La tradizione che ha radici lontane. La religione, i simboli e…Luigi XIV. Il sovrano aveva un’abitudine che avrebbe fatto scuola per secoli
Duecentotrenta milioni di euro. Quindici milioni di uova di cioccolato. Sono i numeri del mercato italiano del simbolo del dolce della Pasqua, di cui il nostro paese è il consumatore più entusiasta del mondo. Ma l’uovo è, da sempre, sinonimo di vita, fertilità e purezza. La tradizione cristiana, poi, lo associa alla Resurrezione di Gesù. Così l’usanza di scambiarsi delle uova è antecedente alla diffusione del cioccolato in Europa: risale al Medioevo e iniziò, probabilmente, in Germania.
Passeranno diversi secoli prima della nascita dell’uovo di cioccolato: una delle tesi più accreditate fa risalire questa invenzione ai primi del ‘700, dandone il merito al re di Francia Luigi XIV. E’ noto che il Re Sole fosse un appassionato di cioccolato: fu lui a concedere al pioniere della cioccolateria francese David Chaillou l’esclusiva della vendita a Parigi. Ma il sovrano aveva anche l’abitudine di regalare uova rivestite d’oro a nobili e cortigiani: da questo spunto sarebbe nata l’idea di regalare uova dorate realizzate su una base di cioccolato.

Secondo lo storico Mario Marsero anche l’Italia e Torino in particolare, avrebbero un ruolo nell’affermazione di questa specialità: risale infatti al 1920 il brevetto depositato dalla Casa Sartorio di Torino, che inventò un sistema per modellare le forme vuote producendo così uova cave (più leggere), in cui inserire anche delle sorprese. Pratica che si diffuse dal 1925, iniziando ad affermare la grande moda, tuttora in ottima salute, delle uova di Pasqua (di Vivi di gusto).
Auguri di Buona Pasqua ai nostri Lettori dalla redazione di Rec News
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