
Minori sottratti, la protesta dei genitori in vista di Pasqua
Le relazioni false degli assistenti sociali e il business milionario generato attorno all’accoglienza nelle case-famiglia. Nelle città di Torino, Milano, Busto Arsizio, Cuneo, Firenze e Roma le lettere per i figli appesi davanti ai Tribunali
In vista dell’ennesima Pasqua senza i loro piccoli, una trentina di genitori a cui sono stati strappati i figli appenderanno delle lettere per i propri bimbi davanti ai Tribunali dei Minori di varie città italiane Torino, Milano, Busto Arsizio, Cuneo, Firenze e Roma. Una protesta pacifica per riportare l’attenzione sull’enorme problema dell’allontanamento illecito dei minori dalle proprie famiglie e di un sistema che sfrutta economicamente e ideologicamente qualsiasi disagio familiare – sia questo di natura economica, di tensioni emotive spesso legate a separazioni, di disagi psicologici e/o fragilità – per strappare (spesso con prelevamenti coatti delle Forze dell’Ordine) i bambini alle famiglie utilizzando l’etichetta di inidoneità genitoriale o di conflittualità.
Secondo i dati del Ministero del Lavoro del 2019, solo il 24% dei bambini allontanati tornerà un giorno alla famiglia d’origine. In Lombardia il dato scende ulteriormente, al 17%). Considerando che i provvedimenti di allontanamento sono temporanei, si intravede un generale fallimento del sistema nel sostenere l’interesse e il diritto del minore a crescere nella propria famiglia quando questa è in grado di prendersene cura e di assicurargli normalità, oltre che la necessità di rivedere la legge di riferimento sugli affidi (Legge 149 del 2001) e sulla bigenitorialità (Legge 54 del 2006).
Dal report della Regione Piemonte sugli affidi emerge che la scelta dell’allontanamento forzato di un minore dai genitori è solo in minima parte motivata dall’esigenza di evitare maltrattamenti e abusi. Spesso i bambini vengono allontanati per accuse infondate e relazioni arbitrarie da parte di assistenti sociali che innescano provvedimenti da parte dei Tribunali del Minori, dove le famiglie non hanno alcun contraddittorio. Spesso di tratta di figli tolti alle mamme (ma a volte anche ai papà) che denunciano l’ex compagno per violenza, aggiungendo la violenza istituzionale a quella già subita dal partner, colpevolizzando le vittime e disincentivandole a denunciare.
Questi allontanamenti avrebbero potuto e avrebbero dovuto essere evitati. La legge italiana riconosce infatti il diritto del bambino di crescere ed essere educato nella propria famiglia e vede l’allontanamento come estrema ratio. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, inoltre (Corte di Cassazione, Prima Sezione Civile, Ordinanza pubblicata il 24 marzo 2022, n. 9691) dichiara l’allontanamento coatto dei minori dalla propria famiglia ad opera delle Forze dell’Ordine come un atto “Fuori dallo Stato di diritto”. Allontanare un minore comporta uno sradicamento su larga scala di bambini dalle proprie famiglie, eppure tutto ciò continua a succedere in tutta Italia.
Ognuno di questi bambini genera a sua volta un “indotto”, una “filiera”. Lo Stato paga dai 100 ai 400 euro al giorno per il sostentamento di questi bambini in casa-famiglia e intorno a loro si generano posti di lavoro: psicologi, consulenti, educatori e così via. Le case-famiglia sono in genere strutture private non sottoposte a un efficace sistema di controllo e naturalmente interessate ad una lunga permanenza dei propri ospiti.
I miliardi di soldi pubblici spesi per i bambini in comunità vengono spacciati come servizi di welfare, ma di benessere e tutela dei minori in questo “modus operandi” ce n’è ben poco. Tra i genitori sopravvissuti al dolore disumano di vedersi portare via un figlio alcuni hanno deciso di scrivere una lettera ai loro figli orfani di genitori in vita e di collocarla proprio davanti ai tribunali che li hanno portati via. Le letterine di Pasqua ai loro bimbi saranno appese davanti ad alcuni Tribunali dei minori.
ATTUALITA'
Miele adulterato, “bloccare le frodi, più controlli sulle importazioni”

“L’apicoltura è un’attività fondamentale non solo per il ruolo che riveste nel mercato agroalimentare europeo, ma soprattutto per la funzione vitale che esercita a difesa della biodiversità. Per questo, è necessario potenziare i controlli sulle importazioni e aggiornare subito l’elenco dei metodi di laboratorio per individuare e bloccare le frodi”. È quanto dichiara l’europarlamentare Francesca Peppucci a seguito della sottoscrizione dell’atto con cui il Parlamento europeo interroga la Commissione sulle azioni da intraprendere contro il miele adulterato.
“I più recenti risultati dell’azione coordinata dell’UE mostrano, infatti, che il 46% dei campioni di miele importati sembra essere adulterato e non conforme alle disposizioni della direttiva sul miele 2001/110/CE e che tale adulterazione sembra avvenire attraverso l’aggiunta di sciroppi di zucchero, additivi e coloranti, con l’obiettivo di ridurre il prezzo e di mascherare la vera origine geografica del nettare, falsificando le informazioni sulla tracciabilità”, dice ancora l’interessata.
“Una pratica di concorrenza sleale che mette a rischio il settore apistico europeo, italiano e umbro, compromettendo il lavoro prezioso di tanti apicoltori. Sono convinta che il nome dell’Italia o di qualsiasi altro Stato membro, debba essere presente per legge sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale, specificando in etichetta ‘miscela di mieli originari della Ue’ nel caso in cui il prodotto provenga da più Paesi dell’Unione”, conclude Peppucci.
ATTUALITA'
Tribunale unico dei Brevetti, la sede distaccata in una città italiana
L’organismo si occuperà di soluzione delle controversie in materia di brevetti europei

Una sezione distaccata della Divisione centrale del Tribunale Unificato dei Brevetti (TUB) è stata istituita a Milano. L’organismo si occuperà di soluzione delle controversie in materia di brevetti europei. L’intesa, negoziata per l’Italia dai ministeri degli Esteri e della Giustizia, sarà sottoposta a formalizzazione nel corso della prossima riunione del Comitato Amministrativo. La sezione milanese giudicherà su contenziosi che riguardano brevetti unitari provenienti da tutti i Paesi europei che fanno parte del TUB.
A seguito dell’uscita del Regno Unito dalla UE e dall’Accordo che istituisce l’organismo, è emersa la questione se si dovesse ricollocare ad altra sede quella prevista a Londra, che si affiancava alla sede centrale di Parigi e quella distaccata a Monaco di Baviera. In queste settimane il governo sta completando le procedure giuridiche e operative perché la sede sia operativa in un anno, riferiscono fonti istituzionali.
ATTUALITA'
La Germania dice addio al nucleare: “Pericoloso”. L’Italia invece ci si butta dentro

Il 15 aprile per la Germania è stata la data dell’addio al nucleare. Lo Stato europeo, simbolicamente entro la mezzanotte scoccata, ha chiuso Isar 2, Emsland e Neckarwestheim 2, ormai spettri industriali di un qualcosa che è ritenuto pericoloso per l’uomo e per l’ambiente. Dopo il noto disastro di Fukushima del 2011, l’allora cancelliere Angela Merkel – forse facendo la scelta più lungimirante della sua lunga e criticata carriera politica – ha deciso di avviare l’iter che porta oggi a mettere un paletto importante per la Germania, che ha deciso di puntare tutto sull’energia pulita e sull’eolico in particolare.
“I rischi associati all’energia nucleare sono decisamente incontrollabili”, ha dichiarato a questo proposito il ministro dell’Ambiente, Steffi Lemke. Non la pensa così il governo Meloni, che di recente ha offerto sostegno al governo Macron per l’inserimento del nucleare tra le “energie pulite”. Una presa in giro di tenore europeista che spiana la strada a un ambientalismo decisamente ipocrita e pericoloso: le scorie radioattive necessitano di essere smaltite e non esiste un nucleare che non le produca. Possono volerci anche migliaia di anni, mentre assieme alla produzione di energia cresce l’incidenza di patologie dovute a fattori ambientali.
ATTUALITA'
Educare alla pace e al dialogo. Il contest
L’iniziativa destinata agli studenti delle scuole primarie e secondarie

La Fondazione Fratelli tutti di concerto con il ministero dell’Istruzione promuove il “Contest della Fraternità” destinato alle scuole primarie e secondarie. Agli istituti che quest’anno hanno aderito è stato proposto di realizzare percorsi di approfondimento e studio, fatti di incontri, letture, visioni di film e documentari e dibattiti in classe dedicati al tema della fraternità. Gli studenti sono stati invitati a realizzare elaborati di vario tipo per rappresentare il tema della fraternità: creazioni grafiche, video, disegni, testi in prosa o poetici, ricerche, considerazioni, manufatti, ecc.
Una giuria composta da rappresentanti del MIM e dell’organizzazione del meeting sceglierà dai 20 ai 30 lavori. I rappresentanti delle scuole selezionate si riuniranno la mattina dell’evento a Roma e voteranno l’opera più rappresentativa. Lo studente vincitore sarà invitato a presentare il proprio elaborato nel corso della manifestazione, in Piazza San Pietro.