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"Dopo Bibbiano, parlateci di Torino" | Rec News dir. Zaira Bartucca "Dopo Bibbiano, parlateci di Torino" | Rec News dir. Zaira Bartucca

POLITICA

“Dopo Bibbiano, parlateci di Torino”

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Comunicato stampa Comitato Uniti per i bambini –

La relazione conclusiva della Commissione Parlamentare di inchiesta sugli Affidi, ha
evidenziato le numerose e gravose criticità di un sistema affidi che nel complessivo delle vicende si è dimostrato un vero disastro:

I Servizi sociali agiscono usando poteri illimitati e incontrollati;

i giudici emettono valutazioni senza un reale contraddittorio con le parti del procedimento, anzi molto spesso solo sulla base delle relazioni dei Servizi sociali, che possono essere contraddittorie e, come denunciano i genitori, i legali e i consulenti, false. Pertanto mentre i processi si basano su opinioni ed elementi soggettivi ricavabili dalle relazioni dei Servizi Sociali, spesso gravati da conflitti di interesse;

i Giudici devono basarsi su “certezze” e non su indizi o meglio su valutazioni “dubitative”, in quanto le stesse non sono in grado di integrare un accertamento dei fatti in causa. La conclusione di un giudice deve essere dotata di certezza. Oggi invece le famiglie pagano la mancanza dello stato di diritto: il fatto viene scalzato dal processo e sostituito da pareri, opinioni, impressioni espresse da “guru” di turno, opinioni le quali trovano casa in una
pseudoscienza non riconosciuta come testimoniano i casi di Bibbiano, Massa Carrara, Rimini, Salerno e altri tra cui anche Torino;

i controlli delle Procure nelle case-famiglia che ospitano i bambini sono sporadici o addirittura inesistenti e le case famiglia molto spesso si sono dimostrate essere dei “lager” che vanno chiusi, come già prevede la legge n.149/2001 dal dicembre 2006;

spesso gli affidi diventano “adozioni mascherate” in quanto sono sine die e si prolungano per anni nei quali la famiglia viene completamente estromessa dalla vita del minore;

il sostegno alle famiglie è molto spesso inesistente e non vengono elaborati dei progetti di rientro del minore;

non esiste un reale monitoraggio dei minori allontanati, tanto che in Italia nessuno sa quale sia il loro vero numero, né quello delle strutture che li ospitano, né quello dei minori in affido etero-familiare o in affido ad un solo genitore;

il principio per cui l’ allontanamento del minore dalla propria famiglia possa essere disposto solo quale extrema ratio viene completamente ignorato. La legge attuale in materia non viene rispettata e i bambini si trovano reclusi in comunità, gestite generalmente da cooperative nelle cui casse economiche confluiscono fiumi di denaro pubblico.

In Piemonte evidenziamo il drammatico tema dei genitori, suicidi perché i loro figli sono stati strappati brutalmente dalle loro braccia da un sistema criminale che anziché aiutare le famiglie preferisce aumentare un business che trasforma i minori in fonte di guadagno. In Piemonte, nel mese di ottobre di quest’anno altri tre genitori si sono tolti la vita. Ogni anno in Italia i suicidi per questa causa sono centinaia.

In Piemonte c’è un vero e proprio allarme sociale di bambini “strappati” alle loro famiglie sulla base di presunte valutazioni e relazioni false e sulla base di presunti dolosi reati commessi dagli operatori sociali stessi, dal falso in atto pubblico, al reato di frode processuale all’abuso di potere. A confermare tutto questo, oltre la testimonianza di moltissimi genitori è anche lo scandalo degli affidi illeciti e della manipolazione di minori avvenuto a Torino, in cui è stata coinvolta l’ex compagna di Claudio Foti, Nadia Bolognini accusata di aver dato in affido due piccoli nigeriani ad una coppia di donne omosessuali, inventando false accuse e screditando i genitori.

Tra i 13 indagati dalla Procura di Torino, quattro sono assistenti sociali, mentre due sono neuropsichiatre, tutti professionisti che molto probabilmente sono coinvolti per altre vicende familiari, per questo chiediamo alla Procura di allargare le indagini.

Ogni scusa è buona per allontanare. Le casistiche sono infinite ma alla fine spesso le varie situazioni vengono ricondotte ad un motivo apparentemente valido per strappare i bambini alle famiglie. La verità è che in Piemonte, come nel resto d’Italia, c’è un sistema di cooperative, professionisti, strutture residenziali, con un giro d’affari milionario, migliaia di posti di lavoro e soprattutto voti politici di scambio che hanno dato una poltrona a più di un personaggio politico a livello sia locale sia nazionale. I vari “professionisti” alimentano le discordie tra i genitori con il fine ultimo di procurarsi la merce su cui guadagnano: i bambini. È triste e inquietante e forse anche incredibile, ma siamo a conoscenza di centinaia di storie in cui le valutazioni più variegate e assurde tentavano di giustificare l’allontanamento.

Attualmente, manipolando i genitori, assistiamo al tentativo dei nuovi guru della Filiera Psichiatrica di creare divisioni tra genitori e di distrarre dal vero problema: il sistema di collusioni tra il sistema privatistico della tutela minorile, le amministrazioni che dispensano i soldi e la politica che si regge sui voti di scambio.

L’assessore Chiara Caucino che ha fortemente voluto la legge regionale 28 ottobre 2022, n. 17: Allontanamento zero – Interventi a sostegno della genitorialità e norme per la prevenzione degli allontanamenti dal nucleo familiare d’origine – dalle indagini e valutazioni scaturiva che ci sono tantissime criticità nel sistema affidi e che addirittura “otto bimbi su dieci non andavano allontanati”; queste e altre numerose criticità, e gli alti costi del sistema evidenziano che esistono evidenti speculazioni ed abusi sui minori. Pertanto di fronte a questo “disastro” del sistema affidi noi genitori chiediamo a gran voce che vengano avviate delle indagini da parte della Procura di Torino in virtù dei numerosi esposti che già sono stati consegnati dai genitori vittime di queste ingiustizie.

Parlateci Di Torino, spiegateci perché avvengono questi crimini sulla pelle dei bambini e cercatene i colpevoli! La Procura accolga la denuncia della Regione Piemonte sugli allontanamenti immotivati.

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CONTRASTO PEDOFILIA

Sfilate a Caivano, ma poi il governo boccia l’emendamento contro la pedopornografia

di Barbara Guidolin ed Enrico Cappelletti*

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Sfilate a Caivano, ma poi il governo boccia l'emendamento contro la pedopornografia | Rec News

Il Governo Meloni ha dimostrato un’enorme inadeguatezza nella gestione di questioni cruciali come la lotta contro la pedopornografia e la tutela dei minori. Nonostante le continue promesse e annunci enfatici, l’azione concreta sembra mancare del tutto. In Veneto la pedofilia rappresenta un pericolo incipiente anche per i bambini più piccoli.

La Polizia Postale e delle Comunicazioni dichiara che solo in Veneto abbiamo 97 casi trattati nel 2020 oltre quelli di adescamento, 189 nel 2021 con 168 casi rilevati e 21 adescamenti: un aumento pari all’87%. Il contributo a questa brutale piaga è dato dall’uso e abuso non controllato dei social network, videogiochi e messaggistica, ovvero strumenti nelle mani dei bambini che costituiscono una opportunità di crescita della pedopornografia minorile in Veneto e nel nostro Paese.

Nonostante gli annunci roboanti e persino la sfilata a Caivano, alla Camera dei Deputati è stato bocciato un emendamento che avrebbe consentito l’utilizzo delle intercettazioni per contrastare la pornografia minorile, la detenzione di materiale pornografico relativo a minorenni, l’adescamento di minorenni e i maltrattamenti in famiglia.

L’approvazione di questo emendamento avrebbe rappresentato un passo importante nella lotta contro la pedopornografia e la protezione dei nostri minori. Grazie alle intercettazioni, gli inquirenti avrebbero potuto scoprire con maggiore probabilità il mercato online di minori sfruttati per la prostituzione, la circolazione online di foto e video di pornografia minorile, i casi di violenza sessuale su minori e altre nefandezze inaudite.

La decisione di bocciare questo emendamento è assurda e priva di spiegazioni plausibili. Il Governo e la maggioranza hanno quindi messo da parte un provvedimento vitale per la sicurezza e la protezione dei nostri bambini.

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POLITICA

Fassino anziché fare vittimismo dica la verità sui compensi e sui rimborsi ai deputati

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Fassino anziché fare vittimismo dica la verità sui compensi e sui rimborsi ai deputati | Rec News dir. Zaira Bartucca
Immagine Tino Romano/Ansa

Pensavamo di aver visto tutto, e invece no. Il deputato che piange miseria perché dice di percepire 4718 al mese, francamente ci mancava. Lo show di Fassino alla Camera con tanto di cedolino sventolato, ha avuto luogo nel momento meno opportuno, cioè nelle settimane in cui – nel silenzio generale – è stata approvata un’indennità aggiuntiva pari a 2.226,92 euro lordi al mese per tutti i capogruppo, che solo per il 2023 sarà a carico dei gruppi parlamentari, ma che dal 2024 sarà erogata direttamente dalla Camera dei Deputati. E’ quanto ha deciso l’Ufficio di presidenza di Montecitorio con la delibera 45/2023.

Anche chi non è capogruppo, comunque, può contare su compensi e rimborsi che vanno ben al di là dei 4718 euro raccontati da Fassino. Stando ai dati del 2022, ai deputati viene in realtà riconosciuta un’indennità pari a 5.269 euro, al netto delle ritenute fiscali, previdenziali e assistenziali e al lordo delle addizionali regionali e comunali. Ma non finisce qui, perché alla somma va aggiunta la diaria per le spese di soggiorno a Roma che, sempre per il 2022, ammontava a 3.503 euro al mese. Ci sono poi altri rimborsi per spese per convegni, gestione dell’ufficio e per “l’esercizio del mandato” (altri 3.690 euro). Fino ad arrivare, a termine percorso, all’agognato assegno di fine mandato, che è pari all’80 per cento dell’importo mensile lordo dell’indennità, per ogni anno di mandato effettivo.

Non solo: i deputati italiani, praticamente, hanno quasi tutto gratis

A questa situazione già di per sé comoda si aggiunge la possibilità, per i deputati, di ottenere biglietti aerei, ferroviari e marittimi dietro la presentazione del tesserino unico, oppure di richiedere il rilascio gratuito del dispositivo Telepass. Nonostante questo, anche quando si parla di viaggi fioccano i soliti rimborsi: se la distanza da percorrere è pari o inferiore a 100 chilometri, scatta l’ennesimo rimborso che può arrivare a 3.995,10 euro a trimestre. I deputati italiani, poi, guadagnerebbero talmente poco da non potersi permettere neppure una scheda SIM e una connessione internet: fortuna che le spese vengono coperte dallo Stato, per altri 1.200 euro annui.

Mense e ristoranti a prezzi stracciati

Anche quando si parla di bevande e vivande non va meglio. Anche lì, i deputati italiani possono bearsi di non spendere nulla o di spendere cifre irrisorie. In molti ricorderanno il caso di qualche anno fa delle aragoste a un euro alle mense degli onorevoli, mentre – più di recente – è spuntato il caso dei fagotti a portar via con un’intero pranzo o un’intera cena a 5 euro. Ne ha parlato in epoca covid l’attuale sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, che nel corso di una trasmissione televisiva si era detto amareggiato del trattamento ricevuto.

La sanità gratuita e a corsia preferenziale

I trattamenti di favore per i poveri deputati che hanno incassato la solidarietà di Fassino non finiscono qui. Sono, infatti, iscritti al Fondo di assistenza sanitaria integrativa – cui aderiscono automaticamente tramite il versamento di una trattenuta sull’indennità – e grazie a questo possono accedere ad altri rimborsi e a sistemi di cura all’avanguardia. In alcuni casi, anche aprirsi le porte della devastata Sanità pubblica. E’ rimasto scolpito nella memoria collettiva il caso di Renata Polverini, che da governatrice della Regione Lazio per essere sottoposta a un intervento occupò un intero reparto con 25 posti letto.

Il problema, poi, è il Reddito di Cittadinanza

Mentre, insomma, i deputati godono di ogni sorta di privilegio, la politica tenta di colpevolizzare chi è costretto a percepire il Reddito di cittadinanza per colpa dell’incapacità di tutti i governi di creare posti di lavoro. Certo, esiste chi ne approfitta e si tratta di una misura che ha mostrato limiti vistosi. Anche pericoli, se si considera che rappresenta l’apripista al reddito universale e a un sistema di assistenza fine a sé stesso che viene anteposto alla produttività. Però è quantomeno paradossale che gli stessi politici che fanno i conti agli spiccioli che finiscono in tasca alle famiglie disagiate siano, magari, gli stessi che vivono gratuitamente e che hanno stipendi che – senza se e senza ma – si possono definire “d’oro”.

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POLITICA

Dove sono finiti 20 milioni del fondo Simest destinate alle PMI

A chi andranno le prime risorse prelevate dal Fondo 394

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Dove sono finiti 20 milioni del fondo Simest destinate alle PMI | Rec News dir. Zaira Bartucca

Leaf Space SpA, società che si occupa della fornitura di servizi del segmento di terra per la raccolta dati di operatori satellitari, ha annunciato di aver completato un aumento di capitale per complessivi 20 milioni di euro (22 milioni di dollari). Il round è stato sottoscritto dai lead investors CDP Venture Capital Sgr (attraverso il Fondo Evoluzione) e Neva Sgr, insieme a SIMEST e Digital Transition Fund – parte del gruppo CDP S.p.A. SIMEST ha peraltro effettuato la sua prima operazione attraverso il nuovo strumento di investimento diretto dedicato all’internazionalizzazione delle startup e PMI italiane, il Fondo Unico di Venture Capital.

Hanno sottoscritto l’aumento di capitale anche i già presenti azionisti RedSeed Ventures, Primo Space e Whysol Investments, che hanno contribuito al nuovo round di finanziamento dopo l’ultimo avvenuto nel 2020. In aggiunta, la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) metterà a disposizione della Società ulteriori 15 milioni di euro di Venture Debt, (l’operazione è in fase di finalizzazione).

La società è nata nel 2014 a Lomazzo (Como). Attualmente fornisce servizi di connettività e raccolta dati a circa 80 satelliti e a marzo 2023 ha effettuato più di 10.000 passaggi satellitari in un solo mese.

“I 20 milioni di euro di finanziamenti garantiti da investitori azionari, nuovi ed esistenti, si sommano ai 15 milioni di euro di Venture Debt forniti dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) – attualmente in fase di finalizzazione”, ha dichiarato Jonata Puglia, CEO e co-fondatore di Leaf Space.

“Grazie a questi capitali potremo mantenere il nostro posizionamento nel mercato come secondo più grande operatore e fornitore di servizi Ground Segment-as-a-Service (GSaaS) al mondo e soddisfare la crescente domanda di mercato mediante una continua espansione della nostra rete globale di stazioni di terra, aggiungendo nuove aree di copertura in tutto il mondo’’.

“Abbiamo in programma di supportare nuove frequenze per i satelliti di osservazione terrestre e telerilevamento’’ ha detto Jonata Puglia, CEO e co-fondatore di Leaf Space. Giovanni Pandolfi Bortoletto, CSO & co-fondatore, ha invece dichiarato: “Entro i prossimi 10 anni puntiamo ad un futuro dove i satelliti ed ogni altro asset spaziale operino seguendo le logiche di connettività plug-and-play indipendentemente da missione, applicazione, orbita o destinazione”. La società fa inoltre sapere di stare lavorando per “porre le basi per eventuali nuove applicazioni a oggi non possibili“.

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ATTUALITA'

Diplomifici, parte l’indagine ispettiva del MIM. Reclutati 146 ispettori

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Diplomifici, parte l'indagine ispettiva del MIM. Reclutati 146 ispettori | Rec News dir. Zaira Bartucca
Comunicato stampa

In merito all’indagine di Tuttoscuola sul fenomeno dei “diplomifici” dal titolo «Maturità: boom dei diplomi facili», il Ministero dell’Istruzione e del Merito avvierà una indagine ispettiva. Nel frattempo, sarà bandito a breve un concorso per il reclutamento di 146 ispettori che porterà a saturare l’organico attuale (190 Posti). “Sotto il profilo normativo – fa sapere il MIM – verranno valutati alcuni correttivi che diano più strumenti in sede ispettiva per verificare la sussistenza dei requisiti per la parità. Si sta anche lavorando per inserire nella legge di Bilancio risorse idonee per incrementare ulteriormente l’organico dei dirigenti tecnici”.

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