
Italiani alla canna del gas, ma i politici non rinunciano ai loro privilegi
“Tagliamo gli stipendi dei deputati italiani, i più pagati al mondo”, diceva il M5S. Belle parole, perché mentre i cittadini si trovano alla canna del gas e si pensa a mettere le mani nei loro contocorrenti, i politici mantengono i loro stipendi esorbitanti
“Tagliamo gli stipendi dei parlamentari italiani, i più pagati al mondo”, dicevano i cinquestelle. Niente più che belle parole, perché mentre gli italiani si trovano alla canna del gas e si pensa a mettere le mani nei loro risparmi e nei loro contocorrenti, i politici continuano a mantenere i loro privilegi, cioè i loro stipendi esorbitanti. Un paradosso, visto che il Parlamento non conta più nulla e nessuno è disposto a tutelare i diritti dei cittadini che dovrebbero rappresentare: quindi la loro attività non è neppure “essenziale”, come direbbe Conte.
Stiamo passando al setaccio le a volte strane dichiarazioni dei redditi dei parlamentari, e per ora ne abbiamo vagliate 186. Per mantenere i loro agi – mentre le aziende chiudono, i cittadini perdono il lavoro e gli stipendi degli italiani comuni sono di gran lunga minori rispetto a quelli degli altri europei – si spendono solo per loro decine di milioni di euro al mese. Per tutti si sborsano miliardi su base mensile. Di Maio assieme ad altri ha voluto tagliare i parlamentari, ma a tagliare i costi dei parlamentari non ci pensa minimamente.
Una volta Conte ha provocato un giornalista chiedendogli se avesse saputo fare meglio di quanto stava facendo lui. Io dico che chiunque saprebbe fare meglio senza il diploma di avvocato del popolo. Questo è il mio pensiero. L’idea è sempre quella di puntare sulla credulità popolare, abusando della pazienza dei cittadini. Parlano di tutela della salute, ma espongono le persone a file interminabili, in inverno. Se non ti becchi il virus del raffreddore che fa tanto paura, una bronchite a dicembre non te la toglie nessuno.
Parlano di trasparenza, ma nel sito del governo i rendiconti dei parlamentari sono schermati da anonime “X”. Noi dobbiamo essere osservati, schedati, spiati dai droni, cedere i nostri liquidi biologici con i tamponi, loro sul piatto non mettono nemmeno il loro nome e cognome. C’è mica qualcosa da nascondere? Una rapida scarrellata ci racconta di tanti terreni acquistati a un euro, di macchine cambiate ogni mese, di azioni in aziende strategiche su cui gli stessi deputati sono chiamati a prendere decisioni, come se i conflitti di interesse di cui si parlava tanto ai tempi di Berlusconi fossero diventati la norma.
Tornando ai calcoli che stiamo facendo con pazienza per non fare troppo affidamento sui dati istituzionali preconfezionati, in piena crisi economica meno di 200 deputati ci costano quasi 240 milioni all’anno. Allo stesso tempo, si taglia sulla sanità e sulla rappresentatività politica. Lasciamo perdere il teatro del M5S, ma qualcuno che frequenta i palazzi romani ha mai pensato di rinunciare a 10mila euro al mese a beneficio delle casse dello Stato ormai asciutte? E’ logico mettere le mani in tasca a chi ha quel tanto che basta per sopravvivere e permettere a un deputato che magari manco partecipa ai lavori di prendere uno stipendio che mediamente si aggira sui 90mila euro al mese?
Poi, idiozia, vanno in cerca di debiti tentando di accedere ai vari Mes e Recovery Fund, perché come al solito quei debiti non peseranno su chi ha tanto, ma su chi ha poco o nulla. Questa è l’amara e cruda verità di cui nessun giornale e nessun tg parlerà mai, perché in realtà i problemi della gente comune non sono e non saranno mai i problemi della politica.
POLITICA
Alluvione Emilia e PNRR, De Raho: “Al lavoro per capire se le Istituzioni hanno appoggiato la criminalità organizzata”

“La carica di presidente della Commissione è espressione della maggioranza, così come nella scorsa legislatura, e la presidente Colosimo è espressione di questa maggioranza. Non c’è dubbio che ciascuno poi scelga la persona più adeguata secondo le proprie valutazioni”. Così è intervenuto il vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Federico Cafiero De Raho, ai microfoni del programma radiofonico di Radio Cusano Campus “Base Luna chiama Terra” condotto da Lorenzo Capezzuoli Ranchi, per discutere dell’elezione di Chiara Colosimo, esponente di Fratelli d’Italia, alla presidenza della Commissione e delle criticità legate alla criminalità organizzata a seguito dell’alluvione in Emilia-Romagna.
Durante l’intervista ha anche risposto alle critiche in merito alla sua elezione a vicepresidente come un tentativo di accontentare le opposizioni sostenendo: “E’ evidente che nell’ambito dei vice uno è espressione della maggioranza, l’altro delle opposizioni che hanno individuato in me il parlamentare che poteva rappresentare. È una lettura che non solo personalmente non colgo, visto che mi occupo di mafia dal 1979, ma riconosce il mio impegno in 43 anni di magistratura in cui mi sono occupato di tutte le mafie: camorra, ‘ndrangheta, cosa nostra”. E ha proseguito “il mio lavoro sarà quello di cercare alleanze, condivisioni e comprendere se vi sono state parti delle istituzioni malate che hanno offerto il loro appoggio e perché lo hanno fatto. Ma ciò che oggi innanzitutto bisogna capire è in che termini il PNRR potrebbe essere inquinato dalle presenze mafiose“.
De Raho ha poi sottolineato l’importanza di “un monitoraggio elevato delle situazioni di emergenza, come nel caso delle recenti alluvioni, al fine di tracciare il denaro e i mezzi coinvolti, contrastando così la possibile infiltrazione della criminalità organizzata“. In merito a questo ha citato l’esempio del ponte di Genova, dove “il tracciamento ha contribuito a limitare l’interferenza della criminalità organizzata”.
“Bisognerà fare in modo – ha continuato De Raho – che tutto sia effettivamente rilevato, trasparente e chiaro, e soggetto a controlli da parte dei nuclei utilizzati dalla Prefettura, dell’Anac, delle Forze dell’Ordine e da parte di tutti coloro che sono tenuti a monitorare lo sviluppo dei lavori. Questo il compito che si ha in Emilia ma anche per i 200 miliardi di contratti pubblici che dovranno essere affidati” conclude il vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia.
ATTUALITA'
Tribunale unico dei Brevetti, la sede distaccata in una città italiana
L’organismo si occuperà di soluzione delle controversie in materia di brevetti europei

Una sezione distaccata della Divisione centrale del Tribunale Unificato dei Brevetti (TUB) è stata istituita a Milano. L’organismo si occuperà di soluzione delle controversie in materia di brevetti europei. L’intesa, negoziata per l’Italia dai ministeri degli Esteri e della Giustizia, sarà sottoposta a formalizzazione nel corso della prossima riunione del Comitato Amministrativo. La sezione milanese giudicherà su contenziosi che riguardano brevetti unitari provenienti da tutti i Paesi europei che fanno parte del TUB.
A seguito dell’uscita del Regno Unito dalla UE e dall’Accordo che istituisce l’organismo, è emersa la questione se si dovesse ricollocare ad altra sede quella prevista a Londra, che si affiancava alla sede centrale di Parigi e quella distaccata a Monaco di Baviera. In queste settimane il governo sta completando le procedure giuridiche e operative perché la sede sia operativa in un anno, riferiscono fonti istituzionali.
POLITICA
Roccella: “Ridare valore sociale alla maternità”

(Ascolta) –
“Noi non siamo dei registi, quindi non vogliamo l’obbligo come in altre nazioni. Certamente il congedo deve essere sempre paritario, devono poterlo prendere sia i papà sia le mamme, però quello che vogliamo è rendere attrattivo il lavoro di cura, valorizzare la maternità e valorizzare il lavoro di cura. Questo perché oggi se io dico di essere una mamma, non ho alcun prestigio sociale, se invece dico di essere una donna in carriera sì. Bisogna tornare al valore sociale della maternità, cioè ricordare che una donna che fa un figlio, fa qualcosa per la comunità”. Lo ha detto Eugenia Roccella, ministra delle Pari Opportunità e della famiglia, intervenendo a 24 Mattino su Radio 24.
POLITICA
Stati generali della natalità, “Ora riforma fiscale che metta al centro la famiglia”

“Gli Stati generali della natalità sono stati un’occasione importante per portare il tema della natalità al centro dell’agenda di governo, cercando di intervenire in quello che potremmo definire l’inverno della natalità. – Commenta Antonio Affinita, Direttore Generale del MOIGE – Dalla Presidente del consiglio Giorgia Meloni, intervenuta ieri, abbiamo ricevuto parole importanti di impegno concreto. Auspichiamo quanto prima l’introduzione di una riforma fiscale che metta al centro la detrazione fiscale dei costi per la crescita e l’educazione dei nostri ragazzi, che ammontano per ogni figlio a 10/15mila euro annui. Non ha senso continuare a parlare di bassa natalità, se non mettiamo i genitori nelle condizioni di poter provvedere al mantenimento dei propri figli”.