

L'AVVOCATO RISPONDE
Crisi di impresa, cosa cambia con il nuovo codice e quali sono gli strumenti di risanamento
di Luca Barbuto*
Il Legislatore, con il Nuovo codice della Crisi e dell’insolvenza (CCII) entrato in vigore il 15 luglio 2022 ha voluto definire, con contorni precisi, i concetti di crisi, insolvenza e sovra-indebitamento. La crisi, in sintesi, viene definita come lo stato di difficoltà economico-finanziario dell’impresa che si manifesta con l’inadeguatezza di liquidità rispetto alle obbligazioni da adempiersi, sia attuali che in una prospettiva di 12 mesi. Si tratta di situazioni di difficoltà reversibili, le quali, se non adeguatamente valutate ed affrontate, possono condurre a situazioni patologiche, di insolvenza, ovvero avanzate difficoltà economico-finanziarie che si manifestano con inadempimenti o altri fattori i quali dimostrino che il debitore non è più in grado di adempiere regolarmente alle proprie obbligazioni.
La crisi o l’insolvenza costituiscono gli elementi del sovra-indebitamento in cui possono versare il consumatore, il professionista o l’imprenditore a cui è da aggiungersi un ulteriore concetto, definibile di pre-crisi, da intendersi come la situazione di squilibrio economico, finanziario e patrimoniale dell’impresa che potrebbe portare a situazioni di crisi o di insolvenza, ma che consente la ragionevole possibilità di ripresa.
I segnali per la previsione della crisi possono essere individuati nell’esistenza di debiti per retribuzioni scadute, nell’esposizioni verso fornitori, banche ed intermediari finanziari ai quali l’imprenditore individuale o collettivo dovrà far fronte mediante l’adozione e l’istituzione di misure o assetti adeguati per la rilevazione tempestiva della crisi. Le misure o gli assetti dovranno consentire la rilevazione di squilibri patrimoniali o economico-finanziari rapportati all’attività e la verifica della sostenibilità dei debiti.
Ai fini dell’emersione dello stato di crisi il Legislatore ha posto l’obbligo, a carico di soggetti qualificati quali INPS – INAIL ed Agenzia di Riscossione di segnalare all’imprenditore, mediante comunicazione Pec, l’esistenza di esposizioni debitorie, con l’invito ad attivare, ove ne ricorrano i presupposti, la procedura di composizione della crisi per la risoluzione delle problematiche economiche, patrimoniali e finanziarie in atto.
Cosa cambia con il nuovo codice
Cambia molto. Oggi ci troviamo in una situazione di grave difficoltà economica che investe famiglie, professionisti ed imprese le quali appunto, si trovano in situazioni di crisi, insolvenza e sovra-indebitamento sopra descritte.
Le origini della crisi sono da ravvisarsi nella pandemia diffusasi dal marzo 2020 e nel contestuale intervento del Governo che si è visto costretto ad assumere provvedimenti restrittivi che hanno determinato per le imprese mancanza di incassi, crisi di liquidità, ripercussioni sui contratti in essere e, in molti casi, la chiusura dell’attività stessa. Non da meno il conflitto Russia/Ucraina ha comportato una serie di effetti a cascata, quali rincari delle materie prime, aumenti dei costi di fornitura di gas e luce con grave ricaduta su imprese e famiglie»
In tale contesto una preziosa opportunità è offerta dal nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, entrato in vigore lo scorso 15 luglio, che ha introdotto concreti strumenti finalizzati al risanamento del debito, allo stralcio della posizione debitoria e quindi alla ripartenza economica e sociale di famiglie, imprese, ditte individuali e professionisti».
Gli strumenti di risanamento
Diversi sono gli strumenti disciplinati dal CCII finalizzati alla risoluzione della crisi
E’ sufficiente citare a tal proposito gli istituti della composizione negoziata della crisi, destinata all’imprenditore commerciale e agricolo, la cui finalità è quella di condurre al risanamento, il concordato semplificato che consente all’imprenditore un’ulteriore chance di ripresa laddove la composizione negoziata non abbia avuto esito positivo. Ed ancora gli accordi in esecuzione di piani di risanamento e gli accordi di ristrutturazione attraverso i quali l’imprenditore propone accordi con i creditori con l’indicazione di strategie di intervento ed i tempi necessari per assicurare il riequilibrio della situazione finanziaria».
Di particolare rilevanza sono inoltre le procedure disciplinate dal Codice e destinate ai soggetti più deboli al fine di porre rimedio alle situazioni di sovraindebitamento anche di natura familiare onde consentire al nucleo intero di ottenere l’esdebitazione. Mi riferisco agli strumenti di risoluzione indirizzati al solo consumatore quale “la procedura di ristrutturazione dei debiti del consumatore” dedicata alle persone fisiche che hanno contratto debiti di natura personale, al concordato minore dedicato invece ai debitori professionisti, ditte individuali ed imprese di piccole dimensioni, finalizzato alla risoluzione del debito ed alla prosecuzione dell’attività imprenditoriale o professionale». E’ da segnalare ancora l’istituto della liquidazione controllata il quale consente al debitore di ristrutturare la posizione debitoria mediante liquidazione del proprio patrimonio al fine di ottenere l’esdebitazione ed infine l’esdebitazione del debitore incapiente destinato a coloro che non hanno alcuna utilità da destinare ai creditori e che potranno ottenere l’annullamento totale del debito.
È ampio quindi il panorama offerto dal Legislatore in tema di ristrutturazione dei debiti la cui finalità è la fuoriuscita dalla crisi e la ripresa dell’attività sociale, economica e finanziaria. Parliamo di strumenti concreti che se attuati da professionisti esperti del settore risultano essere di fondamentale ausilio.
L'AVVOCATO RISPONDE
Le vostre domande su come sanare i debiti di Imprese e famiglie

Nelle scorse settimane abbiamo annunciato la pubblicazione della Rubrica “L’avvocato risponde”, dove il legale e docente universitario Luca Barbuto guida il Lettore passo passo nel mondo del sovraindebitamento e della crisi di impresa, spiegando la normativa di riferimento e aggiornandolo sulle principali novità del settore. Un tema, quello dei Debiti, purtroppo sempre più sentito da un numero crescente di imprese e famiglie, che spesso non sono adeguatamente informati sulle possibilità attualmente presenti.
Proprio per questo motivo, da questa settimana la Rubrica si trasforma in un helpdesk aperto. L’avvocato Berbuto metterà a disposizione le sue competenze per rispondere alle domande che arriveranno da imprenditori, famiglie e professionisti in materia di debiti e sovraindebitamento. Un’occasione da non perdere per chi è in difficoltà o più semplicemente per chi ha dei dubbi e vuole saperne di più. E’ possibile inviare i propri quesiti scrivendo a redazione@recnews.it indicando nell’oggetto “L’avvocato risponde”, oppure inviando un commento sotto gli articoli della Rubrica fin qui pubblicati: (continua con il collegamento agli articoli dopo i contenuti consigliati)
L'AVVOCATO RISPONDE
Ditta cessata e ristrutturazione dei debiti, chi può accedervi e quali sono gli strumenti
di Luca Barbuto*

Il nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, entrato in vigore il 15 luglio 2022 ha introdotto diversi strumenti di risoluzione della crisi destinati sia alle imprese fallibili che sia ai soggetti “minori” ovvero consumatori, professionisti e imprese sotto soglia di fallibilità. Tra gli istituti finalizzati alla risoluzione del debito il Codice prevede “la ristrutturazione dei debiti del consumatore a cui può accedere esclusivamente la persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività d’impresa ed il concordato minore destinato invece ai professionisti, agli imprenditori agricoli, alle start up innovative ed a tutti gli altri imprenditori c.d. minori ovvero non fallibili.
Il legislatore ha inteso disciplinare quindi le situazioni di crisi e di insolvenza inerenti sia debiti di natura privatistica che scaturenti da attività d’impresa, a condizione, in quest’ultimo caso, che la proposta di ristrutturazione consenta la prosecuzione dell’attività.
Tuttavia, sono frequenti nella prassi i casi di esposizioni debitorie inerenti ditte cessate o attività professionali non più esercitate, alle quali non sarebbe applicabile né la ristrutturazione dei debiti del consumatore, strumento riservato al soggetto che agisce per scopi estranei all’impresa, né lo strumento del concordato minore posto che il Legislatore ha disposto espressamente all’art 33 comma 4 CCII che la domanda presentata dall’imprenditore cancellato dal registro delle imprese è inammissibile.
Paradossalmente, nei casi in questione ed in presenza di debiti di natura tributaria, relativi ad una pregressa attività ormai non più esercitata non sarebbe consentito di accedere ad alcuno degli strumenti di risoluzione della crisi, con l’unica via d’uscita, applicabile per ottenere l’esdebitazione, della liquidazione controllata dei beni.
In vero, dal confronto tra la vecchia disciplina di cui alla Legge 3/2012 e quella nuova del codice della crisi d’impresa parrebbe rinvenirsi una soluzione posto che, si è passati dal concetto di consumatore come colui che ha assunto obbligazioni per scopi estranei all’attività a quello di soggetto che agisce per scopi estranei all’attività. La definizione di consumatore appare quindi, con la nuova disciplina, maggiormente incentrata sull’attualità dell’attività svolta che non sull’origine del debito, di conseguenza, non può non riconoscersi, a parere di chi scrive, in capo al soggetto cessato o in capo a colui che non esercita più alcuna attività professionale o d’impresa, la qualifica di consumatore, il quale pur avendola svolta in passato non agisce più nell’attualità come impresa.
Tale interpretazione, del resto, è anche rinvenibile nella stessa relazione illustrativa al Codice della Crisi nella quale si legge che, non può definirsi consumatore la persona fisica che non abbia cessato di svolgere l’attività professionale o di impresa, ritenendo quindi a contrario che è consumatore colui che quella attività non esercita più.
La stessa Corte di Cassazione con sentenza 1869/2016, sotto il vigore della precedente normativa aveva puntato l’accento sull’attualità del debito, facendo rientrare nella nozione di consumatore il soggetto con debiti d’impresa purchè derivanti da attività imprenditoriale o professionale pregressa e non più proseguita.
Tale soluzione appare senza dubbio maggiormente compatibile con la nozione di consumatore quale persona fisica che nel presente ‘agisce’ per scopi estranei all’attività imprenditoriale pur avendola ‘eventualmente’ svolta nel passato”, la suddetta nozione appare capace di abbracciare qualunque persona fisica che al momento dell’accesso allo strumento di regolazione della crisi da sovraindebitamento, sia obiettivamente spogliato della veste di imprenditore o professionista e ciò indipendentemente dal proprio diverso passato dal quale abbia ancora ereditato debiti.
Del resto, escludere l’ex professionista o ex imprenditore dallo strumento della ristrutturazione ex art. 67 CCII per relegarli alla sola liquidazione risulta priva di motivazione e contraria allo spirito della legge di favorire un fresh start del debitore
Alla luce delle argomentazioni sopra riferite si ritiene che al soggetto sovraindebitato, con pregressa esposizione debitoria derivante da attività professionale o di impresa, non possa essere precluso l’accesso allo strumento della ristrutturazione dei debiti del consumatore, purchè il debito tributario oggetto di ristrutturazione non sia più attuale e l’attività non sia più esercitata.
L'AVVOCATO RISPONDE
Debiti, una nuova rubrica per aiutare Imprese e famiglie a districarsi tra le nuove leggi

Si chiama “L’ Avvocato risponde” ed è la nuova Rubrica di Rec News curata dall’avvocato e docente presso l’Accademia Universitaria Studi Giuridici ed Europei Luca Barbuto. Il legale guiderà il Lettore nel mondo del sovraindebitamento e della crisi di impresa, spiegando la normativa di riferimento e aggiornandolo sulle principali novità del settore. Il primo articolo-analisi della serie è “Soluzioni al debito”. Luca Barbuto è docente in materia di Sovraindebitamento e Crisi D’impresa presso l’AUGE. Docente dell’Università Popolare di Milano. Formatore nei corsi di abilitazione per Gestore della crisi. Expertise in Diritto tributario, accertamenti, verifiche, contenzioso, crisi d’impresa (attestato conferito da Il Sole 24 Ore). E’ titolare di studi a Roma, Milano, Cassino e Cosenza, premiati nel 2022 da Le Fonti Awards come Boutique professionale dell’anno in materia di sovraindebitamento e crisi d’impresa.

L’avvocato e docente Luca Barbuto
Un altro mattone aggiunto a RN Wall
RN Wall è lo spazio di Rec News dove si può accedere alle rubriche degli esperti e alle loro opinioni, ma anche alle segnalazioni dei cittadini. Avvocati, economisti, politici, esponenti dell’associazionismo, giornalisti: uno spazio di confronto libero, dove il lettore può trarre importanti spunti di riflessione e finanche gli strumenti pratici per affrontare al meglio le sfide di questi anni. Un invito alla partecipazione che negli anni è stato raccolto da economisti come Gunter Pauli, da giuristi e da firme note.

E’ nota la situazione di grave crisi economica che attraversa il nostro Paese le cui origini sono da ravvisarsi senz’altro nella pandemia diffusasi a decorrere dal marzo 2020, durante la quale, il Governo, al fine di evitare il diffondersi del virus, si è visto costretto ad assumere provvedimenti restrittivi, che hanno determinato, per le imprese, mancanza di incassi, crisi di liquidità, ripercussioni sui contratti in essere ed in molti casi la chiusura dell’attività stessa.
Non da meno il recente conflitto Russia / Ucraina ha comportato una serie di effetti a cascata, quali rincari delle materie prime, aumenti dei costi di fornitura di gas e luce con grave ricaduta su famiglie ed imprese. In ultimo si registra ancora un aumento dei tassi di interesse che hanno determinato un rincaro delle rate dei mutui a tasso variabile.
E’ pacifica quindi la situazione di crisi che grava su realtà come famiglie ed imprese le quali si trovano, loro malgrado, in una situazione definita di sovraindebitamento ovvero nella difficoltà di far fronte agli impegni assunti con Banche, Finanziarie, fornitori ed infine con l’ Agenzia delle Entrate Riscossione, la quale, al netto del periodo di sospensione, oggi ha ripreso l’attività di recupero coattivo mediante notifica delle cartelle esattoriali, fermi amministrativi, iscrizioni ipotecarie ed atti di pignoramento che incidono profondamente sulla ripresa.
In tale contesto storico assume particolare rilevanza il Nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, entrato in vigore lo scorso 15 luglio, che ha introdotto, nel nostro ordinamento giuridico, concreti strumenti finalizzati al risanamento del debito, allo stralcio della posizione debitoria e quindi alla ripartenza economica e sociale di famiglie, imprese, ditte individuali e professionisti.
Potrà da oggi trovare applicazione l’istituto della composizione negoziata della crisi destinata all’imprenditore commerciale e agricolo, la cui finalità precipua è quella di condurre l’impresa al risanamento, con l’ausilio di un esperto, che facilita le trattative tra l’imprenditore ed i creditori – il concordato semplificato il quale di fatto consente all’imprenditore un’ulteriore chance di ripresa laddove la composizione negoziata non abbia avuto esito positivo.
Ed ancora gli accordi in esecuzione di piani attestati di risanamento e gli accordi di ristrutturazione attraverso i quali l’imprenditore propone accordi con i creditori con l’indicazione di strategie di intervento ed i tempi necessari per assicurare il riequilibrio della situazione finanziaria
Di particolare rilevanza sono inoltre le procedure disciplinate dal Codice e destinate, per così dire, ai soggetti più deboli per i quali si è reso necessario un intervento legislativo al fine di porre rimedio alle situazioni di sovraindebitamento anche di natura familiare onde consentire al nucleo intero di ottenere l’esdebitazione, ed ancora strumenti di risoluzione indirizzate al solo consumatore quale “la procedura di ristrutturazione dei debiti del consumatore” dedicata alle persone fisiche che hanno contratto debiti di natura personale e quindi che esulano dall’attività professionale o d’impresa ed infine il concordato minore dedicato invece ai debitori professionisti, ditte individuali ed imprese di piccole dimensioni, finalizzato alla prosecuzione dell’attività imprenditoriale o professionale.
Di particolare interesse è ancora l’istituto destinato al debitore incapiente, ovvero alla persona fisica che non ha alcuna risorsa economica da fornire ai creditori finalizzato alla esdebitazione totale, ed ancora le procedure di esdebitazione familiare, destinate a risanare il debito dell’intero nucleo familiare nei casi un cui, per esempio, il debito sia stato contratto unitamente dai coniugi. Si segnala ancora l’istituto della liquidazione controllata attraverso il quale il debitore può mettere a disposizione dei creditori il proprio patrimonio al fine di ottenere il risanamento della posizione debitoria. Le citate procedure, finalizzate si ribadisce al risanamento, presentano l’immediato vantaggio di sospendere ogni procedura esecutiva in atto, costituiscono quindi una protezione per il debitore in difficoltà dalle aggressioni patrimoniali.
E’ ampio quindi il panorama offerto dal Legislatore in tema di ristrutturazione dei debiti la cui finalità è la fuoriuscita dalla crisi e la ripresa dell’attività sociale, economica e finanziaria, strumenti che se attuati da professionisti esperti del settore risultano essere di fondamentale ausilio, in un momento storico-legislativo nel quale, è bene ricordarlo, si è abbandonato il termine fallimento e fallito, per il discredito sociale insito, per passare alla locuzione generica di debitore.