
Bilderberg, i partecipanti italiani e di cosa si è discusso
Si è tenuta a Washington la riunione annuale del Bilderberg, ritornata dopo due anni di assenza causa covid. In questa edizione è stata rafforzata la presenza ucraina
Si è tenuta a Washington la riunione 2022 del Bilderberg, ritornata dopo due anni di assenza causa covid. Il meeting riunisce politici, industriali, rappresentanti di organismi, docenti universitari e rappresentanti di governo. Per alcuni si tratta di un gruppo di pressione che organizza i punti in agenda su scala globale, per altri un’occasione di confrontarsi a nome proprio e non del proprio ruolo. Quel che è certo, è che la riunione avviene al riparo da occhi indiscreti, senza che si possa conoscere il contenuto degli interventi.
I partecipanti italiani
Quest’anno i partecipanti italiani sono stati due: il riconfermato Stefano Feltri (direttore de Il Domani) e Francesco Starace (Amministratore delegato di Enel S.p.a). Nelle precedenti edizioni hanno partecipato, tra gli altri, Lilli Gruber, Mario Monti, Matteo Renzi. Per quanto riguarda le partecipazioni internazionali, scorrendo la lista completa del 2022 saltano all’occhio i nomi di Audrey Azoulay (direttore generale Unesco), Albert Bourla (Ceo di Pfizer), José Manuela Barroso (Goldman Sachs International), William J.Burns (direttore della CIA), il solito Henry Kissinger, Yann LeCun (vicepresidente di Facebook), Charles Michel (presidente del consiglio europeo), Eric E. Schmidt (Former CEO and Chairman, Google), Kevin Scott (Microsoft Corporation) e Jens Stoltenbergs (segretario generale della NATO).
Rafforzate le presenze ucraine
Quest’anno è stata inoltre – prevedibilmente – rafforzata la componente ucraina, con la partecipazione dell’ambasciatrice in America Oksana Markarowa e con il rappresentante dei magnati del gas Yuriy Vitrenko (Naftogaz). Non deve stupire, visto che il Bilderberg è stato creato nel 1954 in chiave anti-russa (all’epoca anti-URSS), su impulso della CIA e a sostegno dell’attività della NATO.
I punti in Agenda
Quest’anno i punti all’ordine del giorno sono stati 14 e piuttosto impegnativi per esponenti che partecipano “a titolo personale”: riallineamenti geopolitici, sfide della NATO, Cina, riallineamenti indo-pacifici, competizione tecnologica tra Cina e Stati Uniti, Russia, Economia e continuità di governo, Interruzione del sistema finanziario globale, disinformazione, Energia sicurezza e sostenibilità, Salute post-pandemica, frammentazione delle società democratiche, commercio e deglobalizzazione, Ucraina.
Aspetti controversi
Il Club Bilderberg è stato fondato su impulso della CIA, ma anche per iniziativa diretta del banchiere David Rockfeller, che ha fondato anche la Commissione Trilaterale, altro gruppo di potere dove siedono 300 rappresentanti influenti che portano avanti gli obiettivi del “gruppo di studio”.
C’è chi considera “prestigiose” questo tipo di riunioni, e anche chi le ha criticate aspramente. E’ il caso del magistrato Ferdinando Imposimato, che definì il gruppo Bilderberg come “uno dei responsabili della strategia della tensione e quindi anche delle stragi” che hanno toccato anche l’Italia.
ECONOMIA
Istat: le famiglie italiane hanno sempre meno potere d’acquisto

Crolla, nel quarto trimestre del 2022, il potere d’acquisto delle famiglie italiane. Lo sottolinea l’Istat, secondo cui la crescita del reddito disponibile, accompagnata da un aumento dei prezzi al consumo particolarmente forte, ha comportato una significativa diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie, pari a -3,7%. fsc/gtr
DOC
Istat, a picco i consumi delle famiglie italiane

Forte calo della spesa delle famiglie. Lo registra Istat nella nota sull’andamento dell’economia italiana di febbraio appena pubblicata. “Lo scenario internazionale – rileva l’Istituto Nazionale di Statistica – resta caratterizzato da un elevato grado di incertezza e da rischi al ribasso. Si inizia a profilare un percorso di rientro dell’inflazione più lungo di quanto inizialmente previsto. Il Pil italiano, nel quarto trimestre 2022, ha segnato una lieve variazione congiunturale negativa a sintesi del contributo positivo della domanda estera netta e di quello negativo della domanda interna al netto delle scorte”. In basso il report integrale
ECONOMIA
BTP Italia, il bilancio del MEF

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato i dettagli relativi alla Seconda Fase della diciannovesima emissione del BTP Italia, il titolo indicizzato all’inflazione italiana (Indice FOI, senza tabacchi – Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi) con scadenza a 5 anni. La Seconda Fase, dedicata agli investitori istituzionali, che si è svolta il 9 marzo nell’arco di 2 ore, ha registrato 178 contratti per un controvalore complessivo domandato interamente accolto, pari a 1.353,653 milioni di euro. Questo dato, insieme a quello della Prima Fase di collocamento che ha visto un ammontare di 8.563,209 milioni di euro acquistati da piccoli risparmiatori, ha determinato una raccolta complessiva finale di quasi 10 miliardi di euro.
Sempre con riferimento alla Seconda Fase di collocamento, le informazioni raccolte dai Dealer eCo-Dealer permettono di ottenere delle statistiche quasi totalmente rappresentative dell’ammontare complessivamente allocato. In particolare, il 43 per cento dell’ammontare emesso nella Seconda Fase è stato collocato presso le banche mentre il 33,9 per cento presso asset manager. Gli investitori con un orizzonte di investimento di lungo periodo hanno acquistato il 23,1 per cento dell’emissione (in particolare il 5,6 per cento è andato ad assicurazioni, mentre il 17,5 per cento è stato allocato a istituzioni governative).
Il collocamento del titolo nella Seconda Fase ha visto una predominante presenza di investitori domestici, che ne hanno sottoscritto l’84,7 per cento. Il restante 15,3 per cento dell’emissione è stato sottoscritto da investitori europei, in particolare residenti in Svizzera (5,7 per cento), in Francia (4,7 per cento), in Germania (2,7 per cento), nel Regno Unito (1,3 per cento) e presso altri paesi europei (0,9 per cento).
ECONOMIA
Le alternative al Superbonus 110%

Il superbonus 110% è una misura introdotta dal governo precedente per tentare di incentivare la riqualificazione energetica degli edifici. Questa misura fiscale, come è noto, consente di detrarre dall’Irpef il 110% delle spese sostenute per la riqualificazione energetica degli immobili. Tuttavia, la sua introduzione ha avuto delle ricadute che hanno riguardato la cessione dei crediti, senza contare che diversi soggetti ne hanno approfittato per ottenerne vantaggi impropri. Esistono comunque alcune alternative al superbonus 110 che possono essere considerate.
- Bonus Ristrutturazioni. Il Bonus Ristrutturazioni è una misura che consente di detrarre dal pagamento delle tasse una percentuale delle spese sostenute per la ristrutturazione degli edifici. Questo bonus consente di detrarre dal pagamento delle tasse fino al 50% delle spese sostenute per la ristrutturazione.
- Ecobonus. L’Ecobonus è una misura che consente di detrarre dal pagamento delle tasse una percentuale delle spese sostenute per la riqualificazione energetica degli edifici. Questo bonus consente di detrarre dal pagamento delle tasse dal 50% all’85% delle spese sostenute per la riqualificazione energetica.
- Sisma Bonus. Il Sisma Bonus è una misura che consente di detrarre dal pagamento delle tasse una percentuale delle spese sostenute per la messa in sicurezza degli edifici, ma solo in zone sismiche. Questo bonus consente di detrarre dal pagamento delle tasse fino al 80% delle spese sostenute per la messa in sicurezza.
- Superbonus 90. Il Superbonus 90 è una misura che consente di detrarre dal pagamento delle tasse una percentuale delle spese sostenute per la riqualificazione energetica degli edifici. Questo bonus consente di detrarre dal pagamento delle tasse il 90% delle spese sostenute per la riqualificazione energetica.
- Credito d’imposta. Il Credito d’imposta è una misura che consente di ottenere un credito d’imposta da utilizzare in compensazione fiscale. Questo credito d’imposta può essere ottenuto per le spese sostenute per la riqualificazione energetica degli edifici, e consente di ottenere una percentuale delle spese sostenute.
Ha ragione. Bilderberg dal nome del castello dove si svolse la prima riunione. Però, piuttosto che sottolineare una “n” al posto della “r” finita lì a causa della digitazione automatica, cerchiamo di capire la “sostanza delle cose”, cioè quello che ho aggiunto a ricca integrazione dell’articolo. Sennò chi legge può capire che il Club Bilderberg sia uno dei vari gruppi lobbistici di pressione, e non invece il Club dei Padroni dell’Europa Occidentale.
Il Bildenberg non è un gruppo di pressione o di discussione. Oggi è un Club che organizza strategie politiche e geoeconomiche a tutela degli interessi dei grandi capitali euroatlantici.
Riguardo alla presenza di importanti personaggi italiani, l’elenco è molto più lungo, secondo le informazioni segrete rivelate al mondo da Julian Assange.
Innanzitutto, tra i Dirigenti esecutivi permanenti, vi sono i padroni dell’Italia, che non a caso sono stati i primi sponsor del governo tecnico di Draghi. Parlo ovviamente di John Elkann, insieme al cugino in seconda Agnelli Andrea che, per beni patrimoniali, è l’uomo più ricco d’Italia.
Fra i cooptati dell’elite della Classe dominante italiana, vi sono poi la Moratti Letizia, Tronchetti Provera, De Benedetti Rodolfo (il figlio di Carlo l’Ingegnere), Emma Marcegaglia, Corrado Passera e i manager di Intesa san Paolo e Mediobanca.
Questi i membri direttivi, che invitano annualmente degli Agenti (tecnici, politici e giornalisti).
In primis, Mario Draghi che vi fa parte dal 2001, quando era ancora “solo” un alto burocrate italiano. E che proprio dopo la sua cooptazione tra gli Agenti più fedeli del Bildenberg ha iniziato la sua brillante carriera di “tecnico” a servizio degli interessi del grande capitale transnazionale in Goldman Sachs, poi al vertice di Bankitalia poi alla BCE, ora al governo dell’Italia e fra qualche mese alla Segreteria generale della NATO.
Vi sono poi i manager delle due maggiori Multinazionali italiane (Eni e Enel).
Vi sono poi i maggiori euroburocrati italiani tecnico-politici: Mario Monti, Renato Ruggero, il defunto Tommaso Padoa Schioppa, Domenico Siniscalco, Paolo Scaroni, Franco Bernabè, Fulvio Conti, Renato Ambrosetti, Paolo Fresco, Federico Confalonieri, Lorenzo Piccardi, Romano PRODI, Gian Pietro Gros.
Vi appartiene Giuliano Amato, non a caso collocato da Draghi alla presidenza della Corte Costituzionale in una fase in cui la Costituzione italiana viene profondamente violentata (green pass, art. 11 ecc.).
Vi appartiene poi ENRICO LETTA del PD che, insieme allo zio Gianni di Forza Italia, fa parte anche della Trilateral Commission e dell’Aspen Institute (altra organizzazione dell’Elite trasnazionale).
Fra i giornalisti vi sono gli opinion maker e i direttori delle testate main stream, ad esclusione di quelli RAI perché gia di loro sono schierati, allineati e coperti fin dagli anni 50 (ad es. un Bruno Vespa agisce in linea bildenberghiana già in automatico, senza bisogno di direttive).
Tra gli opinion maker figurano tra gli agenti del Bildenberg i seguenti: Enrico MENTANA, Carlo Rossella, Paolo Mieli, Federico Fubini, Gianni Riotta, Ferruccio de Bortoli, Lucio Caracciolo.
Vi fa parte anche la signora Gruber, che vi fu introdotta da Franco Bernabè, poiché ritenuta “dotata di brillanti capacità per orientare l’opinione pubblica italiana conducendo programmi televisivi nelle fasce di massimo ascolto”. Cosi si legge nei files di Assange.
Bilderberg, non Bildenberg. L’articolo è sull’edizione del 2022, dunque sono stati nominati i partecipanti e i temi di discussione di quest’anno. Sicuramente non è il “Club” della bocciofila, per questo abbiamo parlato di gruppo di pressione: lei stesso parla dell’organizzazione di strategie politiche e geo-economiche.