
Disoccupazione, Italia sempre più giù. Germania e Spagna sempre meglio
I dati Eurostat: il 16,3% di chi cerca lavoro in Europa è italiano. E’ il doppio rispetto al 2009. In meno di dieci anni la percentuale di chi non ha un’occupazione è aumentata di quasi otto punti
(Adnkronos) – Lo scorso anno in Italia 2,7 milioni di persone erano in cerca di lavoro. Rispetto al 2009, quando i disoccupati erano 1,9 milioni, si registra un incremento del 44,5%. Certo, osservando gli ultimi anni, con il record raggiunto nel 2014, quota 3,2 milioni di disoccupati, c’è chi guarda il bicchiere ‘mezzo pieno’. Ma andando ancora di qualche anno indietro ci si rende conto che il Paese è ancora in forte difficoltà. I dati, contenuti nelle tabelle dell’Eurostat ed elaborati dall’AdnKronos, mostrano che rispetto al totale delle persone in cerca di lavoro all’interno dell’Ue a 28, che ammonta a 16,9 milioni di cittadini, la quota italiana è pari al 16,3%. Nel 2009, invece, i disoccupati in Europa erano 21,4 milioni di cui l’8,9% erano italiani.
In meno di 10 anni la percentuale degli italiani disoccupati nel confronto con il dato continentale è aumentata di 7,4 punti percentuali. I grafici mostrano che il dato peggiora anche rispetto alla popolazione complessiva residente in Italia; infatti nel 2009 risultava disoccupato il 4,2% del totale mentre, lo scorso anno, il dato è salito al 6,1%. In deciso aumento, ovviamente, è anche la percentuale di disoccupati rispetto alla popolazione ‘attiva’ che dal 7,7% è passato al 10,6%.
FRANCIA – L’Italia non è l’unica a trovarsi in una situazione peggiore rispetto al 2009: in Francia i disoccupati sono passati da 2,6 milioni a 2,7 milioni, con un incremento del 3%. Un dato ben lontano da quello ‘made in Italy’, che inoltre deve confrontarsi con altri Paesi dove le cose sono andate molto diversamente.
SPAGNA – Osservando solo le principali economie con cui di solito vengono fatti i confronti, emerge che la Spagna dai 4,1 milioni del 2009 è passata a 3,5 milioni, con una riduzione del 16,2%.
GERMANIA – E il confronto con la Germania mostra addirittura una realtà opposta rispetto a quella dell’Italia: le persone in cerca di lavoro sono passate da 3,1 milioni del 2009 a 1,5 milioni dello scorso anno, con una riduzione del 47,4%.
ECONOMIA
PNNR e PMI, stanziati 4 miliardi con il Fondo 394
Cosa prevede, le condizioni di finanziamento e chi può accedere

Quattro miliardi alle imprese italiane, con un’attenzione per quelle piccole e medie che desiderano espandersi all’estero. E’ la dotazione del Fondo Simest 394 che è stato presentato questa mattina alla Farnesina alla presenza del vicepremier e ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani. Nel corso dei lavori la firma del protocollo d’avvio da parte del presidente dell’Agenzia ICE Matteo Zoppas.

Cosa prevede il Fondo 394
Il fondo sostiene solo le filiere che si occupano di export e che sposano i programmi inerenti la transizione ecologica e digitale. Previste “condizioni dedicate” per le imprese che hanno interessi in aree quali i Balcani occidentali e nei territori alluvionati dell’Emilia Romagna. Nel dettaglio, il fondo 394 prevede finanziamenti a tassi agevolati fino allo 0,464% (tasso luglio 2023), a cui si aggiunge una quota di cofinanziamento a fondo perduto fino al 10%. Sei le linee di intervento: transizione digitale o ecologica, inserimento mercati, certificazioni e consulenze, fiere ed eventi, e-commerce e temporary manager.
ECONOMIA
“L’Euro digitale dovrebbe affiancare il contante, non abolirlo”

“Mentre i pagamenti stanno diventando sempre più digitali, per molte persone il contante rimane il re. L’euro digitale dovrebbe integrare il contante, ma non sostituirlo. Sono lieto di constatare che la Commissione sta pensando a come trattenere il contante come mezzo di pagamento.” Così l’eurodeputato Markus Ferber, portavoce del gruppo PPE nella Commissione affari economici e monetari del Parlamento europeo. Il commento è arrivato contestualmente alla presentazione in Commissione del pacchetto sulla moneta unica, che include un “quadro giuridico” sulla moneta digitale.
“Gli attuali elementi di progettazione suggeriscono che l’euro digitale sarà essenzialmente utilizzato solo per i pagamenti al dettaglio. I maggiori vantaggi, tuttavia, di una valuta digitale sarebbero nel mondo degli affari. Dobbiamo almeno mantenere aperta la possibilità di futuri aggiornamenti. Se introduciamo una versione digitale della moneta unica, deve essere pronta a cogliere le opportunità del mondo digitale”, ha concluso Ferber.
ECONOMIA
Istat: le famiglie italiane hanno sempre meno potere d’acquisto

Crolla, nel quarto trimestre del 2022, il potere d’acquisto delle famiglie italiane. Lo sottolinea l’Istat, secondo cui la crescita del reddito disponibile, accompagnata da un aumento dei prezzi al consumo particolarmente forte, ha comportato una significativa diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie, pari a -3,7%. fsc/gtr
DOC
Istat, a picco i consumi delle famiglie italiane

Forte calo della spesa delle famiglie. Lo registra Istat nella nota sull’andamento dell’economia italiana di febbraio appena pubblicata. “Lo scenario internazionale – rileva l’Istituto Nazionale di Statistica – resta caratterizzato da un elevato grado di incertezza e da rischi al ribasso. Si inizia a profilare un percorso di rientro dell’inflazione più lungo di quanto inizialmente previsto. Il Pil italiano, nel quarto trimestre 2022, ha segnato una lieve variazione congiunturale negativa a sintesi del contributo positivo della domanda estera netta e di quello negativo della domanda interna al netto delle scorte”. In basso il report integrale