LAVORO
Mozzarella di Bufala Campana Dop, partito da Vienna e Ginevra il tour all’estero

(Adnkronos) – È partita da Vienna e Ginevra la campagna di promozione in Europa del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop. Gli scenari che si delineano per la filiera nel 2025 guardano innanzitutto all’estero, per incrementare l’export e diffondere la conoscenza dell’unicità della Bufala Campana Dop, insieme al Consorzio di Tutela della Ricotta di Bufala Campana Dop, partner del progetto. E si punta in particolare sul vecchio continente. Sono previsti da un lato seminari esteri con il coinvolgimento di ambasciate, consolati e uffici Ice e dall’altro iniziative con operatori del settore, con l’obiettivo di conquistare nuove fasce di consumatori e consolidare il consumo in Paesi chiave, attraverso eventi, campagne pubblicitarie e attività di degustazione mirate. Un investimento mirato per conquistare l’Europa, che assorbe la gran parte dell’export della Bufala Dop. Il primo appuntamento si è tenuto il 22 maggio a Vienna, con un seminario a Palazzo Metternich, sede dell’Ambasciata italiana in Austria. Il 26 maggio ci si è spostati a Ginevra, negli spazi dell’Hotel President Wilson, per un nuovo appuntamento del tour, organizzato in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia a Ginevra, guidato dalla Console Nicoletta Piccirillo, con il supporto dell’ufficio Ccis di Ginevra e l’ufficio Ice di Berna, rappresentato dal direttore Samuele Porsia, il cui intervento ha aperto l’evento. La sinergia con il Consolato è il segnale dell’attenzione istituzionale alle eccellenze italiane e ha consentito di organizzare un intenso programma di attività. L’evento si è rivelato un percorso guidato tra i territori di produzione della mozzarella e della ricotta di bufala campana, ma anche un’occasione di divulgazione dell’impatto sociale ed economico delle due Dop. Le iniziative sono rivolte a operatori del settore, a consumatori e giornalisti. Altre tappe sono previste fino all’autunno in Belgio, Olanda, Francia e Germania. “In un contesto internazionale di grande incertezza – commenta Domenico Raimondo, presidente del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop – abbiamo deciso di puntare sull’Europa innanzitutto per rafforzare la conoscenza di questi due prodotti simbolo del Made in Italy e promuoverne il consumo nei mercati europei con il maggiore potenziale di crescita. Oggi più che mai è necessario delineare strategie efficaci per affrontare i rapidi cambiamenti in atto e ringrazio tutte le autorità che rappresentano l’Italia all’estero per la preziosa collaborazione offerta, segno che il Sistema Paese sa fare rete”. —lavoro/made-in-italywebinfo@adnkronos.com (Web Info)
LAVORO
Ismea, Copernicus ambassador nuove sinergie e competenze per agricoltura digitale e sostenibile

(Adnkronos) – Ismea rafforza il suo impegno nella modernizzazione e nell’innovazione dell’agricoltura italiana, con un articolato programma di attività informative, formative e pratiche dedicate all’impiego delle applicazioni di osservazione della Terra. L’Istituto mira a supportare imprenditori agricoli, consulenti e operatori – pubblici e privati – nella transizione verso modelli di gestione aziendale e territoriale più sostenibili e innovativi, favorendo l’integrazione dei dati satellitari nei processi decisionali e operativi e diffondendo la conoscenza di tecnologie che permettono di migliorare l’efficacia e l’efficienza sia dei processi amministrativi sia della gestione quotidiana delle imprese agricole. In un’ottica di cooperazione interistituzionale, Ismea ha attivato le prime collaborazioni con Regioni, mondo accademico, enti pubblici e privati competenti in materia agricola, nonché con imprese specializzate nei servizi satellitari applicati all’agricoltura. Tali sinergie hanno portato alla sperimentazione di percorsi formativi e di addestramento per i consulenti del settore e alla definizione di schemi di cooperazione tra istituzioni. Le proposte progettuali si sono finora concretizzate in 3 corsi di formazione in altrettante regioni italiane, che hanno visto la partecipazione di circa 150 utenti, affiancati da 25 esperti e relatori e 4 università. Il progetto ha coinvolto 15 realtà, tra pubbliche amministrazioni ed enti territoriali, e 3 aziende specializzate in tecnologie satellitari. Ismea ha inoltre rappresentato l'esperienza acquisita in occasione della general assembly degli EU Space Network organizzata lo scorso aprile a Venezia ed ha promosso un’attività di reskilling e upskilling per i professionisti e in ambiti formativi specifici finalizzati a colmare i gap di competenze individuati in materia di osservazione della Terra. Per il suo ruolo proattivo su queste tematiche, Ismea, già Copernicus academy, è entrata a far parte della più ampia famiglia dei Copernicus ambassador, un attestato che lo conferma come punto di riferimento per le comunità di utenti e promotore della diffusione delle applicazioni satellitari nel settore agricolo e rurale. “L'impegno di Ismea attraverso le competenze – spiega il direttore generale Sergio Marchi – punta a rafforzare la competitività e la sostenibilità economica e ambientale del settore primario. L’obiettivo è anche quello di migliorare la qualità dei processi, ottimizzare i consumi irrigui e l’impiego dei mezzi tecnici e, non ultimo, di diffondere la cultura della gestione integrale dei rischi”. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)
LAVORO
Intoo-Wyser, 6 imprese su 10 non sono ancora pronte ad affrontare la sfida della longevità

(Adnkronos) – Nei prossimi vent’anni, un italiano su tre avrà più di 65 anni. E' un dato che racconta una trasformazione profonda, che già oggi si riflette nelle aziende: quasi un lavoratore su cinque ha più di 55 anni. Eppure, molte organizzazioni sembrano impreparate a gestire questa evoluzione. Lo conferma la ricerca 'La sfida della longevity', realizzata da Intoo e Wyser, entrambe realtà di Gi Group holding, la prima è leader in Italia nel settore dell’employability, sviluppo e transizione di carriera, la seconda è il brand globale del Gruppo che si occupa di ricerca e selezione di profili manageriali ed executive. Secondo lo studio, il 62% dei manager italiani ritiene che le aziende non siano ancora pronte ad affrontare una forza lavoro sempre più matura. E anche i lavoratori lo percepiscono chiaramente: più di uno su tre ritiene che la propria azienda non ponga sufficiente attenzione alle esigenze dei dipendenti più anziani. Le principali richieste? Maggiore equilibrio tra vita e lavoro, ritmi sostenibili, stabilità e sicurezza. Le iniziative esistono, ma restano frammentarie. Qualcosa si sta muovendo, ma in modo disomogeneo. Secondo la ricerca, solo il 20% dei lavoratori over 50 è a conoscenza di iniziative aziendali a loro dedicate, e appena il 12% vi ha preso parte. Quando ci sono, le misure puntano soprattutto sul prepensionamento, segnalato dal 50% dei manager. Accanto a questo, si registrano interventi di formazione, flessibilità oraria, mappatura delle competenze e benessere organizzativo. "La longevità – commenta Alessandra Giordano, direttrice employability e career development di Intoo (Gi Group Holding) – è un concetto che riguarda tutte le generazioni. Con l’aumento della vita media e il progressivo innalzamento dell’età pensionabile assistiamo alla compresenza in azienda di 4 se non 5 generazioni, questo comporta ridisegnare le politiche gestionali e di sviluppo, dare una lettura più ampia al concetto di wellbeing, interpretare il dialogo tra le generazioni in senso esteso, senza cadere negli stereotipi se vogliamo garantire la sostenibilità complessiva del business". "Affrontare la longevità in modo strategico – spiega – con un approccio centrato sulle persone e che abbracci l’intera popolazione aziendale, significa creare le condizioni affinché le competenze strategiche possano essere trattenute, trasferite e fatte evolvere, mantenere alto l’ingaggio dei singoli indipendentemente dall’anzianità e quindi rendere l’organizzazione sostenibile e competitiva. Finora abbiamo visto solo iniziative sporadiche, mirate a singoli gruppi. Serve invece una prospettiva più larga e integrata che possa rispondere ai bisogni e alle specificità di ognuno e allo stesso tempo metta le persone in condizioni di lavorare insieme per uno stesso obiettivo con un approccio di continuo scambio e integrazione. Questa è la vera sfida per le aziende, che riguarda non solo le risorse umane, ma anche il top management". Lo studio rileva un tema culturale ancora forte: il 69% dei lavoratori senior e il 78% dei manager riconoscono la presenza di discriminazioni legate all’età nei luoghi di lavoro. Uno su cinque si è sentito escluso o penalizzato. E 8 manager su 10 ammettono che l’età rappresenta un ostacolo nella selezione di figure manageriali. Tuttavia, un dato interessante emerge con chiarezza: il 70% dei lavoratori over 50 considera l’età un valore, grazie all’esperienza acquisita. E questo si riscontra anche guardando a manager e dirigenti di oggi. "L’attenzione del dibattito pubblico e aziendale è oggi concentrata sulle due grandi transizioni, quella digitale e quella ambientale, mentre si tende a sottovalutare una trasformazione strutturale ben più profonda: l’invecchiamento della popolazione e l’impatto della longevità sul lavoro e sulla società", commenta Marinella Sartori, amministratrice delegata di Wyser. "Come evidenziato dallo studio condotto e dal confronto quotidiano con manager e dirigenti – fa notare – il livello di consapevolezza e maturità organizzativa non è ancora tale da tradursi in politiche e iniziative concrete in grado di affrontare questa evoluzione. Il ritardo si manifesta non solo nella gestione delle persone e nei percorsi di sviluppo, ma anche su temi strategici come il passaggio generazionale, che coinvolge la maggior parte del tessuto produttivo italiano, basti pensare che un imprenditore su due ha oggi più di cinquant’anni. La longevità impone una rilettura della leadership e della governance in chiave intergenerazionale, più aperta e adattiva, capace di accompagnare il cambiamento continuo ripensando modelli di business e orizzonti industriali. In questo scenario, il valore della seniority rappresenta un presidio fondamentale. Lo rileviamo quotidianamente, le aziende continuano ad avere bisogno di figure in grado di offrire visione, esperienza e una capacità decisionale maturata nella gestione della complessità. Integrare queste competenze con lo slancio dell’innovazione è una delle sfide chiave per garantire equilibrio, continuità e competitività". Se è vero che ai manager più giovani viene riconosciuto un vantaggio competitivo in ambito tecnologico – tre decision maker su quattro (76%) sostengono che questi siano favoriti per la loro maggiore padronanza degli strumenti digitali – proprio nella relazione con la tecnologia si apre una delle traiettorie più promettenti per ridisegnare il ruolo dei lavoratori più anziani. Dallo studio, infatti, emerge che la tecnologia non rappresenta una barriera generazionale: sette over50 su dieci la considerano una risorsa fondamentale, e il 76% chiede percorsi di formazione per restare aggiornato. Anche l’intelligenza artificiale viene percepita come un’opportunità, sia dai manager (69%) sia dalla metà dei lavoratori senior. E' un cambio di paradigma importante e profondo rispetto a dei pregiudizi radicati. Nonostante le difficoltà, il 65% dei lavoratori over50 si dice soddisfatto del proprio lavoro, soprattutto per l’autonomia e la responsabilità acquisita nel tempo. Tuttavia, il 36% è aperto a nuove opportunità, e tra i manager di alto livello, il 13% è già attivamente alla ricerca di un nuovo impiego. Guardando al futuro, circa la metà degli over50 si immagina ancora nella propria azienda, mentre il 30% spera di andare in pensione o accedere a politiche di prepensionamento. Interessanti i dati sul lavoro dopo la pensione: nel 2023, più di 260.000 pensionati del settore privato risultano ancora attivi – un aumento del 90% rispetto al 2014. Anche 1 over 50 su 10, secondo Istat, ha già avuto un’esperienza lavorativa dopo la pensione —lavoro/datiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
LAVORO
Stellantis, Federmanager: “Filosa nuovo ceo è il riconoscimento dell’eccellenza manageriale del Paese”

(Adnkronos) – "Federmanager accoglie con favore la nomina di Antonio Filosa a nuovo ceo di Stellantis, una scelta che testimonia l’attenzione del Gruppo verso il nostro Paese e verso le competenze manageriali d’eccellenza che è in grado di esprimere". Così il presidente di Federmanager, Valter Quercioli. "Filosa – spiega – già impegnato da anni ai vertici del Gruppo e attualmente come chief operating officer per le Americhe e chief quality officer, è infatti un manager italiano dalla solida esperienza internazionale e siamo certi che, grazie alla profonda conoscenza delle capacità e delle potenzialità del Gruppo Stellantis, possa condurlo verso orizzonti di crescita nel segno dell’innovazione e della sostenibilità. La sua nomina valorizza il talento della managerialità italiana alla guida di un player globale dell’automotive, settore strategico per l’economia mondiale e pilastro della storia industriale del nostro Paese". "Una storia – sottolinea il presidente Quercioli – che deve oggi proseguire guardando oltre le molteplici complessità congiunturali e come Federmanager, attraverso la nostra rappresentanza manageriale nel Gruppo e le Commissioni di settore competenti – come quella sull’automotive coordinata da Luciano Massone, dirigente di grande esperienza e prestigio in materia – siamo da subito a disposizione del nuovo Ceo per lavorare insieme a sfidanti obiettivi di rilancio e sviluppo. Confidiamo che il nuovo modello di leadership che Filosa sarà in grado di esprimere porterà Stellantis a raggiungere nuovi successi in Italia e nel mondo". —lavoro/professionistiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
LAVORO
Bonifico falso o sospetto? Come prevenire e agire per non essere truffati

(Adnkronos) – Le truffe con bonifico bancario sono diventate sempre più frequenti. Un bonifico falso può essere un chiaro segnale di frode finanziaria ai danni di un’azienda. Questa situazione può derivare da truffe sofisticate, phishing o errori deliberati da parte di malintenzionati. La fintech Sis Id, che dal 2016 supporta imprese e realtà di ogni dimensione per fronteggiare al meglio ogni tipo di frode finanziaria, ha identificato sette consigli e step utili nel caso in cui si sospetti di bonifici falsi. 1) Verificare le coordinate bancarie: controllate se le coordinate bancarie del beneficiario corrispondono a quelle registrate nei vostri sistemi. 2) Confermare con il mittente: contattate direttamente il mittente per confermare l’autenticità del bonifico. 3) Informare la banca: notificate immediatamente la vostra banca dell’accaduto; potrebbero essere in grado di bloccare o recuperare i fondi. 4) Denunciare alle forze dell’ordine: presentate una denuncia alle autorità competenti per avviare un’indagine ufficiale. 5) Sospendere ordini di trasferimento: bloccare transazioni future. Interrompete eventuali ordini di trasferimento collegati al bonifico sospetto per evitare ulteriori perdite. 6) Conservare le prove: raccogliere documentazione. Conservate tutte le comunicazioni, e-mail e documenti relativi al bonifico per facilitare le indagini. 7) Aggiornare credenziali di accesso: cambiate le password e rafforzate le misure di sicurezza per prevenire accessi non autorizzati. Se, nonostante tutto, ci si trova a essere vittime di una frode con bonifico bancario, è fondamentale reagire rapidamente e denunciare l’accaduto alla propria banca e alle autorità. In caso di indagini, conservare le e-mail, i messaggi e i numeri di telefono utilizzati dal truffatore può aiutare le autorità. Se il pagamento è in corso, urge contattare l’ufficio finanziario o la banca responsabile dell’ordine di trasferimento per sospendere qualsiasi azione fraudolenta. Per ridurre il rischio di future frodi, vanno considerate anche delle misure preventive, come in caso si tratti di un’azienda, la sensibilizzazione dei dipendenti attraverso una formazione sui rischi e sulle procedure da seguire in casi sospetti. Vanno dunque implementati protocolli rigorosi per la verifica delle transazioni finanziarie, inclusa la doppia verifica delle coordinate bancarie dei beneficiari. Così come vanno adottate politiche di gestione delle password che prevedano l’uso di credenziali robuste e l’aggiornamento periodico delle stesse. Al tempo stesso bisogna evitare pagamenti affrettati: non si devono effettuare trasferimenti sotto pressione o senza le dovute verifiche, specialmente in situazioni che richiedono urgenza o segretezza. È consigliabile, infine anche la totale digitalizzazione delle procedure di pagamento per ridurre l’errore umano e aumentare la tracciabilità delle operazioni. Afferma Anna Ongaro, country manager Italy di Sis Id: "In un mondo in cui la frode diventa sempre più sofisticata, è cruciale per le aziende adottare pratiche rigorose di protezione. Collaborare con esperti, come Sis Id, non solo rafforza la sicurezza, ma permette anche di beneficiare di soluzioni innovative e su misura. Insieme, possiamo creare un ambiente più sicuro e proteggere i nostri pagamenti". —lavoro/datiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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