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ROMA – Si è tenuto ieri presso la Casa del Cinema di Villa Borghese il convegno “Italia, storie immense – La ristorazione al servizio della collettività”. Rec News ha seguito i lavori. Alla presenza delle Autorità e dei rappresentanti delle categorie si è discusso tra le altre cose dei problemi legati al post-lockdown e a come superare la DAD, lo smartworking e il clima “allarmista”, come lo ha definito il presidente di ANIR Confindustria Massimiliano Fabbro.

Perché se c’è una categoria che è uscita devastata dalle chiusure imposte, è proprio quella che coinvolge bar, ristoranti, locali. Tira tuttavia dritto il vicepresidente della Camera Ettore Rosato, che si è appellato alla necessità di far perdurare uno smart-working inapplicabile per alcuni. “Ci saranno lavoratori che saranno svantaggiati – ha ammesso – e sarà difficile pensare a una ricollocazione immediata. Lo smart-working sarà comunque una modalità che si ritroverà anche in futuro, e ci si dovrà misurare con i mutamenti dei livelli occupazionali. Le aziende devono essere collocate in un contesto diverso”.

Niente soluzioni all’orizzonte, dunque, secondo l’esponente di Italia Viva, ma uno stillicidio occupazionale che deve durare, all’insegna di un’emergenza che deve essere considerata infinita. Non è d’accordo Fabbro: “Lo smart-working – ha detto – rappresenta un danno permanente, come un danno permanente è costituito dall’atteggiamento allarmista dei giornali. L’economia e gli investitori invece hanno bisogno di fiducia e solidità. Anche la Dad – ha detto ancora Fabbro – rientra in quella categoria di cose che non sono belle come sembrano, perché ragazzi e studenti hanno bisogno di socialità e di frequentare i loro luoghi”.

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ESTERI

Scandali, presunti decessi, arrivi e partenze. Il lavorìo per far cadere la Monarchia in Gran Bretagna

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Scandali, presunti decessi, arrivi e partenze. Il lavorìo per far cadere la Monarchia in Gran Bretagna | Rec News dir. Zaira Bartucca

E’ un brutto momento per la corona britannica. E, si direbbe, nulla è casuale. L’elezione di Carlo III ha dato il “la” – oltre che a un regno a guida maschile – alle mire di chi non vede di buon occhio la monarchia. E’ infatti con Carlo – sovrano flemmatico e poco carismatico – che si stanno di giorno in giorno moltiplicando le manifestazioni di chi chiede – a torto o a ragione – una nuova forma di governo per la Gran Bretagna.

Un modo per farle pagare l’uscita dall’Europa? O la conseguenza prevedibile della scomparsa di Elisabetta II? Non si sa ma quel che è certo è che anche a quelle latitudini i burattinai si stanno dando un gran da fare. Pianificando e diramando un comunicato clamoroso dietro l’altro, poi ripresi a ruota dai social: la malattia di Carlo, il ritorno a Corte dell’amico di Epstein Andrea e, adesso, perfino il decesso di Kate Middleton.

Quanto ci sia di vero è difficile saperlo. Quel che è certo è che l’obiettivo delle fughe di notizie – vere o presunte tali – è quello di restituire l’immagine di un regno debole, che si smantella ogni giorno di più a colpi di esternazioni tutt’altro che casuali.

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POLITICA

Europee, è bagarre sulla raccolta firme

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Europee, è bagarre sulla raccolta firme | Rec News dir. Zaira Bartucca

“Abbiamo inviato una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per chiedere il suo intervento istituzionale per fermare le norme liberticide contenute nella conversione in legge del decreto elettorale. Ci riferiamo all’emendamento, fatto approvare da Fratelli d’Italia, che restringe drasticamente le esenzioni dall’obbligo di raccogliere le firme per presentare nuove liste elettorali”. E’ quanto ha dichiarato Gianni Alemanno, Segretario nazionale del Movimento Indipendenza.

“Questo emendamento è chiaramente anticostituzionale perché modifica le regole del gioco a partita aperta, quando mancano solo 45 giorni (dei sei mesi previsti) al termine della raccolta delle firme per il deposito delle liste elettorale. In questo modo non solo si privano le nuove liste delle esenzioni previste da una consolidata legislazione, ma gli si impedisce di organizzarsi per raccogliere l’abnorme numero di firme necessarie per presentarsi alle elezioni europee se non si è già presenti nei parlamenti nazionale o europeo”.

“Questo numero di firme, invero – ha proseguito Alemanno – è stato dimezzato da 150.000 a 75.000 da un altro emendamento approvato successivamente, ma sempre troppo tardi per permettere alle nuove formazioni politiche di organizzarsi per la sottoscrizione”. Non a caso una recente Raccomandazione europea (n. 2829/2023 del 20/12/2023) sancisce che gli “elementi fondamentali della legge elettorale non dovrebbero poter essere modificati
a meno di un anno dalle elezioni” sia per garantire il rispetto delle regole democratiche che
per contrastare il fenomeno dell’astensionismo
“.

“L’emendamento inserito nel decreto elettorale è un vero e proprio attacco alla democrazia
che cerca di impedire l’accesso al gioco elettorale di nuove formazioni politiche, proprio in
un momento in cui il tasso di astensionismo in Italia ha raggiunto punte elevatissime e
preoccupanti. Per questo ci sono tutti gli estremi per un intervento correttivo del Capo dello
Stato, che è l’unica istituzione titolata ad un intervento preventivo per evitare di promulgare
norme di legge chiaramente contrarie al Dettato costituzionale”
, le parole di Alemanno.

La lettera al Presidente della Repubblica è stata inviata ieri con le firme di
Gianni Alemanno, del coordinatore calabrese di Indipendenza Franco Bevilacqua, del presidente del movimento Massimo Arlechino, di Michele Geraci e degli ex parlamentari Marcello Taglialatela, Fabio Granata, Michele Rallo e di Maria Grazia Martinelli.

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POLITICA

Truppe europee a Kiev, Tajani chiarisce la posizione dell’Italia

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Truppe europee a Kiev, Tajani chiarisce la posizione dell'Italia
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Dopo le recenti uscite imprudenti di Emmanuel Macron – che ha parlato di una possibile invio di truppe francesi a Kiev – il capo della Farnesina Antonio Tajani ha voluto chiarire la posizione dell’Italia sul conflitto russo-ucraino. Lo ha fatto con un’intervista al Corsera pubblicata oggi. “Non siamo in guerra con la Russia, non lo siamo mai stati – le parole di Tajani – non ci sarà alcun intervento diretto dei nostri militari in quel conflitto, con carrarmati, aerei o uomini. Non se ne è mai parlato in ambito Nato e non capiamo perché oggi si debba evocare uno scenario del genere, che avrebbe conseguenze pericolosissime”.

Il ministro agli Affari esteri si è poi appellato alla necessità di “ottenere la pace, non allargare la guerra, e in più ha etichettato come impossibile un intervento diretto delle forze europee nel conflitto russo-ucraino. “Nella stessa Nato – ha spiegato ancora il ministro – è stato deciso che l’Ucraina potrà entrare a farne parte solo dopo la fine del conflitto, perché se l’ingresso fosse immediato saremmo costretti a intervenire”. Un qualcosa che nessuno vuole, nemmeno nel quartier generale del Patto Atlantico. “Nessuno – ha scandito Tajani – in ambito Nato ha mai parlato di intervento diretto, sappiamo bene quali conseguenze potrebbe avere un conflitto che rischierebbe di sfociare in nucleare”.

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POLITICA

Convegno
“Diciamo la verità” sull’inceneritore, il Comune di Roma nega gli spazi

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Evento "Diciamo la verità" sull'inceneritore, il Comune di Roma nega gli spazi | Rec News dir. Zaira Bartucca

A poche ore dal convegno organizzato da tempo in Campidoglio per fare il punto sul termovalorizzatore, al quale avrebbe partecipato anche Legambiente, le associazioni della Rete Tutela Roma Sud sono state contattate per un diniego all’utilizzo della sala del Carroccio in Campidoglio, regolarmente prenotata e concessa dagli uffici del Comune. Nonostante l’organizzazione abbia richiesto e proposto alternative, nulla è stato concesso. Ora la Rete Tutela Roma Sud chiede al Sindaco Roberto Gualtieri di confermare la disponibilità della Sala e partecipare al confronto e a un dibattito pubblico richiesto a più riprese.

“Sosteniamo con forza la richiesta della Rete Tutela Roma Sud al Sindaco, perché confermi la disponibilità del Campidoglio ad ospitare questo importante momento – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – perché il dibattito e il confronto pubblico sono il cuore pulsante della partecipazione collettiva ma anche ossigeno del quale le amministrazioni si devono alimentare e non devono aver paura”.

“Abbiamo sempre sostenuto – ha proseguito Scacchi – l’inutilità e l’errore clamoroso della scelta della costruzione di un inceneritore a Roma, non solo a Santa Palomba ma in qualunque territorio fosse stato individuato, perché è tecnologia climalterante, vecchia, non finanziata dall’Unione Europea che la tasserà con le quote di emissioni di CO2, perché non elimina in alcun modo il ricorso alla discarica, perché è un investimento che bloccherebbe le politiche green per i prossimi trent’anni e oltre, e non creerebbe lavoro come farebbe l’impiantistica dell’economia circolare, come abbiamo raccontato già due anni fa insieme alla CGIL, attraverso il documento Capitale Circolare”.

“Dello stesso documento avremmo voluto esporre i dati nell’appuntamento di questo pomeriggio e se non sarà possibile farlo dentro il Campidoglio lo faremo dove avremo la possibilità, perché siamo convinti che con buone politiche di riduzione, aumentando al meglio della differenziata, costruzione di impianti di biodigestione anaerobica per l’organico in grado di lavorare più di 600 mila tonnellate annue di umido, raddoppio il numero di isole ecologiche, generazione di cinque nuove filiere sul recupero di tessile, RAEE, PAP, terre di spazzamento e plastiche miste, intercettando bene gli scarti da edilizia, non sia necessario nessun nuovo impianto di termovalorizzazione”.

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