

TECH
Postare foto e video di figli e nipoti sui Social può causare danni irreparabili. Il video che fa riflettere
Postare foto e video di figli e nipoti sui Social può causare danni irreparabili ai minori. Danni che possono continuare anche col passare degli anni. E’ il succo di un video – che fa riflettere e mette in guardia dai pericoli nascosti della rete – postato dall’azienda Telekom. In esso si immagina la creazione, tramite l’intelligenza artificiale, della versione adulta di una bambina, Ella, che consiglia ai genitori di non utilizzare troppo alla leggera la tecnologia.
“Ehi mamma, ehi papà – si sente nel video – sono io Ella o, meglio, una versione digitale di me, solo più grande. Incredibile cosa può fare oggi la tecnologia semplicemente partendo da qualche immagine, quelle che voi avete condiviso sui social e che possono essere prese e usate da chiunque. Lo so, per voi, queste fotografie sono solo ricordi ma per altri sono dati e per me, forse, l’inizio di un futuro orribile, un futuro nel quale la mia identità potrebbe essere rubata, nel quale potrei andare in prigione per qualcosa che non ho mai fatto”.
Fonte: Deutsche Telekom
“Immaginatevi – prosegue, greve, Ella – la mia voce copiata per truffarti, mamma. Non voglio diventate un meme umiliata da tutti a scuola, e certamente, non voglio questo (la foto di una bimba che corre su una spiaggia orrendamente rinominata “sexy_girl on_beach”, appare sullo schermo). Quello che voi condividete online è come un’impronta digitale che mi seguirà per il resto della mia vita. Ve lo dico perché so che mi amate e che non fareste mai nulla che possa farmi del male. Quindi, ti prego mamma, ti prego papà, proteggete la mia privacy nella dimensione digitale”.
CONTROLLO
Rischio Phishing con il sistema di allarme It Alert. Come difendersi

It Alert, il servizio nazionale di allarme e controllo promosso dal governo e dalla protezione civile, non ha mancato di sollevare critiche per i rischi connessi alla privacy e per l’effettiva inefficacia nel segnalare le calamità. Nonostante tutto continua la sperimentazione: il 19 settembre è stata la volta di Lombardia, Molise e Basilicata, mentre i cittadini di altre regioni saranno interessati dall’invio di notifiche di massa nei prossimi giorni. I test andranno avanti fino a ottobre.
C’è da dire subito che chi non vuole ricevere le notifiche push di It Alert può disattivare una specifica funzione presente negli smartphone, come si leggerà nei prossimi paragrafi. Si tratta di un buon modo per troncare a monte le possibilità di finire nella rete dei cybercriminali, che stanno sfruttando il sistema di allarme e controllo per inviare messaggi e notifiche del tutto simili a quelle inviate dalla protezione civile.
Gli avvisi e il rischio di incorrere nella rete dei cyber-criminali
IT Alert potrebbe infatti rappresentare un ponte tra l’utente del tutto ignaro e i malintenzionati che sfruttano le dinamiche digitali. E’ quanto ha affermato il Cybersecurity di NordVPN Adrianus Warmenhoven, che ha chiarito come “gli avvisi governativi possano essere utilizzati in modo improprio da terzi che non hanno buone intenzioni”. Il riferimento è alle truffe via phishing, e al rischio di ricevere messaggi contenenti link che molti potrebbero essere indotti a cliccare nella convinzione che si tratti degli avvisi di It Alert.
Come disattivare It Alert
Per disattivare il servizio IT-Alert sui dispositivi Android:
- Accedere alle Impostazioni dello smartphone.
- Fare clic su “Sicurezza ed emergenza” o “Password e Sicurezza” oppure “Alert e terremoti”, a seconda del tipo di dispositivo.
- Nella sezione “Avvisi di emergenza” o “Allarmi pubblici” troverete l’opzione IT-Alert. Potrete disattivarla semplicemente rimuovendo il flag di attivazione. Per evitare di ricevere notifiche, è però necessario deselezionare tre voci: “Consenti allerte“, “IT Alert” e “Messaggi di test“. E’ inoltre necessario selezionare la voce “Mai” nella scheda “Promemoria allerte”. Queste funzioni sono poste una di seguito alle altre. Per verificare se è già stata ricevuta una notifica IT Alert, si può invece cliccare su “Cronologia allerte di emergenza”.
Per chi utilizza dispositivi Apple, disattivare IT-Alert è altrettanto semplice:
- Accedere alle Impostazioni.
- Selezionare “Notifiche” e scorrere verso il basso fino alla sezione denominata “Avvisi di emergenza”.
- Disattivare la funzione IT-Alert in questa sezione per non ricevere più notifiche e controllare le aree che potrebbero aggiungersi a seguito di aggiornamenti dello smartphone.
TECH
Settore marittimo, in arrivo la nuova classe di navi all’avanguardia Porrima

Stan Shih – iconico rappresentante dell’industria elettronica in Asia e fondatore del Gruppo ACER con ora 24 aziende quotata in borsa – e Gunter Pauli, imprenditore e ideatore della Blue Economy, hanno annunciato un approccio rivoluzionario congiunto al trasporto marittimo e allo sviluppo delle isole. Sulla base dei 12 anni di esperienza pratica, Stan e Gunter (supportati da un elenco di leader del settore) hanno annunciato la costruzione di un nuovo tipo e serie di navi a emissioni zero per la “creazione di una nuova industria mondiale”.
Porrima, progetto all’avanguardia che incarna l’idea dello shipping sostenibile, subirà un refit completo a Taiwan nel Kaohsiung a partire da questo autunno. Il refit – ispirato a 160.000 km di circumnavigazione della terra – sarà utilizzato come una piattaforma di apprendimento fast-track per formare un gruppo di base di ingegneri navali per costruire questa nuova classe di navi. La nuova impresa procederà immediatamente con la costruzione di tre versioni più piccole di Porrima, che saranno pronti entro febbraio 2025.
L’integrazione del solare, dell’idrogeno ricavato da acqua di mare e di un aquilone intelligente per il recupero della potenza dal mare invertendo l’elica, è stata testata e messa in pratica con successo su Porrima negli ultimi dieci anni. La fusione tra l’esperienza pratica di Porrima e le capacità di progettazione frammiste all’IA applicata al settore marittimo, creeranno una barca altamente competitiva realmente a emissioni zero che non richiederà mai carburante e nemmeno un generatore diesel di riserva.
“Il Gruppo di società ACER, che ha scorporato Wistron nel 2001 padroneggia l’IA. L’applicazione dell’IA all’industria marittima offre l’ingresso per l’azienda in un settore multimiliardario che oggi è classificato come la forma di trasporto maggiormente inquinante. Possiamo fare la differenza”, commenta Stan Shih, fondatore e presidente onorario di ACER. Diversi leader tecnologici hanno espresso il loro interesse ad aderire a questa iniziativa. Wistron, che si occupa della progettazione di prodotti correlati all’informazione e alla comunicazione, agirà nella produzione, nei servizi e nei sistemi saranno strumentali all’industrializzazione della produzione della famiglia di navi Porrima.
Formosa Plastics supporterà la creazione di un nuovo carbonio fibra per costruire i demi-scafi super leggeri e performanti che caratterizzano la famiglia di barche Porrima. Le celle solari saranno dotate dell’ultimo spin-off di ITRI chiamato RePV con già il 92% di celle solari riciclate, che riduce l’impronta di carbonio del 60%. Mobilità Xing, startup con sede a Taipei, fornirà i pacchi batteria raffreddati ad immersione.

Porrima al largo della costa di Taiwan, nel Mar Cinese Meridionale (Foto di Photo Audrey Meunier)
Gli SkySails dalla Germania che erano già parte di Porrima dal 2017, saranno completamente automatizzati, ampliati a 60 m2 e prodotto da Wistron. I 12 anni di know-how di navigazione attraverso tutti gli oceani, combinati con le innovazioni integrate nel 2023, la produzione in serie e l’IA creeranno un motore di crescita nell’economia regionale e non solo. “Sono amico di Stan da 40 anni. Ho imparato in questi anni che Taiwan ha decine di innovazioni che giustificano la creazione di un nuovo progetto altamente competitivo per l’industria marittima”, ha fatto sapere Gunter Pauli, proprietario di Porrima che si unirà come azionista della nuova società con sede a Taipei.
“Taiwan è già il 4° più grande produttore di yacht al mondo. Tuttavia, la nave i costruttori importano design e componenti dall’estero. Questo cambierà radicalmente sotto la guida di questa nuova impresa, e influenzerà l’intera economia del settore. Taiwan è casa per Evergreen, Yang Ming e Wan Hai, tre delle prime dieci compagnie di navigazione al mondo che controllano più del 10% del trasporto mondiale di container. Yang Ming e Wan Hai hanno già sottoscritto la mia visione per creare una nuova categoria di navi: le navi realmente a emissioni zero, che non bruciano carburante o diesel di riserva e sono guidate dall’intelligenza artificiale”.
“La potenza del modello di nave AI – ha proseguito Pauli – è che lo stesso mix tecnologico può essere applicato alle piccoli isole: quasi tutte dipendono al 100% dai generatori diesel per l’energia e l’acqua potabile. Ciò significa che la nuova società Porrima Inc che è stata fondata nel mese di agosto di quest’anno avrà due mercati: oltre alle 60.000 navi diesel marittime che dovranno essere sostituiti nei prossimi 25 anni, ci sono 600.000 piccole comunità insulari che necessitano di forme di alimentazione realmente pulite. Se il carburante diventa rinnovabile, il denaro usato per far flusso al di fuori delle economie delle piccole isole rimarrà nell’economia locale, contribuendo alla crescita e la competitività”.
TECH
Reputazione online, cosa (e chi) si nasconde dietro i servizi di rimozione di contenuti diffamatori

Sarà capitato a più d’uno o a più d’una di diventare il bersaglio dell’hater di turno che agisce online. Molti assimilano questa figura a quella di un disturbatore, di un frustrato o di una persona che non rispetta le opinioni altrui, e in effetti in molti casi è così. Ma quello che molti non sanno è che raramente si tratta di casi isolati o di schegge impazzite. Sì perché ormai molti account social e diversi siti sono gestiti da spin doctor che fanno capo a determinate organizzazioni, politiche e no.
Hanno diversi compiti: orientare l’opinione pubblica sui temi scottanti e divisivi, caricare di una connotazione negativa determinate notizie catalogandole come “Fake News”, tacitare il dissenso colpendo i personaggi in vista o che non si piegano al politically correct facendo restituire sul loro conto risultati infamanti dai motori di ricerca. Per capire quanto una persona sia indipendente, infatti, ormai basta farsi un giro su Google: se il motore di ricerca restituisce risultati palesemente falsi e infamanti scritti da testate commerciali, da presunti fact checker o da piattaforme che utilizzano discorsi d’odio, si può sapere che la vittima con ogni probabilità è una persona libera che esprime senza paura le proprie opinioni.
Se gli operatori di settore comprendono con facilità tutto questo e sono in grado di riconoscere questi casi e le dinamiche che li hanno creati, la situazione è più complessa per il cittadino. Spesso il malcapitato di turno si trova a dover subire conseguenze negative sul proprio lavoro o nella propria vita privata solo perché, magari, ha scritto un’opinione legittima ma in controtendenza su Facebook o perché ha commentato la pagina di un personaggio pubblico.
A quel punto si trova, inspiegabilmente, bersagliato da decine e decine di account che “prendono in carico il caso”, provvedendo a demonizzare la persona sui social o tramite articoli e recensioni negative. Un sistema che serve a molte cose: tacitare le critiche, riscrivere comportamenti sociali, instillare idee, sdoganare comportamenti e ottenere gradimento politico. I temi maggiormente attenzionati e seguiti da queste organizzazioni e dai loro account e comunicatori (talvolta anche giornalisti insospettabili) attualmente sembrano essere il presunto cambiamento climatico, la guerra in Ucraina, virus e vaccini, utero in affitto e quanto gravita intorno all’ideologia lgbt.
Se si dice quello che si pensa o se si presentano determinate evidenze su questi argomenti, si può star certi di finire spiattellati su un qualche motore di ricerca e su Google in particolare, che nella maggior parte dei casi – come si può leggere nella Community di riferimento – rifiuterà la richieste di rimozione dei contenuti diffamatori che gli spin doctor hanno provveduto a spargere.
E’ qui entrano in gioco le Agenzie per la rimozione dei contenuti. In molti casi sono gestite proprio da personale contemporaneamente occupato in motori di ricerca come Google o con un passato nelle Bigh Tech, in altri sembrano vantare collegamenti di tutto rispetto. Fanno parte di un sistema sfaccettato dove si muovono figure disparate e dove si generano problemi di web reputation per poi guadagnare con la loro risoluzione.
Tra le Agenzie che abbiamo interpellato per capirne un po’ di più, c’è chi ha sbandierato collegamenti, oltre che con i motori di ricerca, con organizzazioni come Cyber Right, chi si è detto forte di facce amiche che lavorano nelle polizie internazionali e chi ha svelato legami con altre organizzazioni. “Tanto – è quanto ci ha detto il CEO Europe di una delle Agenzie – denunce e richieste di rimozione le fanno cadere tutte nel vuoto, e in quel caso possiamo entrare in gioco noi”.
“Entrare in gioco” significa assicurare la rimozione dei contenuti che ledono la reputazione online in tempi brevi, dietro il pagamento di una cifra che può partire dai 2000 euro e può raggiungere i 12.000 euro, che è la somma più alta in cui ci siamo imbattuti nel corso della nostra indagine. Un sistema distorto in cui il cittadino, del tutto inconsapevole dei collegamenti tra motori di ricerca e Agenzie, può cadere, convincendosi a pagare anziché esercitare i propri diritti per vie gratuite, legali e convenzionali.
TECH
Trappola su Google Play. C’è un malware scaricato da 420 milioni di utenti. Ecco quali App riguarda

Di nuovo brutte notizie per gli utenti di Google Play, lo Store dove scaricare App molto utilizzato negli smartphone Android, dove è preinstallato. Prima di addentrarci nell’argomento (l’ennesimo malware o virus) e fornire la lista di app interessate, diciamo subito una cosa: le alternative per fortuna esistono e noi le abbiamo già segnalate in un precedente articolo.
Ma andiamo ad addentrarci nel problema. La società di sicurezza informatica Doctor Web – come riporta Esquire Italia – ha comunicato di aver scoperto un nuovo malware presente in molte app di Play Store, che è stato chiamato “SpinOK“. Il nome è lo stesso del software per la gestione automatica degli invii telematici verso l’Agenzia delle Entrate, per il Sistema Tessera Sanitaria e per la gestione del cassetto fiscale, anche se ovviamente si tratta di un semplice caso di omonimia.
Si tratta di un virus piuttosto pericoloso, perché riesce a estrarre dati dai dispositivi e ad esportali, pur non avendo i permessi e aggirando le impostazioni proxy. Un componente dannoso che ha già infettato 420 milioni di dispositivi e 101 App. Esquire Italia ha fornito la lista delle prime 10 più scaricate, che riportiamo.
10 delle 101 App pericolose presenti su Google Play
- Noizz: editor video con musica (almeno 100.000.000 di download).
- Zapya: Trasferimento file, condivisione (almeno 100.000.000 di download).
- VFly: editor video e creatore di video (almeno 50.000.000 di download).
- MVBit: Creatore di stato video MV (almeno 50.000.000 di download).
- Biugo: video maker&video editor (almeno 50.000.000 di download).
- Crazy Drop: (almeno 10.000.000 di download).
- Cashzine: Guadagna premi in denaro (almeno 10.000.000 di download).
- Fizzo Novel: Lettura offline (almeno 10.000.000 di download).
- CashEM: ottieni premi (almeno 5.000.000 di download).
- Tick: guarda per guadagnare (almeno 5.000.000 di download).