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Le ricerche online per trovare un’occupazione stabile o anche solo provvisoria sono aumentate del 20% secondo uno studio di Semrush. Complice anche la perdita di quasi un milione di posti di lavoro e l’aggiunta di altri 700mila italiani inattivi (che non studiano e non lavorano) fotografati dall’Istat. Uno spaccato che racconta anzitutto che gli italiani non sono – come raccontano alcuni programmi generalisti – dei “fannulloni” ma che, semplicemente, il meccanismo domanda-offerta si è inceppato. Non c’è occupazione e, se c’è, è retribuita poco e male, almeno per la gran parte degli italiani.

Una deriva economica-produttiva di fronte a cui Meloni promette una riforma del Reddito di cittadinanza, mentre il vicepresidente del Consiglio con delega alle Infrastrutture Matteo Salvini guarda allo sblocco dei cantieri e delle opere pubbliche per creare nuova occupazione stabile.

Per intanto, come accennato, aumenta comunque il numero di chi ricorre a internet alla ricerca di nuove opportunità lavorative, con il portale di annunci più utilizzato che registra ormai 44 milioni di accessi mensili. Si continua a ricorrere molto anche ai social e alle Gazzette del Lavoro, dove le persone alla ricerca di lavoro monitorano anche i concorsi pubblici, anche quelli in netta diminuzione.

La fascia d’età più attiva nella ricerca del lavoro sul web è quella tra i 25 e i 34 anni (28%), seguita dagli utenti tra i 35 e i 44 anni (23%) e 18-24 anni (21%). Quasi 1 su 10 (9%) di chi si connette per cercare nuove opportunità professionali ha tra i 45 e i 54 anni, mentre gli over 55 sono il 4%. Il telelavoro introdotto nella quasi totalità delle aziende e uffici italiani per far fronte all’emergenza sanitaria è diventato – come previsto – una realtà per molti lavoratori, oggi costretti allo smartworking anche in assenza di condizioni di emergenza.

Purtroppo in crescita – in un Paese che avrebbe bisogno dei cervelli migliori per uscire dalla crisi – anche le ricerche relative alle offerte di lavoro all’estero. L’item “trovare lavoro all’estero” stando al report pubblicato da Semrush ha fatto registrare un incremento, negli ultimi due anni, del 23%.

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A Firenze il convegno sulle competenze digitali

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A Firenze il convegno sulle competenze digitali | Rec News dir. Zaira Bartucca

In occasione della pubblicazione ufficiale in lingua italiana del Digital Competence Framework for Citizens 2.2, a cura del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Repubblica Digitale, la Direzione generale per i fondi strutturali per l’istruzione, l’edilizia scolastica e la scuola digitale (DG EFID) del Ministero per l’istruzione e il merito promuove un evento dedicato alle competenze digitali. Se ne parlerà a Firenze il 24 marzo dalle ore 9.30 nell’ambito del “DigCom 2.2 – Competenze e curricoli Digitali”.

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Riforma del Fisco, l’intelligenza artificiale darà la caccia agli evasori

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Riforma del Fisco, l'intelligenza artificiale darà la caccia agli evasori | Rec News dir. Zaira Bartucca

Il governo è al lavoro sulla Riforma del Fisco, e per il momento sono trapelati i contenuti della bozza. Si tratta di un testo suddiviso in 5 parti e 22 articoli finalizzato all’adozione di uno o più decreti legislativi, al fine di modificare il sistema tributario attualmente in vigore. Uno dei provvedimenti in fase di approvazione parla di un ricorso via via più massiccio all’intelligenza artificiale, anche per quanto riguarda le tasse e la loro riscossione. Stando a quanto è trapelato, infatti, l’IA e le tecnologie digitali saranno chiamate a “prevenire e ridurre l’evasione fiscale”, con un “meccanismo di premialità” per chi si dimostra collaborativo.

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Il cellulare compie 40 anni. Chi inventò il “mattone” e cosa poteva fare

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Il cellulare compie 40 anni. Chi inventò il "mattone" e cosa poteva fare | Rec News dir. Zaira Bartucca

L’aprifila è stato il Il Motorola DynaTac 8000X, primo telefono cellulare “portatile” ad essere proposto il 6 marzo del 1983, esattamente 40 anni fa. Soprannominato “il mattone” per la forma non proprio ergonomica e per il peso che sfiorava il chilo, è iniziata lì la storia della comunicazione moderna che nell’arco di qualche decennio ha visto il cellulare trasformarsi in uno smartphone capace di svolgere operazioni ben più complesse. Certo che all’epoca non era così.

Il cellulare degli esordi – ideato dall’ingegnere Martin Cooper (nella foto) – ci metteva 10 ore a caricarsi, poteva ospitare 30 numeri in rubrica e permetteva di fare non più di mezz’ora di conversazione consecutiva. Non era per tutti: costava 3995 dollari e fu venduto in appena 300mila esemplari, prima di essere immesso formalmente in commercio a fine estate dell’83. Per aspettare l’ulteriore diffusione e modelli più compatti e tascabili, si sarebbero tuttavia dovuti aspettare gli anni ’90, per la diffusione diffusa gli anni 2000.

Nel 1998 inizia la corsa di altre marche e modelli più o meno iconici: sono gli anni dei Nokia, degli Startak, degli slidephone, del Blackberry. Da lì in poi nascono dispositivi di tutti i colori, per tutte le esigenze e per tutte le tasche. Gli SMS, gli MMS, la connessione internet e tutte quelle migliorie che negli anni hanno portato all’oggetto che tutti, ormai, portano con sé. Tutte innovazioni che non sarebbero state possibili senza quel primo “mattone” del 1983.

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Truffa NFT, arrestati due imprenditori italiani a Dubai

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Truffa NFT, arrestati due imprenditori italiani a Dubai | Rec News dir. Zaira Bartucca

Arrestati a Dubai nelle scorse settimane due imprenditori italiani, e precisamente trevigiani, C.V. ed E.G. I due sono sotto inchiesta dopo che una prima indagine condotta dal Procura di Pordenone aveva svelato alcuni dettagli legati alla “truffa” in criptovalute tramite la società NFT(il cui acronimo non è confondere con i Non Fungible Token), che avrebbe promesso ai singoli utenti il 10% di interessi al mese per ogni investimento in criptovalute. Gli atti subito dopo sono passati alla Procura di Treviso, che si sta occupando del caso.

Secondo quanto emerge dalle prime ricostruzioni, la misura sarebbe stata portata avanti di concerto con le forze dell’ordine degli Emirati. Le ragioni che hanno spinto questi ultimi a chiedere un ordine restrittivo ai due imprenditori sarebbero due capi di imputazione: il primo che prevede i reati “contro la fiducia” e il secondo il “tradimento”. In termini giudiziari italiani si tratterebbe di “truffa aggravata”. Il 13 febbraio c’è stata la convalida dell’arresto, che negli Emirati vale anche come udienza preliminare. Il giudice ha quindi la facoltà di rinviare a giudizio i due indagati, che in caso di condanna a processo rischierebbero fino a 10 anni di carcere.

Oltre ai vertici di NFT, gli investitori truffati stanno portando avanti una serie di richieste in varie Procure italiane nei confronti di una settantina di agenti, accusati di esercizio abusivo della promozione finanziaria e truffa aggravata. Oltre all’Italia, tra le inchieste della magistratura italiana e della Consob, si stanno muovendo anche le procure di tutta Europa per rintracciare i soldi sottratti in maniera illecita agli investitori tramite nuove criptovalute poco affidabili.

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