
Esiste solo il covid. Il reparto di Neonatologia del San Giovanni di Dio di Crotone costretto a chiudere
Lo stop alle attività ordinarie. Ha cercato di garantire assistenza ai nati prematuri, ai neonati che richiedono assistenza particolare alla nascita e a quelli che necessitano del ricovero in terapia intensiva, pur tra mille carenze. Ora non potrà più farlo
Ormai esiste solo il Covid. Capita così che, in quel di Crotone – in Calabria – una parte essenziale di un ospedale sia costretta a chiudere, nel silenzio generale. Il reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Civile San Giovanni di Dio negli anni ha cercato di garantire assistenza ai nati prematuri, ai neonati che richiedono assistenza particolare alla nascita e a quelli che necessitano del ricovero in terapia intensiva. Ora non potrà più farlo, perché anche i pochi posti letto su cui poteva contare e l’organico già striminzito dell’intero nosocomio non consentono di andare oltre. Troppe le carenze, che hanno fatto in modo che si optasse per lo stop delle attività ordinarie.
Un segno dei tempi nell’Italia orientata verso i cali delle nascite – soprattutto in epoca post “pandemia” – ma anche un effetto dei commissariamenti, dei piani di rientro e dei tagli selvaggi alla Sanità che la Calabria subisce da anni. Cambia la politica, si succedono i presidenti di Regione, ma a rimanere invariata è la difficoltà – da parte dei cittadini calabresi – di accedere a cure di qualità in strutture pubbliche a cui, magari, si aggiunge un’eccellenza del privato che non tutti si possono permettere.
ATTUALITA'
La storia di Carlo, rovinato dai neurolettici
Il racconto degli effetti devastanti. Non dovrebbero essere assunti per più di due settimane, ma questo limite spesso viene superato, provocando danni irreversibili – di CCDU*

Carlo – nome di fantasia – si è rivolto al CCDU, Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, una onlus di vigilanza attiva nella denuncia di abusi nel campo della salute mentale, e legittimata ad agire dal Ministero per le Disabilità per la tutela legale delle persone con disabilità vittime di discriminazioni, per segnalare i danni da lui subiti in seguito all’assunzione di questi farmaci.
Dopo una prolungata assunzione di farmaci neurolettici, Carlo ha preferito non mostrare in pubblico gli effetti devastanti, ma parlarne mascherando volto e voce.
I neurolettici (noti anche come antipsicotici e camicie di forza chimiche) sono i farmaci più potenti dell’intero arsenale psichiatrico. Normalmente non dovrebbero essere assunti per più di tre settimane, ma questo limite viene spesso superato.
L’assunzione prolungata produce spesso danni irreversibili. Quando osserviamo qualcuno ritenuto matto, e notiamo quell’espressione vuota e inebetita, la lingua in fuori, i chili di troppo o la mancanza di qualche dente, non stiamo osservando i sintomi della sua cosiddetta malattia mentale: stiamo osservando ciò che questi farmaci fanno alle persone.
Gli effetti più visibili sono l’acatisia (uno stato di irrequietezza motoria) e la discinesia tardiva, una patologia iatrogena (cioè causata dai farmaci) irreversibile che si manifesta con smorfie frequenti e incontrollate.
*Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani
Rec News dir. Zaira Bartucca – recnews.it
ATTUALITA'
Strage di Via d’Amelio: trent’anni di ipocrisie, senza verità e giustizia
Salvatore Borsellino invoca rispetto per il fratello Paolo e per gli altri uccisi nel corso della strage di Via d’Amelio dopo la sentenza che ha assolto alcuni imputati e ha prescritto alcuni reati: “Basta disonestà, chiediamo silenzio. Basta passerelle, la lotta alla mafia non fa parte di nessun programma politico”

“Avremmo voluto celebrare il trentesimo anniversario della strage di via d’Amelio con una vittoria sulla mafia e quindi con la scoperta della verità per dare giustizia ai familiari e alle vittime. Purtroppo sarà anche quest’anno solo un appuntamento rimandato. Fin quando non si farà chiarezza sui tanti depistaggi, fin quando la politica non farà leggi antimafia dignitose della memoria e dell’operato dei magistrati e degli uomini delle forze dell’ordine che per lo Stato sono stati uccisi”, Così Salvatore Borsellino – fratello del magistrato ucciso il 19 luglio del 1992 – ha commentato il trentennale dalla strage di Via d’Amelio, che ricorre oggi.
“Sono passati trenta lunghi anni senza verità. Sono stati celebrati numerosi processi ma ancora attendiamo di conoscere tutti in nomi di coloro che hanno voluto le stragi del ’92-‘93. Abbiamo chiaro che mani diverse hanno concorso con quelle di Cosa mostra per commettere questi crimini ma chi conosce queste relazioni occulte resta vincolato al ricatto del silenzio”.
“Ora – prosegue Borsellino – chiediamo noi il silenzio. Silenzio alle passerelle. Silenzio alla politica. Perché invece di fare tesoro di ciò che in questi trent’anni è successo, ci accorgiamo che la lotta alla mafia non fa più parte di nessun programma politico. Anzi, alcuni recenti provvedimenti legislativi, come la cosiddetta riforma che introduce il principio dell’improcedibilità per numerosi tipi di reati e la cosiddetta riforma dell’ergastolo ostativo in discussione presso il Senato, fanno carta straccia degli insegnamenti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Adesso basta con queste disonestà. I cittadini si aspettano dalle istituzioni azioni concrete, dissociazioni dalla mafia e soprattutto trasparenza per riavere la loro fiducia”.
Rec News dir. Zaira Bartucca – recnews.it
ATTUALITA'
Anziani uccisi nelle RSA, infermiere condannato all’ergastolo
Il farmacista attivo in provincia di Ascoli Piceno è stato considerato colpevole dalla Corte d’Assise di ben otto omicidi. Disposto anche l’isolamento diurno

Anziani abbandonati senza cure nelle RSA o imbottiti di dosi letali di insulina e psicofarmaci. Erano i trattamenti disumani che L.W., 59 anni, riservava ai pazienti che avrebbe dovuto assistere. Il farmacista attivo in provincia di Ascoli Piceno è stato considerato colpevole dalla Corte d’Assise di ben otto omicidi premeditati e quattro tentati omicidi, e condannato all’ergastolo. Disposto anche l’isolamento diurno. I fatti contestati risalgono al 2017-2018, mentre per i presunti casi di abbandono e mancate cure nelle RSA lombarde nel periodo covid i pm hanno chiesto l’archiviazione (Pio Albergo Trivulzio e Palazzolo Don Gnocchi).
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