
Tensioni a Est, l’Ucraina è il grimaldello. Le ragioni delle parti e i possibili scenari
Danza macabra sull’Europa. Il risiko di Putin, le ingerenze della NATO e il futuro politico di Zelensky. Dove ha fallito il covid potrebbe riuscire il meta-conflitto
Deflagrano le tensioni tra Russia e Ucraina dopo le interferenze della NATO e la politica tutt’altro che distensiva portata avanti dall’Ue. A conflitto esploso e a risultati ottenuti – si registrano decine di migliaia di sfollati e la volontà di escludere la Russia dai tavoli economici – Bruxelles e gli USA si tirano fuori e palesano la linea prevedibilmente non interventista. Ma ormai il danno è fatto. E’ un conflitto pompato mediaticamente, attraversato da ambiguità e strettamente connesso con i piani geo-politici dei due blocchi contrapposti. Non tanto la Russia e l’Ucraina – che altro non è che il grimaldello per piani più ampi – ma la sfera di influenza della NATO e quella del CSOT, l’omologo che ingloba gli Stati dell’ex Unione Sovietica.
La danza macabra sull’Unione europea
E’ la notte tra il 23 – a Est Festa dei difensori della Patria – e il 24 la data spartiacque. Nelle prime ore del mattino Putin annuncia la fine della distensione e delle trattative diplomatiche e la volontà di “denazificare” e “demilitarizzare” i presidi militari ucraini, nella convinzione che la pressione della NATO e le pretese di avanzamento stiano mettendo “in pericolo la sicurezza nazionale della Russia”. Quella del Cremlino è una marcia che in meno di 24 ore – senza resistenze che possano dirsi tali – riesce a raggiungere tutti i punti strategici cruciali. Dalle aree portuali a quelle dell’entroterra, dai territori consolidati delle Repubbliche riconosciute verso cui il 21 è stato firmato un documento di mutuo sostegno alle strade che portano ai palazzi istituzionali. La reazione altrettanto mediatica del presidente ucraino Zelensky non si fa attendere: maglietta verde militare e toni perentori, a ridosso del lungo discorso di Putin annuncia alla Nazione la volontà di “difendere la Patria”.
Le ripercussioni in territorio ucraino
Secondo le fonti istituzionali ucraine, la marcia russa non avrebbe risparmiato “obiettivi civili”, mentre la Russia rivendica “azioni chirurgiche” in basi militari che sarebbero diretta emanazione di poteri extra-ucraini sovranazionali. Quel che è certo e confermato che i toni bellici generalizzati hanno provocato la corsa alle derrate alimentari, quella ai rifornimenti e lo svuotamento di uffici, asili e scuole. Se il fronte più caldo rimane quello dei confini già caratterizzato dal 2014 in poi dai colpi continui di mortaio, a Kiev, nel cuore dell’Ucraina, suonano le sirene di guerra e si cerca rifugio alla buona, ma non si registrano piani strutturati a vantaggio dell’evacuazione ordinata dei civili. La vista sulle città principali è di una calma piatta, quasi surreale se messa a confronto con i toni dei media mainstream. Si schierano testimonial e associazioni “umanitarie” che ripetono i mantra istituzionali, ma continuano a mancare conferme incrociate. Dal 24 febbraio, Palazzo Mariinskij continua a essere l’unico a fornire dati sulle perdite civili e militari. Sull’argomento il Cremlino rimane in silenzio, limitandosi a chiamare a sé – ieri – gli industriali per le rassicurazioni di rito. I mercati, intanto, sobbalzano.
Dove ha fallito il covid potrebbe riuscire il meta-conflitto
A voler scandagliare le reazioni sul conflitto russo-ucraino, quello che si nota con facilità è che l’accostamento ai rincari energetici e allo stallo economico non può che rivelarsi comodo per i governi che altrimenti sarebbero richiamati alle loro responsabilità dopo i disastri che hanno causato sotto il mantello del covid. Italia compresa. La narrazione sul virus doveva servire a inaugurare quella “nuova normalità” tecno-ambientalista che nonostante i tentativi e le forzature non è arrivata, ma che potrebbe essere raggiunta per via secondaria. Togliendo voce in capitolo a una Russia che si oppone ai tagli selvaggi e alla disoccupazione che sarà inflitta in nome dell’Ambiente, e che continua a portare avanti politiche di natalità e non di depopolamento.
Il futuro politico di Zelensky
La precarietà di un Putin orfano del trumpismo è tuttavia speculare a quella di Zelensky, l’attore diventato presidente che a detta di Mosca è colpevole di non aver saputo resistere alle pressioni della NATO e dell’Ue e ai legami opachi con la vecchia oligarchia che ha “affamato i cittadini ucraini”. Il giovane presidente raccoglie la solidarietà internazionale e di parte della popolazione ma rimane – nonostante la numerose e trasversali concessioni – ormai isolato, solo con gli scandali miliardari rispolverati per l’occasione. Mentre l’Occidente gli volta le spalle, si parla di una possibile fuga verso Bruxelles, supportata dalla Francia di Macròn che in questo contesto si sta guadagnando il ruolo di mediatore.
Il risiko di Putin
Il risiko di Putin, tuttavia, non è esente da rischi. La condanna internazionale è unanime, sbandierato il pericolo di colpire – nel corso della composita operazione militare speciale – obiettivi civili. Il presidente della Federazione Russa nel corso dell’incontro con i principali attori economici di ieri pomeriggio è apparso stanco e preoccupato, ma ha affermato che la reazione da parte russa era “necessaria e inevitabile”, continuando a rivendicarla. Se la Gran Bretagna di Boris Johnson chiude a ogni possibile partenariato dopo “i missili russi”, il Cremlino consolida il rapporto con il resto degli Stati BRICS, Cina e India su tutti, e si appresta a scrivere un nuovo capitolo economico per far fronte alle sanzioni e mettere da parte ogni legame con l’Unione europea. L’Ucraina, dunque, nell’intenzione del leader russo potrebbe essere il grimaldello in grado di riscrivere una geo-politica attualmente avvelenata dalle pretese di Bruxelles e degli Stati Uniti che sotto Biden ritornano all’imperialismo di stampo squisitamente democratico. La mazzata economica e l’isolamento, tuttavia, non colpiranno – osservano gli analisti – tanto la Russia, ma Stati europei come l’Italia, attualmente non in grado di reggere i contraccolpi delle sanzioni di ritorno.
La NATO si defila assieme alle sue pretese
Quel che è certo, nel quadro in continuo fermento ed ebollizione, è che la NATO dopo le azioni di ieri ha ridimensionato le ingerenze sull’Ucraina, quelle che inizialmente hanno provocato le ire del Cremlino che ha più volte richiamato i documenti internazionali che obbligano l’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico a non rivendicare pretese nei territori dell’ex Unione Sovietica. Ma da Stoltenberg – segretario generale – nella mattinata di ieri sono giunte le ennesime provocazioni sintattiche, criticate dagli stessi vertici militari italiani che si sono richiamati all’utilità di un “silenzio responsabile” perché – ha rimarcato il generale Leonardo Tricarico – “L’Ucraina in realtà non ha nulla a che vedere con la NATO”.
ESTERI
Viale del tramonto per i Biden

Non è un buon momento per i Biden, tra la richiesta di impeachment avanzata dai repubblicani che pende sul capo di Joe e l’incriminazione di Hunter. Quest’ultimo – già al centro di vicende opache come i rapporti di interesse con l’azienda ucraina Burisma – è destinatario di tre capi di accusa che riguardano, stando all’atto depositato presso la corte federale del Delaware, la detenzione di un revolver, il consumo di droghe e alcune false dichiarazioni.
Non solo. Hunter Biden è anche il perno di diverse indagini per reati fiscali e si trova attualmente sotto inchiesta per la violazione della legge sui lobbisti che operano per conto di entità straniere. Rec News ha scritto di questo ultimo aspetto ben tre anni fa, quando ha riportato in esclusiva il contenuto del rapporto Kamenar e ha svelato il progetto Truman e la Blue Star Stategies.
Una valanga che, nonostante il tentativo dei democratici americani di minimizzare, ha travolto e sta travolgendo i vertici del partito. Questa volta la cintura di contenimento dei media mainstream – che già tentano di fare di Hunter un martire e parlano di “mancanza di prove” – potrebbe non bastare. Intanto il presidente della Camera Kevin McCarthy ha autorizzato l’avvio del processo di impeachment ufficiale contro Joe Biden.
ESTERI
Bilaterale ricostruzione Ucraina | Cosa ha detto il primo ministro Shmyhal

Il discorso del primo ministro ucraino Denys Shmyhal, intervenuto al termine della sessione plenaria. Traduzione di Denys Shevchenko
Durante questa visita verranno firmati diversi memorandum e accordi tra l’Ucraina e l’Italia, che rafforzeranno le nostre relazioni e la cooperazione. In particolare, questo Memorandum tra il Ministero degli Affari Esteri ucraino e l’Agenzia per il Commercio Estero per l’attivazione di relazioni commerciali, il Memorandum per la protezione dell’ambiente, che ha sofferto molto in Ucraina a causa dell’aggressione russa. Poi il Memorandum sulla cooperazione nel settore industriale e il Memorandum tra le ferrovie ucraine e la società Hermek, specializzata nella diagnostica dei binari ferroviari. Il memorandum tra le associazioni agricole dei nostri Paesi, che contribuirà all’attuazione di moderni progetti agroalimentari durante la ripresa dell’Ucraina, nonché il memorandum tra la società VIBYLT e Ukrhydroenergo sulla cooperazione nella costruzione di centrali idroelettriche in Ucraina.
Saranno inoltre firmati memorandum tra l’Oblast di Kharkiv e la regione Emilia Romagna e tra l’Oblast di Kyiv e la Toscana. Questi sono anche memorandum importanti che dimostrano la cooperazione a livello delle nostre comunità. L’agenzia di credito all’esportazione dell’Italia è pronta a riprendere il lavoro con l’Ucraina ora. Anche questo è un segnale molto importante per il business italiano e per le aziende ucraine che hanno partner in Italia. Oltre alla linea di cinquecento milioni di euro, l’agenzia è pronta, secondo i nostri dati, a stanziare un altro miliardo di euro per sostenere il commercio e operazioni finanziarie, in particolare nel settore della sanità e delle infrastrutture. E questo è estremamente importante per l’Ucraina oggi.
Siamo grati per questo. L’istituto finanziario italiano di sviluppo SIMEST sosterrà gli investimenti delle imprese italiane, la ricostruzione dell’Ucraina attraverso gli strumenti dei crediti all’esportazione, finanziamenti agevolati e investimenti diretti in progetti di nuove produzioni in Ucraina nell’anno 2025. È un grande convegno, ma lo annuncerà la stessa presidente del Consiglio dei ministri. Tutti questi accordi creano un nuovo livello di partenariato e relazioni alleate tra Ucraina e Italia. Naturalmente, uno dei temi principali della nostra visita da discutere con i nostri partner italiani è la ricostruzione dell’Ucraina, che inizia già quest’anno.
Siamo uniti nella difesa e saremo uniti nella restaurazione. Nel 2023, l’Ucraina ha bisogno di oltre quattordici miliardi di dollari per una rapida ripresa. Questa è la quantità necessaria per soddisfare i bisogni più elementari delle persone, come un tetto sopra la testa, la luce, il caldo in inverno. Le nostre cinque priorità per quest’anno sono l’energia, l’edilizia abitativa, lo sminamento, i trasporti e le infrastrutture sociali critiche, nonché il ripristino dell’attività economica per le piccole e microimprese. Alle persone dovrebbe essere data l’opportunità di guadagnare denaro. Un numero enorme di posti di lavoro economici è andato perso. I paesi del G7 si stanno infatti unendo alla ripresa dell’Ucraina. E gli Stati Uniti hanno già stanziato 2,3 miliardi di dollari.
Naturalmente, ci aspettiamo un aiuto come quello dall’agenzia per un importo di un miliardo, che aiuterà l’Ucraina a ripristinare l’economia, a ripristinare le infrastrutture e ripristinare i bisogni umanitari e sociali di base della nostra gente. Ci aspettiamo inoltre che la conferenza italo-ucraino di oggi contribuisca al coinvolgimento attivo delle imprese italiane in progetti rilevanti. Li abbiamo preparati. Anche oggi siamo pronti a condurre un dialogo molto sostanziale con le imprese italiane su come il capitale aziendale possa essere coinvolto in progetti in Ucraina, e faremo del nostro meglio per facilitare questo. Invitiamo le imprese italiane a venire in Ucraina e realizzare progetti.
Separatamente ho ringraziato il Presidente del Consiglio dei Ministri, nonché il governo italiano per aver costantemente sostenuto tutti i pacchetti di sanzioni dell’UE contro la Russia. Le sanzioni funzionano, dimostrano la loro efficacia. È importante non fermarsi a metà. Sono necessarie ulteriori restrizioni sanzionatorie, in particolare prezzi del petrolio, riduzione delle relazioni commerciali con la Russia, ritiro delle società europee dal mercato russo, sanzioni contro l’industria nucleare della Federazione Russa. E, naturalmente, ne abbiamo discusso anche con la signora Presidente del Consiglio dei ministri. Questo è il controllo delle sanzioni e delle cosiddette sanzioni ripetute e il rispetto delle restrizioni già introdotte. Abbiamo prestato particolare attenzione alle questioni dell’integrazione europea euro-atlantica dell’Ucraina, verso cui l’Italia, che ringraziamo, ha avuto un ruolo cardine.
ESTERI
Cooperazione russo-cinese, annunciata la firma di documenti bilaterali

Il 20 marzo 2023 il presidente cinese Xi Jinping si recherà in visita di Stato in Russia. Durante i colloqui verranno discusse questioni inerenti lo sviluppo del partenariato globale e della cooperazione strategica tra Russia e Cina. In agenda anche la cooperazione russo-cinese sulla scena internazionale. Da parte del Cremlino l’annuncio della firma di “importanti documenti bilaterali”.
ESTERI
Putin annuncia la creazione di nuove agenzie di sicurezza in Ucraina

Si è tenuta ieri la riunione del Servizio di Sicurezza Federale russo cui ha partecipato, oltre al presidente della Federazione, anche il direttore dei servizi di sicurezza Alexander Bortnikov. Vladimir Putin, ripercorrendo quanto rimane della “operazione militare speciale” in Ucraina, ha annunciato la “creazione di agenzie di sicurezza nelle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk e nelle regioni di Zaporozhye e Kherson”. Annunciato anche un rafforzamento del contingente FSB nei territori di confine.
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