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Come avviene nel mercato dell’automobile piuttosto che del tonno in lattina, realmente il valore economico dell’opera d’arte non è mai veramente proporzionale alla dote estetica e al dato qualitativo. Le leggi dell’economia per le contrattazioni dei beni regolano la fruizione e trattano l’opera come un prodotto qualsiasi, per poterne budgettizzare le singole voci e arrivare alla determinazione del prezzo finale tenuto conto del sistema globale. Dai Sofisti a Platone fino all’Aesthetica del filosofo tedesco Alexander Gottlieb Baumgarten, il problema del Vero rispetto al Buono e al Bello afferisce all’opera d’arte nel senso più largo delle nozioni, e Socrate avvertiva “Non necessariamente ciò che non è bello e buono è brutto e cattivo”; ma sarà Vero e reale, c’è da chiedersi?

Puro no di certo, se si parla di soldi. Nel sistema dell’arte a noi contemporaneo, e forse da sempre, l’opera – abbiamo detto – è sottomessa ad un vero e proprio marketing come qualsiasi prodotto in vendita. È ampiamente accettata valida a tal proposito l’esemplificazione secondo cui l’artista crea, il critico d’arte riflette, il gallerista espone, il mercante vende, il collezionista tesaurizza, il museo storicizza, i media celebrano, il pubblico contempla. 

Oggigiorno la strutturazione internazionale dell’attività artistica si edifica su rapporti  ascendenti il tramaglio mondiale delle gallerie e il tramaglio mondiale delle istituzioni culturali. La distesa culturale dove si opera con valutazioni lo studio del bello e le piazze mondiali dell’arte dove vivono le negoziazioni e le alienazioni delle opere, combinano sinergicamente la determinazione del valore degli artisti e delle loro opere; Francesco Poli docet. Si comprende bene che, decidendo di cosa musealizzare, anche le preferenze di direttori e conservatori di museo intervengono conseguentemente sulla determinazione del valore artistico; ancorché queste scelte siano dettate dalle finanze a disposizione esse influenzeranno inevitabilmente il mercato stesso. Per dirla alla Oscar Wilde: oggigiorno si conosce il prezzo di tutto, ma non si conosce il valore di niente.

E allora gli artisti?

E allora gli artisti dovranno mirare a testi critici, libri monografici, bibliografia, sitografia, cataloghi commentati, mostre di progetto organizzate da professionisti in residenze pubbliche o prestigiose, fiere, opere musealizzate, collezionisti che contano, quotazioni ufficiali certificate da esperti di chiara fama, battute e aggiudicazioni d’asta, reference galleries e territori di distribuzione. Tutte condizioni che concorrono a costituire il prezzo delle opere attraverso il coefficiente di quotazione dell’artista. Ferme restando le capacità tecniche ed estetiche espresse nel dato degli elementi contestualizzati in ogni singolo lavoro. Per dirla con le parole di uno degli artisti attualmente più pagati negli Stati Uniti, Jeff Koons: «l’arte non consiste nel fare un quadro, ma nel venderlo», alias: il problema non è fare il quadro ma venderlo.

E i collezionisti?

Il problema discrasico del collezionista d’appartamento risiede nella volontà di tesoreggiare la creazione dell’artista, dunque nel comprare in certezza di qualità e garanzia di mantenimento di valore – quasi stesse lui acquistando una lavatrice che continui a funzionare nel tempo – separando il problema del bello dal problema dell’uomo, come rilevava Giovanni Paolo II riferendosi agli artisti moderni. Baudelaire, Dante e anche Eliot avvertivano che per creare il bello l’uomo deve prima cercare in tutte le forme delle manifestazioni in natura, uomo compreso, per poterne attingere. Il collezionista commette l’errore di voler considerare l’acquisto di un’opera d’arte quale trasformazione di risparmio in capitale (opera d’arte), ma l’investimento – per sua nozione –  può rivelarsi sia buono quanto sbagliato, e l’investimento giusto per definizione è collega dei prodotti per la ricrescita dei capelli: non esiste. Perfino le grandi organizzazioni di lobbisti museali internazionali, le principali gallerie di importanza mondiale e le principali case d’asta – veri mercanti di oggi – potrebbero fallire puntando su taluni o talaltri artisti.

E l’acquisto giusto?

Il migliore affare è indubbiamente quello che fa coincidere il prezzo dell’opera col suo valore economico reale del momento. Rivolgersi sempre a un critico d’arte di chiara fama è buona regola per verificare la legittimazione degli autori a quella fascia di prezzo e sulla possibilità nel mercato di opere di altro artista di eguale valore qualitativo ma di valore commerciale ben diverso. Oltretutto è facile incappare in artisti che spessissimo propongono ingenuamente le loro opere al potenziale compratore a prezzi privi di qualsiasi fondamento: in termini di sottocultura, questi autori sono stati convinti dagli sfruttatori degli artisti dilettanti, a credere in una intima relazione fra quantità di mostre, numero di pubblicazioni in sedicenti cataloghi d’arte e valore delle proprie opere. Si tratta di galleristi ai quali non occorre nessuna competenza artistica in quanto non hanno loro nessun obiettivo di scelta e di vendita, ma semplicemente il fine di affittare lo spazio dei locali a propria disponibilità ad artisti sprovveduti che anelano di esporre in pubblico le proprie opere, e magari vincere qualche premio; e si tratta inoltre di editori di cataloghi e libri d’arte dove gli artisti possono essere inseriti comunque a fronte di un pagamento, indipendentemente da ogni capacità vera e reale. Per onestà di cronaca corre il dovere di segnalare che a fronte di tali attività operano nel mercato alcune gallerie impegnate realmente in un serio lavoro culturale, come pure fanno quei mercanti o editori che sono una vera e propria garanzia per i collezionisti di una certa raffinatezza.

Le fiere importanti

All’artista è utile segnalare le fiere importanti, casomai ritenesse opportuno parteciparvi egli sappia che la più antica è la kunstmesse di Colonia, in Germania; oltre al Mercatone di quadri e affini che si svolge a Venezia sotto il nome di Biennale, in Italia quella più importante e alacre in assoluto è la Fiera di Bologna, seguita per il buon livello di qualità da Artissima di Torino. Oltre che a Colonia fuori dall’Italia nel mondo sono importanti Internationale kunstmesse di Basilea, Frieze di Londra, Armory Show a New York, ARCO a Madrid e Foire Internationale d’Art Contemporain di Parigi, e ancora in Italia Miart a Milano,  oltre a fiere che si tengono ad Amsterdam, Chicago, Dubai, Francoforte, Los Angeles, Nizza, Shanghai e Stoccolma.

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ARTE & CULTURA

Circolazione dei Beni Artistici, una conferenza fa il punto su investimenti e tutele

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Circolazione dei Beni Artistici, una conferenza fa il punto su investimenti e tutele | Rec News dir. Zaira Bartucca

Si è tenuta oggi a Mestre la conferenza “La Circolazione dei Beni Artistici: investimenti e tutele”. Gli interventi giuridici, tenuti dall’Avv. Francesco Pozziani e dall’Avv. Luca Benetti, hanno riguardato le modalità di circolazione delle opere d’arte e in particolare le certificazioni e garanzie che il venditore è tenuto a consegnare all’acquirente in merito all’autenticità dell’opera venduta. Altri interventi hanno riguardato il ruolo delle fondazioni dirette nella conservazione del patrimonio degli artisti e il ruolo degli esperti e consulenti d’arte nel rilascio delle certificazioni di autenticità, nonché i possibili rimedi nel caso in cui l’opera, nonostante la certificazione, si riveli a posteriori non autentica o non vi sia la disponibilità al rilascio della certificazione.

Per quanto concerne il lato tecnico, la casa d’aste Christie’s è intervenuta sulle modalità di vendita dell’opera, con la descrizione dell’attività della casa d’aste e in particolare dei vari passaggi dal momento in cui il cliente  avvia il contatto per porre in vendita e/o acquistare un’opera sino all’asta o alla vendita privata. Illustrate anche le modalità con cui la casa d’aste appura l’autenticità dell’opera posta in commercio, con la descrizione di studi ed esami eseguiti per accertarne l’autenticità.

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“Nutrimentum” per l’anima, la mostra che apre a “mondi sconosciuti”

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"Nutrimentum" per l'anima, la mostra che apre "mondi sconosciuti" | Rec News dir. Zaira Bartucca

Un salotto contemporaneo per la condivisione dell’arte e della cultura d’impresa. Si chiama “Nutrimentum Gallery” ed è un percorso che inizierà il 14 aprile a Milano, a pochi passi dai Navigli, alle ore 11.30 con l’inaugurazione della mostra  “Tracce, intrecci e tracciati – Il cosmo dell’arte dalla domus alla gallery” a cura della storica dell’arte Elisabetta Pozzetti.

“Se attraverso l’esperienza dell’arte noi interpretiamo e capiamo il tempo in cui viviamo testandone il polso per sentirne il battito, allora è importante che l’arte diventi accessibile e si trovi ovunque noi desideriamo incanalare nuova energia e creatività, persino nei luoghi di lavoro”, fanno sapere i promotori. “Nutrimentum Gallery non è quindi una semplice galleria d’arte, ma un vero e proprio salotto dove rilassare l’anima. È uno spazio di chiacchiere e dialettica, un laboratorio d’ispirazione e di idee che apre le sue porte allo stupore, facendo sedere tra opere d’arte e pile di libri, pronti per essere sfogliati e aprire mondi sconosciuti. È un luogo dove la condivisione dell’arte e della cultura diventa un’esperienza di crescita e scambio per favorire nuove connessioni e sinergie”.

La mostra “Tracce, intrecci e tracciati – Il cosmo dell’arte dalla domus alla gallery” sarà inaugurata il 14 aprile e si affiancherà agli eventi di MiArt e alle giornate della Design Week (17-23 aprile). L’inaugurazione alle ore 11.30 vedrà il dialogo tra la curatrice Elisabetta Pozzetti e il direttore del Museo Guatelli, Mario Turci, intorno alla tematica Ci sono case che sono musei, ci sono musei che sono case. Partendo dall’esposizione ci si addentrerà nel mistero delle collezioni e dei musei, i legami con il collezionista e il rapporto col fruitore, entrando anche nel tema della terza edizione di Visioni dall’infra-ordinario e anticipando l’apertura, il 22 aprile, della mostra Case d’oggetti al Museo Ettore Guatelli, visibile fino al 30 luglio.

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Menzione al Premio Nazionale del Paesaggio per SMACH 2023

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Menzione al Premio Nazionale del Paesaggio per SMACH 2023 | Rec News dir. Zaira Bartucca

Oggi in occasione della Giornata Nazionale del Paesaggio, durante la Cerimonia di Consegna del Premio Nazionale del Paesaggio (IV edizione) 2022-2023 (che si è tenuta nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura a Roma alla presenza del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano), il progetto SMACH è insignito di una menzione. Questa la motivazione: “Per l’esemplarità e la capacità di progettare un evento artistico a cadenza biennale in cui le opere d’arte dialogano con la natura e la storia in un luogo fisico di incontro recuperato da uno stato di abbandono, manifestando la volontà della comunità locale di proporre una diversa immagine della valle, non più legata solo alle strutture turistiche, ma a una rinnovata visione in cui conoscenza e definizione del territorio sono basate sulla promozione del patrimonio storico, linguistico e paesaggistico, in cui inserire nuove installazioni ambientali ed iniziative culturali.”. 

La Menzione riguarda entrambe le attività dell’associazione culturale SMACH, e cioè sia la Biennale Internazionale delle Dolomiti che il Parco di Arte Pubblica Val dl’Ert, dislocati entrambi tra i territori di San Martino in Badia e in quelli dei Parchi Naturali della Val Badia.

Il progetto SMACH – San Martin Art, Culture and History – è stato selezionato tra oltre 70 candidature in base a criteri di esemplarità, sviluppo territoriale, partecipazione e sensibilizzazione. Le candidature al premio nazionale riguardano progetti, programmi o politiche volte alla valorizzazione del paesaggio, attraverso operazioni di salvaguardia, gestione e/o pianificazione. I progetti devono essere stati intrapresi da almeno tre anni, e devono mettere in atto strategie di sviluppo sostenibile condivise con le popolazioni locali.
 
Nel 2016 il MiC (allora Mibact) ha istituito il Premio Nazionale del Paesaggio per individuare il progetto che rappresenti l’Italia al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa. Oltre alla proclamazione di un vincitore per l’edizione 2022-2023, sono state assegnate sette menzioni speciali e dieci menzioni semplici. Il “Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa”, nato a seguito della sottoscrizione della Convenzione Europea del Paesaggio da parte di 39 Stati membri, tra cui l’Italia, ha cadenza biennale ed è stato organizzato per la prima volta nel 2008. Esso mira a premiare iniziative concrete ed esemplari per il raggiungimento degli obiettivi di qualità paesaggistica nel territorio.

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Sentimenti e tensione emotiva nel nuovo singolo di SindroMe

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Foto di Vito Montesano

Il 10 marzo è uscito Ciao, il nuovo singolo di SindroMe scritto da Davide Napoleone, Michele Pecora, Viviana Colombo, Jacopo Federici, arrangiamenti e realizzazione blesss e Michele Pecora, registrato presso gli studi Diesis Chiaravalle da Matteo Pecora e studi blesss, etichetta Starpoint Corporation.“Ho interpretato e indossato con piacere un brano nel quale mi sento a casa”, le parole di Sara Paniccià, in arte SindroMe. “Un brano che credo sia universale: un incontro casuale con le paranoie buone di quando si è attratti da qualcuno che non si conosce ancora bene. L’adrenalina che sentiamo quando si capisce che è scattato qualcosa, senza avere ancora cognizione di quello che sarà, con un ritmo che rende l’idea della tensione emotiva”.

L’incontro, avvenuto alcuni anni fa al Premio Ravera tra Sara Paniccià e il cantautore e musicista Michele Pecora, ha dato il via ad una amicizia e un sodalizio artistico importante che ha dato i suoi frutti e dopo In tempo da te e Meraviglioso disordine, con Ciao trova diverse conferme. Dichiara Michele Pecora: “Un brano attualissimo che è nelle sue corde, con cui Sara dimostra una maturità artistica importante. Un percorso di studio e di ricerca che ha affrontato con molta umiltà, passione e desiderio di trovare la propria direzione, con determinazione e pazienza”. Il video (in alto) è nato dall’idea e con la direzione artistica di Melissa Di Matteo, la regia di Vito Montesano e la produzione di Orazio Cerino.

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