
Gian Luca Rana e il “finocchio”, la Fake news è servita
Il figlio del re dei tortellini accusato di omofobia. Per il mainstream avrebbe articolato un dipendente con un epiteto poco piacevole e sarebbe stato condannato, ma la verità è un’altra
Il mostro da sbattere in prima pagina e cui dare addosso dall’alto di presunti scranni digitali per un giorno è stato Gian Luca Rana. Cinquantatré anni, unico figlio di Giovanni, nel 1980 diventa Amministratore Delegato dell’azienda di famiglia, con l’intento di estendere i principi della buona cucina italiana anche al di fuori del Belpaese. L’idea è quella di rivedere la tradizione in termini industriali (Giovanni negli anni ’60 fu quello che “regalò” i tortellini in busta alle casalinghe ormai troppo assorbite dal quotidiano per poterli realizzare da sole) e di estendere il concetto di famiglia anche ai dipendenti. Un nucleo familiare allargato, fatto di ben 3200 dipendenti distribuiti in 52 paesi.
Come in tutte le famiglie, però, anche a casa Rana esisterebbero le “pecore nere”: è il caso di due manager fuoriusciti dall’azienda che avrebbero intentato una causa verso Gian Luca Rana per aspetti che con l’omofobia non c’entrano nulla, e cioè per presunti mancati pagamenti e per presunte accuse di mobbing che già erano state rigettate in primo grado. Sarebbero stati i due ex dirigenti a “vendicarsi” della decisione, e a gridare a vanvera nomi di ortaggi per convincere l’opinione pubblica dell’esistenza di un Gian Luca Rana che amava approfittarsene della posizione gerarchica e fare del cameratismo con i dipendenti più stretti.
Fuffa per pettegoli o, meglio, l’altra versione, quella di cui la stampa commerciale che si compiace di rintracciare omofobia e razzismo anche dove non c’è, si è sentita di appoggiare, come al solito senza verifica e omettendo particolari importanti. Come da prassi, senza neppure dare spazio a un minimo di contraddittorio. A dare la prima versione in grado di spiegare tanti aspetti rimasti nell’ombra è stata nella giornata di ieri L’Arena, giornale di Verona fondato nel 1866. Nell’articolo in cui se ne dà conto, la testata riporta come “già nel 2010 in primo grado il tribunale” avesse “escluso qualsiasi condotta o atteggiamento omofobo in capo all’azienda. Inoltre le originarie accuse (…)” erano “state rigettate in primo grado, né tantomeno appellate dallo stesso”.
L’ordinanza della Corte di Cassazione. Sempre L’Arena riporta che dall’azienda “viene sottolineato che l’ordinanza della Corte di Cassazione si basa solo su presunzioni desunte dalla testimonianza di altri due ex dirigenti fuoriusciti dall’azienda, parti in causa di pregressi contenziosi con il Pastificio. Tutto il Pastificio Rana e in particolare Gian Luca Rana tengono a precisare che il quartier generale di San Giovanni Lupatoto sono profondamente rammaricati dalla strumentalizzazione di una vicenda che, è bene ribadirlo, nulla ha a che fare con il tema della discriminazione e dell’orientamento sessuale”. Tanto più che con buone possibilità un datore di lavoro che non avesse una buona opinione degli omosessuali, non ne avrebbe di certo tenuto in azienda uno per ben sette anni, come ammette la stessa “informazione” commerciale.
Rana come Barilla e Mulino Bianco. Non è la prima volta che un’azienda italiana si trova a dover fronteggiare attacchi che godono di regie, braccia operative ed eminenze grigie. Che, spesso, vengono ripresi dall’opinione pubblica, avvezza ad indignarsi in maniera istantanea senza domandarsi se, in realtà, dietro non ci sia dell’altro. Era capitato già a Barilla e Mulino Bianco, finiti nel vortice delle polemiche negli scorsi anni per aver proposto troppo spesso l’idea di famiglia tradizionale, per giunta italiana.
Un modello che non fa il paio con altre campagne pubblicitarie, quelle basate sul principio che il gay o la persona di colore ci debba scappare per forza, sempre e comunque. Comandi e pressioni organizzati soprattutto tramite l’hate speech sui social, che negli anni ha costretto Barilla a ripiegare su testimonial come il papà single, Mulino Bianco con la bimba illustrata di colore di un’apprezzato tipo di biscotti. Due casi noti ma la lista è, a ben guardare, ancora lunga. Un meccanismo che implicitamente tenta di distruggere anche le migliori aziende italiane dall’interno, ma che non tiene conto di un aspetto: la solidarietà degli italiani che poi scatta. A quel punto non si boicotta, ma anzi è caccia al tortellino.
ATTUALITA'
Morti bianche “strage del nuovo millennio, ora più tutele per i lavoratori”

Il 25 maggio in Italia sono morte cinque persone sul luogo di lavoro: tre nella sola Lombardia, una in Sardegna e un’altra in Calabria. Una strage silenziosa che che nel 2022 ha contato ben 1.500 morti, ai quali si sommano le centinaia di persone che hanno già perso la vita nel corso dei primi cinque mesi del 2023. Una tendenza inarrestabile e in continuo aumento, a riprova del fatto che le tutele sul luogo di lavoro sono sempre più flebili, complici i costi legati all’imprenditoria che spesso portano a dover tagliare – sbagliando – proprio sulla sicurezza dei dipendenti.
“Credo fermamente che, in questa vicenda, sia le imprese, sia lo Stato debbano fare la loro parte per mettere fine a quella che si può a tutti gli effetti definire una strage del nuovo millennio”, afferma Andrea Tiberti, presidente nazionale della Società nazionale di mutuo soccorso Cesare Pozzo-ETS. “Occorrono – prosegue – interventi seri da un punto di vista normativo ed un controllo puntuale e severo all’interno dei luoghi di lavoro in cui le strumentazioni di sicurezza non sono a norma“, conclude.
ATTUALITA'
Maturità 2023, online le commissioni d’esame
Si parte mercoledì 21 giugno, alle 8.30, con il primo scritto, italiano, comune a tutti gli indirizzi

Sul sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito sono disponibili, da oggi, le commissioni dell’Esame conclusivo del II ciclo di istruzione. L’apposito motore di ricerca con le commissioni è raggiungibile all’indirizzo: https://matesami.pubblica.istruzione.it/. Quest’anno saranno 536.008 gli studenti coinvolti nelle prove (521.015 candidati interni e 14.993 esterni), mentre le commissioni sono 14.000,per un totale 27.895 classi.
La ripartizione dei candidati per tipologia di percorso di studio è la seguente:
- Licei: 267.758
- Istituti Tecnici: 173.892
- Istituti Professionali: 94.358
Le commissioni d’Esame sono composte da un Presidente esterno, da tre membri esterni e da tre interni all’istituzione scolastica. La pubblicazione delle commissioni rappresenta un’altra tappa di avvicinamento alle prove di giugno. Si parte mercoledì 21 giugno, alle 8.30, con il primo scritto, italiano, comune a tutti gli indirizzi. Si prosegue il 22 giugno con la seconda prova, che riguarda le discipline caratterizzanti i singoli percorsi di studio. È previsto, poi, un colloquio che ha l’obiettivo di accertare il conseguimento del profilo educativo, culturale e professionale di ciascun candidato.
Per quanto riguarda il I ciclo di istruzione, l’Esame conclusivo coinvolgerà, quest’anno, 560.932 candidati (554.798 interni e 6.134 esterni). I calendari e le prove sono predisposti, in questo caso, dalle singole scuole.
ATTUALITA'
Miele adulterato, “bloccare le frodi, più controlli sulle importazioni”

“L’apicoltura è un’attività fondamentale non solo per il ruolo che riveste nel mercato agroalimentare europeo, ma soprattutto per la funzione vitale che esercita a difesa della biodiversità. Per questo, è necessario potenziare i controlli sulle importazioni e aggiornare subito l’elenco dei metodi di laboratorio per individuare e bloccare le frodi”. È quanto dichiara l’europarlamentare Francesca Peppucci a seguito della sottoscrizione dell’atto con cui il Parlamento europeo interroga la Commissione sulle azioni da intraprendere contro il miele adulterato.
“I più recenti risultati dell’azione coordinata dell’UE mostrano, infatti, che il 46% dei campioni di miele importati sembra essere adulterato e non conforme alle disposizioni della direttiva sul miele 2001/110/CE e che tale adulterazione sembra avvenire attraverso l’aggiunta di sciroppi di zucchero, additivi e coloranti, con l’obiettivo di ridurre il prezzo e di mascherare la vera origine geografica del nettare, falsificando le informazioni sulla tracciabilità”, dice ancora l’interessata.
“Una pratica di concorrenza sleale che mette a rischio il settore apistico europeo, italiano e umbro, compromettendo il lavoro prezioso di tanti apicoltori. Sono convinta che il nome dell’Italia o di qualsiasi altro Stato membro, debba essere presente per legge sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale, specificando in etichetta ‘miscela di mieli originari della Ue’ nel caso in cui il prodotto provenga da più Paesi dell’Unione”, conclude Peppucci.
ATTUALITA'
Tribunale unico dei Brevetti, la sede distaccata in una città italiana
L’organismo si occuperà di soluzione delle controversie in materia di brevetti europei

Una sezione distaccata della Divisione centrale del Tribunale Unificato dei Brevetti (TUB) è stata istituita a Milano. L’organismo si occuperà di soluzione delle controversie in materia di brevetti europei. L’intesa, negoziata per l’Italia dai ministeri degli Esteri e della Giustizia, sarà sottoposta a formalizzazione nel corso della prossima riunione del Comitato Amministrativo. La sezione milanese giudicherà su contenziosi che riguardano brevetti unitari provenienti da tutti i Paesi europei che fanno parte del TUB.
A seguito dell’uscita del Regno Unito dalla UE e dall’Accordo che istituisce l’organismo, è emersa la questione se si dovesse ricollocare ad altra sede quella prevista a Londra, che si affiancava alla sede centrale di Parigi e quella distaccata a Monaco di Baviera. In queste settimane il governo sta completando le procedure giuridiche e operative perché la sede sia operativa in un anno, riferiscono fonti istituzionali.