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Le carte della Procura di Perugia parlano chiaro: attorno a Luca Palamara, il togato finito nella bufera “Magistropoli”, si era stretto un manipolo di giornalisti televisivi e della carta stampata, noti e meno noti. In alcuni casi i documenti raccontano di normali rapporti lavorativi. Le telefonate, gli incontri, le domande – certo – la voglia di cogliere un retroscena. Ma in alcuni casi quello che nell’Inchiesta di Perugia appare strano, è quel vezzo tipico delle lobby di voler costruire gli eventi più che stargli dietro. Di influenzare, posizionare, mettere l’uomo giusto nel posto giusto. “Quindi io a te ti metto già a Torino”, dice l’11 aprile dello scorso anno Liana Milella di Repubblica. “Mettimi a Roma a me, stai buona”, le risponde Palamara.

Non è l’unica del quotidiano romano a scambiare impressioni con Palamara. A raccogliere i “messaggi” del magistrato che voleva far trapelare la sua buona disposizione verso le Procure inquirenti, era anche Francesco Grignetti, che stando a quanto riportato si era ritrovato a raccogliere un testo dettato dal magistrato. “La telefonata – scrivono dalla Procura di Perugia – era improntata sulla dettatura di Palamara”. Leggendo le carte, infatti, quello che si evince con chiarezza è l’affaccendamento del magistrato, apparentemente preoccupato di far passare all’esterno quel tanto di utile ad agevolare determinati piani, a discapito di chi voleva rovinarli. Un gioco a scacchi dove le pedine erano i giornalisti, le stesse toghe, chi tra i politici poteva mettere a disposizione una parola che contasse. Sono giorni concitati, scanditi da numerosi incontri e telefonate. In alcuni casi Palamara si sfoga, in altri si lascia consigliare. In altri ancora, detta o fa dettare agende.

Da marzo iniziano le telefonate con Giovanni Minoli – il giornalista Rai storico conduttore di Mixer – che culminano a maggio con un incontro. Al centro del discorrere, la possibilità di rilasciare un’intervista “politica” procurata da Silvia Barocci – autrice di Mezzora in Più – con Lucia Annunziata, la conduttrice, ma anche i botta e risposta orchestrati e pubblicati su Repubblica e su Il Fatto Quotidiano.

“L’esame delle conversazioni telefoniche – scrivono inoltre gli inquirenti – permetteva di rilevare un contatto intrattenuto con l’indagato (Palamara, nda) con Rosa Polito, giornalista dell’AGI, il cui tenore evidenziava l’esistenza di un rapporto personale”. E dell’AGI era anche Simona Olleni che, si legge, si trova a “concordare” la definizione “del testo di un comunicato di prossima pubblicazione, in risposta agli articoli stampa pubblicati, in data 29 maggio 2019, sulle indagini in corso nei confronti dello stesso” (Palamara).

Non resta fuori nemmeno l’Ansa, nella persona di Sandra Fischetti. Anche con lei Palamara si accordava sul tenore delle “dichiarazioni da rilasciare in un comunicato stampa”. Rapporti sono stati registrati anche con Valeria Di Corrado de Il Tempo, e con Giacomo Ortensi Amadori de La Verità. Assieme a Repubblica, testata che ritorna spesso è Il Fatto Quotidiano. Sempre in relazione agli articoli del 29 maggio del 2019, Palamara si mette in contatto con Vincenzo Bisbiglia, ma il discorso scivola sugli incarichi affidati dalla Regione Lazio alla moglie dell’indagato e dei contatti con Nicola Zingaretti.

Un nome che fa presa è quello di un giornalista apprezzato per un noto programma Rai, non certo per la cronaca giudiziaria, che Palamara raggiunge tramite Palazzo Chigi. E’ infatti il centralino degli uffici che si occupano dell’attività del premier Conte che gli passano – non è chiaro per quale motivo – Gigi Marzullo, storico conduttore di Sottovoce. “Il tenore delle intercettazioni – scrivono gli inquirenti – permetteva di rilevare l’esistenza di plurimi incontri”. Incontri si erano verificati anche con Giovanni Bianconi del Corriere della Sera, che viene dipinto come persona vicina ai Servizi. Un rapporto delineato in una conversazione intrattenuta tra Palamara e Stefano Fava, quando i due esprimono – scrivono gli inquirenti – “la necessità di avviare una interlocuzione con il giornalista Marco Lillo del Fatto Quotidiano in ordine alla trasmissione di un fascicolo al CSM nei confronti del già Procuratore di Roma Pignatone e del Procuratore Aggiunto Paolo Ielo”.

“Io…io…spero che Marco Lillo non arriva a sto punto”, dice Palamara a Stefano Fava. “L’analisi delle conversazioni fra presenti – è scritto nelle carte dell’Inchiesta – consentiva di rilevare alcuni colloqui dai quali si acquista evidenza di come Palamara fosse in grado di incidere sui contenuti di alcuni articoli di stampa”. E’ il caso di alcuni tra gli esempi citati, e anche de La Stampa e di Giuseppe Salvaggiulo. “L’articolo sulla Stampa non era male o no?” Domanda Palamara a Fava. “No quello che è pazzesco dell’articolo sai qual è?” “Eh” “L’hai pagato però?” “(incomprensibile)…lo conosco!” Sempre Palamara, confidandosi con il renziano di ferro Luca Lotti, parlerà di “un passaggio che gli ho fatto mettere” (nell’articolo, nda). Esemplificativa del clima, la domanda che il politico del Pd fa poco dopo a Palamara: “Questa roba incide sull’Aggiunto secondo te?”.

Direttore e Founder di Rec News, Giornalista. Inizia a scrivere nel 2010 per la versione cartacea dell'attuale Quotidiano del Sud. Presso la testata ottiene l'abilitazione per iscriversi all'Albo nazionale dei giornalisti, che avviene nel 2013. Dal 2015 è giornalista praticante. Ha firmato diverse inchieste per quotidiani, siti e settimanali sulla sanità calabrese, sulle ambiguità dell'Ordine dei giornalisti, sul sistema Riace, sui rapporti tra imprenditoria e Vaticano, sulle malattie professionali e sulle correlazioni tra determinati fattori ambientali e l'incidenza di particolari patologie. Più di recente, sull'affare Coronavirus e su "Milano come Bibbiano". Tra gli intervistati Gunter Pauli, Vittorio Sgarbi, Armando Siri, Gianmarco Centinaio, Michela Marzano, Antonello Caporale, Vito Crimi, Daniela Santanché. Premio Comunical 2014. Autrice de "I padroni di Riace - Storie di un sistema che ha messo in crisi le casse dello Stato". Sito: www.zairabartucca.it

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Abbandono scolastico, audizione presso la settima commissione del Senato

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Abbandono scolastico, audizione presso la settima commissione del Senato | Rec News dir. Zaira Bartucca

Il testo dell’audizione presso la 7° Commissione del Senato che si è tenuta il 9 maggio su contrasto a povertà educativa, abbandono e dispersione scolastica

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Premierato, oggi Meloni chiede le stesse cose che voleva ottenere D’Alema con la Bicamerale

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Premierato, oggi Meloni chiede le stesse cose che voleva ottenere D'Alema con la Bicamerale del '97 | Rec News dir. Zaira Bartucca

Il tentativo del governo Meloni di superare l’assetto istituzionale attuale è solo l’ultimo in ordine di tempo (come spiega il professore Musacchio in un’interessante analisi pubblicata su Rec News), ma tanti ne sono stati fatti dalla cosiddetta Seconda Repubblica in poi. Farà riflettere senz’altro gli elettori di centrodestra come uno dei primi esponenti politici a volere un premierato sia stato l’ex leader della sinistra Massimo D’Alema, tesserato del PCI nel 1968 e tra i padri fondatori del Partito democratico della sinistra.

Premierato, oggi Meloni chiede le stesse cose che voleva ottenere D'Alema con la Bicamerale del '97 | Rec News dir. Zaira Bartucca

Sua l’idea – come molti ricorderanno – di instaurare nel 1997 una Commissione bicamerale per le riforme istituzionali, formata da 70 parlamentari. L’obiettivo era sempre lo stesso, e cioè accentrare ancora più poteri nelle mani del presidente del Consiglio, chiamato – tra le altre cose – a nominare e revocare i ministri a suo piacimento. L’esito della Bicamerale fu tutt’altro che scontato: i democratici di sinistra di D’Alema votarono ovviamente a favore, mentre i berlusconiani – oggi incarnati da Tajani e più vicini al premierato – votarono assieme alla Lega Nord a favore del semipresidenzialismo, come testimonia un articolo dell’epoca (in basso).

“L’Unità” del 05/06/1997

I lavori della Commissione si interruppero bruscamente un anno dopo, nel 1998, perché i partiti non riuscirono a trovare una quadra e perché le manovre di palazzo risultavano incomprensibili per l’elettorato. Un copione che potrebbe ripetersi anche stavolta.

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Istat, a picco i consumi delle famiglie italiane

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Istat, a picco i consumi delle famiglie italiane | Rec News dir. Zaira Bartucca

Forte calo della spesa delle famiglie. Lo registra Istat nella nota sull’andamento dell’economia italiana di febbraio appena pubblicata. “Lo scenario internazionale – rileva l’Istituto Nazionale di Statistica – resta caratterizzato da un elevato grado di incertezza e da rischi al ribasso. Si inizia a profilare un percorso di rientro dell’inflazione più lungo di quanto inizialmente previsto. Il Pil italiano, nel quarto trimestre 2022, ha segnato una lieve variazione congiunturale negativa a sintesi del contributo positivo della domanda estera netta e di quello negativo della domanda interna al netto delle scorte”. In basso il report integrale

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TSO a una 54enne, ci scrive il sindaco di San Giuliano Milanese

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TSO a una 54enne, ci scrive il sindaco di San Giuliano Milanese | Rec News dir. Zaira Bartucca

Negli scorsi giorni abbiamo pubblicato una segnalazione da San Donato Milanese da parte di una signora – Anna M. – che riferiva di “quattro TSO ingiusti” a cui sarebbe stata sottoposta la sorella. In quel contesto ci siamo appellati ai colleghi giornalisti e alle associazioni di settore che avessero voluto occuparsi del caso, registrando la totale assenza da parte degli uni e degli altri. Ci è però giunta una risposta dal sindaco di San Giuliano Milanese, che pubblichiamo per completezza di informazione.

“La funzione svolta dal sindaco in materia di TSO e ASO, si riconduce al ruolo svolto quale autorità sanitaria locale, come previsto dalle norme vigenti (Legge n.180 e Legge n.833 del 1978). Il Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) e l’Accertamento Sanitario Obbligatorio (ASO), rappresentano atti di carattere eccezionale rispetto alla generalità dei trattamenti sanitari volontari. Infatti il superamento dell’obbligo del consenso cosciente ed informato, avviene per tutelare la salute del paziente in quanto bene ed interesse della collettività, oltre che del soggetto stesso. Per tali ragioni i suddetti trattamenti sono due strumenti cautelari che richiedono una proposta da parte di medici competenti, condizione necessaria per la predisposizione dell’ordinanza da parte del sindaco quale autorità sanitaria locale. Cordiali Saluti”.

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