
Elezioni Politiche, perché manca il dato delle schede bianche (aggiornato)
Sui social da giorni si rincorrono ipotesi circa l’assenza del numero di schede bianche espresse dopo le Elezioni Politiche del 25 settembre. C’è chi si domanda se sono state conteggiate, chi continua a spulciare Eligendo confidando di trovarlo nelle pieghe di numeri e percentuali. Chi, infine, guarda al dato rapportandolo (erroneamente) all’astensionismo e dunque a chi per questa tornata elettorale non si è sentito rappresentato. Abbiamo effettuato una verifica per tentare di dare una risposta a questi quesiti
Sui social da giorni si rincorrono ipotesi circa l’assenza del numero di schede bianche espresse dopo le Elezioni Politiche del 25 settembre. C’è chi si domanda se sono state conteggiate, chi continua a spulciare Eligendo confidando di trovarlo nelle pieghe di numeri e percentuali. Chi, infine, guarda al dato rapportandolo (erroneamente) all’astensionismo e dunque a chi per questa tornata elettorale non si è sentito rappresentato.
Abbiamo effettuato una verifica approfondita sui dati resi noti dal Ministero dell’Interno e abbiamo appurato che, sì, effettivamente fino a questo momento il dato definitivo risulta assente. A quel punto ci siamo rivolti agli Uffici del Viminale da cui sono giunte spiegazioni e rassicurazioni: il dato nazionale sulle schede bianche “verrà pubblicato tra oggi e domani”, ci è stato riferito.
Per quanto riguarda i motivi del ritardo, sarebbe dovuto – stando a quanto enucleato dal Centro Elaborazioni Dati del Viminale e dalla Direzione Centrale per i Servizi Elettorali – ai “ritardi di conteggio” dovuti a schede contestate o non conteggiate in maniera definitiva, oppure che sono finite in Corte d’Appello. “Parliamo – ci ha detto un funzionario – di alcune decine di seggi sul totale. Un dato meramente statistico, irrilevante su scala nazionale, che però tuttora impedisce di avere un numero definitivo di schede bianche”. Il dato parziale si può, nel frattempo, reperire per singolo Comune (non ancora in tutti) attraverso i vari portali Open Data.
Effettivamente, mentre scriviamo risultano sezioni non scrutinate nei Collegi di Guidonia Montecelio e Latina (Lazio), di La Spezia (Liguria) e Novara (Piemonte). I ritardi maggiori provengono dalla Sicilia e in particolare da Agrigento, Catania e – capofila – Siracusa, con quattro collegi interessati.
Che cos’è la cosiddetta “Scheda bianca”
La scheda bianca è un documento elettorale su cui il votante decide consapevolmente di non apporre alcun segno. Il messaggio sotteso è quello della volontà di esercitare il diritto al voto ma di essere, comunque, talmente indeciso o demotivato da non riuscire a esprimere una preferenza.
In genere viene assimilata al cosiddetto “voto di protesta”, per quanto essa sia diversa dalla “scheda nulla”, cioè una scheda su cui sono stati apposti per sbaglio o volontariamente dei segni diversi dalle “x” sul simbolo del partito o dal nome del candidato. In caso di dubbi, la scheda può essere contestata dai rappresentanti di lista e finire in Corte d’Appello per le verifiche. Sia la scheda bianca che la scheda nulla contribuiscono a far aumentare il dato sull’affluenza. Discorso a parte è quello relativo all’Astensionismo, indiscusso vincitore morale di questa tornata elettorale.
Rec News dir. Zaira Bartucca – recnews.it
OPINIONI
Quello di Mollicone in realtà è un assist ai sostenitori dell’utero in affitto. Se non peggio
La frase del presidente della commissione Cultura della Camera ed esponente di FdI ha scatenato aspre polemiche sia tra i sostenitori della mercificazione del corpo della donna e sia, di contro, in chi ci vede un qualcosa di assolutamente ambiguo e fuori luogo

“L’utero in affitto è un reato più grave della pedofilia”. Lo ha detto questa mattina il presidente della commissione Cultura della Camera ed esponente di FdI Federico Mollicone, ospite di Omnibus di La7. La frase ha scatenato aspre polemiche sia tra i sostenitori della mercificazione del corpo della donna e sia, di contro, in chi ci vede un qualcosa di assolutamente ambiguo e fuori luogo. Per quanto infatti Mollicone si sia affrettato a chiarire che lo sfruttamento di minori indifesi sia “un reato gravissimo”, rimane il mistero dell’utilità del paragone utilizzato.
Si può scomodare un reato che continua a mietere un sacco di vittime – con la compiacenza di tutti i governi che si succedono, compreso quello di Giorgia Meloni – e, in qualche modo, sdoganarlo e quasi scusarlo nell’ottica che ci sia qualcosa di “più grave”? Non sarebbe invece il caso che Fratelli d’Italia, oltre alla lecita battaglia sull’utero in affitto, cominciasse a dissociarsi da uscite assolutamente fuori luogo come quella di Mollicone e Nordio e iniziasse a rispondere a quella parte (tanta) dell’elettorato che anziché dichiarazioni ambigue chiede la punizione immediata di tutti i colpevoli di reati ai danni di bambini e minorenni? Perché fare una cosa non esclude l’altra, e bisognerebbe informare il presidente della Commissione Cultura che non ci sono reati migliori di altri.
Che poi dire una frase come quella pronunciata da Mollicone è come fare un clamoroso autogol, o meglio come dare un assist – cosa che in effetti ha fatto – ai sostenitori della pratica dell’utero in affitto. Messa così, l’ascoltatore medio chiamato a decidere quale reato sia più grave, è quasi tentato a provare più simpatia per la maternità surrogata se dall’altro lato della bilancia ci sono le violenze a danno di malcapitati minori. Insomma secondo gli ideatori di dichiarazioni di questo tipo – ovviamente riprese da tutta la stampa mainstream – il risultato in un modo o nell’altro è sempre garantito, se con risultato si intende il tentativo di normalizzare delle pratiche abominevoli e disumane, oltre che illegali.
POLITICA
Edilizia scolastica, stanziati 936 milioni per 399 istituti. Gli interventi regione per regione

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato l’elenco di 399 interventi di edilizia scolastica indicati dalle Regioni a seguito dello stanziamento di risorse aggiuntive avvenuto con decreto del Ministro del 7 dicembre 2022 e finanziati con circa 936 mln di risorse nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, immediatamente attuativi.
Gli interventi sono dedicati a messa in sicurezza degli istituti, alla riqualificazione, all’adeguamento sismico e antincendio, all’eliminazione delle barriere architettoniche e sono stati individuati nei Piani presentati dalle Regioni entro lo scorso 17 febbraio. I Comuni e le Province possono avviare subito la definizione delle progettazioni e le procedure per l’appalto dei lavori. Con successivo decreto verranno autorizzati alcuni ulteriori interventi, utilizzando i residui della programmazione (scorri in basso per vedere la tabella con gli interventi, regione per regione).


ESTERI
Cooperazione russo-cinese, annunciata la firma di documenti bilaterali

Il 20 marzo 2023 il presidente cinese Xi Jinping si recherà in visita di Stato in Russia. Durante i colloqui verranno discusse questioni inerenti lo sviluppo del partenariato globale e della cooperazione strategica tra Russia e Cina. In agenda anche la cooperazione russo-cinese sulla scena internazionale. Da parte del Cremlino l’annuncio della firma di “importanti documenti bilaterali”.
POLITICA
Un’altra incongruenza della Riforma Cartabia

Si tratta di una materia tecnica e articolata, ma ha un effetto diretto su centinaia di migliaia di famiglie italiane, quelle cioè che hanno un’esecuzione immobiliare in corso. Una casa in asta, insomma. Solo nel 2022 sono state pubblicate sul Portale di Vendite Pubbliche oltre 191.000 aste, da sommare alle centinaia di migliaia di lotti pubblicati negli anni precedenti e non assorbiti dal mercato. E con il D. Lgs n. 149/2022, attuativo della Riforma Cartabia, cambiano molte cose. Il 30 giugno entrerà in vigore, tra l’altro, una novità che ha un impatto diretto sulle esecuzioni immobiliari. Peccato che ci sia un’incongruenza che potrebbe rendere del tutto nulla la novità. Lo spiega Lucjiana Lozancic, amministratore delegato di Case Italia e Rendimento Etico, società di servizi immobiliari specializzati nella risoluzione del debito.
“Con la riforma Cartabia, il legislatore introduce la “vendita diretta” dei beni esecutati in alternativa alla vendita all’asta “ordinaria”. In parole semplici, chi si è visto pignorare la casa avrà la possibilità di venderla ad acquirenti privati. Lo scopo è coinvolgere l’esecutato nella vendita del bene pignorato. Perché dovrebbe farlo? Semplice: per evitare che, in caso di asta deserta, la casa sia rimessa in vendita a un prezzo inferiore”. Infatti, spiega l’esperta, “la vendita in asta di una casa spesso non risolve i problemi di debito dei proprietari”. I meccanismi delle aste portano spesso alla svalutazione dell’immobile, con il risultato che nella maggior parte di casi la vendita non soddisfa i diritti dei creditori.
“Riteniamo che la vendita diretta potrebbe rappresentare un’alternativa interessante per la persona con la casa in asta. Inoltre, la riforma vorrebbe tutelare i creditori dalla svalutazione del bene. Peccato che la vendita diretta al momento risulti “monca”. Infatti, chiunque voglia presentarsi a un’asta, sa che vi è la possibilità di offrire fino al 25% in meno rispetto al prezzo base d’asta, partecipando con un’offerta minima. Se l’acquirente acquista direttamente dall’esecutato, stando alle interpretazioni attuali della riforma, deve corrispondere il prezzo base. Insomma: non gli conviene”.
“E questo dettaglio – prosegue Lozancic – fa la differenza: potrebbe rappresentare un passo indietro per la risoluzione definitiva del debito. Riteniamo che per la risoluzione del debito l’attività dei professionisti in grado di trattare direttamente con i creditori, continuerà ad essere indispensabile anche dopo l’attuazione della riforma, anche perché cercare una soluzione professionale PRIMA che la casa vada all’asta è sempre preferibile e spesso anche possibile”.