Il neo-premier ha commesso una sorta di lapsus freudiano nel corso del cerimoniale per il suo insediamento
Il neo-premier Mario Draghi ha commesso una sorta di lapsus freudiano nel corso del cerimoniale per il suo insediamento. Calpestando i tappeti rossi che si intersecano con i motivi del cortile di Palazzo Chigi fino a creare motivi che ricordano i grembiuli dei massoni, il Super Mario di Bruxelles ha dimenticato di fermarsi davanti al tricolore nazionale, e sì che un giuramento dove l’Italia non viene neanche menzionata non aiuta a fare mente locale. Poi, redarguito da un alto ufficiale, è tornato sui suoi passi, ha accennato a un inchino e ha proseguito. Il buongiorno, come si suol dire, si vede dal mattino.
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