
Social, media e siti sotto la lente di Bruxelles
Ray Bradbury in Fahrenheit 451 aveva teorizzato un mondo apparentemente perfetto in cui i libri erano materiale illegale. Il più noto Orwell si è spinto oltre, immaginando una società controllata da ogni punto di vista, informazione compresa. Si chiamano distopie, ma ormai è chiaro che non è di visioni negative che si è trattato. I due scrittori ci hanno visto davvero in là, intravedendo la piega che avrebbe preso la società contemporanea. Non serve comunque chiamare in causa la letteratura per ricordare l’opera manipolatoria sulle notizie portata avanti dai governi totalitari. Anche se il patinato mondo europeo le visioni orwelliane un po’ le ricorda: a parole è sempre tutto bello e giusto. Nei fatti, assai meno.
Non è facile inquadrare in altro contesto la Task force voluta dal Servizio di azione esterna di Federica Mogherini. Servirà “per identificare i focolai di disinformazione”, costerà 5 milioni per il solo 2019 (per il 2018 ne erano stati previsti quasi due) e servirà a “tutelare” gli appuntamenti elettorali. Il piano d’azione anti-fake news servirà inoltre ad “allertare le istituzioni Ue e gli stati membri per la condivisione di informazioni e allarmi su campagne di disinformazione“. Rimane da chiarire su quali basi l’Ue stabilirà cosa sia disinformazione e cosa no, cosa possa essere etichettato come Fake news e cosa vada invece incontro alle necessità di Bruxelles. E, visto il proposito di “tutelare” la tornata elettorale di maggio, a caldo sembrerebbe che l’Europa voglia a tutti gli effetti zittire le voci di dissenso.
I social non resteranno fuori. Facebook, Google, Mozilla e Twitter “saranno monitorati per verificare l’applicazione del codice di buone pratiche che hanno sottoscritto su base volontaria con Bruxelles, e che prevede trasparenza nelle pubblicità elettorali”. Dimenticati completamente i diritti sanciti dall’Articolo 21 della Costituzione sulla libertà di espressione che l’italiana Mogherini dovrebbe conoscere a menadito, anche da noi questo potrebbe comportare l’eliminazione di account considerati “falsi”. Rimane da capire in base a quali criteri verrà stabilita la veridicità dei profili. La materia rimane controversa. Pacifica è poi l’intenzione di identificare i bots, assai meno quella di “educare” i media. Il bilancio della misura (che dagli annunci ha un sapore vagamente repressivo) è atteso per gennaio.
POLITICA
Alluvione Emilia e PNRR, De Raho: “Al lavoro per capire se le Istituzioni hanno appoggiato la criminalità organizzata”

“La carica di presidente della Commissione è espressione della maggioranza, così come nella scorsa legislatura, e la presidente Colosimo è espressione di questa maggioranza. Non c’è dubbio che ciascuno poi scelga la persona più adeguata secondo le proprie valutazioni”. Così è intervenuto il vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Federico Cafiero De Raho, ai microfoni del programma radiofonico di Radio Cusano Campus “Base Luna chiama Terra” condotto da Lorenzo Capezzuoli Ranchi, per discutere dell’elezione di Chiara Colosimo, esponente di Fratelli d’Italia, alla presidenza della Commissione e delle criticità legate alla criminalità organizzata a seguito dell’alluvione in Emilia-Romagna.
Durante l’intervista ha anche risposto alle critiche in merito alla sua elezione a vicepresidente come un tentativo di accontentare le opposizioni sostenendo: “E’ evidente che nell’ambito dei vice uno è espressione della maggioranza, l’altro delle opposizioni che hanno individuato in me il parlamentare che poteva rappresentare. È una lettura che non solo personalmente non colgo, visto che mi occupo di mafia dal 1979, ma riconosce il mio impegno in 43 anni di magistratura in cui mi sono occupato di tutte le mafie: camorra, ‘ndrangheta, cosa nostra”. E ha proseguito “il mio lavoro sarà quello di cercare alleanze, condivisioni e comprendere se vi sono state parti delle istituzioni malate che hanno offerto il loro appoggio e perché lo hanno fatto. Ma ciò che oggi innanzitutto bisogna capire è in che termini il PNRR potrebbe essere inquinato dalle presenze mafiose“.
De Raho ha poi sottolineato l’importanza di “un monitoraggio elevato delle situazioni di emergenza, come nel caso delle recenti alluvioni, al fine di tracciare il denaro e i mezzi coinvolti, contrastando così la possibile infiltrazione della criminalità organizzata“. In merito a questo ha citato l’esempio del ponte di Genova, dove “il tracciamento ha contribuito a limitare l’interferenza della criminalità organizzata”.
“Bisognerà fare in modo – ha continuato De Raho – che tutto sia effettivamente rilevato, trasparente e chiaro, e soggetto a controlli da parte dei nuclei utilizzati dalla Prefettura, dell’Anac, delle Forze dell’Ordine e da parte di tutti coloro che sono tenuti a monitorare lo sviluppo dei lavori. Questo il compito che si ha in Emilia ma anche per i 200 miliardi di contratti pubblici che dovranno essere affidati” conclude il vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia.
ATTUALITA'
Tribunale unico dei Brevetti, la sede distaccata in una città italiana
L’organismo si occuperà di soluzione delle controversie in materia di brevetti europei

Una sezione distaccata della Divisione centrale del Tribunale Unificato dei Brevetti (TUB) è stata istituita a Milano. L’organismo si occuperà di soluzione delle controversie in materia di brevetti europei. L’intesa, negoziata per l’Italia dai ministeri degli Esteri e della Giustizia, sarà sottoposta a formalizzazione nel corso della prossima riunione del Comitato Amministrativo. La sezione milanese giudicherà su contenziosi che riguardano brevetti unitari provenienti da tutti i Paesi europei che fanno parte del TUB.
A seguito dell’uscita del Regno Unito dalla UE e dall’Accordo che istituisce l’organismo, è emersa la questione se si dovesse ricollocare ad altra sede quella prevista a Londra, che si affiancava alla sede centrale di Parigi e quella distaccata a Monaco di Baviera. In queste settimane il governo sta completando le procedure giuridiche e operative perché la sede sia operativa in un anno, riferiscono fonti istituzionali.
POLITICA
Roccella: “Ridare valore sociale alla maternità”

(Ascolta) –
“Noi non siamo dei registi, quindi non vogliamo l’obbligo come in altre nazioni. Certamente il congedo deve essere sempre paritario, devono poterlo prendere sia i papà sia le mamme, però quello che vogliamo è rendere attrattivo il lavoro di cura, valorizzare la maternità e valorizzare il lavoro di cura. Questo perché oggi se io dico di essere una mamma, non ho alcun prestigio sociale, se invece dico di essere una donna in carriera sì. Bisogna tornare al valore sociale della maternità, cioè ricordare che una donna che fa un figlio, fa qualcosa per la comunità”. Lo ha detto Eugenia Roccella, ministra delle Pari Opportunità e della famiglia, intervenendo a 24 Mattino su Radio 24.
POLITICA
Stati generali della natalità, “Ora riforma fiscale che metta al centro la famiglia”

“Gli Stati generali della natalità sono stati un’occasione importante per portare il tema della natalità al centro dell’agenda di governo, cercando di intervenire in quello che potremmo definire l’inverno della natalità. – Commenta Antonio Affinita, Direttore Generale del MOIGE – Dalla Presidente del consiglio Giorgia Meloni, intervenuta ieri, abbiamo ricevuto parole importanti di impegno concreto. Auspichiamo quanto prima l’introduzione di una riforma fiscale che metta al centro la detrazione fiscale dei costi per la crescita e l’educazione dei nostri ragazzi, che ammontano per ogni figlio a 10/15mila euro annui. Non ha senso continuare a parlare di bassa natalità, se non mettiamo i genitori nelle condizioni di poter provvedere al mantenimento dei propri figli”.