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TechChill, organizzazione non profit nata in Lettonia, ha sondato il sentiment di diversi investitori, VC e Business Angels attivi in Europa in merito all’ecosistema italiano delle startup, con l’obiettivo di conoscere la loro opinione sullo stato attuale e sul potenziale futuro della scena tecnologica italiana.

Secondo l’indagine condotta, per più della metà degli intervistati entrare in contatto con talenti istruiti e motivati è uno dei principali vantaggi nello scommettere in una startup italiana. L’ostacolo maggiore sarebbe invece “l’aspetto burocratico”, ma si sottolinea anche una “disconnessione dagli ecosistemi esteri”.

La gran parte degli intervistati sarebbe inoltre aperta a investire in startup italiane se si presentasse un’opportunità adatta al proprio portafoglio, e un terzo di loro ha già supportato la crescita di almeno una startup italiana. Più della metà, il 52,4%, ha indicato che è molto probabile che lo faccia, mentre il 38,1% dichiara che è probabile che investa.

Soffermandosi sui settori in cui operano le startup emergono come più interessanti la tecnologia legata al miglioramento ambientale (47,6%) e Software as a Service (47,6%), indicati come i verticali con il maggior potenziale in Italia dalla metà degli investitori. Seguono Deeptech (33,3%) e Fintech (28,6%).

Gli investitori ritengono inoltre che la scena italiana delle startup rimarrà stabile fino alla fine del 2022, con il 38,1% che prevede un moderato aumento delle valutazioni, il 42,9% che rimarranno stabili, mentre il 19% si aspetta una moderata diminuzione. Una prospettiva generalmente positiva nell’attuale situazione di volatilità globale.

Rec News dir. Zaira Bartucca – recnews.it

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A Firenze il convegno sulle competenze digitali

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A Firenze il convegno sulle competenze digitali | Rec News dir. Zaira Bartucca

In occasione della pubblicazione ufficiale in lingua italiana del Digital Competence Framework for Citizens 2.2, a cura del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Repubblica Digitale, la Direzione generale per i fondi strutturali per l’istruzione, l’edilizia scolastica e la scuola digitale (DG EFID) del Ministero per l’istruzione e il merito promuove un evento dedicato alle competenze digitali. Se ne parlerà a Firenze il 24 marzo dalle ore 9.30 nell’ambito del “DigCom 2.2 – Competenze e curricoli Digitali”.

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Riforma del Fisco, l’intelligenza artificiale darà la caccia agli evasori

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Riforma del Fisco, l'intelligenza artificiale darà la caccia agli evasori | Rec News dir. Zaira Bartucca

Il governo è al lavoro sulla Riforma del Fisco, e per il momento sono trapelati i contenuti della bozza. Si tratta di un testo suddiviso in 5 parti e 22 articoli finalizzato all’adozione di uno o più decreti legislativi, al fine di modificare il sistema tributario attualmente in vigore. Uno dei provvedimenti in fase di approvazione parla di un ricorso via via più massiccio all’intelligenza artificiale, anche per quanto riguarda le tasse e la loro riscossione. Stando a quanto è trapelato, infatti, l’IA e le tecnologie digitali saranno chiamate a “prevenire e ridurre l’evasione fiscale”, con un “meccanismo di premialità” per chi si dimostra collaborativo.

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Il cellulare compie 40 anni. Chi inventò il “mattone” e cosa poteva fare

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Il cellulare compie 40 anni. Chi inventò il "mattone" e cosa poteva fare | Rec News dir. Zaira Bartucca

L’aprifila è stato il Il Motorola DynaTac 8000X, primo telefono cellulare “portatile” ad essere proposto il 6 marzo del 1983, esattamente 40 anni fa. Soprannominato “il mattone” per la forma non proprio ergonomica e per il peso che sfiorava il chilo, è iniziata lì la storia della comunicazione moderna che nell’arco di qualche decennio ha visto il cellulare trasformarsi in uno smartphone capace di svolgere operazioni ben più complesse. Certo che all’epoca non era così.

Il cellulare degli esordi – ideato dall’ingegnere Martin Cooper (nella foto) – ci metteva 10 ore a caricarsi, poteva ospitare 30 numeri in rubrica e permetteva di fare non più di mezz’ora di conversazione consecutiva. Non era per tutti: costava 3995 dollari e fu venduto in appena 300mila esemplari, prima di essere immesso formalmente in commercio a fine estate dell’83. Per aspettare l’ulteriore diffusione e modelli più compatti e tascabili, si sarebbero tuttavia dovuti aspettare gli anni ’90, per la diffusione diffusa gli anni 2000.

Nel 1998 inizia la corsa di altre marche e modelli più o meno iconici: sono gli anni dei Nokia, degli Startak, degli slidephone, del Blackberry. Da lì in poi nascono dispositivi di tutti i colori, per tutte le esigenze e per tutte le tasche. Gli SMS, gli MMS, la connessione internet e tutte quelle migliorie che negli anni hanno portato all’oggetto che tutti, ormai, portano con sé. Tutte innovazioni che non sarebbero state possibili senza quel primo “mattone” del 1983.

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Truffa NFT, arrestati due imprenditori italiani a Dubai

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Truffa NFT, arrestati due imprenditori italiani a Dubai | Rec News dir. Zaira Bartucca

Arrestati a Dubai nelle scorse settimane due imprenditori italiani, e precisamente trevigiani, C.V. ed E.G. I due sono sotto inchiesta dopo che una prima indagine condotta dal Procura di Pordenone aveva svelato alcuni dettagli legati alla “truffa” in criptovalute tramite la società NFT(il cui acronimo non è confondere con i Non Fungible Token), che avrebbe promesso ai singoli utenti il 10% di interessi al mese per ogni investimento in criptovalute. Gli atti subito dopo sono passati alla Procura di Treviso, che si sta occupando del caso.

Secondo quanto emerge dalle prime ricostruzioni, la misura sarebbe stata portata avanti di concerto con le forze dell’ordine degli Emirati. Le ragioni che hanno spinto questi ultimi a chiedere un ordine restrittivo ai due imprenditori sarebbero due capi di imputazione: il primo che prevede i reati “contro la fiducia” e il secondo il “tradimento”. In termini giudiziari italiani si tratterebbe di “truffa aggravata”. Il 13 febbraio c’è stata la convalida dell’arresto, che negli Emirati vale anche come udienza preliminare. Il giudice ha quindi la facoltà di rinviare a giudizio i due indagati, che in caso di condanna a processo rischierebbero fino a 10 anni di carcere.

Oltre ai vertici di NFT, gli investitori truffati stanno portando avanti una serie di richieste in varie Procure italiane nei confronti di una settantina di agenti, accusati di esercizio abusivo della promozione finanziaria e truffa aggravata. Oltre all’Italia, tra le inchieste della magistratura italiana e della Consob, si stanno muovendo anche le procure di tutta Europa per rintracciare i soldi sottratti in maniera illecita agli investitori tramite nuove criptovalute poco affidabili.

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