

ARTE & CULTURA
La “regina degli spot” alla sua prova del nove da cantautrice
C’è chi l’ha sentita cantare in una nota pubblicità di cioccolata calda e chi ne ha apprezzato il timbro vocale nella reclame di una Coppa gelato, con quell’indimenticabile e positivo “I feel good, I feel fine”. Ora però per Gisella Cozzo – denominata, non a caso, la “regina degli spot” – è il momento della prova del nove da cantautrice. Esce infatti oggi su tutte le piattaforme digitali e in radio I’m Living, nuovo attesissimo singolo della cantautrice e producer italo-australiana, autrice del testo e della musica scritta insieme a Fausto Cogliati.
I’m Living è un brano radiofonico dalla melodia ballabile che non rinuncia, tuttavia, a veicolare un messaggio importante indirizzato a tutti: ognuno ha dentro di sé qualcosa da far valere, qualcosa che rende unici e speciali e che non va dimenticato. Il videoclip, realizzato in una delle location più affascinanti della città di Lecco, Villa Sormani Marzorati Uva, con la sua architettura barocca e il suo giardino all’italiana, mette in evidenza un forte contrasto tra il moderno e l’antico, tema centrale del video.
“I momenti di riflessione – racconta Gisella – sono la nostra risorsa per capire le nostre debolezze, saperle accettare e lavorarci per migliorarle, altrimenti nel mondo saremo sempre fragili. Ho imparato che è fondamentale lavorare su sé stessi per raggiungere gli obiettivi prefissati, perché dopo i giorni bui c’è sempre luce. Ognuno di noi merita di “brillare” della propria luce e gridare al mondo…I’m Living, sto vivendo!”
ARTE & CULTURA
A Milano le installazioni interattive di Erlich

In questi giorni sui social ci si imbatte spesso nell’immagine di adulti e bambini appesi, letteralmente, sulla facciata di un palazzo. Non si tratta di un fotomontaggio ma dell’installazione interattiva di Leandro Erlich. La sua mostra monografica si potrà visitare fino al 4 ottobre presso Palazzo Reale. Nato nel 1973 a Buenos Aires, Erlich è ormai famoso per le grandi installazioni d’impatto con cui il pubblico si relaziona e interagisce, diventando parte dell’opera.
Una narrativa immaginifica che lo ha fatto diventare una sorta di Escher moderno, che però all’acquaforte predilige la dimensione reale. Facciate di palazzi “arrampicabili” (come nell’installazione chiamata “Il mondo dell’arte”), case sospese in aria, ascensori senza una destinazione, scale mobili aggrovigliate, barche sospese su un mare inesistente: nel mondo di Erlich c’è davvero di tutto. Un qualcosa in grado di convincere molti fruitori se si considera che la sua personale di Buenos Aires ha totalizzato 300mila visitatori, quella di Tokio addirittura il doppio.
ARTE & CULTURA
Fino a settembre il Picasso scultore in mostra a Malaga

E’ la prima grande mostra che racconta il Picasso scultore e si svolgerà a Malaga, in Spagna, città natale del maestro del Cubismo. Si chiama “Picasso scultore, Materia e corpo” e raccoglie 61 statue grandi e piccole realizzate fra il 1909 e il 1964. Si potrà visitare dal 9 maggio al 10 settembre. Il tema è il corpo umano, indagato attraverso la tridimensionalità e reso dai materiali più disparati: legno, gesso e cemento, ma anche metalli come il ferro, il bronzo e l’acciaio. “Nessuna arte è più o meno importante di un’altra”, diceva Picasso. Un’adesione completa a diverse possibilità di espressione che si coglie a pieno ammirando opere come “La bagnante sdraiata”, “Personaggio” e “Sylvette”.
ARTE & CULTURA
Pablo T e i “nuovi criteri dell’astrattismo”

Come si può reinventare il concetto dell’astrattismo pittorico avendo a disposizione, in fondo, gli stessi colori e i soliti mezzi? Cosa può mutare questo status? Quale alchimia può accadere? Di certo, osservando le opere di Pablo T che ha esposto ed espone nelle gallerie e nei musei di mezzo mondo, qualcosa accade. Accade e si manifesta per l’utilizzo nuovo della sua tecnica mista, per i suoi olii, i suoi acrilici, i suoi smalti e le sue vernici fluide o per la materia del gesso che immette in alcuni, sempre più rari ormai, suoi lavori.
È l’opera pensata forse, ma anche istintiva e gestuale, anche se mai casuale, è l’amalgamarsi e il fondersi nel complesso, il distinguersi di quei colori nel giusto susseguirsi, come un progetto dell’anima, quelle luci e quelle ombre che ti fanno comprendere che sei dinanzi, certamente, a qualcosa di ancora poco conosciuto. E poi, c’è l’interrogarsi, il ricercare se stessi, in quelle opere, il cercare di guardare oltre, rintracciando un ricordo, un sogno, una visione, un orizzonte sconosciuto, una vibrazione universale.
L’artista dopo Parigi, Berlino, Barcellona e Zurigo sbarca a New York per 3 volte, poi Los Angeles, Miami e ancora Europa, infine l’Asia. Lo premiano le città di Cannes, Montecarlo, la Critica Europea, Shanghai. L’Italia lo accoglie con le istituzionali della Toscana, delle Marche, poi la Liguria e il premio alla carriera nelle città di Lecce, Palermo e i due Leoni d’oro per le arti visive a Venezia, attirando l’interesse di collezionisti e di chi vede in lui l’iniziatore di un nuovo ciclo produttivo sui generis.
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I decollages di Mimmo Rotella volano a Bratislava

L’Istituto italiano di Cultura di Bratislava inaugurerà il prossimo 20 aprile, nel prestigioso scenario del Castello di Bratislava, la prima mostra in Slovacchia interamente dedicata a Mimmo Rotella. L’esposizione propone 20 décollages dell’artista italiano, uno dei grandi protagonisti della scena artistica internazionale della seconda metà del XX secolo. La mostra rimarrà aperta fino al 18 settembre. L’evento anticipa l’apertura del festival italiano in Slovacchia giunto alla XVI edizione.
La figura di Mimmo Rotella (Catanzaro, 1918 – Milano, 2006) è legata al movimento del Nouveau Réalisme e della Pop Art. Nelle sue ricerche artistiche si sofferma in molteplici direzioni: fotografie, fotomontaggi, décollages, assemblages di oggetti eterogenei, poesia fonetica. Negli anni ’50 – a seguito di quella che definisce come una “illuminazione zen” – effettua una sperimentazione con i primi décollages, strappando manifesti dai muri e lacerandoli ulteriormente in studio: una tecnica unica, che nasce come gesto di protesta contro la società dei consumi, implicando la trasformazione di manifesti pubblicitari in opere artistiche. Questa sperimentazione, che si concentra inizialmente su iconici manifesti cinematografici, lo rende famoso in tutto il mondo.
Le sue opere sono presenti in importanti musei; fra questi, la Galleria di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il Mumok di Vienna, il Centro Pompidou di Parigi, la Tate Gallery di Londra, la National Gallery di Washington. Rotella è inoltre uno degli artisti della Collezione Farnesina, custodita presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale a Roma.
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