenza che vuole celebrare e sostenere il Cinema e tutti i suoi comparti, nonché gli appassionati di un’Arte che è per tutti. Partirà sabato 4 settembre nell’incantevole cornice di Villa Olmo, sul lago di Como, toccando poi luoghi ricchi di fascino: dai Giardini Estensi di Varese, Vedano al Lambro, la Biblioteca Ambrosiana e il Cinema Anteo di Milano, per culminare nella serata del 16 settembre, nel cuore di Milano, in Piazza Duomo, nello storico AriAnteo, di Palazzo Reale. Nella Serata di Gala è prevista una proiezione importante fuori concorso con ospiti del mondo dello spettacolo e della cultura. Durante la serata la Giuria 2021 assegnerà i Premi dell’edizione 2021.

Il Premio Felix propone una selezione di 8 film e 7 documentari contemporanei molto diversi tra loro, irriverenti, ironici o drammatici, ma legati da un importante fil rouge: una morale positiva e la speranza che ne deriva.“In questa nuova imperdibile rassegna – dichiara Rossella Bezzecchi, promotrice culturale tra la Russia e l’Italia – vorremmo dare la possibilità di riflettere attraverso pellicole che raccontano storie di vita e documentari che ci mostrano aspetti importanti della cultura, dell’artigianato e del design russo”. Programma completo della IV edizione del Premio Felix:

4 settembre ore 15.00 Villa Olmo, Via Simone Cantoni, 1, Como
7 settembre
 ore 20.30 Giardini Estensi, Via Luigi Sacco, 5, Varese
8 settembre
 ore 19.00 Via Italia, 13, Vedano al Lambro
9 settembre
 ore 20.30 Giardini Estensi, Via Luigi Sacco, 5, Varese
13 settembre
 ore 18.00 Biblioteca Ambrosiana, piazza Pio XI, 2, Milano
14 settembre
 ore 13.00 – 22.00 Cinema Anteo, piazza XXV Aprile, 8, Milano
15 settembre
 ore 13.00 – 22.00 Cinema Anteo, piazza XXV Aprile, 8, Milano
16 settembre
 ore 18.30 AriAnteo Palazzo Reale, piazza Duomo, 12, Milano

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La figlia di un noto rocker tra i fantini del Rolex Gp di Roma

Non è la prima volta che la gara ha partecipanti inusuali: negli anni scorsi la vittoria è andata all’italiana Natalie Perrone de Noailles, contessa e moglie del direttore di un quotidiano italiano

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La figlia di un noto rocker tra i fantini del Rolex Gp di Roma | Rec News dir. Zaira Bartucca

Oggi si è tenuta la giornata finale del Rolex Gp di Roma, la competizione ippica vinta dal tedesco David Will che ha visto tra i partecipanti dei fantini che non ci si aspetterebbe. C’era, per esempio, Jessica Springsteen, la figlia del noto rocker Bruce Springsteen, che si è classificata terza. Non è la prima volta che la gara ha partecipanti inusuali: nel 1953 la vittoria andò all’italiana Natalie Perrone de Noailles, contessa e moglie di Alessandro Perrone, a sua volta cavaliere e direttore per oltre vent’anni del Messaggero.

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Paesaggi, arte e bicicletta, Bolzano riparte dal tempo libero

Dopo un inverno lungo e difficile segnato dall’incertezza, la voglia di ricominciare è tanta. E’ grande la voglia di ritrovare il piacere di viaggiare in libertà, di visitare luoghi, di partecipare a eventi ed incontrare gente. Bolzano è pronta

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Paesaggi, arte e bicicletta, Bolzano riparte dal tempo libero | RN dir Zaira Bartucca

Dopo un inverno lungo e difficile segnato dall’incertezza, la voglia di ricominciare è tanta. E’ grande la voglia di ritrovare il piacere di viaggiare in libertà, di visitare luoghi, di partecipare a eventi ed incontrare gente. Bolzano è pronta a ripartire e lo fa nella sua veste più bella: in questo periodo la città dai mille volti dà il meglio di sé in una vera e propria esplosione di colori e di profumi che trasformano ogni angolo della città in suggestivi tableaux vivants. Ben 130 ettari di verde pubblico, distribuito lungo le passeggiate storiche del Guncina e di Sant’Osvaldo, nei 52 parchi e nei 2500 mq di aiuole delle piazze cittadine e nelle isole spartitraffico dove i fiori sbocciano rigogliosi e le piante mediterranee sono bellissimi “arredi urbani”.

E da dove se non dai fiori poteva partire la rinascita bolzanina? L’anima paesaggistica della città, meravigliosa porta delle Dolomiti, si svelerà infatti in tutto il suo splendore durante la variopinta kermesse Bolzano In Fiore Arte, una festa che per 10 giorni (dal 21 maggio al 2 giugno) invita a scoprire gli angoli più belli del capoluogo altoatesino attraverso un suggestivo percorso tra natura e arte. Tre i palchi – al parco dei Cappuccini, in piazza della Mostra e in piazza Walther – sui quali per tutta la durata del festival si susseguiranno spettacoli di danza, musica e teatro organizzati in collaborazione con le istituzioni culturali di Bolzano.

Per la prima volta, inoltre, RespirArt porterà a Bolzano 11 installazioni d’arte contemporanea firmati da artisti altoatesini, trentini e del Tirolo che utilizzando materiali presi in natura e di recupero, dialogheranno con la città, le sue architetture e i suoi diversi volti. Visite guidate accompagneranno ospiti e cittadini alla scoperta di questo percorso artistico unico nel suo genere. Il 24 maggio, il palco del Parco dei Cappuccini ospiterà un esclusivo Gala dei Solisti dell’Opera di Lubiana diretti dal coreografo e direttore Renato Zanella. Un evento che vedrà anche la partecipazione di un ospite spciale italiano. A chiudere l’evento, il concerto in piazza Walther firmato Südtirol Jazzfestival.

Ogni luogo d’interesse bolzanino, inoltre può essere raggiunto in bicicletta, perché la vasta rete di piste ciclabili (50 chilometri) collega tutti i luoghi strategici della città e anche della periferia. Non c’è dubbio quindi che Bolzano sia davvero una città ciclabile, e che esprima la sua anima verde anche su due ruote. Con una media annuale di quasi il 30% di mobilità ciclabile (compresi gli spostamenti dei pendolari) Bolzano è una delle migliori della classe tra le città italiane e vincente anche nel confronto europeo, con otto piste ciclabili principali e molti percorsi secondari sparsi per la città.

Il capoluogo altoatesino gode inoltre di un vantaggio naturale: essere situata all’incrocio tra la Valle dell’Adige, la Valle Isarco e la Val Sarentino. Gli appassionati di ciclismo sanno bene come sfruttare questo vantaggio. La segnaletica colorata dedicata ai percorsi in bici indica zone e luoghi di interesse nelle vicinanze, mentre un servizio economico di noleggio di biciclette in posizione centrale, da Pasqua a ottobre, facilita le attività spontanee sulle due ruote. Tantissimi poi gli eventi ciclistici che durante tutto l’anno attraggono pro e appassionati in città e fuori. 

Come resistere quindi a una pedalata tra i meleti in fiore nella Val d’Adige, una gita su due ruote ai vari castelli della zona o un’escursione, anche più impegnativa, in mountain bike sui pendii circostanti? Gli itinerari sono davvero tanti, da scegliere in base alle proprie capacità, all’umore e al tempo a disposizione.


 

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